14 giorni dopo di te

In questa stanza è possibile dare parola a ciò che si vive come paziente, familiare, amico, condividendo la propria esperienza ed esprimendo le proprie emozioni in un clima di accoglienza, fiducia e rispetto.
Elena3
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Re: 14 giorni dopo di te

Messaggio da Elena3 »

Cara Mimetta, giusto pochi giorni fa ho cercato il libro di Torre da cui è stata tratta la serie di cui scrivi. Quello che dici di tuo marito, i silenzi per non fare ancora più male, la morte il giorno della diagnosi, la paura del dolore... Tutto verissimo. L'ho provato prima con papà, poi, infinitamente, con mamma, la più combattiva dei due.
Appena riuscirò leggerò il libro (o guarderò la serie).
Un abbraccio
Elena
Silvietta82
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Re: 14 giorni dopo di te

Messaggio da Silvietta82 »

Ciao Mimetta,ho letto la tua storia,le tue risposte e non riesco a fermare le lacrime.
Il mio papà è morto 7 anni fa dopo 10 anni di malattia (tre diversi tumori e non so nemmeno più contare quante terapie e cure e ricoveri e attese...) mia madre ne è uscita distrutta. Poco più di un mese e mezzo fa,improvvisamente,io e mio fratello scopriamo che la mamma ha un enorme tumore all'utero,ignorato da almeno 3 anni con diffuse metastasi alle ossa.assolutamente inoperabile.lei sapeva di essere ammalata,non ha fatto esami,non ha fatto controlli,ci ha nascosto tutto finché la situazione non è esplosa e non c'è stato più niente da fare.ha detto che 'voleva andare dal papà perché non ce la faceva più senza'.
Dopo un mese di ricovero l'abbiamo portata a casa lunedì scorso in terapia palliativa in attesa che si spenga.
So che cos'è un cuore spezzato,ho visto quello di mia madre così tanto da averla portata a lasciarsi morire.ho visto il mio,mio padre era l'uomo della mia vita,è morto nel suo letto,a casa,circondato dalla sua famiglia in braccio a me.
Te lo dico da figlia,anche se ti sembra impossibile,sii forte.per i tuoi cari e per te.mio padre è sempre con me,non mi lascia mai.ogni volta che devo prendere una decisione,ogni volta che sento di averne bisogno,e fra poco sarà così anche per la mia mamma.I nostri amori se ce li teniamo stretti,non ci lasciano mai.
Ti abbraccio forte.
Mimetta
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Re: 14 giorni dopo di te

Messaggio da Mimetta »

grazie per le risposte, grazie per la condivisione del dolore. i miei figli mi hanno fatto giurare che a settembre riprenderò tutti i controlli clinici di routine, per non lasciarli da soli: hanno paura che io mi comporti come tua mamma silvietta, e non sarebbe una idea tanta sbagliata neanche per me. quando hai visto morire il tuo uomo, il tuo amore, in una maniera terribile come per tutti quelli che scrivono qui, di certo vorresti per te stesso una fine analoga, ma senza le cure, senza le operazioni e tutte le mille attività che ti fanno sperare ma non ti portano da nessuna parte. ovviamente non per tutti è così, molti si salvano per fortuna e vivono in modo sano la loro vita con tutti i loro cari e per un tempo così lungo da dimenticarsi delle cure e del dolore sopportato.
non è stato il caso del mio amore, che aveva un cancro che non gli dava scampo; si sono tutti impegnati a farlo vivere per il più possibile, nella maniera migliore possibile. ed anche nell'approssimarsi della morte lo hanno curato ed accompagnato vs la fine con cura e professionalità.
ma non c'è stato verso. GAME OVER. fine, fine di tutto. io sono sconvolta, stralunata, sofferente e dolorante. me lo sento sempre vicino, vivo. penso che sia in bagno, che tra poco torna dall'ufficio, che tra poco mi citofona ed io scendo per andare a cena fuori al mare...
Mimetta
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Re: 14 giorni dopo di te

Messaggio da Mimetta »

oggi è un mese che te ne sei andato. il dolore mi attanaglia la gola, mi manca il respiro, mi manchi tu, più che mai..
Mimetta
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Re: 14 giorni dopo di te

Messaggio da Mimetta »

non so che rapporto abbiate voi con i cimiteri. fino ad ora li vedevo come un luogo per continuare a rispettare i nonni, i genitori, gli zii, i parenti insomma. un luogo di raccoglimento e rispetto. oggi per me è stato un calvario, un rivederti andare via un'altra volta. ho ripercorso nella mia mente attimo per attimo il tuo ultimo lungo e doloroso giorno di vita. hai iniziato a rantolare, a respirare più lentamente fino ad esalare l'ultimo e liberatorio respiro: hai lottato tanto per restare con noi, fino alla fine.
da oggi per me il cimitero è un luogo di dolore puro. un luogo dove poter liberare tutte le lacrime, senza dover tenere nulla dentro. ti posso parlare senza pensare di essere matta, ti posso anche accarezzare, anche se il marmo è freddo, bianco e puro come te.
ma è stato anche un momento di grande amore da parte tua; non so come sia stato possibile, ma, per come è messo il tuo loculo, e per come è posta la tua foto, ho avuto la sensazione che tu mi stessi aspettando con il tuo sorriso spassionato: per un attimo mi sei sembrato vivo, presente con me, come se insieme andassimo a trovare la tua tomba...
celeste09
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Re: 14 giorni dopo di te

Messaggio da celeste09 »

Mimetta ha scritto: mer 24 lug 2019, 16:17 e sono tornata a lavorare!! dopo due mesi passati con te quasi ininterrottamente prima a casa e poi in ospedale, tra ferie, permessi vari, smart working, matrimoniale, 104, devo dire che la mia azienda è stata molto comprensiva; a volte lavoravo di notte mentre tu dormivi a casa o in ospedale per recuperare del lavoro arretrato; poi ho dovuto necessariamente prendere permessi a giornate intere per poter stare con te più a lungo possibile, per non perdermi nulla di questo magnifico e doloroso tempo con te. Lo so non è giusto, anche egoistico, ma avrei preferito averti vivo in qualche modo, poter toccare la tua pelle dolce e tenera, poterti baciare e tenerti teneramente tra le braccia ancora per un altro pò. ma ho dovuto lasciarti andare infine, ti ho salutato con amore, anzi tu mi hai detto "ti amo tanto", mi hai baciata e ti sei addormentato prima di iniziare quel rantolo terribile che mi ha tenuta, ci ha tenuti tutti, sul filo del rasoio. soffre? dottore mi dica sta soffrendo? capisce? sente le ns voci? alla fine ci hanno detto di toccarti teneramente, ma di non parlarti più, per darti modo di andare via senza fatica, piuttosto che lottare per stare un altro pò con noi. non so se ciò sia vero, ma alla fine poco dopo hai iniziato a respirare più lentamente, le unghie sono diventate blu, e ti ho visto esalare l'ultimo respiro, che ti ha liberato da tanto dolore...e ho potuto piangere. un pianto rimandato da un anno; io sempre sorridente, truccata, profumata e ordinata, per non farti percepire l'abisso in cui stavamo sprofondando io e te per opposti motivi; non mi hai vista soffrire, non mi hai mai vista piangere, mi sono obbligata ad avere un atteggiamento iconico, da perfetta signora felice. la tua compagna, il tuo amore, tua moglie dentro tutte le pieghe del nostro amore.

sono tornata a lavorare a 3 settimane esatte dalla tua dipartita, perché per me sei partito per un lungo viaggio. sei su una di quelle navi che fanno il giro del mondo e non fanno mai scalo, da cui non si può nemmeno telefonare, nemmeno con il satellitare. e soffro, e non so se soffri più tu che non vedrai più il sole e la luna, o io che li guardo ma non riesco a goderne perché non ci sei tu.
Ciao, ti capisco tanto e leggendoti rivedo mio marito con quel pigiama nel letto dell'ospedale. 8 mesi dal quel maledetto 15 febbraio 2017, quando andò al PS perché era giallo. Sembravano calcoli, dovevano essere calcoli! Non era pensabile che non fosse niente che non potessimo affrontare ancora una volta. Noi due, insieme dall'adolescenza, passati in mezzo a tanti problemi, sempre insieme...negli ultimi anni ci eravamo un po' arenati, nel 2015 era arrivata la seconda figlia e io ero tutta per lei...non sapevo che mio marito, messo così, provvisoriamente sullo sfondo, non lo avrei avuto più per il resto della vita.
Vi invidio quando dite che andavate d' amore e d'accordo e che avete affrontato la malattia stretti insieme. Per noi non è stato così: era una fase litigiosa del nostro matrimonio e tutto mi sarei aspettata tranne che questo.
Mi sono permessa il lusso di litigare con lui perché aveva incidentato la macchina scioccamente, non sono andata a Viareggio quando ha sostenuto l'esame per ottenere la cintura nera di karate...mi comportavo come se avessimo tutta la vita davanti.
Durante la malattia si era chiuso. Non gli era mai stata detta la verità, ma era chiaro che aveva capito tutto. Si era ritirato nella profondità di sé e non condivideva il proprio dolore. Io non riuscivo a fingere e a volte l'ho implorato di guarire, di non lasciarmi sola, che non avrei saputo come fare altrimenti, che i suoi genitori avrebbero avuto l' uno l'altra, i suoi fratelli le loro vite...io non avrei avuto più nulla.
Io ho cercato di stargli accanto come mi è stato umanamente possibile, fra figli piccoli, lavoro, una paura paralizzante che mi divorava ogni giorno un pezzetto, l'incredulità che quell'orrore stesse capitando davvero a noi. Gli sguardi della curante, che ci rimbambiva di chiacchiere illudendoci che lui potesse guarire, io che ci volevo credere a ogni costo, che nelle ultime settimane lo brontolavo perché non beveva abbastanza, perché non reagiva....gli ho dato addosso, volevo costringerlo a guarire! Non volevo accettare che non dipendeva da lui perché non ce la facevo: lui era Salvatore, stavamo insieme da quando avevo 14 anni, era la mia vita il mio mondo, non era concepibile l'idea di me senza di lui. Non si poteva credere che davvero la vita ci avesse fatto il dono di un secondo figlio, di una casa nostra appena rimessa a nuovo per poi toglierci tutto così!
Lui era lui: era un' altra parte di me, quello con cui potevo essere sgradevole, antipatica, rompiballe, petulante e lamentosa senza mai temere di non rivederlo più; ci potevo litigare alla morte, dirgliene di cotte e di crude, ma il giorno dopo mi chiamava sempre al telefono come nulla fosse stato.
Era la mia casa, il mio pianeta autosufficiente...con lui ogni fatica della vita trovava un senso; era il lato positivo di una giornata storta, un confidente...non mi avrebbe mai lasciato cadere come hanno fatto tutti, famiglie comprese, da quando non c'è più.
Nessuno capisce o vuole capire cos'era per me; sono giovane, vuol dire opportunità, rifarsi una vita e così il mio dolore deve avere una data di scadenza, ma non sarà così, non permetterò che succeda e odio quelle banali, superficiali frasi : " troverai un'altra persona, sei giovane" . Fin da subito la gente si è sentita in diritto di dirmi cose simili.
Ho due figlie che hanno bisogno di me, ma io non ho voglia di stare qui e me ne sarei già andata a quest'ora. Non posso sopportare il pensiero che lui abbia sofferto così tanto, che la malattia lo avesse distrutto al punto da desiderare di morire, che equivaleva ad accettare di lasciare le sue bambine, la sua casa, il suo lavoro, le sue cose. ..non sopporto di essere io quella viva fra noi, io sempre così litigiosa, io che lo davo per scontato...che ho fatto per esserci io ancora qui e non lui? Perché ha dovuto patire tanto? Avrei voluto farla io la chemio al suo posto, dividere il dolore che provava come dividevamo tutto da una vita. Non perdono a quella maledetta malattia di averci resi due estranei, perché sapeva solo lui che cosa aveva dentro e quanto male facesse. Sono stata incapace a gestire lo stress e la paura; sono stata brava solo ad essere efficiente nel prendermi cura di lui, ma non riuscivo a rivolgergli tenerezze, non riuscivo a smettere di pensare, non riuscivo a fingere. I suoi mi avranno odiata. Non sanno però che avrei voluto esserci io al posto del loro figlio.
Da quando è morto non smetto di documentarmi sull' aldilà, per avere la certezza che mi aspetta, che lo rivedrò. Vorrei chiedergli scusa, dirgli quanto è stata dura senza di lui. Non sapete quanto vorrei farla finita. Questa non è vita.
Faby76
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Re: 14 giorni dopo di te

Messaggio da Faby76 »

Ciao Mimetta
Leggendo la tua storia si capisce che tu e tuo marito avevate instaurato un forte legame di sangue. Mi è sembrato un dolore così forte come quando la morte separa un genitore fa un figlio e viceversa o separa due fratelli. Come quando era in vita vi abbracciavate per fare da scudo al dolore ora abbracciati ai tuoi figli per alleviare questo dolore. Forse non lo danno a vedere ma anche loro soffrono tanto. Te lo dice una figlia che ha perso il suo adorato papà.
Papà ti voglio bene, sei la mia vita. Ti penso ogni momento della giornata. PROTEGGIMI
Mimetta
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Re: 14 giorni dopo di te

Messaggio da Mimetta »

grazie delle parole...è che il mio dolore è talmente immenso ed inconsolabile che alcuni giorni, tipo oggi che è domenica, mi sono concessa un giorno in solitaria, per poter piangere le mie lacrime senza aggiungere il mio dolore a quello degli altri, dei figli, della suocera, della sorella, etc etc.. mi rendo conto che io sono destabilizzante per tutti, perché piango in continuazione, con i singhiozzi, forte, ovunque io sia. e quindi debbo necessariamente fare in modo che i miei figli si svaghino con gli amici, e che io in qualche modo mi culli nel mio dolore, che è mio, senza rompere troppo a tutti.
sono passati 38 giorni, troppi e troppo pochi allo stesso tempo. non riesco ad avere nessuna consolazione, nessuno mi può ridare indietro l'unica vita che vorrei, l' amore della mia vita...nessuno può ridare a lui la dignità di essere umano, che poteva camminare, parlare, scherzare, ridere a crepapelle... le piccole cose normali che tutti quelli che scrivono qui vorrebbero per se stessi e per i propri cari. c'è un pezzo di percorso doloroso e solitario che debbo fare da sola., anche se continuerò ad urlare qui il mio dolore, in questo luogo di estremo dolore per noi tutti.
Kendra
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Re: 14 giorni dopo di te

Messaggio da Kendra »

Ciao Mimetta,
sono tornata su questo forum stanotte, quasi per caso, dopo cinque mesi di assenza. Cinque mesi durante i quali ho imparato a sopravvivere senza il mio adorato papà che ha lasciato me e mia madre il 31 marzo scorso, dopo un anno e otto mesi di lotta contro un tumore all’esofago terribile.
Mi sono ritrovata in ogni tua singola parola, anche per lui è stato lo stesso: prima tutto bene, le cure sembravano procedere, i medici mentivano infondendoci una speranza illusoria...poi il crollo improvviso. Esattamente come lo hai descritto tu.
Nella mia mente l’angoscia, lo sgomento, la paura di non farcela senza il mio “papino”, l’impressione che debba rincasare a momenti, la voglia di sentirlo al telefono...invece mai più... Questo mi devasta e mi riempie di sconforto. Mia madre sta peggio di me, erano fatti l’uno per l’altra, sposati da 40 anni.
Perché la vita è così crudele? Esisterà davvero un posto chiamato Aldilà dove un giorno ci potremmo riabbracciare?
Mimetta
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Re: 14 giorni dopo di te

Messaggio da Mimetta »

ciao Kendra e ciao a tutti.
una settimana esatta dopo il funerale del mio Amore, i miei figli mi hanno portato da una psicoterapeuta. io ero recalcitrante, troppo addolorata...mi hanno presa per mano e mi hanno portata perché vogliono bene alla loro madre, e vorrebbero che non perdessi il lume della ragione in conseguenza di questo dolore talmente grande che non si riesce nemmeno a raccontare quanto sia grande. il nostro amore non è stato messo a dura prova neanche dalla malattia; ha resistito uscendo indenne da tanto dolore. tra noi non c'è mai stato un attimo di sconforto, abbiamo lottato duramente e strenuamente, io dico che siamo stati malati insieme perché queste malattia ammalano tutta la Famiglia.
da tanto dolore non uscirò MAI, perché lui si è portato via con se la mia gioia di vivere, la nostra complicità, i nostri segretucci teneri... si è portato via tutto, la parte migliore di me. adesso io sono arrabbiata, impaurita, lo cerco nei sogni e lo trovo sempre sorridente che mi dice che va tutto bene. mi ripeto che la morte non è nulla, che il nostro amore è rimasto intatto. ma mi trovo senza di lui nella vita reale e questo mi è intollerabile, innanzitutto perché lui era ed è una persona buona, pura d'animo, intelligente e generoso.

e vengo al punto: per non impazzire è necessario elaborare il lutto. me lo dicono tutti, anche se ci vorrà tanto tempo e tanto lavoro. mia suocera, sua madre, donna molto religiosa e molto credente, sa che non lo potrà abbracciare mai più, né in questo né nel mondo dell' aldilà.
ed abbraccia me invece, che su questa Terra devo trovare motivo per dare pace al mio dolore. soffre più per me che per suo figlio, perché il mio dolore lo vede, lo sente, lo tocca.
non so quale sia il modo, non so quanto tempo di vorrà, non so nemmeno come, ma so che è in questa nostra unica vita che dobbiamo lavorare per dare ancora un senso alla ns vita, che è più facile per un figlio perché ha tante sfide davanti da portare a termine, lo è un pò meno per chi è avanti negli anni come me, ma non ancora alla fine della sua vita, e ci aggiungo anche un purtroppo.

io ho perso da tempo entrambi i miei genitori, e pur amandoli immensamente, la loro mancanza è stata riempita da tutte le cose che mi hanno lasciato. i loro insegnamenti ed i loro sorrisi sono ancora con me. Ma perdere il compagno di vita, per una coppia che si ama, è troppo dura.
ma ci proverò. proverò in questa vita, l'unica, ad andare avanti, anche se adesso non è possibile.
 


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