Aiutiamo noi stessi - La storia di Laura e di suo padre

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Franco953
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Aiutiamo noi stessi - La storia di Laura e di suo padre

Messaggio da Franco953 »

Queste storie che pubblico periodicamente , devono farci riflettere sulla concreta possibilità di battere il tumore e uscire dal tunnel della sofferenza per affrontare il futuro con Speranza e Fiducia. Oggi il termine Tumore, grazie alla ricerca e all'impegno personale dei medici e dei malati per battere la "bestia", non è più sinonimo di "morte sicura". Bisogna crederci, pensare positivo e combattere con forza e decisione per uscirne vincitori.
Franco

LA STORIA DI LAURA E DI SUO PADRE

La mia storia non sarà molto diversa dalle altre, ed è bello poter trovare conforto in storie simili alla mia.
Cinque anni fa hanno diagnosticato un tumore alla prostata a mio padre.

In quel periodo viaggiavo spesso, organizzavo escursioni, gite-tour organizzati con tour operator ed ero quasi sempre fuori casa, ormai erano anni che in realtà il rapporto con i miei genitori era telefonico e molto veloce…telefonate brevi, frettolose. Già ai tempi questo mi innervosiva, il mio lavoro frenetico mi aveva portato a distaccarmi dalla mia famiglia. Mia mamma mi ha chiamata mentre ero in Marocco e stavo portando un gruppo a vedere il suk.

Mi disse, al posto del solito “va tutto bene, non preoccuparti” che papà era andato a fare una visita urologica per un esame non nella norma.

PENSAVO FOSSE UN ESAME DI ROUTINE
Pensavo niente di preoccupante, banalmente ho pensato che come noi andiamo a fare delle visite specialistiche ginecologiche anche mio papà ormai 65enne doveva fare un controllo. Tra la confusione del mercato e il mio non cogliere lo stato d’animo di mia mamma non ho dato peso alla visita e all’esame.

..... E POI L'ESITO
Poi a distanza di due settimane mia mamma mi comunica che mio papà ha un tumore alla prostata con risultato all’esame del PSA di 12 e mi dissero che era molto sopra i valori nella norma. Non ho mai saputo capire a livello medico tutti i linguaggi tecnici, ma intesi che non era buono, e poi solo la parola “tumore” bastò a farmi preoccupare.

L'IMPORTANZA DEL DIALOGO
Solo dopo tre mesi sono rientrata a casa dal Marocco. Sono stati tre mesi pieni di ansie e di perplessità. Ero lontana da casa e spaventata. Io e mia mamma ci siamo fatte forza a vicenda. Fu soprattutto mio fratello a darci coraggio, parlando con papà e standogli vicino nei controlli successivi, cercando di farlo aprire ad un dialogo con la mamma, perché dopo la notizia si era un po’ chiuso in sé.

HO RISCOPERTO MIO PAPA' E IL MIO ESSERE FIGLIA
Non è stato facile ma dopo molti controlli e varie terapie, e farci forza l’un l’altro, ci ha aiutato l'essere "positivi" e vivere ogni momento con la "speranza" di farcela. Ora mio papà sta meglio: lo scorso mese abbiamo festeggiato i 70 anni.
Io ho instaurato un nuovo bellissimo rapporto con i miei genitori. Mi sono riscoperta figlia e più che mai voglio stare vicino alla mia famiglia.
Ora ho creato la mia stabilità ed ho un figlio. Mio papà è diventato nonno ed è felicissimo.

LA FELICITA' DEI PICCOLI MOMENTI
Reduce da una serata meravigliosa. Ieri era il mio compleanno. Quest’anno sono stati i miei genitori che hanno voluto farmi una sorpresa: non pensavo che potesse emozionarmi ancora così tanto! Mio Papà nell'ultimo mese ha avuto di nuovo dei fastidi ad urinare con ovviamente difficoltà a dormire, l’ho visto un po’ più stanco del solito ed affrontavo questo giorno non serenamente. Beh, mi sono dovuta ricredere: è stata una gioia vedere mio padre giocare per tutta la sera con Filippo, mio figlio, un terremoto vivente.
Il regalo più bello: sentire papà che mi diceva “se sono resistito un giorno con tuo figlio figurati se non riesco a sconfiggere la malattia”.

Laura (47 anni)
“Non è tanto quello che facciamo, ma quanto amore mettiamo nel farlo. Non è tanto quello che diamo, ma quanto amore mettiamo nel dare.”
 


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