Ciao a tutti
Mara
...vincere il tumore a volte è possibile... vivere 10 anni in più un'opportunità unica e irripetibie... la tua amica ha bisogno dei medici per le terapie e di te per per le paranoie conseguenti alle terapie... mi spiego.. oltre al male di per se stesso, oltre alle terapie, c'è l'aspetto del disarmo mentale e tu lì dvi intervenire e assecondare ogni sua pulsione... purtroppo sei esperta... hai annoverato una sorta di caporetto del dolore familiare ma hai anche capito, spero, che il dolore non è accumulabile dato che esso è sempre giovane irridente e spavaldo... non fare in modo che esso vinca sulla tua mente grazie alla sommatoria di tutti i dolori che hai vissuto... parla con tua figlia di questo senza spaventarla, chiedigli un piccolo aiuto consistente in un consiglio, i giovani di quell'età sono bramosi di vivere e ti stupirai delle parole che ti dirà, analizzale, elaborale e quando ti troverai al cospetto della tua amica afflitta da quel dolore antico che tu conosci bene ma che ha dimensioni e massa tali da non farti più paura applica la filosofia di un'adolescente e sii serena per portar serenità dove ce n'è bisogno... sii giovine nel tuo approccio al dolore, comportati da neofita, fa come se non l'avessi mai conosciuto e temuto... così potrai aiutare te stessa e i tuoi cari fino alla fine dei tuoi giorni senza essere mai spodestata dallo sconforto e sempre fulgida e raggiante al cospetto di chi hai nel cuore... con queste parole" Mi ha anche detto che lei sa che nessuno è eterno quindi vuole combattere ma se dovesse perdere... "
lei ha già compreso come relazionarsi con questa malattia ma il vero problema sta nel percorso ondivago e accidentato... ci saranno giorni della speranza e giorni dello sconforto, giorni del male e giorni del bene. Paradossalmente è il non sapere da che parte stare che può distruggere il malato. se uno sa che la fine è certa ha uno stato d'animo, lo stato d'animo di chi si pone spavaldo davanti ad un plotone d'esecuzione e non vuole bende non vuole lacci ma uno che nutre speranza perché non solo questa gli viene da dentro ma perché chi lo ha in cura gliene da, è preda di tensioni fortissime e qui entra in campo chi gli può dare una mano solo con una presenza gradita, una telefonata, un sms... qui entri in campo tu ... la tua amica, tua cognata te ne sarà sempre grata.. pier
...vincere il tumore a volte è possibile... vivere 10 anni in più un'opportunità unica e irripetibie... la tua amica ha bisogno dei medici per le terapie e di te per per le paranoie conseguenti alle terapie... mi spiego.. oltre al male di per se stesso, oltre alle terapie, c'è l'aspetto del disarmo mentale e tu lì dvi intervenire e assecondare ogni sua pulsione... purtroppo sei esperta... hai annoverato una sorta di caporetto del dolore familiare ma hai anche capito, spero, che il dolore non è accumulabile dato che esso è sempre giovane irridente e spavaldo... non fare in modo che esso vinca sulla tua mente grazie alla sommatoria di tutti i dolori che hai vissuto... parla con tua figlia di questo senza spaventarla, chiedigli un piccolo aiuto consistente in un consiglio, i giovani di quell'età sono bramosi di vivere e ti stupirai delle parole che ti dirà, analizzale, elaborale e quando ti troverai al cospetto della tua amica afflitta da quel dolore antico che tu conosci bene ma che ha dimensioni e massa tali da non farti più paura applica la filosofia di un'adolescente e sii serena per portar serenità dove ce n'è bisogno... sii giovine nel tuo approccio al dolore, comportati da neofita, fa come se non l'avessi mai conosciuto e temuto... così potrai aiutare te stessa e i tuoi cari fino alla fine dei tuoi giorni senza essere mai spodestata dallo sconforto e sempre fulgida e raggiante al cospetto di chi hai nel cuore... con queste parole" Mi ha anche detto che lei sa che nessuno è eterno quindi vuole combattere ma se dovesse perdere... "
lei ha già compreso come relazionarsi con questa malattia ma il vero problema sta nel percorso ondivago e accidentato... ci saranno giorni della speranza e giorni dello sconforto, giorni del male e giorni del bene. Paradossalmente è il non sapere da che parte stare che può distruggere il malato. se uno sa che la fine è certa ha uno stato d'animo, lo stato d'animo di chi si pone spavaldo davanti ad un plotone d'esecuzione e non vuole bende non vuole lacci ma uno che nutre speranza perché non solo questa gli viene da dentro ma perché chi lo ha in cura gliene da, è preda di tensioni fortissime e qui entra in campo chi gli può dare una mano solo con una presenza gradita, una telefonata, un sms... qui entri in campo tu ... la tua amica, tua cognata te ne sarà sempre grata.. pier
Ciao amici carissimi. Voglio scrivere qui due poesie che scrissi dopo la morte di mia mamma. Una la scrissi il giorno dopo e l'altra, qualche mese dopo.
Non credo che possa aiutarvi però forse darvi una speranza di serenità per il futuro si. Lo spero
Che strana aria che c’è questa sera,
non sembra nemmeno la mia casa.
E’ come se l’oscurità avesse abbassato le luci,
come se fossero soffuse, schermate.
L’abbajour sul comodino con l’immagine di Pierrot
mi guarda e la lacrima che scende
Sulla sua gota sembra solidale col mio dolore.
Dove sei? Mi hanno detto che le stelle brillano
per ogni angelo volato via, e che
Dovrei rivolgere il volto verso il cielo per vederti.
Ma non voglio, lassò è troppo distante.
per me che fino a ieri ti guardavo stesa sul letto
vegliando il tuo sonno.
Sospiravo ad ogni sussulto del tuo petto,
come se da quei sussulti dipendesse la mia stessa vita.
Era da poco passata la mezzanotte.
Mi ero alzata per socchiudere la finestra.
Il venticello estivo poteva essere troppo forte per te,
ormai fragile come un passerotto ferito.
Una stella in quel frangente ha abbandonato il cielo
lasciando dietro se solo una leggera scia
che poco dopo si è spenta come un’illusione effimera.
Mi sono voltata e anche tu eri volata via.
E così la vita si è fermata.
Come niente fosse, con un soffio crudele,
la signora con la falce ha deciso di soffiare
sulla tenue incerta luce della candela
ormai consumata dalla malattia.
E poi il buio...
Eppure la vita continua.
Sembra che non sia ccaduto nulla.
Il sole sorge sempre e filtra attraverso
le persiane abbassate.
La città si sveglia ugualmente.
i tram, le macchine vanno avanti
come nulla fosse.
E così capisco che anche per me
deve andare avanti.
Non dimenticherò mai ne smetterò
di amarti, di pensarti accanto a me
Ma il tempo che trascorre mi suggerisce
Che non c’è più tempo per stare fermi.
Rivivrai nei miei gesti, nei miei sorrisi,
negli attimi di indecisione che sono simili ai tuoi,
nelle lacrime mie che conosci così bene
per averle tante volte asciugate
con le tue ruvide mani di lavoro.
Andrò avanti nel ricordo di te
Che mi terrà compagnie nelle sere fredde
e senza consolazione.
Ma andrò avanti perché so
che tu vorresti questo per me.
Ciao mà.
Non credo che possa aiutarvi però forse darvi una speranza di serenità per il futuro si. Lo spero
Che strana aria che c’è questa sera,
non sembra nemmeno la mia casa.
E’ come se l’oscurità avesse abbassato le luci,
come se fossero soffuse, schermate.
L’abbajour sul comodino con l’immagine di Pierrot
mi guarda e la lacrima che scende
Sulla sua gota sembra solidale col mio dolore.
Dove sei? Mi hanno detto che le stelle brillano
per ogni angelo volato via, e che
Dovrei rivolgere il volto verso il cielo per vederti.
Ma non voglio, lassò è troppo distante.
per me che fino a ieri ti guardavo stesa sul letto
vegliando il tuo sonno.
Sospiravo ad ogni sussulto del tuo petto,
come se da quei sussulti dipendesse la mia stessa vita.
Era da poco passata la mezzanotte.
Mi ero alzata per socchiudere la finestra.
Il venticello estivo poteva essere troppo forte per te,
ormai fragile come un passerotto ferito.
Una stella in quel frangente ha abbandonato il cielo
lasciando dietro se solo una leggera scia
che poco dopo si è spenta come un’illusione effimera.
Mi sono voltata e anche tu eri volata via.
E così la vita si è fermata.
Come niente fosse, con un soffio crudele,
la signora con la falce ha deciso di soffiare
sulla tenue incerta luce della candela
ormai consumata dalla malattia.
E poi il buio...
Eppure la vita continua.
Sembra che non sia ccaduto nulla.
Il sole sorge sempre e filtra attraverso
le persiane abbassate.
La città si sveglia ugualmente.
i tram, le macchine vanno avanti
come nulla fosse.
E così capisco che anche per me
deve andare avanti.
Non dimenticherò mai ne smetterò
di amarti, di pensarti accanto a me
Ma il tempo che trascorre mi suggerisce
Che non c’è più tempo per stare fermi.
Rivivrai nei miei gesti, nei miei sorrisi,
negli attimi di indecisione che sono simili ai tuoi,
nelle lacrime mie che conosci così bene
per averle tante volte asciugate
con le tue ruvide mani di lavoro.
Andrò avanti nel ricordo di te
Che mi terrà compagnie nelle sere fredde
e senza consolazione.
Ma andrò avanti perché so
che tu vorresti questo per me.
Ciao mà.
- carla.carboni
- Membro
- Messaggi: 538
- Iscritto il: lun 14 nov 2011, 4:21
Carla, nemmeno i miei avevano il cancro. L'ha avuto mia suocera e adesso la mia ex cognata ma la malattia è sempre la malattia e quando se ne vanno, non ha importanza il nome che diamo alla bestia...sempre di bestia si tratta e il risultato è che comunque i nostri cari non ci sono più. Come sta tua mamma? Da quanto è ammalata? Fa delle cure?
- carla.carboni
- Membro
- Messaggi: 538
- Iscritto il: lun 14 nov 2011, 4:21
Non è un complimento, sono realmente molto belle! Beh la mia mamma sono 3 anni e mezzo che ha questo schifoso parkinson, ormai non cammina quasi più, ma è molto forte di carattere e questo l'aiuta (è convinta di poter guarire, ieri mi ha detto, non buttiamole quelle scarpe, che quando guarisco le posso rimettere, poverina la mia mamma!). Purtroppo ha dovuto interrompere l'unica medicina che le faceva qualcosina di bene perchè le causava dei collassi tremendi. Ora piano piano me la vedo peggiorare ed è un dolore enorme. Chiedo scusa a tutti per aver occupato uno spazio in un forum che non c'entra niente col parkinson, mi sono sfogata un po'. Auguro un buon ferragosto a tutti i cerchietti. Carla
Carla
Carla, come ti accennavo, chiamalo cancro, chiamalo Parckinson, chiamalo come ti pare è sempre lui... il maledetto che ci toglie le cose più care... Questo per dirti che non hai rubato uno spazio ne usurpato. Sfogarsi fa bene in ogni brutta situazione. Mi dispiace per tua mamma. Conosco la belva che vi affligge perchè guardavo una signora ammalata di lui... Lo so è terribile. Ogbni giorno persi un pezzo di lei e ogni giorno non può essere migliore di quello passato.
Buon Ferragosto anche a te... Ti abbraccio.
Buon Ferragosto anche a te... Ti abbraccio.
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