Cosa si percepisce nel fine vita? Ho paura...
Cosa si percepisce nel fine vita? Ho paura...
Eccomi qui,
mi ritrovo nuovamente a scrivere piena di sconforto dolore e sensi di colpa per l'impotenza di fronte ad una malattia che non lascia scampo e che sembra un castigo fino all'ultimo respiro.
Solo un mese fa Vi raccontavo di quanto mio papà, 72 anni, al quale è stato diagnosticato a settembre un tumore al polmone già metastatico, fosse gioioso, ottimista speranzoso e pieno di progetti per il futuro. Vi dicevo che mi sentivo in colpa ad ascoltarlo, perché già sapevo che non sarebbe stato così..
Poi è arrivato il crollo emotivo, a giorni alterni, ma è arrivato. Vederlo piangere, sentirlo ripetere "sono stanco" tra i singhiozzi credevo fosse la cosa più difficile.
Invece no...infine è arrivato il crollo anche fisico.
Da un giorno all'altro mio padre non si è più alzato dal letto, è diventato incontinente, dorme quasi tutto il giorno e quando è sveglio è dolorante e talvolta arrabbiato. Mia madre è grandiosa, lo assiste con devozione h24, è distrutta si vede, ma sempre amorevole e ottimista.
Io finito il lavoro corro da lui, lo faccio in tutti i momenti liberi anche se ho bisogno di staccare a volte, perché spesso non ce la faccio a vederlo così.
La mia domanda è...cosa prova? capisce? ha paura? Perché io non lo so, lui si lascia fare quasi tutto (il pannolino è il suo tallone d'achille♥), è come rassegnato. Io sono terrorizzata ma prego per lui che tutto finisca presto. Ma il pensiero principale (credo come tutti qui) è non vederlo morire soffrendo e impaurito…
Cerco quindi esperienze, testimonianze di come questo fine vita possa essere affrontato. Mi sembra di irritarlo se gli tengo la mano, mi sembra di fargli capire che sta morendo se sono troppo presente. D'altro conto ho paura di lasciarlo solo con delle paure irrisolte.
Come avete capito voi?
Io ormai ho un dolore che è quasi fisico…..
Un abbraccio a tutti voi che insieme a me affrontate un periodo orribile….
mi ritrovo nuovamente a scrivere piena di sconforto dolore e sensi di colpa per l'impotenza di fronte ad una malattia che non lascia scampo e che sembra un castigo fino all'ultimo respiro.
Solo un mese fa Vi raccontavo di quanto mio papà, 72 anni, al quale è stato diagnosticato a settembre un tumore al polmone già metastatico, fosse gioioso, ottimista speranzoso e pieno di progetti per il futuro. Vi dicevo che mi sentivo in colpa ad ascoltarlo, perché già sapevo che non sarebbe stato così..
Poi è arrivato il crollo emotivo, a giorni alterni, ma è arrivato. Vederlo piangere, sentirlo ripetere "sono stanco" tra i singhiozzi credevo fosse la cosa più difficile.
Invece no...infine è arrivato il crollo anche fisico.
Da un giorno all'altro mio padre non si è più alzato dal letto, è diventato incontinente, dorme quasi tutto il giorno e quando è sveglio è dolorante e talvolta arrabbiato. Mia madre è grandiosa, lo assiste con devozione h24, è distrutta si vede, ma sempre amorevole e ottimista.
Io finito il lavoro corro da lui, lo faccio in tutti i momenti liberi anche se ho bisogno di staccare a volte, perché spesso non ce la faccio a vederlo così.
La mia domanda è...cosa prova? capisce? ha paura? Perché io non lo so, lui si lascia fare quasi tutto (il pannolino è il suo tallone d'achille♥), è come rassegnato. Io sono terrorizzata ma prego per lui che tutto finisca presto. Ma il pensiero principale (credo come tutti qui) è non vederlo morire soffrendo e impaurito…
Cerco quindi esperienze, testimonianze di come questo fine vita possa essere affrontato. Mi sembra di irritarlo se gli tengo la mano, mi sembra di fargli capire che sta morendo se sono troppo presente. D'altro conto ho paura di lasciarlo solo con delle paure irrisolte.
Come avete capito voi?
Io ormai ho un dolore che è quasi fisico…..
Un abbraccio a tutti voi che insieme a me affrontate un periodo orribile….
Re: Cosa si percepisce nel fine vita? Ho paura...
Ti posso solo dire di non parlargli del passato. Io a mio marito parlavo dei viaggi e delle cose belle che avevamo fatto e lui ad un certo punto mi ha detto " Non tormentarmi e non tormentarti più " .
Re: Cosa si percepisce nel fine vita? Ho paura...
Non so...io credo che a loro il contatto fisico faccia piacere. Non devi preoccuparti, la mente umana ha molte risorse e mette in atto dei meccanismi di autodifesa per difendersi dal dolore e dalla paura. Pur avendo capito che sta male, ha un fondo di speranza che gli permette di tollerare ogni sofferenza.
Re: Cosa si percepisce nel fine vita? Ho paura...
Ciao migman, sono momenti davvero difficili e credo di più per chi assiste che per chi si sta preparando alla fine. Prende medicinali tuo padre? Immagino di sì e quindi penso che la mente viaggi oniricamente, sono qui, ma ormai sono per la strada senza ritorno. Mio marito è stato sedato il mercoledì mattina, e non mi ero resa conto che, se da un lato finalmente i dolori non erano più percepiti, non avrebbe più aperto gli occhi, sino a quando non li ha spalancati due volte prima dell'ultimo respiro, il venerdì sera. Gli tenevo le mani, lo accarezzavo, ma non mi pareva si accorgesse, ormai era in un'altra dimensione. Solo il suo cuore batteva all'impazzata, la dottoressa palliativista diceva che era come se corresse in montagna senza mai fermarsi. Allora pensavo che stesse sciando, non gli piaceva correre, una discesa dopo l'altra, sempre più forte, una cunetta, un salto, sempre più veloce... Sino a quando... Ha aperto gli occhi, uno sguardo circolare su di me e di nostro figlio, li ha richiusi, riaperti, un piccolo starnuto come quelli dei gatti, ed è stata la fine, il suo petto non si è più sollevato dopo la folle corsa. Grande mistero la morte... Oggi avrebbe compiuto 76 anni, prima volta nella sua vita senza torta...
Re: Cosa si percepisce nel fine vita? Ho paura...
Ciao Migman, nelle ultime settimane mio papà è passato dal voler parlare molto, raccontare anche aneddoti del suo passato che non ci aveva mia rivelato (come se i ricordi si fossero fatti più nitidi), al non voler parlare affatto, un po' perché aveva iniziato a realizzare che se ne stava andando e un po' perché per lui si trattava comunque di un grande sforzo fisico e mentale. Non ha mai però smesso di volerci sentire parlare intorno a lui, anche delle cose più banali. Diceva con un filo di voce "continuate, non mi disturbate, solo che io non parlo perché sono stanco". È stato lucido fino alla fine, non prendeva farmaci per il dolore (il vero miracolo secondo me). Un abbraccio a tutti.
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