È solo per capire
Re: È solo per capire
Amjanto. ..ho provato a scriverti in privato, ma la tecnologia non mi aiuta.. (avevo perso anche questi messaggi)..hai modo di provare a messaggiarmi tu?
Re: È solo per capire
Ciao a tutti, nessuno escluso.
Purtroppo ci si accorge sempre troppo tardi in che moNdo e in che modo viviamo.
Quando la vita ci toglie qualcuno di amato, si realizza il valore della vita altrui.
La vita è un bene prezioso da custodire gelosamente ed in contempo generosamente.
Ci sono dei consultori famigliari molto preparati nell'assistenza post-mortem.
Suggerirei anch'io un incontro con una professionista perché leggendo i tuoi interventi, non riesci a cogliere ciò che tra le righe ti scriviamo. Ma non mi stupisco. Sei ferita in maniera profonda da non trovare il modo in cui incanalare il tuo...futuro.
Sono certa che tra qualche tempo rileggerai i nostri post e riuscirai a sorriderNe.
Forza!
Il tempo aiuterà un po' tutti noi che siamo qui in questo forum...nessuno ha la verità o la soluzione in tasca, ma tutti abbiamo il ns bagaglio di esperienze cancrogene da condividere, purtroppo.
- La morfina è un oppiaceo con una potente azione analgesica diretta alle cellule cerebrali. Perciò SI! Attenua "anche" il senso del dolore... oltre che a devastarne l'organismo. FORZA!
Purtroppo ci si accorge sempre troppo tardi in che moNdo e in che modo viviamo.
Quando la vita ci toglie qualcuno di amato, si realizza il valore della vita altrui.
La vita è un bene prezioso da custodire gelosamente ed in contempo generosamente.
Ci sono dei consultori famigliari molto preparati nell'assistenza post-mortem.
Suggerirei anch'io un incontro con una professionista perché leggendo i tuoi interventi, non riesci a cogliere ciò che tra le righe ti scriviamo. Ma non mi stupisco. Sei ferita in maniera profonda da non trovare il modo in cui incanalare il tuo...futuro.
Sono certa che tra qualche tempo rileggerai i nostri post e riuscirai a sorriderNe.
Forza!
Il tempo aiuterà un po' tutti noi che siamo qui in questo forum...nessuno ha la verità o la soluzione in tasca, ma tutti abbiamo il ns bagaglio di esperienze cancrogene da condividere, purtroppo.
- La morfina è un oppiaceo con una potente azione analgesica diretta alle cellule cerebrali. Perciò SI! Attenua "anche" il senso del dolore... oltre che a devastarne l'organismo. FORZA!
Monik
Re: È solo per capire
Monik. L'unica cosa di cui sono sicura è che non ho bisogno di psicologi o di consultori. Odio soffrire, ma nella mia vita quando è capitato l'ho accettato ed ho subito ogni sofferenza senza risparmiarmi mai nulla eppure sono qui, con una forza dentro che nn mi abbandona mai. Certo nulla di paragonabile alla perdita di mio padre ma so che posso superare anche questo, con piu tempo, con più fatica, e con piu lavoro su me stessa. ho difficoltà ad esternare ciò che sento ma sto comunque facendo il mio percorso per andare avanti.
Non credo che un giorno sorridero' mai dei post passati, semmai li dimenticherò perche mi auguro di non venire piu su questo forum.
Mi riesce difficile leggere che forse non ho afferrato qualche concetto da voi scritto. Io purtroppo sono sempre stata affascinata dalke cose impossibili quindi anche la ricerca continua di ciò che è successo a mio padre è un modo per mettere fine a tutta questa storia definitivamente .
Sono fatta cosi, sono quella dei perché ad ogni risposta, per me non esiste una cosa a caso? Deve esserci sempre un perché in ogni cosa. Ma si sa che a chiedersi sempre perche si finisce per impazzire. Ebbene da psicologa che volevo diventare magari finirò io sul lettino a raccontar di me
buttiamola cosi sul ridere che è meglio. Oggi sono stanca, i funerali di mio padre mi hanno sfinita.
Non credo che un giorno sorridero' mai dei post passati, semmai li dimenticherò perche mi auguro di non venire piu su questo forum.
Mi riesce difficile leggere che forse non ho afferrato qualche concetto da voi scritto. Io purtroppo sono sempre stata affascinata dalke cose impossibili quindi anche la ricerca continua di ciò che è successo a mio padre è un modo per mettere fine a tutta questa storia definitivamente .
Sono fatta cosi, sono quella dei perché ad ogni risposta, per me non esiste una cosa a caso? Deve esserci sempre un perché in ogni cosa. Ma si sa che a chiedersi sempre perche si finisce per impazzire. Ebbene da psicologa che volevo diventare magari finirò io sul lettino a raccontar di me

buttiamola cosi sul ridere che è meglio. Oggi sono stanca, i funerali di mio padre mi hanno sfinita.
" In piedi o seduto combatto la morte con rispetto ed onore. "
Re: È solo per capire
Romina ti ho scritto in privato. Controllaromina ha scritto:Amjanto. ..ho provato a scriverti in privato, ma la tecnologia non mi aiuta.. (avevo perso anche questi messaggi)..hai modo di provare a messaggiarmi tu?
" In piedi o seduto combatto la morte con rispetto ed onore. "
Re: È solo per capire
monik tutti i tuoi interventi sono sempre efficaci e condivisibili. un saluto
Re: È solo per capire
Amjanto, semmai riuscissi a trovare una risposta alla tua domanda, ne sorgerebbero altre, mille altre... Dani è morto a 41 anni. Prima fatica a respirare, poi lo assale una sete inspiegabile (inspiegabile per me allora). Ha l'elastomero ormai da un paio di mesi, la dose di morfina sta finendo e attendiamo l'infermiera per la sostituzione. Arriva accompagnata dalla dottoressa avvertita delle difficoltà respiratorie di mio marito. Lei mi guarda e mi dice "non c'è più nulla da fare, chiamate i patenti". Lui sente, è cosciente. Gli iniettano la morfina in vena e un altro tranquillante. Come spiega Monik, il tranquillante lo addormenta, o quasi. Tenta di mordere prima l'elastomero e questo mi spaventa. Non capisco perché lo faccia, dolore? Poi arrivano i rantoli, poi il silenzio. Alza gli occhi verso il cielo e mi stringe la mano con una forza tale da farmi male, poi muore. Gli occhi sono spalancati nel vuoto, la bocca è ancora aperta. Le gambe sono viola e lui è freddo.
Non so se questo trapasso sia migliore o peggiore di altri, forse è stato più doloroso per noi che eravamo lì al culmine dell'impotenza, a sperare solo che finisse presto perché vedere morire chi ami ti uccide dentro.
Non so se questo trapasso sia migliore o peggiore di altri, forse è stato più doloroso per noi che eravamo lì al culmine dell'impotenza, a sperare solo che finisse presto perché vedere morire chi ami ti uccide dentro.
Re: È solo per capire
Erika, mi hai fatto venire i brividi perché come te ho vissuto la stessa cosa. L impotenza ti uccide. Mi dispiace per il tuo Dani sul serio. 41 anni sono troppo pochi. Difficilmente chi perde qualcuno ne descrive le modalità, ed io per avere le mie conferme cerco di scavare troppo nel dolore degli altri sono proprio una deficiente.
" In piedi o seduto combatto la morte con rispetto ed onore. "
Re: È solo per capire
no, Amijanto, non sei una sciocca, è solo la stessa sete di sapere cosa abbiano provato i nostri cari in quel momento che abbiamo tutti, se siano stati coscienti della loro morte, se abbiano condiviso la nostra stessa disperazione. Tutti noi ce lo siamo chiesti mille e mille volte e non passa giorno che io non veda il volto del mio Paolo in quell'istante. Ho avuto modo di scriverti in privato a tale proposito. La morte dei nostri cari, come ha scritto anche Erika, ha ucciso qualcosa in tutti noi. Oltre al dolore dell'esperienza terribile della malattia e del vuoto della perdita, resta anche ill trauma di quel trapasso devastante e brutale. Ma non c'è giorno che io non riveda anche il suo bel viso che mi sorride al mio risveglio dopo la nascita del nostro bambino. E' l'unico modo per sopravvivere, sopraffare il ricordo del dolore con i ricordi di gioia. Ci riusciremo.
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- Iscritto il: sab 21 feb 2015, 19:04
Re: È solo per capire
Cara Amjanto,
ti chiedo scusa se ti rispondo solo ora, tento di non passare da questo forum perché vorrei solo dimenticare tutto. Dimenticare e vivere una vita anche frivola, ma priva di QUESTO dolore. Ho letto il tuo intervento riguardo la morte di tuo papà, l'ho letto e l'ho riletto ma nessuna risposta arriva dalla mia mente. Mia mamma è morta dopo due giorni di agonia con la morfina, era distesa sul letto, le tenevo la mano freddo e le accarezzavo le guance magre ma tanto simile alle mie al tatto. Non so spiegare bene questa sensazione. Il primo giorno credo che tentasse di comunicare, sono convinta che fosse in dormiveglia o in uno stato di quasi coscienza perché provava a parlare, ha addirittura alzato mezzo busto del suo corpo per salutare con la mano chi era di fronte a lei, per poi ricadere sul materasso. Quella sera ho dormito per un po' accanto a lei, la mia mano nella sua, come facevamo quando tutto andava bene.. ma quella mano diventava sempre più fredda e non corrispondeva la mia stretta. Il secondo giorno, tutto era più calmo, nessuno me lo leva della testa. Mi riavvicinai a lei per stendermi accanto a lei..il suo corpo era giallo, le pupille erano gialle, non si lamentava, i piedi giacevano uno a destra e l'altro a sinistra come un peso morto, poche ore dopo è morta, occhi chiusi e bocca aperta, le labbra secche. Il ricordo peggiore sono i suoi piedi con le scarpe, dopo che l'hanno vestita. Non sono entrata dentro la stanza.. sono rimasta fuori dalla porta, indecisa se fare quel passo o no. Quei piedi erano un peso morto, e io non mi capacitavo. Ti sembrerà una sciocchezza forse, ma nella mia mente assunse e assume ancora oggi un ricordo nitido e terribile.
Quando l'hanno messa nella bara, lei sorrideva. Qualcuno pensava che si fosse risvegliata e che ci stesse facendo uno scherzo..no.. la sua espressione era di pace, sembrava averla trovata. Ma siccome cerco sempre, come te, risposte alle mie domande, ho chiesto e a quando pare quel sorriso deriva dal rilassamento dei muscoli che prima erano contratti. Dato che morì con la bocca aperta, mia nonna le mise il suo foulard preferito per serrare la macella, annodandolo sopra la testa. Ti lascio qui tutti i miei ricordi, non l'ho mai fatto con nessuno. Sono immagini che sono rimaste nella mia mente, non posso mandarle via, anzi, più scavo tra i ricordi, più tutto torna a galla. Come te, mi sono spesso chiesta cosa abbia provato, se abbia provato dolore, la risposta non la so, né la saprò mai ma una certezza ce l'ho: ha sofferto fino allo sfinimento durante la malattia, tanto che dopo anni ha smesso di combattere, lo aveva detto: se non funziona sta volta mi fermo qui, sono stanca. Non ho mai provato rabbia per questo, mai, solo mi chiedo se magari scegliendo di lottare cosa sarebbe successo? Forse nulla, forse tutto. Il cancro li distrugge nella malattia, al punto che la morte si converte nella liberazione per loro e nella disgrazia e nel tormento per noi che mi amavamo e li amiamo ancora adesso.
Ti lascio il mio ultimo ricordo: la sera prima che mia mamma arrivasse a casa sotto morfina, avevo dormito nel lettone dei miei con mio fratello. Mio papà il ospedale per venire con lei qui. Ti tralascio i dettagli di quando mio padre ha dovuto dire a me e al mio fratellino che mia mamma stava morendo e stava per venire da noi solo per "salutarla", un uomo di un metro e novanta con due occhi dei quali non riuscivo a vedere più il colore per quanto erano rossi dal pianto. Quella mattina, dopo la notizia della sera prima, mi svegliò mia nonna, doveva preparare il letto con le lenzuola bianche per accogliere la mia mamma, mi sono alzata, mi sono diretta in cucina, sprofondando sul divano. Guardai mia nonna e mia zia e chiesi loro: ma adesso io come farò?
Ecco, a distanza di anni la risposta non ce l'ho per me stessa e non l'avrò per nessuno al mondo, so solo che mia madre non c'è e che posso soltanto aspettare e sperare un giorno di rivederla e di passare un'eternità con lei. Nel frattempo, però, mi sono accorta che voglio vivere, anche se ci sono giorni in cui esco fuori di testa, in cui sprofondo nel silenzio di quei ricordi nitidi e terribili, anche se mi sono fissata con cibi e antitumorali di ogni genere da assumere quotidianamente, anche se il cancro è la MIA ossessione, io voglio vivere. So che mia madre non sarà con me quando mi sposerò, quando avrò dei figli o quando, come tante altre volte, avrò paura. Il vuoto è fortissimo e durante la mia laurea non ho potuto che costatarlo, l'ho cercata invano, ed invano l'ho aspettata, poi, sono soltanto scoppiata in lacrime.Ma voglio vivere davvero.
Ti mando un bacio
Martina
ti chiedo scusa se ti rispondo solo ora, tento di non passare da questo forum perché vorrei solo dimenticare tutto. Dimenticare e vivere una vita anche frivola, ma priva di QUESTO dolore. Ho letto il tuo intervento riguardo la morte di tuo papà, l'ho letto e l'ho riletto ma nessuna risposta arriva dalla mia mente. Mia mamma è morta dopo due giorni di agonia con la morfina, era distesa sul letto, le tenevo la mano freddo e le accarezzavo le guance magre ma tanto simile alle mie al tatto. Non so spiegare bene questa sensazione. Il primo giorno credo che tentasse di comunicare, sono convinta che fosse in dormiveglia o in uno stato di quasi coscienza perché provava a parlare, ha addirittura alzato mezzo busto del suo corpo per salutare con la mano chi era di fronte a lei, per poi ricadere sul materasso. Quella sera ho dormito per un po' accanto a lei, la mia mano nella sua, come facevamo quando tutto andava bene.. ma quella mano diventava sempre più fredda e non corrispondeva la mia stretta. Il secondo giorno, tutto era più calmo, nessuno me lo leva della testa. Mi riavvicinai a lei per stendermi accanto a lei..il suo corpo era giallo, le pupille erano gialle, non si lamentava, i piedi giacevano uno a destra e l'altro a sinistra come un peso morto, poche ore dopo è morta, occhi chiusi e bocca aperta, le labbra secche. Il ricordo peggiore sono i suoi piedi con le scarpe, dopo che l'hanno vestita. Non sono entrata dentro la stanza.. sono rimasta fuori dalla porta, indecisa se fare quel passo o no. Quei piedi erano un peso morto, e io non mi capacitavo. Ti sembrerà una sciocchezza forse, ma nella mia mente assunse e assume ancora oggi un ricordo nitido e terribile.
Quando l'hanno messa nella bara, lei sorrideva. Qualcuno pensava che si fosse risvegliata e che ci stesse facendo uno scherzo..no.. la sua espressione era di pace, sembrava averla trovata. Ma siccome cerco sempre, come te, risposte alle mie domande, ho chiesto e a quando pare quel sorriso deriva dal rilassamento dei muscoli che prima erano contratti. Dato che morì con la bocca aperta, mia nonna le mise il suo foulard preferito per serrare la macella, annodandolo sopra la testa. Ti lascio qui tutti i miei ricordi, non l'ho mai fatto con nessuno. Sono immagini che sono rimaste nella mia mente, non posso mandarle via, anzi, più scavo tra i ricordi, più tutto torna a galla. Come te, mi sono spesso chiesta cosa abbia provato, se abbia provato dolore, la risposta non la so, né la saprò mai ma una certezza ce l'ho: ha sofferto fino allo sfinimento durante la malattia, tanto che dopo anni ha smesso di combattere, lo aveva detto: se non funziona sta volta mi fermo qui, sono stanca. Non ho mai provato rabbia per questo, mai, solo mi chiedo se magari scegliendo di lottare cosa sarebbe successo? Forse nulla, forse tutto. Il cancro li distrugge nella malattia, al punto che la morte si converte nella liberazione per loro e nella disgrazia e nel tormento per noi che mi amavamo e li amiamo ancora adesso.
Ti lascio il mio ultimo ricordo: la sera prima che mia mamma arrivasse a casa sotto morfina, avevo dormito nel lettone dei miei con mio fratello. Mio papà il ospedale per venire con lei qui. Ti tralascio i dettagli di quando mio padre ha dovuto dire a me e al mio fratellino che mia mamma stava morendo e stava per venire da noi solo per "salutarla", un uomo di un metro e novanta con due occhi dei quali non riuscivo a vedere più il colore per quanto erano rossi dal pianto. Quella mattina, dopo la notizia della sera prima, mi svegliò mia nonna, doveva preparare il letto con le lenzuola bianche per accogliere la mia mamma, mi sono alzata, mi sono diretta in cucina, sprofondando sul divano. Guardai mia nonna e mia zia e chiesi loro: ma adesso io come farò?
Ecco, a distanza di anni la risposta non ce l'ho per me stessa e non l'avrò per nessuno al mondo, so solo che mia madre non c'è e che posso soltanto aspettare e sperare un giorno di rivederla e di passare un'eternità con lei. Nel frattempo, però, mi sono accorta che voglio vivere, anche se ci sono giorni in cui esco fuori di testa, in cui sprofondo nel silenzio di quei ricordi nitidi e terribili, anche se mi sono fissata con cibi e antitumorali di ogni genere da assumere quotidianamente, anche se il cancro è la MIA ossessione, io voglio vivere. So che mia madre non sarà con me quando mi sposerò, quando avrò dei figli o quando, come tante altre volte, avrò paura. Il vuoto è fortissimo e durante la mia laurea non ho potuto che costatarlo, l'ho cercata invano, ed invano l'ho aspettata, poi, sono soltanto scoppiata in lacrime.Ma voglio vivere davvero.
Ti mando un bacio
Martina
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Re: È solo per capire
Cara Amjanto,
si non è decisamente la stessa cosa, non avevo sentito mai parlare di nulla del genere.
Ti chiedo scusa se ti rispondo solo ora, tento di non passare da questo forum perché vorrei solo dimenticare tutto. Dimenticare e vivere una vita anche frivola, ma priva di QUESTO dolore. Ho letto il tuo intervento riguardo la morte di tuo papà, l'ho letto e l'ho riletto ma nessuna risposta arriva dalla mia mente. Mia mamma è morta dopo due giorni di agonia con la morfina, era distesa sul letto, le tenevo la mano freddo e le accarezzavo le guance magre ma tanto simile alle mie al tatto. Non so spiegare bene questa sensazione. Il primo giorno credo che tentasse di comunicare, sono convinta che fosse in dormiveglia o in uno stato di quasi coscienza perché provava a parlare, ha addirittura alzato mezzo busto del suo corpo per salutare con la mano chi era di fronte a lei, per poi ricadere sul materasso. Quella sera ho dormito per un po' accanto a lei, la mia mano nella sua, come facevamo quando tutto andava bene.. ma quella mano diventava sempre più fredda e non corrispondeva la mia stretta. Il secondo giorno, tutto era più calmo, nessuno me lo leva della testa. Mi riavvicinai a lei per stendermi accanto a lei..il suo corpo era giallo, le pupille erano gialle, non si lamentava, i piedi giacevano uno a destra e l'altro a sinistra come un peso morto, poche ore dopo è morta, occhi chiusi e bocca aperta, le labbra secche. Il ricordo peggiore sono i suoi piedi con le scarpe, dopo che l'hanno vestita. Non sono entrata dentro la stanza.. sono rimasta fuori dalla porta, indecisa se fare quel passo o no. Quei piedi erano un peso morto, e io non mi capacitavo. Ti sembrerà una sciocchezza forse, ma nella mia mente assunse e assume ancora oggi un ricordo nitido e terribile.
Quando l'hanno messa nella bara, lei sorrideva. Qualcuno pensava che si fosse risvegliata e che ci stesse facendo uno scherzo..no.. la sua espressione era di pace, sembrava averla trovata. Ma siccome cerco sempre, come te, risposte alle mie domande, ho chiesto e a quando pare quel sorriso deriva dal rilassamento dei muscoli che prima erano contratti. Dato che morì con la bocca aperta, mia nonna le mise il suo foulard preferito per serrare la macella, annodandolo sopra la testa. Ti lascio qui tutti i miei ricordi, non l'ho mai fatto con nessuno. Sono immagini che sono rimaste nella mia mente, non posso mandarle via, anzi, più scavo tra i ricordi, più tutto torna a galla. Come te, mi sono spesso chiesta cosa abbia provato, se abbia provato dolore, la risposta non la so, né la saprò mai ma una certezza ce l'ho: ha sofferto fino allo sfinimento durante la malattia, tanto che dopo anni ha smesso di combattere, lo aveva detto: se non funziona sta volta mi fermo qui, sono stanca. Non ho mai provato rabbia per questo, mai, solo mi chiedo se magari scegliendo di lottare cosa sarebbe successo? Forse nulla, forse tutto. Il cancro li distrugge nella malattia, al punto che la morte si converte nella liberazione per loro e nella disgrazia e nel tormento per noi che mi amavamo e li amiamo ancora adesso.
Ti lascio il mio ultimo ricordo: la sera prima che mia mamma arrivasse a casa sotto morfina, avevo dormito nel lettone dei miei con mio fratello. Mio papà il ospedale per venire con lei qui. Ti tralascio i dettagli di quando mio padre ha dovuto dire a me e al mio fratellino che mia mamma stava morendo e stava per venire da noi solo per "salutarla", un uomo di un metro e novanta con due occhi dei quali non riuscivo a vedere più il colore per quanto erano rossi dal pianto. Quella mattina, dopo la notizia della sera prima, mi svegliò mia nonna, doveva preparare il letto con le lenzuola bianche per accogliere la mia mamma, mi sono alzata, mi sono diretta in cucina, sprofondando sul divano. Guardai mia nonna e mia zia e chiesi loro: ma adesso io come farò?
Ecco, a distanza di anni la risposta non ce l'ho per me stessa e non l'avrò per nessuno al mondo, so solo che mia madre non c'è e che posso soltanto aspettare e sperare un giorno di rivederla e di passare un'eternità con lei. Nel frattempo, però, mi sono accorta che voglio vivere, anche se ci sono giorni in cui esco fuori di testa, in cui sprofondo nel silenzio di quei ricordi nitidi e terribili, anche se mi sono fissata con cibi e antitumorali di ogni genere da assumere quotidianamente, anche se il cancro è la MIA ossessione, io voglio vivere. So che mia madre non sarà con me quando mi sposerò, quando avrò dei figli o quando, come tante altre volte, avrò paura. Il vuoto è fortissimo e durante la mia laurea non ho potuto che costatarlo, l'ho cercata invano, ed invano l'ho aspettata, poi, sono soltanto scoppiata in lacrime.Ma voglio vivere davvero.
Ti mando un bacio
Martina
si non è decisamente la stessa cosa, non avevo sentito mai parlare di nulla del genere.
Ti chiedo scusa se ti rispondo solo ora, tento di non passare da questo forum perché vorrei solo dimenticare tutto. Dimenticare e vivere una vita anche frivola, ma priva di QUESTO dolore. Ho letto il tuo intervento riguardo la morte di tuo papà, l'ho letto e l'ho riletto ma nessuna risposta arriva dalla mia mente. Mia mamma è morta dopo due giorni di agonia con la morfina, era distesa sul letto, le tenevo la mano freddo e le accarezzavo le guance magre ma tanto simile alle mie al tatto. Non so spiegare bene questa sensazione. Il primo giorno credo che tentasse di comunicare, sono convinta che fosse in dormiveglia o in uno stato di quasi coscienza perché provava a parlare, ha addirittura alzato mezzo busto del suo corpo per salutare con la mano chi era di fronte a lei, per poi ricadere sul materasso. Quella sera ho dormito per un po' accanto a lei, la mia mano nella sua, come facevamo quando tutto andava bene.. ma quella mano diventava sempre più fredda e non corrispondeva la mia stretta. Il secondo giorno, tutto era più calmo, nessuno me lo leva della testa. Mi riavvicinai a lei per stendermi accanto a lei..il suo corpo era giallo, le pupille erano gialle, non si lamentava, i piedi giacevano uno a destra e l'altro a sinistra come un peso morto, poche ore dopo è morta, occhi chiusi e bocca aperta, le labbra secche. Il ricordo peggiore sono i suoi piedi con le scarpe, dopo che l'hanno vestita. Non sono entrata dentro la stanza.. sono rimasta fuori dalla porta, indecisa se fare quel passo o no. Quei piedi erano un peso morto, e io non mi capacitavo. Ti sembrerà una sciocchezza forse, ma nella mia mente assunse e assume ancora oggi un ricordo nitido e terribile.
Quando l'hanno messa nella bara, lei sorrideva. Qualcuno pensava che si fosse risvegliata e che ci stesse facendo uno scherzo..no.. la sua espressione era di pace, sembrava averla trovata. Ma siccome cerco sempre, come te, risposte alle mie domande, ho chiesto e a quando pare quel sorriso deriva dal rilassamento dei muscoli che prima erano contratti. Dato che morì con la bocca aperta, mia nonna le mise il suo foulard preferito per serrare la macella, annodandolo sopra la testa. Ti lascio qui tutti i miei ricordi, non l'ho mai fatto con nessuno. Sono immagini che sono rimaste nella mia mente, non posso mandarle via, anzi, più scavo tra i ricordi, più tutto torna a galla. Come te, mi sono spesso chiesta cosa abbia provato, se abbia provato dolore, la risposta non la so, né la saprò mai ma una certezza ce l'ho: ha sofferto fino allo sfinimento durante la malattia, tanto che dopo anni ha smesso di combattere, lo aveva detto: se non funziona sta volta mi fermo qui, sono stanca. Non ho mai provato rabbia per questo, mai, solo mi chiedo se magari scegliendo di lottare cosa sarebbe successo? Forse nulla, forse tutto. Il cancro li distrugge nella malattia, al punto che la morte si converte nella liberazione per loro e nella disgrazia e nel tormento per noi che mi amavamo e li amiamo ancora adesso.
Ti lascio il mio ultimo ricordo: la sera prima che mia mamma arrivasse a casa sotto morfina, avevo dormito nel lettone dei miei con mio fratello. Mio papà il ospedale per venire con lei qui. Ti tralascio i dettagli di quando mio padre ha dovuto dire a me e al mio fratellino che mia mamma stava morendo e stava per venire da noi solo per "salutarla", un uomo di un metro e novanta con due occhi dei quali non riuscivo a vedere più il colore per quanto erano rossi dal pianto. Quella mattina, dopo la notizia della sera prima, mi svegliò mia nonna, doveva preparare il letto con le lenzuola bianche per accogliere la mia mamma, mi sono alzata, mi sono diretta in cucina, sprofondando sul divano. Guardai mia nonna e mia zia e chiesi loro: ma adesso io come farò?
Ecco, a distanza di anni la risposta non ce l'ho per me stessa e non l'avrò per nessuno al mondo, so solo che mia madre non c'è e che posso soltanto aspettare e sperare un giorno di rivederla e di passare un'eternità con lei. Nel frattempo, però, mi sono accorta che voglio vivere, anche se ci sono giorni in cui esco fuori di testa, in cui sprofondo nel silenzio di quei ricordi nitidi e terribili, anche se mi sono fissata con cibi e antitumorali di ogni genere da assumere quotidianamente, anche se il cancro è la MIA ossessione, io voglio vivere. So che mia madre non sarà con me quando mi sposerò, quando avrò dei figli o quando, come tante altre volte, avrò paura. Il vuoto è fortissimo e durante la mia laurea non ho potuto che costatarlo, l'ho cercata invano, ed invano l'ho aspettata, poi, sono soltanto scoppiata in lacrime.Ma voglio vivere davvero.
Ti mando un bacio
Martina
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