Il sale rosa della vita

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Franco953
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Il sale rosa della vita

Messaggio da Franco953 »

Bella e interessante questa testimonianza pubblicata sul sito viverlatutta.it
Franco

il sale rosa della vita
Il mio cammino è iniziato 5 giorni dopo il mio 27° compleanno, il giorno in cui festeggiavo col mio compagno i nostri primi 9 anni insieme. Una gomitata accidentale, ed il mio mondo cambiò. Mi ricordo che mi mossi subito per tempo, in quanto quel seno, che ormai era diventato un melone, era sia ingombrante, sia dolorante! E così, errai di centro in centro, in quanto tutti mi dicevano che sì, c’era qualcosa, ma niente di preoccupante. Tutti mi rimandavano da altri specialisti e nessuno mi diceva cosa realmente avevo. Ho cambiato anche diverse strutture, ma tutti mi tranquillizzavano, tanto ad “una ragazza di 27 anni, non può venire un tumore”! Nonostante a tutti spiegavo la mia situazione familiare, con parenti vicini deceduti per questa patologia, attorno a me mi sentivo come sottovalutata. Non ero un caso grave, avrei risolto tranquillamente. A Settembre, dopo 6 mesi di rimpalli, decido di cambiare struttura. Il seno non si è affatto normalizzato, anzi,così il medico decide seduta stante di farmi una biopsia, il giorno seguente. L’operazione va bene, e dopo due giorni posso tranquillamente tornare a casa. Non ho troppi pensieri per la testa. Tutti gli esami precedenti, avevano scongiurato l’ipotesi di un possibile tumore, per cui mi godo la fine dell’estate nel modo più normale possibile. Il 12 settembre, mi reco al Policlinico per la medicazione da sola. Avevo iniziato da poco le collaborazioni studentesche universitarie (che svolgevo nella cittadella universitaria lì accanto), per cui andavo alle medicazioni e controlli da sola. Non so perché, quel giorno mi sentivo strana. Arrivo all'orario stabilito, e la “mia” chirurga, con un’espressione serissima, mi domanda se fossi venuta da sola. Le rispondo di sì, e mi chiede cortesemente di aspettare. Poco dopo, mi fa entrare nell’ambulatorio, e mi fa sedere. Che strano, penso io, non mi ha mai fatta sedere! Al massimo, mi faceva sdraiare nel lettino per controllare se i punti si fossero chiusi e per vedere come stava andando. Lì, ho avvertito un campanello d’allarme nella mia mente! Qualcosa non andava... ed avevo paura di sapere anche cosa: l’esito della biopsia. La chirurga mi prende le mani fra le sue e, molto dispiaciuta, quasi con le lacrime agli occhi, mi espone l’esito della biopsia: ho un tumore! Un tumore anche abbastanza avanzato, un carcinoma duttale infiltrante G3. Mi ricordo che la prima cosa che dissi, fu il domandare come lo avrei detto a mia madre. Come l’avrebbe presa, dopo aver perso mio padre e mia nonna di tumore? Così, una volta fuori dall’ambulatorio, ho chiamato mia madre ed il mio compagno, che sono arrivati immediatamente, ed io mi sono sciolta in un mare di lacrime. Non poteva esserci un esito peggiore! Come era possibile che io avessi un tumore simile, se tutte le analisi precedenti scongiuravano questo esito? Il mondo mi è crollato addosso. Non ci volevo credere. L’ansia ha fatto spazio alla paura, la paura al terrore… al terrore di non farcela, di stare male, di soffrire. La chirurga mi ha fissato la visita con l’oncologo e con la consulente genetica. Alla visita con l’oncologo, mi sono recata con mia madre. E così, il 2 Ottobre ho iniziato la mia prima chemio. Mi ricordo che avevo una paura addosso quasi indescrivibile. Al momento dell’inserimento dell’ago cannula sul braccio, ho versato una sola lacrima. Un’unica lacrima che racchiudeva tutta la mia paura, la tensione e la speranza di guarigione. È stato strano ritrovarsi con altre 9 persone, tutte con il mio stesso male, ma tutte diverse. C’era chi pregava a voce alta, chi esponeva la propria storia, chi parlava di cucina, chi era in silenzio e desiderava solo dormire. Ho trascorso l’intera mattinata al day hospital, e poi sono finalmente arrivata a casa. Ero davvero stanca, e mi ricordo che il mio pensiero fisso era rivolto a quali effetti collaterali avrei avuto nei giorni seguenti. Sono andata a riposarmi dopo pranzo, cosa che raramente faccio, e da lì è arrivata la nausea. Una nausea pesante, estenuante e noiosa! Ero davvero provata. Dopo un paio di giorni, la nausea passa, lasciando spazio ad una stanchezza sempre più pesante. Le chemio, le facevo ogni 15 giorni, per cui facevo la prima settimana in stand-by, e la seconda mi riprendevo un pochino. Ma appena stavo leggermente meglio, dovevo rifare la chemio seguente. Dopo quel 2 ottobre, sono trascorsi mesi, in cui non mi sono fatta mancare niente! Trombosi ad entrambe le braccia, embolia polmonare, polmonite e tanti altri piccoli fastidi! Però, non ho rinunciato alla vita, all’uscire all’aria aperta, a vedere gli amici. Gli amici e i parenti che sono voluti restare, gli altri li ho persi per strada. E forse è stato un bene; le persone non hanno idea di quanto può sentirsi solo un paziente oncologico. Di tutte le dicerie che si sente dire dietro, dell’ignoranza dilagante, delle menzogne inventate pur di parlare. A settembre 2014, ho fatto la mastectomia bilaterale, perché si, ho il gene BRCA1. Mi piace chiamarmi un OGM. Ma non perché mi diverto ad essere così, ma perché ho imparato a vedere il lato positivo e divertente delle situazioni, per quanto difficili e brutte possano essere. Mi piace chiamarlo “il sale rosa” della vita. Rosa come il colore del fiocchetto simbolo del k mammario, e rosa come simbolo di una visione più leggera, più romantica, più felice della vita. Ho pianto tante volte, mi sono abbattuta, e ho chiesto il motivo di tutto questo calvario, ma poi mi sono rialzata. Ho deciso di aprirmi una pagina facebook, chiamata valevitacoltumore, che è una sorta di blog virtuale, dove chiunque può leggere ciò che scrivo. Ho deciso di aprirla per far crollare alcuni tabù circa il cancro. Uno tra tanti: di tumore non si vive!!! Io ne sono la testimonianza vivente!! Mi sono sentita dire che un vero malato non scrive “cose così”, ma resta a casa a piangere e disperarsi... un altro motivo per urlare al mondo che non è vero!! Non mi interessa essere famosa, o scrivere libri. Il mio traguardo è riuscire ad essere di aiuto anche a solo una persona; riuscire a portare un po’ di sollievo a chi sta combattendo o chi si affaccia per la prima volta a questa realtà; portare un sorriso dove prima c’erano le lacrime, e dire che di cancro si vive, si può vivere!!!
Adesso, sto continuando le mie terapie, e sto per arrivare alla decima tac! Mi manca ancora un intervento per completare il mio iter, ed ammetto di essere un po’ preoccupata. La scorsa volta ho dovuto affrontare 6 mesi di fisioterapia, per riprendere la mia quasi totale autonomia! Non sono ancora trascorsi 3 anni, ma mi sembra di aver fatto tantissima strada, per arrivare dove sono oggi, e per essere ciò che sono oggi. Una Vale 2.0, una Vale diversa. Grazie per questa occasione, spero che possa essere di aiuto a qualcuno, o che perlomeno, possa regalare un sorriso.
“Non è tanto quello che facciamo, ma quanto amore mettiamo nel farlo. Non è tanto quello che diamo, ma quanto amore mettiamo nel dare.”
 


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