Buonasera, mio nonno è stato dimesso dall'ospedale con la diagnosi di cui sopra, ed è stato invitato ad attivare l'iter per le cure palliative, in quanto paziente oncologico anziano.
Qualcuno sa se l'età a priori comporta un'esclusione da qualsiasi trattamento curativo?

Ciao monarchico
mio padre , tre anni orsono, all'età di 90 anni, per un tumore al midollo spinale, è stato dimesso dall'ospedale, per poi essere ricoverato in un hospice dove, con le cure palliative, è stato accompagnato alla fine dei suoi giorni.
L'obiettivo principale di queste strutture è quello di portare il paziente a concludere la sua vita, senza farlo soffrire e così è stato per papà
Circa la tua domanda , il problema non è solo l'età del paziente, anche se è un aspetto importante, ma anche le condizioni fisiche e l'estensione del tumore.
Mio padre , ad esempio, soprattutto per l'età, non avrebbe superato terapie come la chemio e la radioterapia; terapie che , come sai, sono decisamente debilitanti

Un abbraccio

Franco

Ciao Franco, so bene che la chemioterapia è debilitante ma non mi risulta che esista un protocollo che escluda qualcuno da una cura solo per l'età. Hai mai sentito parlare della valutazione geriatrica multidimensionale?

Hai ragione. A complicare la situazione di papà c'era anche una insufficienza renale e problemi di cuore (aveva 4 bypass)
No, non ho mai sentito parlare valutazione geriatrica multidimensionale
Franco di

Il mimistero della sanità nel 2012 inserì nel piano oncologico la volontà di introdurre un protocollo unico nella valutazione dei pazienti oncologici anziani. Questa valutazione doveva avere come riferimento la valutazione geriatrica multidimensionale che attraverso dei parametri doveva stabilire che tipo di trattamento usare. Io credo che questo sistema non venga usato negli ospedali e che la persona anziana venga esclusa a priori dalle cure.

Lo penso anch'io. A tuo avviso come possiamo pretendere che il sistema che hai citato venga usato ?

Franco

Tra l'altro nello stesso piano oncologico era prevista l'istituzione di unità oncogeriatriche in ogni azienda ospedaliera. A distanza di due anni, purtroppo, non ne è stata istituita neanche una. Questo testimonia quanto poco interessa in Italia il tema dei pazienti oncologici anziani.

non ho idea fino a quale età venga fatta la chemioterapia, considera che già per un soggetto giovane sono una bella batosta, figurati per una persona anziana. a mia madre (non ancora ottantenne) il gastroenterologo che fece la diagnosi sconsigliò la chemioterapia, perchè secondo lui l'avebbe solo fatta star male, poi l'oncologo viste le buone condizioni fisiche ha ritenuto fosse il caso farle fare la gencitabina, che è la terapia meglio tollerata dalle persone anziane.
è anche una responsabilità far fare la chemioterapia ad una persona dell'età di tuo nonno. sicuramente ci sono dei protocolli a riguardo.
infine c'è la questione costo. le chemioterapie hanno un costo elevato. ti dico solo che a me capitò, parlando con una persona che lavora in amministrazione alla asl, di sentirmi dire che a suo parere fare la chemioterapia a mia madre era uno spreco inutile di denaro pubblico, che poteva essere destinato a persone con una maggiore aspettativa di vita.

sicuramente con una persona dell'età di tuo nonno bisogna valutare bene cosa può tollerare il suo fisico, non devono essere i medicinali a farlo star male più del tumore stesso.

Angela, concordo con te sul fatto che la cura non deve essere peggiore del male, ma per quanto riguarda lo "sperpero" di denaro pubblico, credo che ognuno abbia diritto ad essere curato e se proprio si deve risparmiare su qualcosa, non è certo sulla pelle di poveri anziani che hanno dato molto a questo paese (vedi guerra mondiale e non solo).
Inoltre mi sembra che quasi nessuno in Italia utilizza la valutazione geriatrica multidimensionale per decidere come procedere con un paziente aanziano, ma ci si ferma subito di fronte all'età, che non sarebbe di per sé un buon motivo per escludere un soggetto da una cura.