Le due "C": cancro/cambiamento
Le due C????? Potrebberò avere decine di significati,ma la più appropriata è la parola CREDERE, per le persone ( odio il termine malato o ex malato) coinvolte o ex coinvolte come nel mio caso il CREDERE di guarire è fondamentale o e' stato fondamentale.
Poco fa ho scritto ad una persona che stimo molto: se il sole si alza ogni giorno perchè non potrei farlo pure io......... solo il destino potrebbe negarmelo non di certo il Cancro.
Paolo
Poco fa ho scritto ad una persona che stimo molto: se il sole si alza ogni giorno perchè non potrei farlo pure io......... solo il destino potrebbe negarmelo non di certo il Cancro.
Paolo
Ringrazio Linetta, Ambra, Giorpergiorno per avere commentato il mio post.
Buona l'idea di Giorpergiorno: "dal mondo virtuale a quello reale, incontrandoci".
Certo sul piano operativo, alcune difficoltà sono dovute alle distanze. In primavera saremo in Piemonte....oppure a Roma....Proviamo a programmare!!
Linetta, hai sintetizzato benissimo il mio post. Sei proprio brava.
Ambra, apprezzo la tua spontaneità
In chiusura saluto tutti con l'augurio di un sereno riposo.
Ciao!
Giuseppe
Buona l'idea di Giorpergiorno: "dal mondo virtuale a quello reale, incontrandoci".
Certo sul piano operativo, alcune difficoltà sono dovute alle distanze. In primavera saremo in Piemonte....oppure a Roma....Proviamo a programmare!!
Linetta, hai sintetizzato benissimo il mio post. Sei proprio brava.
Ambra, apprezzo la tua spontaneità
In chiusura saluto tutti con l'augurio di un sereno riposo.
Ciao!
Giuseppe
Giuseppe conoscere te è come conoscere il mio guru... quando vuoi... dimmi quando e io porto la carovana...
anche con Linetta... mi faccio la patente per lo squarna e vado a farmi un giro in Val padana.... eheheh
Giornopergiorno... io non vedo l'ora.... finalmente l'abbraccio che ho sempre voluto....
anche con Linetta... mi faccio la patente per lo squarna e vado a farmi un giro in Val padana.... eheheh
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Qualche anno addietro, una nota oncologa così commentava un mio post:
"Al festival di letteratura di Mantova ascoltavo uno scrittore molto famoso parlare di dolore. Diceva che, secondo lui, il dolore dovrebbe restare quello che è, cioè dolore. La tendenza della nostra società è trasformare il dolore in altro, cioè in esperienza positiva, e non sempre è possibile o giusto farlo. Mi ha molto colpito sentire il pensiero di quello scrittore, mi ha fatto pensare ad alcune donne che seguo(non amo la parola "pazienti") che dicono, e scrivono(in pezzi bellissimi che mi mandano via e-mail), di non avere la minima intenzione di trasformare il positività ciò che è loro accaduto con la malattia. Ascolto e rifletto, mi chiedo quale sia la mia idea del dolore. Come tutti, ho avuto la mia parte di dolore, ma della vita non si impara uno dose sufficiente per prendere una posizione definitiva sul dramma, sulla tragedia.
Credo che, se dovessi giudicare dal numero di donne che mi parlano della loro esperienza, potrei concludere che la maggioranza riesce ad affrontare la malattia, il trauma, il dolore, trovando aspetti di rinnovamento, di positività, di rinascita. Il confronto con il "lutto" del tumore spinge a guardare la vita diversamente, e insieme alla vita si guardano diversamente le persone, i sentimenti,le priorità. O almeno questo è quello che traggo dalle chiacchierate con le "mie" donne."
Reputo molto ineressante le parole dell'oncologa, inducono ad una profonda riflessione.
Porgo a tutti un caro saluto.
Giuseppe
"Al festival di letteratura di Mantova ascoltavo uno scrittore molto famoso parlare di dolore. Diceva che, secondo lui, il dolore dovrebbe restare quello che è, cioè dolore. La tendenza della nostra società è trasformare il dolore in altro, cioè in esperienza positiva, e non sempre è possibile o giusto farlo. Mi ha molto colpito sentire il pensiero di quello scrittore, mi ha fatto pensare ad alcune donne che seguo(non amo la parola "pazienti") che dicono, e scrivono(in pezzi bellissimi che mi mandano via e-mail), di non avere la minima intenzione di trasformare il positività ciò che è loro accaduto con la malattia. Ascolto e rifletto, mi chiedo quale sia la mia idea del dolore. Come tutti, ho avuto la mia parte di dolore, ma della vita non si impara uno dose sufficiente per prendere una posizione definitiva sul dramma, sulla tragedia.
Credo che, se dovessi giudicare dal numero di donne che mi parlano della loro esperienza, potrei concludere che la maggioranza riesce ad affrontare la malattia, il trauma, il dolore, trovando aspetti di rinnovamento, di positività, di rinascita. Il confronto con il "lutto" del tumore spinge a guardare la vita diversamente, e insieme alla vita si guardano diversamente le persone, i sentimenti,le priorità. O almeno questo è quello che traggo dalle chiacchierate con le "mie" donne."
Reputo molto ineressante le parole dell'oncologa, inducono ad una profonda riflessione.
Porgo a tutti un caro saluto.
Giuseppe
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