Mario e il tumore al fegato

In questo spazio è possibile raccontare e pubblicare le storie di coloro che sono riusciti, anche attraverso il dolore e la sofferenza, a sconfiggere la malattia.
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Franco953
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Mario e il tumore al fegato

Messaggio da Franco953 »

Queste storie che pubblico periodicamente , devono farci riflettere sulla concreta possibilità di battere il tumore e uscire dal tunnel della sofferenza per affrontare il futuro con Speranza e Fiducia. Oggi il termine Tumore, grazie alla ricerca e all'impegno personale dei medici e dei malati per battere la "bestia", non è più sinonimo di "morte sicura". Bisogna crederci, pensare positivo e combattere con forza e decisione per uscirne vincitori.
Franco


Una sfida tripla, un percorso a ostacoli che Mauro ha dovuto prima accettare, poi affrontare e infine superare così brillantemente. Anche con il contributo fondamentale della ricerca sul cancro

Nel 2004, all'età di quarantasei anni, in occasione di un'analisi di routine, mi furono riscontrati livelli altissimi di transaminasi. Il test fu ripetuto e, dopo una biopsia, mi fu diagnosticato un tumore al fegato in stadio molto avanzato. Il tumore, in realtà, era di origine intestinale, un tumore neuroendocrino del retto, a cui si aggiunse anche un carcinoma della tiroide: un triplo tumore, quindi.

Ho dovuto affrontare, da quel momento in poi, una strada lunga e faticosa, che però ha avuto un esito molto positivo.

Ho subìto, infatti, l'asportazione del retto, un trapianto di fegato e una tiroidectomia. Non nascondo naturalmente i momenti drammatici e di sconforto, ma alla fine è andato tutto per il meglio.

La risposta del mio organismo a tutti i trattamenti fu talmente positiva che a soli otto mesi dal trapianto di fegato feci un viaggio in moto con gli amici, una passione a cui non ho voluto rinunciare, nemmeno dopo quello che ho passato.

Certamente il contributo della famiglia è stato importantissimo. Anche la fede e uno spirito positivo innato aiutano molto in momenti così drammatici. Si spera sempre in queste occasioni di trovare le persone giuste che ti possano aiutare: io l'ho trovata a Roma, a pochi passi da casa. Lo chiamo, scherzando un po', il mio "secondo papà", ma è più giovane di me, è un ricercatore.

Quando nessuno credeva più nelle mie chance di guarigione, lui invece mi ha preso per mano e con caparbietà mi ha portato fuori dal tunnel. Ma la mia speranza esaudita è l'esperienza di altri, e mi auguro che così sarà per molti altri ancora.

Questo grazie al contributo fondamentale e importantissimo della ricerca sul cancro, una cosa in cui credo molto e di cui la mia vita è testimonianza.


Storia estratta dal sito dell' AIRC (Associazione Italiana per la ricerca sul cancro)
“Non è tanto quello che facciamo, ma quanto amore mettiamo nel farlo. Non è tanto quello che diamo, ma quanto amore mettiamo nel dare.”
 


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