Mi manca da morire

In questa stanza è possibile dare parola a ciò che si vive come paziente, familiare, amico, condividendo la propria esperienza ed esprimendo le proprie emozioni in un clima di accoglienza, fiducia e rispetto.
ilmitico1475
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Re: Mi manca da morire

Messaggio da ilmitico1475 »

giovanni72 ha scritto: lun 1 ott 2018, 14:51 Ciao a tutti,
ho già scritto in questo forum, dopo la morte di mia moglie, avvenuta 4 anni fa.......
Rieccomi a scrivere, non so bene perchè, per sfogarmi, per condividere, per trovare conforto....la verità è che, almeno nel mio caso, l'elaborazione del lutto non è avvenuta. Ogni giorno riguardo le nostre foto, ripenso a lei, e mi manca da morire. In alcuni momenti piango a dirotto e continuo a farlo per ore, chiuso in casa, con una sensazione di impotenza che mi opprime...... Lei non meritava di andarsene, perchè era una persona buona, la migliore che io abbia mai conosciuto. Ancora adesso provo rabbia e frustrazione per non essere riuscito a salvarla, anche se so che era impossibile farlo. Non mi sono mai sentito così solo in vita mia, non immaginavo che a 45 anni avrei vissuto questa sensazione. A 25 anni ci immaginavamo sposati, felici e circondati dall'affetto di tutti, ora invece mi sento totalmente solo e abbandonato.
Lei per me era tutto. Tutto il mio mondo, tutta la mia vita, tutto il mio amore, e la vita ora non ha più senso. Mi dispiace per tutti quelli che hanno provato una situazione simile, è devastante, e sono felice per quelli che riescono a tornare alla vita. Sono davvero contento per loro, perchè so bene che è un inferno. Un inferno che io invece continuo a vivere e che mi sta consumando.

Ciao,
riprendo questo tuo post di 4 anni fa, sperando che le cose ora vadano un po' meglio.
Ho vissuto un'esperienza simile alla tua: mia moglie è morta all'età di 39 anni, dopo 10 mesi dalla diagnosi, per un cancro alla cervice uterina molto aggressivo, inoperabile e refrattario a ogni terapia e sono rimasto vedovo a 47 anni. Mi sono ritrovato molto nelle tue parole, quando hai affermato "lei era il mio mondo, il mio tutto, ecc...". Anche se nel mio caso, noi abbiamo un figlio di 3 anni, egli è arrivato dopo 13 anni di matrimonio, quindi per molti anni siamo stati una coppia, come voi.
Anche mia moglie ha vissuto una serie di "contrappasso dantesco": aveva da pochi anni avuto quel figlio tanto desiderato da una vita ed ora non ha avuto la possibilità di vederlo crescere, come tanto desiderava e come avrebbe meritato.

Anche a me manca moltissimo mia moglie in tante cose che mi accadono durante le mie giornate e di certo la presenza di mio figlio non può colmare quel vuoto, perché si tratta di due sentimenti differenti. E mi ritrovo anche quando parli di senso di vuoto, nella mancanza nei piccoli gesti quotidiani, la difficoltà di dover prendere delle scelte da solo.

Sono seguito da una psicologa da qualche mese, ancora prima della morte di mia moglie, quando però già sapevo che non sarebbe campata molto e penso continuerò per molti mesi ad andare dagli psicologi

Anche io non sono credente ed ho anche una visione molto scientifica della morte e se penso a mia moglie ora, non posso che pensarla in un nulla mentale, a decomporsi fisicamente.
Quello che non accetto, oltre alla mancanza, è proprio il fatto che una persona che ha condiviso molto con me e che percepiva il mondo insieme a me, ora sia lì a non percepire più nulla, a non avere più ricordi.
ilmitico1475
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Re: Mi manca da morire

Messaggio da ilmitico1475 »

giovanni72 ha scritto: lun 1 ott 2018, 14:51 Ciao a tutti,
ho già scritto in questo forum, dopo la morte di mia moglie, avvenuta 4 anni fa.......
Rieccomi a scrivere, non so bene perchè, per sfogarmi, per condividere, per trovare conforto....la verità è che, almeno nel mio caso, l'elaborazione del lutto non è avvenuta. Ogni giorno riguardo le nostre foto, ripenso a lei, e mi manca da morire. In alcuni momenti piango a dirotto e continuo a farlo per ore, chiuso in casa, con una sensazione di impotenza che mi opprime...... Lei non meritava di andarsene, perchè era una persona buona, la migliore che io abbia mai conosciuto. Ancora adesso provo rabbia e frustrazione per non essere riuscito a salvarla, anche se so che era impossibile farlo. Non mi sono mai sentito così solo in vita mia, non immaginavo che a 45 anni avrei vissuto questa sensazione. A 25 anni ci immaginavamo sposati, felici e circondati dall'affetto di tutti, ora invece mi sento totalmente solo e abbandonato.
Lei per me era tutto. Tutto il mio mondo, tutta la mia vita, tutto il mio amore, e la vita ora non ha più senso. Mi dispiace per tutti quelli che hanno provato una situazione simile, è devastante, e sono felice per quelli che riescono a tornare alla vita. Sono davvero contento per loro, perchè so bene che è un inferno. Un inferno che io invece continuo a vivere e che mi sta consumando.

Ciao,
riprendo questo tuo post di 4 anni fa, sperando che le cose ora vadano un po' meglio.
Ho vissuto un'esperienza simile alla tua: mia moglie è morta all'età di 39 anni, dopo 10 mesi dalla diagnosi, per un cancro alla cervice uterina molto aggressivo, inoperabile e refrattario a ogni terapia e sono rimasto vedovo a 47 anni. Mi sono ritrovato molto nelle tue parole, quando hai affermato "lei era il mio mondo, il mio tutto, ecc...". Anche se nel mio caso, noi abbiamo un figlio di 3 anni, egli è arrivato dopo 13 anni di matrimonio, quindi per molti anni siamo stati una coppia, come voi.
Anche mia moglie ha vissuto una serie di "contrappasso dantesco": aveva da pochi anni avuto quel figlio tanto desiderato da una vita ed ora non ha avuto la possibilità di vederlo crescere, come tanto desiderava e come avrebbe meritato.

Anche a me manca moltissimo mia moglie in tante cose che mi accadono durante le mie giornate e di certo la presenza di mio figlio non può colmare quel vuoto, perché si tratta di due sentimenti differenti. E mi ritrovo anche quando parli di senso di vuoto, nella mancanza nei piccoli gesti quotidiani, la difficoltà di dover prendere delle scelte da solo.

Sono seguito da una psicologa da qualche mese, ancora prima della morte di mia moglie, quando però già sapevo che non sarebbe campata molto e penso continuerò per molti mesi ad andare dagli psicologi

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ilmitico1475
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Re: Mi manca da morire

Messaggio da ilmitico1475 »

giovanni72 ha scritto: lun 1 ott 2018, 14:51 Ciao a tutti,
ho già scritto in questo forum, dopo la morte di mia moglie, avvenuta 4 anni fa.......
Rieccomi a scrivere, non so bene perchè, per sfogarmi, per condividere, per trovare conforto....la verità è che, almeno nel mio caso, l'elaborazione del lutto non è avvenuta. Ogni giorno riguardo le nostre foto, ripenso a lei, e mi manca da morire. In alcuni momenti piango a dirotto e continuo a farlo per ore, chiuso in casa, con una sensazione di impotenza che mi opprime...... Lei non meritava di andarsene, perchè era una persona buona, la migliore che io abbia mai conosciuto. Ancora adesso provo rabbia e frustrazione per non essere riuscito a salvarla, anche se so che era impossibile farlo. Non mi sono mai sentito così solo in vita mia, non immaginavo che a 45 anni avrei vissuto questa sensazione. A 25 anni ci immaginavamo sposati, felici e circondati dall'affetto di tutti, ora invece mi sento totalmente solo e abbandonato.
Lei per me era tutto. Tutto il mio mondo, tutta la mia vita, tutto il mio amore, e la vita ora non ha più senso. Mi dispiace per tutti quelli che hanno provato una situazione simile, è devastante, e sono felice per quelli che riescono a tornare alla vita. Sono davvero contento per loro, perchè so bene che è un inferno. Un inferno che io invece continuo a vivere e che mi sta consumando.

Ciao,
riprendo questo tuo post di 4 anni fa, sperando che le cose ora vadano un po' meglio.
Ho vissuto un'esperienza simile alla tua: mia moglie è morta all'età di 39 anni, dopo 10 mesi dalla diagnosi, per un cancro alla cervice uterina molto aggressivo, inoperabile e refrattario a ogni terapia e sono rimasto vedovo a 47 anni. Mi sono ritrovato molto nelle tue parole, quando hai affermato "lei era il mio mondo, il mio tutto, ecc...". Anche se nel mio caso, noi abbiamo un figlio di 3 anni, egli è arrivato dopo 13 anni di matrimonio, quindi per molti anni siamo stati una coppia, come voi.
Anche mia moglie ha vissuto una serie di "contrappasso dantesco": aveva da pochi anni avuto quel figlio tanto desiderato da una vita ed ora non ha avuto la possibilità di vederlo crescere, come tanto desiderava e come avrebbe meritato.

Anche a me manca moltissimo mia moglie in tante cose che mi accadono durante le mie giornate e di certo la presenza di mio figlio non può colmare quel vuoto, perché si tratta di due sentimenti differenti. E mi ritrovo anche quando parli di senso di vuoto, nella mancanza nei piccoli gesti quotidiani, la difficoltà di dover prendere delle scelte da solo.

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Anche io non sono credente ed ho anche una visione molto scientifica della morte e se penso a mia moglie ora, non posso che pensarla in un nulla mentale, a decomporsi fisicamente.
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Elegra
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Re: Mi manca da morire

Messaggio da Elegra »

ilmitico1475 ha scritto: ven 9 set 2022, 17:56
giovanni72 ha scritto: lun 1 ott 2018, 14:51 Ciao a tutti,
ho già scritto in questo forum, dopo la morte di mia moglie, avvenuta 4 anni fa.......
Rieccomi a scrivere, non so bene perchè, per sfogarmi, per condividere, per trovare conforto....la verità è che, almeno nel mio caso, l'elaborazione del lutto non è avvenuta. Ogni giorno riguardo le nostre foto, ripenso a lei, e mi manca da morire. In alcuni momenti piango a dirotto e continuo a farlo per ore, chiuso in casa, con una sensazione di impotenza che mi opprime...... Lei non meritava di andarsene, perchè era una persona buona, la migliore che io abbia mai conosciuto. Ancora adesso provo rabbia e frustrazione per non essere riuscito a salvarla, anche se so che era impossibile farlo. Non mi sono mai sentito così solo in vita mia, non immaginavo che a 45 anni avrei vissuto questa sensazione. A 25 anni ci immaginavamo sposati, felici e circondati dall'affetto di tutti, ora invece mi sento totalmente solo e abbandonato.
Lei per me era tutto. Tutto il mio mondo, tutta la mia vita, tutto il mio amore, e la vita ora non ha più senso. Mi dispiace per tutti quelli che hanno provato una situazione simile, è devastante, e sono felice per quelli che riescono a tornare alla vita. Sono davvero contento per loro, perchè so bene che è un inferno. Un inferno che io invece continuo a vivere e che mi sta consumando.

Ciao,
riprendo questo tuo post di 4 anni fa, sperando che le cose ora vadano un po' meglio.
Ho vissuto un'esperienza simile alla tua: mia moglie è morta all'età di 39 anni, dopo 10 mesi dalla diagnosi, per un cancro alla cervice uterina molto aggressivo, inoperabile e refrattario a ogni terapia e sono rimasto vedovo a 47 anni. Mi sono ritrovato molto nelle tue parole, quando hai affermato "lei era il mio mondo, il mio tutto, ecc...". Anche se nel mio caso, noi abbiamo un figlio di 3 anni, egli è arrivato dopo 13 anni di matrimonio, quindi per molti anni siamo stati una coppia, come voi.
Anche mia moglie ha vissuto una serie di "contrappasso dantesco": aveva da pochi anni avuto quel figlio tanto desiderato da una vita ed ora non ha avuto la possibilità di vederlo crescere, come tanto desiderava e come avrebbe meritato.

Anche a me manca moltissimo mia moglie in tante cose che mi accadono durante le mie giornate e di certo la presenza di mio figlio non può colmare quel vuoto, perché si tratta di due sentimenti differenti. E mi ritrovo anche quando parli di senso di vuoto, nella mancanza nei piccoli gesti quotidiani, la difficoltà di dover prendere delle scelte da solo.

Sono seguito da una psicologa da qualche mese, ancora prima della morte di mia moglie, quando però già sapevo che non sarebbe campata molto e penso continuerò per molti mesi ad andare dagli psicologi

Anche io non sono credente ed ho anche una visione molto scientifica della morte e se penso a mia moglie ora, non posso che pensarla in un nulla mentale, a decomporsi fisicamente.
Quello che non accetto, oltre alla mancanza, è proprio il fatto che una persona che ha condiviso molto con me e che percepiva il mondo insieme a me, ora sia lì a non percepire più nulla, a non avere più ricordi.
Ciao
Mi dispiace molto per il calvario che stai passando...e se lo è per me che sono credente non oso immaginare cosa possa essere per te .
Leggendo le tue parole ho pensato a un giornalista francese che ha perso la giovane moglie nell'attacco terroristico al Bataclan (non so se ho scritto correttamente); ha scritto una lettera e poi un bellissimo libro che si intitola "Non avrete il mio odio". Anche lui ha un bimbo piccolo che alla morte della mamma aveva 18 mesi. Il libro è anche per ricordare la sua giovane moglie e perché suo figlio un domani possa ricordarla.
Magari prova anche tu a preparare con tuo figlio una scatola dei ricordi..con foto e oggetti della mamma che potete guardare insieme. Nella vostra mente e memoria lei resterà viva
Detto questo ti sono molto vicina. Un grosso abbraccio al tuo piccolo.
Vivi ogni giorno come se fosse ogni giorno
Ne' il primo ne' l'ultimo
L'unico
PETRAINES
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Re: Mi manca da morire

Messaggio da PETRAINES »

La scatola dei ricordi è un buon consiglio. Io l'avevo preparata con i ricordi di mio padre da far poi vedere a un mio eventuale figlio. E così è stato. Due anni fa ho preparato una scatola dei ricordi di mio marito da far poi vedere ad un mio eventuale nipote. E sto aspettando che mio figlio, lavoro permettendo, mi dia un nipotino.
celeste09
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Re: Mi manca da morire

Messaggio da celeste09 »

giovanni72 ha scritto: lun 1 ott 2018, 14:51 Ciao a tutti,
ho già scritto in questo forum, dopo la morte di mia moglie, avvenuta 4 anni fa.......
Rieccomi a scrivere, non so bene perchè, per sfogarmi, per condividere, per trovare conforto....la verità è che, almeno nel mio caso, l'elaborazione del lutto non è avvenuta. Ogni giorno riguardo le nostre foto, ripenso a lei, e mi manca da morire. In alcuni momenti piango a dirotto e continuo a farlo per ore, chiuso in casa, con una sensazione di impotenza che mi opprime...... Lei non meritava di andarsene, perchè era una persona buona, la migliore che io abbia mai conosciuto. Ancora adesso provo rabbia e frustrazione per non essere riuscito a salvarla, anche se so che era impossibile farlo. Non mi sono mai sentito così solo in vita mia, non immaginavo che a 45 anni avrei vissuto questa sensazione. A 25 anni ci immaginavamo sposati, felici e circondati dall'affetto di tutti, ora invece mi sento totalmente solo e abbandonato.
Lei per me era tutto. Tutto il mio mondo, tutta la mia vita, tutto il mio amore, e la vita ora non ha più senso. Mi dispiace per tutti quelli che hanno provato una situazione simile, è devastante, e sono felice per quelli che riescono a tornare alla vita. Sono davvero contento per loro, perchè so bene che è un inferno. Un inferno che io invece continuo a vivere e che mi sta consumando.
Giovanni, mi sono imbattuta in questo tuo post perché volevo crearne io uno identico.
Ho scritto qui cinque anni fa, subito dopo la perdita di mio marito, un uomo di 43 anni.
Dopo cinque anni il dolore non passa. Oserei dire che stavo meglio prima, quando l'incredulità, il disorientamento, la presenza che ancora sentivo vicino a me di mio marito mi spingevano a sperare in un'oltre.
Questa credenza mi ha dato linfa per i primi due anni almeno, poi è subentrato l'avvilimento: dove sono i famosi segni? Che fine hanno fatto quei sogni strani?
Tutto sembra allontanarsi sempre più. Tutto tranne il vuoto incolmabile e il dolore.
A volte sento proprio di essere a un bivio: scelgo di vivere o di morire?
Non parlo di suicidio, ma di lenta consunzione di abbandono della mia umanità, della gioia del vivere, della riconciliazione con la vita.
Vorrei vivere di nuovo con gioia, ma la triste verità è che non ci riesco.
Anche il dolore è un cancro e non esistono cure. Come per i tumori che ci hanno portato via i nostri amati, tutto dipende da come si reagisce. Io non mi faccio più un dovere di reagire. Semplicemente sono stanca. Non devo chiedere scusa a nessuno se non so come vivere senza di lui
Si lo so che era solo un uomo, ma per me era la mia vita. Il mio passato, il presente e il futuro. Tutto doveva essere con lui
Sto facendo da cinque anni sacrifici immani per crescere le nostre figlie e oramai mi si piegano le ginocchia.
Il dolore non migliora niente: rende rancorosi, astiosi e invidiosi. Non sopporto più la gente e ci sono posti dove non riesco più ad andare.
La famiglia di lui si è comportata fin da subito come se fossi una sconosciuta e il lutto riguardasse solo loro . I miei non hanno mai tentato di capire cosa e quanto ha devastato di me e delle mie figlie la perdita di mio marito.
Sua madre può piangere fra le braccia di suo marito e degli altri due figli grandi; io sopprimo le lacrime e mi asciugo velocemente il viso se sopraggiunge la mia bimba più piccola, non posso sfogarmi come farei con degli adulti perché sono piccole e non è giusto turbarle quando magari hanno voglia di stare serene.
È tutto un gioco al massacro che mi uccide giorno dopo giorno sempre più mi ritrovo a comportarmi come lui, quando aveva capito che gli restava poco.
Come te rifiuto l'approccio terapeutico perché sento profondamente di preferire di accorciare i miei giorni, piuttosto che riuscire ad accettare questa inutile, crudele e ingiusta disgrazia. Sento che accettarla sarebbe come sputargli in faccia.
Ho perso interesse per la vita perché ho capito quanto può essere bastarda e non mi aspetto più niente di bello.
Attraverso la malattia di mio marito ho capito che esistono il male e la sofferenza senza un perché e che nessuno farà il miracolo di venirmi a salvare, come nessuno ha fatto il miracolo di salvare lui. In altre parole, ho iniziato ad abbandonarmi all'idea che certe cose non si possono controllare, che esiste la sfortuna e che noi ne abbiamo avuta tanta.
Mi dispiace, non sono consolante. Sentivo solo il bisogno di lasciare la mia testimonianza.
celeste09
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Re: Mi manca da morire

Messaggio da celeste09 »

giovanni72 ha scritto: mar 2 ott 2018, 10:40 Grazie a tutti,
in realtà sono andato e sto andando da uno psicologo, ma non vedo miglioramenti. Sto iniziando a pensare di essere un po' "refrattario" ad una analisi profonda di me stesso e di quello che provo. La corretta applicazione delle tecniche psicoterapeutiche presupporrebbe che io almeno accettassi il fatto compiuto: è successo, non posso farci nulla, punto. E lì sta il punto .... non lo accetto. Continuo a negarlo a me stesso, quasi fossi convinto che un giorno lei ritornerà. A questa negazione contribuiscono molto i miei sensi di colpa: dall'inizio della sua malattia, nel 2009, non riuscivo ad accettare che lei fosse così cambiata. Era viva, stava bene e aveva buone probabilità di farcela, e per me quello era sufficiente. Ma lei era caduta in uno stato di prostrazione perché, per rimuovere la malattia, le avevano tolto l'utero e le ovaie, e quindi la possibilità di avere figli. Ci sono stati tanti tanti litigi, anche furiosi, ed un paio di volte ho lasciato la nostra casa per qualche giorno perché non ce la facevo più a vedere il nostro rapporto che andava in pezzi. Il fatto di esserle stato vicino ogni ora, ogni minuto, ogni notte, nella sua ricaduta, e fino a che non ha chiuso gli occhi, non attenua questo sentimento colpevole che provo. A volte mi incolpo anche della sua recidiva, arrivo persino a pensare che se l'avessi lasciata più tranquilla ora sarebbe viva. Mi dicono che è normale, e che nessuna coppia è perfetta, ma non riesco davvero a farmene una ragione.
Giovanni, potrei avere scritto io tutto quello che leggo in questo intervento.
Anch'io ho litigato con mio marito.
Litigavamo molto anche prima della malattia. I nostri scontri sono sempre stati antipatici. Io sono una che si infiamma facilmente e lui era un testardo di prima classe. Volavano insulti e frasi del tipo "accidenti a quando ti ho sposato".
Durante la malattia non sono stata sempre calma e dolce perché il chirurgo mi aveva devastata mettendo me ( e solo me) a parte dell'unica vera verità: mio marito si trovava in condizioni disperate e non sarebbe vissuto più di sei mesi.
Il panico ha prevalso e mi ha fatto negare la realtà delle cose. Non ho saputo accudire un terminale, piuttosto ho cercato di aggrapparmi alla speranza che potesse guarire. Così gli facevo seguire la dieta più corretta, gli dicevo continuamente di reagire, gli rinfacciavo di lasciarsi andare. Nelle ultime settimane lo tormentavo affinché si sforzasse di bere. A mia parziale discolpa posso dire che anche lui aveva reagito come me: negava la gravità della sua condizione e si rifiutava di collaborare. Del resto eravamo due giovani con due figlie piccole che vivevano un incubo. Nessuno di noi due voleva accettare che fosse tutto vero.
Nessuno ci ha mai veramente aiutati. Tutti al sicuro nelle loro casette, mentre noi eravamo in mezzo ad emergenze continue.
Anch'io ho tanti sensi di colpa. Non aiutano a stare meglio e nessuno può curarli. L'unico che potrebbe non c'è più . Le parole degli altri mi suonano vuote e inutili. Che ne possono sapere loro di cosa c'era tra me e lui? E quando mi dicono di farmi forza perché lui l'avrebbe voluto, mi vengono in mente solo i suoi occhi disperati e impauriti. Lui voleva vivere. Io so solo questo. Voleva vivere e invece è morto. È in un loculo dentro ad un muro da cinque anni. A volte lo immagino al buio in quella bara e vorrei essere lì a condividere quell'ingiustizia.
Non farti sensi di colpa perché litigavi con tua moglie. È umano. Anche lei avrà fatto i suoi "capricci". Nessuno è pronto ad affrontare l'inferno nel pieno della vita. Le sei stato accanto quando occorreva, come ho fatto anche io con mio marito. L'ho accudito come potevo e come riuscivo. È questa dannata sfortuna che è in debito con noi.
PETRAINES
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Re: Mi manca da morire

Messaggio da PETRAINES »

Io, vedova da più di due anni, vi dico che ho ricevuto vari segnali. Ultimamente per due volte il mio cellulare si è illuminato ed è comparsa la scritta: ABBI CURA DI TE. Non avevo nessuna app aperta ed ero in silenzio sdraiata sul letto col cellulare vicino. Sto elaborando il lutto pensando che purtroppo c'è un destino a cui non si può sfuggire. È tutta la vita che ho premonizioni, sensazioni positive o negative, presentimenti. Le avevo anche su mio marito, così precise da stupire persino me stessa. Eppure non ho potuto fare nulla. Avrei dovuto andare dal medico di famiglia e dirgli che avevo dei presentimenti? Tra l'altro mio marito, avendo il porto d'armi, faceva esami tutti gli anni, ed erano sempre a posto. Quest'ultimo messaggio che ho ricevuto mi fa capire che davvero devo avere cura di me. È quello che lui vuole e che vogliono tutti quelli che ci hanno lasciato e ci volevano bene.
celeste09
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Re: Mi manca da morire

Messaggio da celeste09 »

PETRAINES ha scritto: dom 13 nov 2022, 13:56 Io, vedova da più di due anni, vi dico che ho ricevuto vari segnali. Ultimamente per due volte il mio cellulare si è illuminato ed è comparsa la scritta: ABBI CURA DI TE. Non avevo nessuna app aperta ed ero in silenzio sdraiata sul letto col cellulare vicino. Sto elaborando il lutto pensando che purtroppo c'è un destino a cui non si può sfuggire. È tutta la vita che ho premonizioni, sensazioni positive o negative, presentimenti. Le avevo anche su mio marito, così precise da stupire persino me stessa. Eppure non ho potuto fare nulla. Avrei dovuto andare dal medico di famiglia e dirgli che avevo dei presentimenti? Tra l'altro mio marito, avendo il porto d'armi, faceva esami tutti gli anni, ed erano sempre a posto. Quest'ultimo messaggio che ho ricevuto mi fa capire che davvero devo avere cura di me. È quello che lui vuole e che vogliono tutti quelli che ci hanno lasciato e ci volevano bene.
Mi è successo qualcosa di simile svariate volte. L'ultima l'altro giorno. Tecnologia, si può pensare, però stavo ascoltando delle conversazioni telefoniche che mio marito aveva inconsapevolmente registrato mentre parlava con le zie, suo fratello, suo padre e me. Ogni tanto riascolto la sua voce, anche se mi riporta indietro di cinque anni perché queste conversazioni si collocano nel periodo della malattia.
Le zie di mio marito tendono a sovrapporsi alla sua voce poiché parlano incessantemente.
Ho pensato che sarebbe stato bello escludere dalla conversazione la loro voce per sentire solo la sua e improvvisamente è scomparsa la voce di sua zia e si sentiva parlare solo mio marito.
Devo anche precisare che queste registrazioni le ritrovai per purissimo caso e in modo assolutamente incomprensibile e involontario pochi mesi dopo la sua morte il giorno stesso in cui avevo pensato che avrei voluto tanto avere un video per sentire ancora la sua voce.
Anch'io ho avuto premonizioni. A volte sognavo mio marito tutto insanguinato e poi sognavo di vagare per le tombe, sognavo il prete che ha celebrato il funerale e durante la malattia ho avuto un chiaro sogno premonitore perché un dettaglio oggettivo, che non potevo conoscere e che era del tutto irrilevante, l'ho riscontrato senza dubbio.
A quel tempo mi attaccavo moltissimo a queste coincidenze, adesso è subentrata un'apatia tremenda. Non riesco più a credere in nulla e niente mi consola. Anche se lui c'è, io sono sola e la vita non fa sconti. Non sento l'effetto di un angelo vicino a me.
celeste09
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Re: Mi manca da morire

Messaggio da celeste09 »

giovanni72 ha scritto: gio 4 ott 2018, 10:48 Io non sono credente o meglio, pensavo di esserlo, ma davanti a tanta ingiustizia come si fa a continuare a credere in un Dio buono e misericordioso? Mia moglie se ne è andata a 39 anni e volete sapere come è stata la sua vita? Abbandonata dalla madre quando aveva solo 12 anni e cresciuta dai nonni, perchè nel frattempo il padre, un essere miserevole e senza spina dorsale, si era prontamente rifatto una vita e concepito un'altra figlia (e rifiutando di fatto gli altri due, che andava a trovare solo per le feste comandate). Mia moglie soffriva enormemente per la mancanza di una famiglia vera, glielo leggevo negli occhi. Sognava il riscatto da questa condizione, sognava di essere una madre esemplare per i nostri figli... ed invece proprio mentre stavamo provando ad averne uno, a 33 anni e dopo appena un anno di matrimonio, la scoperta del cancro. Rimozione dell'utero e delle ovaie e addio per sempre alla procreazione. Questa cosa mi ricorda tanto il contrappasso dantesco, una sorta di punizione divina, con la differenza che nel caso di mia moglie lei era l'ultima persona al mondo che dovesse essere punita per qualcosa (anche questo dovrebbe dimostrare quanta bontà dovrebbe avere questo Dio, se davvero esistesse....sarebbe ben crudele). Ho rintracciato sua madre, che come niente fosse ha accettato di rivederla, convinta che quello che era successo (20 anni di allontamento VOLONTARIO dai figli!) non fosse una sua responsabilità. Ha preteso di vivere il rapporto con la figlia come se non fosse successo nulla, lamentandosi persino del fatto che mia moglie sembrava "fredda" nei suoi confronti. Questa donna vive lontano dalla nostra città e ancora più lontano da Padova, che è stato l'ultimo ospedale in cui siamo stati. Nonostante questo, se mia figlia fosse stata in fin di vita, io avrei preso un treno e dormito magari nella corsia dell'ospedale pur di starle vicino. Invece quando sua figlia è morta lei non era nemmeno lì, a stringerle la mano. Quindici giorni dopo la morte di mia moglie, suo fratello, che compiva gli anni, ha festeggiato allegramente con tanto di foto postate su Facebook, sorridente e con spumante in mano. Secondo Dio QUESTE persone sono degne di vivere e mia moglie no? Se ci fosse davvero una giustizia erano LORO quelle che sarebbero dovute morire, non quell'angelo di mia moglie. Nei suoi ultimi giorni, una volta si è tirata su sul letto, mi ha afferrato e mi ha detto "Amore, io ho solo te".... Quando racconto questo episodio le persone mi dicono "E non sei contento ? E' bellissimo quello che ti ha detto". NO, non sono contento, perchè in quella frase c'era tutta la sua disperazione nel constatare che non poteva contare su una famiglia che lei, nonostante tutto, aveva sempre amato e che in cambio le aveva dato solo dolore. Io ero l'unica persona di cui potesse fidarsi, e questo mi fa malissimo. Potete ancora dirmi, in tutta coscienza, che esista un Dio che ci ama e che ci vuole felici ? Io onestamente non posso crederci. Il professor Veronesi disse: "Quando vedo un bambino consumato dal cancro giorno dopo giorno e morire sotto i miei occhi ho la prova che Dio non esiste".
Ti rispondo dopo quattro anni. No, non credo in Dio! Ho fatto le tue stesse considerazioni.
La vita di mio marito non è stata priva di affetti familiari, ma sicuramente povera. Ha lavorato fino da ragazzino, nato in una famiglia arretrata e ottusa, con due fratelli subdoli, il mezzano specialmente, che aveva avviato con lui un'attività, gli ha lasciato da pagare tutti i debiti per finire a fare il disoccupato mantenuto.
Noi a litigare per questo, a rovinare il nostro bel progetto di famiglia con una bimba di un anno e lui a casa con quello strega vagabonda di moglie e le loro due figlie; io a lavorare e a raccogliere frustrazioni in un lavoro che non mi piaceva per niente per poi consegnare tutto a Equitalia e lei a casina sua a fare la casalinga, a seguire la crescita delle loro figlie, a fare colazione con calma la mattina. Noi a volerci male a furia di discussioni e stress e loro a scaricare film su chiavetta e a non battere un chiodo, forse mantenuti da ambo le famiglie.
Nel 2012 finalmente l'ultima rata e la prima vacanza al mare il albergo con nostra figlia di cinque anni. Nel 2013 il traguardo dell'acquisto di una casa con l'aiuto dei miei e poi nel 2015 l'arrivo della seconda figlia, dicembre 2016 il conseguimento della cintura nera di karate che inseguiva da una vita. Tutto sembrava giustamente tornarci indietro. Ma nel febbraio 2017 si è sentito improvvisamente male e da lì abbiamo cominciato a morire un giorno alla volta
I miei stupidi e inutili cognati non si sono mai prodigati né prima né dopo e non descrivo la sensazione che ho provato quando ho visto mia cognata con suoceri e marito lasciare la tomba di mio marito il primo sabato dopo la sua morte, mentre io mi ci avviavo con la piccina per mano. Quella strega, cattiva egoista e fannullona, che in otto mesi del nostro calvario non si era mai sentita, adesso veniva a fare il suo dovere puramente di rito andando sulla tomba di una persona che per lei non era niente e per noi era tutto. Io umiliata, annientata, a pezzi e in disgrazia e loro ancora una volta trionfanti e tranquilli.
Le loro figlie hanno avuto i loro momenti di gloria con cresime e comunioni e la mia, dopo due anni di catechismo, la mattina della comunione ha visto il padre con la febbre, me in preda a una crisi di panico, il vestitino bianco indossato malamente come un sacco e la coroncina sui capelli buttata lì come fosse stata la fascia per lavarsi il viso. Gli altri bambini e rispettivi genitori tutti parati a festa ( compresa mia nipote che si comunicava anche lei), mia figlia distrutta e disorientata, con suo padre che è arrivato tardi in chiesa perché tentava di riprendersi. In quella stessa chiesa è stato celebrato il funerale.
La cena al ristorante, di cui si parlava da mesi e a cui mio marito teneva tanto si svolse in un clima surreale, con lui che ovviamente non riusciva a mangiare quasi niente.
I miei cognati hanno seguitato con le loro vite. Con noi hanno interrotto ogni contatto. Noi abbiamo la vita devastata e loro vanno avanti. Mio marito aveva diritto al suo giusto riscatto. Era l'unico fra tutti loro che aveva il cuore d'oro e meritava la vita dignitosa che volevo realizzasse. I suoi fratelli sono sempre stati invidiosi e non gli hanno mai voluto veramente bene.
Perché è morto lui? Perché non quella stronza di mia cognata o suo marito, fatto a sua immagine e somiglianza, imbroglione, immaturo e invidioso?
Perché mio marito ha avuto così poco dalla vita? Perché quando era venuto il momento di godersi un po' di pace e soddisfazione non ha potuto farlo? Perché lo ha consumato una malattia che lo ha privato della dignità?
 


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