Mi sento in colpa per non aver detto la verità...
Noi abbiamo deciso di non dirle niente e mentivamo spudoratamente. Lei non lo ha mai chiesto e non voleva saperlo, solo ogni tanto parlava della morte dicendo che non sarebbe arrivata ai Santi (il 1 novembre) o che il lenzuolo (quello funebre) era li'. Io piu' di altri l'ho illusa, le dicevo he doveva mangiare per tornare a camminare, che la lastra mostrava stabilita', che se faceva tutte le cure sarebbe guarita e le parlavo del futuro, che avremmo fatto questo e quello. Lei ha lottato tenacemente, con le unghie e con i denti, si e' attenuta col massimo scrupolo al programma medico (la cura palliativa che nella sua ingenuita' pensava fosse risolutiva), guai se tardavamo a darla una delle 20 medicine che doveva prendere. Quando andai all'ultimo consulto, una settimana prima che morisse, mi chiese cosa avessero detto i medici e io risposi che per camminare di nuovo doveva fare fisioterapia e lei aggiunse che lo sapeva che doveva fare la fisioterapia, era ovvio, era l'unico modo per scendere dal letto. L'ho illusa fino all'ultimo giorno, con un trucco le ho fatto mangiare la pappa per neonati visto che non riusciva piu' a deglutire. L'ultimo giorno di vita mi ha detto: sto morendo e ha aggiunto: non voglio morire, portatemi in ospedale. Io le ho detto che non sarebbe morto nessuno e doveva solo riposarsi.
Ho fatto bene? Ho fatto male? Ancora me lo chiedo, so solo che avrebbe reagito male alla notizia, la conoscevo bene e sono a posto con la mia coscienza. Mi spiace solo averle mentito cosi'... A volte penso che cercavo di convincere me stesso che sarebbe guarita.
Ho fatto bene? Ho fatto male? Ancora me lo chiedo, so solo che avrebbe reagito male alla notizia, la conoscevo bene e sono a posto con la mia coscienza. Mi spiace solo averle mentito cosi'... A volte penso che cercavo di convincere me stesso che sarebbe guarita.
Mariasole hai ragione o, meglio, anche per me e' stato così. Il nostro dolore non si attenua ma il pensiero di avere contribuito ad attenuare il loro può essere di conforto alle nostre giornate più faticose, quando la nostalgia fa più male. Ogni giorno bisogna rinnovare dentro di noi il senso di una cosa tanto crudele ed inaccettabile, e' faticoso ma indispensabile farlo.
Un abbraccio a te mia cara Mariasole e a tutti voi.
Un abbraccio a te mia cara Mariasole e a tutti voi.
Ciao a tutti, solitamente Vi leggo e basta. Ultimamente sono più triste del solito e di conseguenza se si tocca l'argomento, mi permetto di esprimermi.
Premetto però che sono obiettiva e perciò realista; e come dice chi mi conosce al posto del cuore ho un sasso.
Quando ho "dovuto" ascoltare il "verdetto di morte" per mio fratello ho ascoltato così bene l'oncologa, che ancora riecheggiano le sue parole: se il malato lo chiede, Noi medici siamo obbligati a rispondere!
Questo per dire che ognuno di noi decide il "se" per il proprio caro.
Poi però, bisogna convivere con la scelta fatta..qualunque essa sia..
Monik
Premetto però che sono obiettiva e perciò realista; e come dice chi mi conosce al posto del cuore ho un sasso.
Quando ho "dovuto" ascoltare il "verdetto di morte" per mio fratello ho ascoltato così bene l'oncologa, che ancora riecheggiano le sue parole: se il malato lo chiede, Noi medici siamo obbligati a rispondere!
Questo per dire che ognuno di noi decide il "se" per il proprio caro.
Poi però, bisogna convivere con la scelta fatta..qualunque essa sia..
Monik
Monik
Posso dirvi la mia di esperienza : io so benissimo la gravità della mia malattia addirittura sino al punto di sapere quella che dovrebbe essere il decorso stesso della malattia. I miei famigliari invece rifiutano spesso l'evidenza pensando possa succedere il miracolo. Onestamente ci dico che avrei preferito che qualcuno mi avesse detto una bugia perché almeno vivi con una speranza. Quindi non vi fate colpe quando le cose le avete fatte a fin di bene.
Leggere le vostre esperienze mi porta un pò di pace...da quando non c'è più non faccio altro che sentirmi in colpa per non averglielo detto, io e papà continuiamo a chiederci se lei lo sapesse. speravamo ci avesse lasciato una lettera o qualche parola di confornto...ma nulla...ci siamo solo noi, il silenzio e i dubbi...
sapevamo della malattia, ma non pensavamo stesse a quel punto, nessuno ce l'ha fatto capire...tutto sembrava sotto controllo. ma lei inizia a vomitare. andiamo dal medico di famiglia che ci spaventa inoltrando una richiesta di assistenza domiciliare ad una casa di cura. Il giorno dopo chiamiamo l'oncologo e il chirurgo e ci dicono che dovrebbe essere solo una stenosi e che con l'intervento avrebbe risolto. pensavamo stesse meglio, infatti le abbiamo anche raccontato di come ci ha spaventato il dottore di famiglia, e lei "non mi dite mai niente!" e io nella mia ingenuità: "non ti preoccupare mamma, ora stai bene! lui non conosceva il tuo caso!"
ma dopo continua a peggiorare e la riportiamo all'ospedale: era venerdì. il medico ci ha detto di passare lunedì per vedere cosa avessero deciso. Arriva lunedì, lei continua a peggiorare (anche problemi di memoria)...vado a trovarla e tocca a me parlare con medico...mi dice di andare nel suo studio...e non dimenticherò mai le sue parole, non sono stata in grado di chiedergli nulla...ho vagato per i corridoi dell'ospedale cercando di smettere di piangere, ho parlato con papà al telefono, abbiamo deciso di non dirglielo per ora, magari una volta a casa...sono entrata nella sua stanza con un falso sorriso ma poi sono scoppiata subito a piangere, dicendole che deve fare un'altro intervento(in realtà una sacca dove vuotare il contenuto dello stomaco per non farla più vomitare) e che dopo sarebbe andata meglio...lei un semplice va bene...dieci minuti dopo: "senti, ma cosa ti ha detto il dottore? ci hai parlato?" e da lì glielo dovuto ripetere ancora e ancora con tanto dolore, ma un minimo sollevata...non sapeva più che le stesse succedendo...in pochi giorni non ci riconosceva più...e dopo 12 giorni da quel lunedì...tutto in così poco tempo...sto iniziando a realizzare solo ora, dopo 6 settimane...forse per questo ho scritto solo fatti e non sentimenti, non avevo fatto in tempo a metabolizzare la notizia...
scusate il papiro...io non so se siamo stati troppo ingenui o non volevamo accettarlo, ma rimane retorica la domanda: averlo saputo avrebbe cambiato qualcosa?
personalmente vorrei saperlo (come Giuseppe), ma poi non so se avrei la forza di lottare...
sapevamo della malattia, ma non pensavamo stesse a quel punto, nessuno ce l'ha fatto capire...tutto sembrava sotto controllo. ma lei inizia a vomitare. andiamo dal medico di famiglia che ci spaventa inoltrando una richiesta di assistenza domiciliare ad una casa di cura. Il giorno dopo chiamiamo l'oncologo e il chirurgo e ci dicono che dovrebbe essere solo una stenosi e che con l'intervento avrebbe risolto. pensavamo stesse meglio, infatti le abbiamo anche raccontato di come ci ha spaventato il dottore di famiglia, e lei "non mi dite mai niente!" e io nella mia ingenuità: "non ti preoccupare mamma, ora stai bene! lui non conosceva il tuo caso!"
ma dopo continua a peggiorare e la riportiamo all'ospedale: era venerdì. il medico ci ha detto di passare lunedì per vedere cosa avessero deciso. Arriva lunedì, lei continua a peggiorare (anche problemi di memoria)...vado a trovarla e tocca a me parlare con medico...mi dice di andare nel suo studio...e non dimenticherò mai le sue parole, non sono stata in grado di chiedergli nulla...ho vagato per i corridoi dell'ospedale cercando di smettere di piangere, ho parlato con papà al telefono, abbiamo deciso di non dirglielo per ora, magari una volta a casa...sono entrata nella sua stanza con un falso sorriso ma poi sono scoppiata subito a piangere, dicendole che deve fare un'altro intervento(in realtà una sacca dove vuotare il contenuto dello stomaco per non farla più vomitare) e che dopo sarebbe andata meglio...lei un semplice va bene...dieci minuti dopo: "senti, ma cosa ti ha detto il dottore? ci hai parlato?" e da lì glielo dovuto ripetere ancora e ancora con tanto dolore, ma un minimo sollevata...non sapeva più che le stesse succedendo...in pochi giorni non ci riconosceva più...e dopo 12 giorni da quel lunedì...tutto in così poco tempo...sto iniziando a realizzare solo ora, dopo 6 settimane...forse per questo ho scritto solo fatti e non sentimenti, non avevo fatto in tempo a metabolizzare la notizia...
scusate il papiro...io non so se siamo stati troppo ingenui o non volevamo accettarlo, ma rimane retorica la domanda: averlo saputo avrebbe cambiato qualcosa?
personalmente vorrei saperlo (come Giuseppe), ma poi non so se avrei la forza di lottare...
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- Membro
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- Iscritto il: lun 18 ott 2010, 16:08
averlo saputo avrebbe cambiato qualcosa?
Cara Dany, io la penso un po' come Ambra ....
Per ora mio papà sa tutto ... ma credo che arriverà il momento in cui sarà preferibile non dire proprio tutto ...
Non cambia il destino finale di una persona ... ma può un po' cambiargli il quotidiano che vive ...
Qui troverai tanti pareri diversi ... è talmente delicata la domanda che poni ...
Un caro abbraccio
Cara Dany, io la penso un po' come Ambra ....
Per ora mio papà sa tutto ... ma credo che arriverà il momento in cui sarà preferibile non dire proprio tutto ...
Non cambia il destino finale di una persona ... ma può un po' cambiargli il quotidiano che vive ...
Qui troverai tanti pareri diversi ... è talmente delicata la domanda che poni ...
Un caro abbraccio
- carla.carboni
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- Iscritto il: lun 14 nov 2011, 4:21
E se non fosse stato per amore, o semplicemente perchè era più semplice da dire in quel momento? O per paura dell'ignoto domani?
Il fatto è che, qualsiasi decisione si prenda in tutti i "quesiti" che ci pone la vita, bisogna trarNe la FORZA per conviverci.
E non sempre ci si sente straordinari
Il fatto è che, qualsiasi decisione si prenda in tutti i "quesiti" che ci pone la vita, bisogna trarNe la FORZA per conviverci.
E non sempre ci si sente straordinari
Monik
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