Mio papà

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Davide.
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Mio papà

Messaggio da Davide. »

Buona giornata,

vi scrivo gentilmente, per la prima volta, senza sapere bene come parlarne, per cercare un confronto sulla situazione di mio padre, che temo sia arrivata a un grado d'irreale disordine e abbandono che non so in quale modo risolvere favorevolmente.

Come spesso accade, qui da noi "si va di fretta e di corsa", ognuno formula il suo parere nel minor tempo possibile, o si rimanda al collega, o se ne discute la posizione, o ci si perde in procedimenti inconsistenti, lasciando implicitamente che siano i familiari del paziente a sostituirsi, talvolta continuamente e/o profondamente, al personale medico, sempre che il paziente lo si voglia mantenere vivo.

La malattia ci ha portato via la nostra vita. Siamo rimasti mio padre ed io, isolati dal mondo, senza più sapere di chi ci possiamo fidare.

Prima del tumore e delle altre patologie emerse (cerebrovasculopatia multipla con scompenso cardiaco), mio padre a 57 anni era all'apice di una quarantennale carriera con un ruolo di grande importanza, perennemente attivo e psicofisicamente giovane.

Il giorno delle dimissioni dall'ospedale, mio padre non c'era più.

Sono seguiti due anni di malattia steso su un divano, un altro anno e mezzo di non ben chiara "presenza", poi le dimissioni dietro compenso.

Pur considerando la gravità del profilo clinico, nonostante non sapesse più mettere in fila due parole, nessuno ha mai offerto qualche forma d'assistenza, riabilitazione o di aiuto, neppure una parola d'indicazione. Solo un silenzio d'astensione, come fosse tutto normale.

L'anno successivo gli esami riportarono un marcato deficit cognitivo, compromissione grave delle funzioni esecutive e mnesiche, a cui si sommavano deliri, visioni, fortissime paranoie, perdita della capacità di giudizio, che però vedevo solo io, quando era a casa.

Ho dovuto rieducarlo e salvarlo da condizioni pericolose che credevo esistessero solo in letteratura come casi limite.

Dopo sei anni di completa assenza d'intervento sanitario, dopo aver perso lavoro, vita sociale, abitudini, patente, tutto, il medico di base, vista la condizione, ci ha proposto e certificato l'invalidità con accompagnamento. (Il fatto che, a questo punto, dopo tutto quello che ci è successo, ci fosse offerto del denaro, lo trovavo umiliante. In ogni caso, ho seguito il parere del medico e ho portato mio padre alla commissione ASL)


Il verbale della Commissione riporta:

"INVALIDO con TOTALE e permanente inabilità lavorativa 100% e con necessità di assistenza continua non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani (L.18/80)". Codice DM 1001

"Ai sensi dell'art.4 delle legge 05 febbraio 1992 n.104, la Commissione Medica riconosce l'interessato: PORTATORE DI HANDICAP IN SITUAZIONE DI GRAVITA' (COMMA 3 ART.3)"


Tuttavia, ritenendo la documentazione fornita non del tutto esauriente, la commissione Inps ha richiesto una rivalutazione neuropsicologica completa, che si è tenuta oggi e dove si è presentata l'ennesima circostanza che definirei "curiosa":

pur avendo accertato che le condizioni di mio padre sono persino peggiorate rispetto a quelle emerse dalle precedenti analisi e che hanno portato la Commissione Medica a quelle conclusioni, che c'è demenza, che c'è tutto quello che vogliamo, la neuropsicologa si è chiesta la ragione, il motivo del parere della commissione ASL e ci ha avvisati che, come l'Inps, per lei non sembrano esserci gli estremi per l'accompagnamento.


A questo punto, secondo voi, come dovrei comportarmi?


Mille grazie veramente, un caro saluto,

Davide
Ultima modifica di Davide. il ven 17 nov 2017, 17:33, modificato 1 volta in totale.
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Franco953
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Re: Mio padre

Messaggio da Franco953 »

Ciao Davide
Fai ricorso . Quando ti arriverà il verbale con la decisione della commissione , in calce alla lettera sono indicati i tempi entro i quali puoi ricorrere.
Rivolgiti inoltre ad un Caf oppure anche al sindacato e valuta con loro quali sono le possibilità che hai a tua disposizione
Sentirei anche il servizio help line di AIMAC. Può darsi che loro ti possono dare dei validi suggerimenti
Il servizio di help-line è attivo dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 19:00

Numero verde 840 503579
Telefono fisso 06 4825107
Fax 06 42011216
Indirizzo di posta elettronica info@aimac.it

Franco
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Davide.
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Re: Mio padre

Messaggio da Davide. »

Franco, grazie mille.

Oggi avevo contattato l'help line, dove mi ha risposto una persona gentilissima.
A quanto pare l'inps ha un tale peso che poco si può dire... e tendono a basarsi solo sul dato numerico dell'mmse (nonostante la normativa non parli solo di quello...)

Seguirò il consiglio di rivolgermi al Caf e al sindacato e di fare ricorso se eventualmente il parere fosse contrario.


Non so cosa dire... vi ringrazio davvero molto.


Davide
Margot_Roma
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Re: Mio padre

Messaggio da Margot_Roma »

Incredibile Davide. In questo mondo non esiste alcun tipo di giustizia.
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Davide.
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Re: Mio papà

Messaggio da Davide. »

"Noi modelliamo la cultura secondo la nostra immagine, così come a nostra volta siamo modellati dalla cultura." Alexander Lowen

Negli ultimi decenni si è diviso, sconnesso, per non dire dissolto, il tessuto sociale italiano, contribuendo a formare uno zoccolo resistente di disinteresse e di distacco nei confronti dei problemi e delle difficoltà delle persone e delle famiglie.

La sociologia utilizza il termine "società agonica", riferendosi alle condizioni di vita dell'uomo dell'Ottocento e se osserviamo gli scritti e le annotazioni degli scrittori italiani di quel periodo, notiamo una preoccupante vicinanza con le difficoltà, i contrasti e le controversie che affrontiamo oggi quando non abbiamo la possibilità di risolvere i problemi con le nostre sole risorse.

A livello inconscio, domina e imperversa il "retropensiero":

marito e moglie non sono una famiglia: prima o poi divorziano. Genitore e figlio non sono neppure loro una famiglia, anzi, ancora meno: i figli vogliono solo il denaro e divertirsi senza fare nulla.

In sostanza la famiglia non esiste nel concreto, non esistono legami, affetti, non esiste amore: irrazionali e insensati concetti fuori moda.

Dobbiamo ammettere che sono stati questi i valori e i sentimenti che hanno delineato e fondato (dall'alto) la nostra società negli ultimi tre/quattro decenni. Una società spiccatamente narcisistica e il disturbo narcisistico di personalità si diagnostica, si riconosce, quando una persona vive e agisce senza considerazione dei sentimenti propri e di quelli del suo prossimo.

Per questa ragione non abbiamo mai chiesto niente a nessuno in questi anni. Il "sottotesto" era chiaro: sempre meglio fare da soli.

E quando abbiamo tentato, con tutta la gentilezza e la pazienza di cui disponevamo, di chiedere un supporto, su di noi è regolarmente scesa una bufera di paradossi che non hanno fatto altro che dimostrare la verità delle sensazioni iniziali.

Mi dispiace davvero molto aver visto persone che dovrebbero sapere, capire, conoscere, in realtà, non avere consapevolezza nemmeno dei fondamentali.

In verità, così come quando gli alunni a scuola devono ripetere l'anno, molti medici, psicologi e dirigenti sanitari, dovrebbero tornare bambini e rivivere la loro vita, sperando che sia loro sufficiente per capire la realtà e i significati della condizione umana.


Un carissimo saluto, buona giornata,

Davide
Ultima modifica di Davide. il ven 17 nov 2017, 17:41, modificato 1 volta in totale.
Margot_Roma
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Re: Mio padre

Messaggio da Margot_Roma »

Il problema principale è che purtroppo nessuno capisce fino in fondo una situazione finché non ci si trova dentro. In tutto è così. Non solo nella malattia. Credo sia sempre stato così ma oggi, a differenza di ieri, esistono anche 'giudici' che prendono decisioni fondamentali sulla vita degli altri e persino sulla morte.
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Davide.
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Re: Mio papà

Messaggio da Davide. »

Buona giornata, un caro saluto.

Grazie al vostro gentilissimo supporto e all'aiuto del Patronato della mia città, sono state riconosciute a mio papà invalidità, accompagnamento e la pensione di anzianità.


A seguito di questa tanto inattesa, quanto ormai insperata risoluzione, volevo gentilmente chiedere un vostro parere.

Il quadro clinico che ha portato le Autorità a decidere in tal senso, è lo stesso dall'anno 2012 e i referti a disposizione lo dimostrano ampiamente. Tuttavia, quando papà si recò all'Inps con la domanda rilasciata dal medico curante sottobraccio (ci andò a mia insaputa, senza il mio supporto...) fu "rimandato gentilmente a casa". Lui mi disse: "per loro non arrivo al 75%".

In quel periodo studiavo all'università e data l'improvvisa malattia che ci colpì, queste procedure erano al di fuori dei miei pensieri e lasciai correre.

Mio padre, quindi, in queste condizioni d'invalidità totale, dopo i due anni di malattia, senza alcuna riabilitazione e/o assistenza, ha dovuto poi giustamente lavorare per altri due anni così come se nulla fosse... visto il ruolo che rivestiva, ci furono situazioni molto critiche con conseguenze molto gravi che hanno influito irreversibilmente anche sulla mia vita.

Di conseguenza, mi chiedevo questo: se l'iniziale diniego da parte dell'Inps (da cui seguirono "per inerzia" l'assenza di assistenza e di ausilii successivi) fosse stato provocato da un comportamento apparentemente "troppo sano" di mio padre o da un suo irrazionale procedere (sembra una persona molto giovane, ma è purtroppo malato) e non dalle cartelle cliniche (che sono sempre le stesse), qualcuno sarebbe tenuto a rispondere di tutto questo?


Un sincero grazie,

Davide
Ultima modifica di Davide. il ven 17 nov 2017, 17:43, modificato 2 volte in totale.
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Davide.
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Re: Mio papà

Messaggio da Davide. »

Post Scriptum

Durante l'ultima visita tenutasi a Ottobre presso l'Inps e alla quale ero presente, ho assistito a un clima di generale diffidenza e scetticismo di fronte a referti clinici molto chiari, irreversibili e rilasciati dalla struttura pubblica, insieme a una considerazione praticamente nulla del Verbale definitivo della Commissione Medica per le Invalidità.

Venne quindi richiesta un'ulteriore visita, che ha inevitabilmente ri-attestato il quadro clinico.

In assenza della mia persona e del mio "perseverare nel giusto", mio padre avrebbe ricevuto lo stesso diniego della volta precedente.
Solidea
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Re: Mio papà

Messaggio da Solidea »

Che vergogna, Davide...ma tanti complimenti a te, sei stato davvero bravo a non cedere mai e a lottare così tanto per tuo padre.
Un abbraccio
L'amore per una nostro caro non si manifesta solo negli ultimi istanti della sua vita ma è una costante presenza in tutti gli anni passati insieme
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Davide.
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Re: Mio papà

Messaggio da Davide. »

Mille grazie Solidea.

Si è soliti dire che la Sanità del Nord sia un fiore all'occhiello: mi auguro di cuore che nelle sale operatorie non si proceda con lo stesso arbitrio e la stessa mancanza di giudizio così come è accaduto (evidentemente) tra i "medici di scrivania" in questi sei anni.

Durante la visita presso la Commissione Inps, ho assistito a posizioni umanamente degradanti che sono stra-conosciute e riconosciute da chi è in possesso di una solida formazione psicanalitica, psichiatrica o filosofica, ma verso le quali il cittadino comune è inerme vittima.

E' condizione patologica agire senza sentimenti e quando una dottoressa di una commissione alza la voce senza che nessuno l'abbia fatto prima di lei, o che un'assistente sociale arrivi a mettere continuamente in dubbio il parere delle Commissioni preposte senza aver visto il paziente, è segno concreto di mancanza di senso della responsabilità, di comprensione del contesto e di grave degrado educativo e umano.


Un sincero abbraccio.
 


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