QUELLO CHE LASCIA IL CANCRO

In questa stanza è possibile dare parola a ciò che si vive come paziente, familiare, amico, condividendo la propria esperienza ed esprimendo le proprie emozioni in un clima di accoglienza, fiducia e rispetto.
paola51
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Re: QUELLO CHE LASCIA IL CANCRO

Messaggio da paola51 »

cara Vania, guarda che mi sono messa in testa: che tu sia bellissima! Ma e' come se gli specchi di casa tua siano oscurati dal velo del lutto, il lutto per la morte della tua mamma che non riesci a superare anche perche' nessuno ti ha aiutato. Scosta il velo per un attimo, passati un rossetto brillante sulle labbra, lo vedi che sei bella? bella come tutte le donne che hanno sofferto (qui c'e' n'e' un vasto campionario!) e che hanno negli occhi qualcosa di speciale e ce l'hanno solo loro...purtroppo, ma e' speciale sul serio, e' una malinconia sottile, e' come un canto che viene da lontano, non capisci le parole ma lo senti. Potresti provare ad essere la mamma di te stessa, ad esempio. Curati, coccolati, cerca di volerti molto molto bene, sei una persona straordinaria, si capisce da quello che scrivi. Come Erika, come Linetta, come tante altre. Una mamma come la tua non si dimentica facilmente mi pare chiaro, io sento di amarla per quel suo sferruzzare il giorno di Natale e perche' ti invitava a uscire e a distrarti. E questo e' l'amore capisci? questo e solo questo e' il vero amore. Per quanto riguarda tuo marito ti pregherei di ricordare che la psicologia maschile e quella femminile sono molto diverse e destinate a incontrarsi poco rispetto alle aspettative, soprattutto nella quotidianita'. Faccio una riflessione, vorrei ne parlassimo. Su questo forum e' come se ci fosse un muro che divide donne da uomini: ognuno si tiene il suo tumore e ne parla con i suoi simili. Fatte salve poche onorevolissime eccezioni non ci si mischia. E' chiaro che il dettaglio della malattia, i consigli, l'approccio sono diversi ma il consolarsi a vicenda? come mai un uomo non entra qui tra noi a consolarci? E come mai non lo facciamo noi donne con loro ? Qualche volta mi sono addentrata nel reparto "prostata" e l'ho anche scritto: sono simpatici, hanno la battuta facile nonostante i drammi. Come mai non ci mescoliamo? Tuo marito probabilmente aveva paura del dolore che sentiva affiorare nelle tue preoccupazioni e cercava di sminuirne la portata: si difendeva... da uomo.... Vedi che i figli (i giovani sono sempre diversi) se piangi ti abbracciano: per loro i muri divisori non esistono ancora. Insegnaglielo tu da brava mamma super donna , questo sara' il tuo compito da qui a Natale. Ti abbraccio forte, ma forte
Milena66
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Re: QUELLO CHE LASCIA IL CANCRO

Messaggio da Milena66 »

Paola, mi sono commossa a leggere le tue parole. Meriti una risposta più profonda delle tue o tre parole che ti sto scrivendo....
Ma devo aspettare che le lacrime smettano di scendere...
Erika76
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Re: QUELLO CHE LASCIA IL CANCRO

Messaggio da Erika76 »

Paola, sei sempre speciale. Quanto è vero quello che dici, una melodia delle quali non riconosci le parole e occhi speciali, occhi di ha sofferto, per questo credo chi ha perso ama ancora di più, con più forza. Ma sempre per questo, non amiamo noi stesse quanto amiamo gli altri, quasi non lo meritassimo. Quando Dani stava male, io non potevo prendermi cura di me. L'ho fatto dopo. Ho quasi 38 anni e tutti mi dicono che sembro una ragazzina. Forse fuori, ma dentro ho tutti gli anni che ho, me li sento addosso e sono arrivati tutti in un colpo. Non mi pesano. Questa sono io. Hai ragione Paola, psicologia maschile e femminile sono divergenti a parte rarissimi casi, uno ce l'abbiamo qui (Art tanto lo sai che parlo di te fratellone). Forse perché nessuno è in grado di consolare una donna come lo fa una donna. La donna non si limita a consolare, la donna sprona, invita ad andare avanti. Forse è per questo che tanti di noi buttano fuori tutto qui e non a casa con il compagno o la compagna per chi ancora ce l'ha.
In quest'anno di AIMAC, ho conosciuto persone splendide, Paola, Vania, Linetta, Debi e anche la piccola Ambra che è sparita. Non è un caso se qui s'incontrino persone speciali, il dolore ci rende tali, e questo è il lato positivo. L'avevi detto tu Paola, la felicità quasi non lascia traccia, il dolore invece scava cicatrici.
P.S. io una foto di Vania l'ho vista ed è inutile che si definisca uno struzzo perché io ho le prove che è bella davvero, occhioni blu!! Così ti ho fregata!!
Milena66
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Re: QUELLO CHE LASCIA IL CANCRO

Messaggio da Milena66 »

Paola, le tue parole mi hanno commossa profondamente perché sono vere e dettate da un’anima buona.
Non ricordo se fosse il Talmud o qualche altro libro sacro, ma ricordo questa frase: “Dio conta le lacrime delle donne”, proprio a significare che le donne sono più inclini a cogliere la sofferenza del mondo e proprio per questo si fanno carico di portarsi addosso il dolore dell’umanità.
E’ dunque verissimo che la psicologia maschile e femminile si incontrano raramente e mio marito ha ammesso più volta di aver avuto paura del dolore e soprattutto ha avuto paura di affrontarlo per il timore di non saperlo sopportare, ma ahimè io sono una donna e non avendo nessun riferimento femminile con cui condividere il mio lutto non ho potuto superarlo.
Se per essere bellissima intendi che il mio sguardo è velato di pianto, sì sono bellissima perché il mio canto viene da lontano e offusca la vista delle cose belle che comunque sono capitate nella mia vita, primo fra tutte i miei figli che mia mamma non ha potuto conoscere. Forse per questo non mi perdono, non mi perdono il fatto di non averla saputa rendere nonna quando era in vita e per non averle fatto vedere l’azzurro meraviglioso degli occhi di mia figlia e la dolcezza infinita del sorriso di mio figlio. Oh quanto li avrebbe amati, lei che sapeva amare oltre la sua malattia e la sua stessa vita.
Raramente parlo di mia madre con qualcuno, ma le rare volte che lo faccio è con mia figlia che in quanto donna è già molto orientata verso l’empatia e spesso si dispiace per non aver potuto conoscere la nonna. Una volta mi ha chiesto se la nonna non poteva scendere dal cielo per venire a conoscerla e ha concluso con un: “che peccato!”.
Dovrei imparare ad essere la mamma di me stessa, ma sono troppo impegnata ad essere una buona madre per i miei figli e mi stupisco quando mi ritrovo a compiere gli stessi esatti gesti di mia madre che non sopportavo allora e che adesso mi sembrano sublimi.
Grazie Paola, grazie davvero e dai un bacio speciale alla tua bambina che spero stia bene adesso.


@Erika: che dire di te? Sei speciale e lo sai visto che te l'ho detto un'infinità di volta. Quanto agli occhioni blu, ma lo sapete che alla mia veneranda età ho scoperto di non avere gli occhi azzurri, ma grigio-verdi? :-)
Che il dolore abbia modificato la luce dello sguardo modificandone anche il colore?
Erika76
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Re: QUELLO CHE LASCIA IL CANCRO

Messaggio da Erika76 »

Beh, sono belli, profondi e sono occhi che vedono, piangono e si asciugano per andare avanti. Sapete, spesso mi sono chiesta cosa avrebbe fatto Dani se quello che è accaduto a lui fosse accaduto a me. Non so darmi una risposta. Eppure lo conoscevo così bene... sapete perché? Perché non c'è nulla di scritto, nulla di vero a priori, nulla di scontato. Per questo il dolore non sarà mai eterno, si modificherà, si attenuerà. Siamo noi a volerlo eterno, perché il timore che possa abbandonarci nutre un senso di colpa inespresso: io sono viva, lui, lei no... Ma non abbiamo scelto noi chi doveva andarsene per primo. Non abbiamo dato a qualcun'altro il nostro dolore. Siamo vittime, quanto lo sono loro, con uno svantaggio psicologico: la possibilità di ricominciare a vivere. Questo quello che spaventa. Il dolore è un velo, un filtro, che cela, attutisce il presente, smorza il futuro e la paura più grande, una volta passato il terremoto, è che lasciando andare il dolore ci si possa scontrare con la realtà, qualunque essa sia. Una realtà in cui taluni non si sentono amati o supportati, una realtà in cui chi è nuovamente oggetto d'amore ha paura a lasciarsi andare perché tutto potrebbe di nuovo cambiare in un momento. Il dolore, così come lo è stata la malattia, è una certezza, un punto fermo. Ma deve essere sradicato, fare spazio a un frammento di anarchia in cui il cuore possa battere senza costrizioni e poi passata la fase anarchica, ritroveremo un equilibrio, piano, gradualmente, lentamente, ma con tenacia, forza e coraggio.
paola51
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Re: QUELLO CHE LASCIA IL CANCRO

Messaggio da paola51 »

"una realtà in cui chi è nuovamente oggetto d'amore ha paura a lasciarsi andare perché tutto potrebbe di nuovo cambiare in un momento". Questo e' il nodo di tutto Erika, una sindrome da abbandono da cui non si guarisce mai, non c'e' rassicurazione che tenga (anche perche' il destino non e' nelle nostre mani). Va solo tenuta a bada, come un cucciolo indisciplinato. E' l'ansia sottopelle, la paura difficile da confessare che frena gli slanci. ma fino a un certo punto... Tu sei tosta, la ricaccerai indietro tutte le volte. Ti ricordi la canzone? La vita e' adesso: mai Baglioni piu' azzeccato !
++++grazie Vania per esserti ricordata della mia bambina...
Erika76
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Re: QUELLO CHE LASCIA IL CANCRO

Messaggio da Erika76 »

Lo sai Paola, io quella canzone la ascolto tutte le mattine mentre vado in ufficio. Mi dà la forza, il coraggio necessario. Tosta sì, ma anche tremendamente fragile, ma sono come sono e forse questo mi ha permesso di riprendere in mano la vita, lasciandola sfuggire ogni tanto solo quel tanto che basta per accarezzare quella dolce musica che viene da lontano e riprenderla poco dopo, afferrarla con forza e trascinarla con me.
Non ti ha mai chiesto come sta tua figlia, vedo che non ne parli, e non voglio invadere un tuo spazio, anche se mi auguro che stia meglio. Quello che è certo è che ha una madre splendida e che le invidio perché la mia mamma non riesce ad aiutarmi, troppo ansiosa, fragile, pessimista... Io sono il suo opposto. Vedo sempre un lato positivo in tutto, anche se il cancro mi ha messo a dura prova. Ma quando mi sento triste, mi dico: e non lasciare andare un giorno per ritrovar te stesso, figlio di un cielo così bello perché la Vita è adesso! E il 10 luglio penserò che in qualunque sera mi troverò non mi butterò via!!
Milena66
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Re: QUELLO CHE LASCIA IL CANCRO

Messaggio da Milena66 »

Grazie a te Paola51 delle parole che ci regali.
Ha ragione Erika quando dice che non parli spesso di tua figlia e capisco anche che tu possa non averne voglia.
Ma noi tutte, le donne coraggio, tifiamo per lei e per te che sei una mamma straordinaria.
paola51
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Re: QUELLO CHE LASCIA IL CANCRO

Messaggio da paola51 »

prima o poi dovremo organizzare un raduno..... chi verra' dal nord, chi dall'altra parte del mare, chi dal sud....bisognerebbe scegliere un posto con tanto verde e tanto azzurro ...per capire se "quello che lascia il cancro" alla fine sono oltre che amicizie stupende seppur virtuali un filo di speranza cui rimanere attaccati tutti.....ma proprio tutti
Milena66
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Re: QUELLO CHE LASCIA IL CANCRO

Messaggio da Milena66 »

Si Paola, bisognerebbe organizzare un raduno in un luogo azzurro, verde e illuminato dal sole.
"Quello che lascia il cancro" è qualcosa di molto intenso sia per chi lo vive in prima persona sia per chi lo vive come famigliare, soprattutto da madre.
Quel sottile filo di speranza cui tutti rimaniamo attaccati è una corda potente, una fune lunga ed attorcigliata che ci tiene aggrappati alla vita, finchè ce n'è.
Come diceva mia mamma: "siamo tutti sotto questo cielo. Oggi a me e domani a te".
Un abbraccio a tua figlia, mamma Paola.
 


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