presentazione e racconto

In questa stanza è possibile dare parola a ciò che si vive come paziente, familiare, amico, condividendo la propria esperienza ed esprimendo le proprie emozioni in un clima di accoglienza, fiducia e rispetto.
vuoto
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presentazione e racconto

Messaggio da vuoto »

Cari amici, carissime amiche,

sono stato fin adesso un frequentatore del vostro forum dall'esterno, nel senso che ho letto moltissime vostre storie e parecchie le ho sentite anche mie, non ho però mai scritto nulla forse perchè non sono molto in grado di esternare con gli altri i miei pensieri e ciò che mi fa compagnia quotidianamente nella mente. Questa volta però, essendo arrivato alla saturazione, ed avendo visto come in molti qui su questa piazza si aiutano e riescono a trovare la forza per andare avanti, vorrei provare a lanciare anche io una richiesta di aiuto più che altro morale dato che intorno a me non riesco a trovarne. Vi ringrazio già da adesso per la pazienza che avrete se vorrete fermarvi a leggere.

Sono anche io, come tanti, un paziente oncologico, da quasi tre anni. Una forma di tumore, la mia, che viene classificata tra le più leggere e le più facili da gestire, a detta degli esperti e dei medici, ossia il tumore testicolare. Mi venne diagnosticato, sotto forma di seminoma, nel febbraio del 2012 e, da subito dopo l'operazione e lo shot di chemio adiuvante fatto a maggio dello stesso mese, è tornato a darmi fastidio nel giugno dello scorso anno, quindi 2013, tanto da dovermi costringere al primo passo della chemioterapia vera e propria, ossia tre cicli di chemioterapia denominati Peb (o Bep che dir si voglia) che, a detta dei medici, dovrebbero essere sufficienti a debellare completamente la malattia. In tutto, dopo la terapia, ho già affrontato tre Tac più una Pet che ne stanno dimostrando la regressione e la scomparsa (sempre parole dei medici) mentre, prima di scoprire la recidiva, avevo già affrontato altre quattro Tac più un'altra Pet e innumerevoli analisi del sangue e altri tipi di visite che sono sicuro un pò tutti conoscete. Insomma, clinicamente non ci sono dati che testimonierebbero, almeno fino adesso, una ripresa della malattia, anche se qui inizia un labirinto vero e proprio che vorrei raccontarvi per poi giungere alla conclusione che volevo esporvi...

Da quest'estate, diciamo orientativamente la fine di luglio e l'inizio di agosto, mi si iniziano a presentare forti dolori a livello di addome destro, più o meno all'altezza del fegato che inizio a sentire aumentato di volume. Dolori che nella maggior parte delle volte mi toglievano il respiro e non facevano muovermi. Potete immaginare quanti pensieri si sono ammassati nella testa, non riuscivo a mangiare, ha iniziato a venire meno il respiro, tossisco tuttora e così via... Più volte mi sono presentato al pronto soccorso per cercare di farmi visitare, e in alcuni casi sono stato anche mandato via nel peggiore dei modi perchè "intralciavo il lavoro" e perchè "stavo bene, è tutta una cosa che parte dalla testa". Inutili e vane le richieste di farmi fare un'ecografia addominale chiedendo insistentemente la prescrizione al mio medico di base, anche qua solito ritornello "non serve", "non te la dò altrimenti alimento le tue paure", "trova un hobby", "sei guarito", "il tumore non tornerà più" e tutte queste belle favolette... Ma io non mi fermo perchè la situazione andava precipitando, i gusti si erano alterati, il fegato non lo contenevo più per il dolore, alla fine, pagando, vado presso una struttura a pagamento e finalmente riesco a ottenere la tanto agognata ecografia. Mi viene trovata una steatosi epatica, probabilmente frutto della chemio, e un qualcosa classificato come sabbia biliare che, probabilmente, mi generava tutti questi problemi. Il primo istinto è stato quello di andare dal medico di base, e così ho fatto, gli ho mostrato il foglio con il referto e gli dico "caro dottore, guarda un pò cosa c'è qui, vedi la mia testa è talmente forte che riesce anche a materializzare della sabbia nel fegato, non sapevo di avere questa prerogativa" e il medico mi guarda, serio, e mi dice: "ma io cosa ti avevo detto ? ti ho detto che poteva essere anche del fango biliare, sei tu che non mi hai voluto ascoltare..." una faccia di bronzo così non l'avevo mai vista, poi per quieto vivere non ho voluto approfondire, ho preso tutto e sono uscito senza salutare.

Questo episodio ho voluto raccontarvelo perchè il punto centrale del discorso dove voglio arrivare è che, da quando sono caduto anche io nella trappola del tumore, se a livello clinico o patologico pare che la cosa si stia risolvendo, a livello morale e umano mi sento davvero come una candela che si sta consumando. Essendo a detta di tutti il tumore al testicolo una forma di cancro perfettamente "guaribile" (questa parola io non la condivido, direi quasi più "curabile") i medici e i familiari, almeno nel mio caso, preferiscono guardare con il paraocchi la mia situazione e continuare a ripetere come una cantilena che "va tutto bene", "non ho niente", "è tutto un fattore psicologico" ignari del fatto che un tumore testicolare, sia pure leggero come dicono loro, sempre cancro è, e come tale va a colpire mortalmente la psiche di una persona anche se ipoteticamente viene eliminato nella sua forma fisica. In famiglia non posso trovare nessun sostegno psicologico perchè mio padre, che è rimasto molto scottato da quanto mi è accaduto, immediatamente chiude l'argomento se io gli dico di aiutarmi ripetendomi le formulette magiche che vi ho detto finora, o alza la voce e impreca (lasciatemelo dire, bestemmia anche) se mi vede piangere o inerte di fare qualsiasi cosa. A tutto ciò vorrei aggiungere anche la quasi totale mancanza di comunicazione con gli oncologi (e in particolare la mia dottoressa di riferimento) che appaiono più come delle entità sovrannaturali impalpabili e irraggiungibili piuttosto che delle persone ancor prima che medici per la professione che svolgono. A volte, quando sono fortunato, riesco a dire due parole con la mia dottoressa per telefono, ma è sempre una comunicazione fugace, ad esempio se io voglio dirle come in questi giorni che non respiro più e che tossisco continuamente da mesi, unitamente al fatto che non reggo più l'attesa di andare a ritirare un referto di una tac o così via, non posso farlo, perchè la conversazione la tiene in mano lei, un minuto, un minuto e mezzo, solita formula di convenevoli "e allora come stai ? dai stai bene ora ti è passato tutto puoi riprendere a fare le tue cose fammi sapere come va la tac io adesso devo partire ci sentiamo al mio ritorno va bene ok ok ciao ciao" e alla fine mi ritrovo a parlare con un telefono muto visto che la linea è già caduta. Analogamente, lo ripeto ancora, anche in famiglia non c'è modo di poter esternare questa bomba che mi è scoppiata dentro perchè si fa finta di non vedere e di non sentire, gli amici che avevo tutti scomparsi e spariti, e piano piano sono sincero, mi sento veramente come un relitto senza speranza che va sempre più a fondo.

Come dicevo prima, di Tac ne ho fatte tantissime, ed ogni volta non ho mai avuto nessuno che mi accompagnasse a farle. O meglio, ho rifiutato che a farlo fosse mio padre, l'unico che poteva accompagnarmi, perchè ogni volta durante il viaggio di andata e ritorno iniziava a montargli la rabbia e incominciava a urlarmi contro di tutto e di più, accusandomi di aver distrutto la famiglia, di essere la causa di tutti i suoi guai eccetera. E così, ogni visita, più ogni attesa per il referto ho iniziato a farla da solo, buttato nella mischia senza sapere cosa mi stava accadendo. Adesso la situazione però si è fatta insostenibile perchè, come vi dicevo, il giorno 23 di questo mese ero prenotato per la solita Tac di controllo, sono andato, l'ho fatta e benchè mi sia stato detto che il referto sarebbe stato pronto per il giorno 27 di questo mese, non sono riuscito ad andare a ritirarlo, non ne ho la forza più che il coraggio. Fisicamente il corpo non tanto mi sta aiutando perchè ripeto queste mancanze di respiro, questa tosse e questi dolori al fegato mi hanno completamente prostrato a livello psicologico, ma anche per il fatto che, casomai qualcosa dovesse esserci a) al reparto di oncologia al momento non so se troverei un medico, date le feste, che mi prende in carico già da ora quindi dovrei trascorrere giornate di agonia intere, b) non oso pensare a cosa succederebbe in casa e c) mantenermi calmo di fronte alla dottoressa nel sentire le sue parole come la prima volta che il cancro mi tornò, dopo che io avevo ripetuto "guardate che qua qualcosa non va" ed aver avuto telefoni su telefoni sbattuti in faccia, mi sembrerebbe quasi impossibile. L'unica cosa che posso fare è quella di stare per questo periodo il più lontano possibile da casa, tanto è vero che come in questi giorni ho fatto ho vagabondato per le campagne per giornate intere per fare ritorno a casa in piena notte.

E'brutto doversi trovare a fronteggiare un qualcosa che è troppo grande per essere affrontato da solo, e io sinceramente non so più cosa fare. Piangere non serve a niente perchè produce l'effetto contrario, urlare la propria disperazione nemmeno altrimenti si viene considerati pazzi, chiedere aiuto perchè non ce la si fa più e sentirsi dire in risposta "ma dai divertiti è natale esci con gli amici, fai finta che hai avuto una carie e sei guarito" men che meno, insomma sono completamente solo, solo in questo tornado che ha distrutto tutta la mia vita, mi ha portato via tutto, i miei ricordi, le cose a cui tenevo di piu, gli amici, e sopratutto mi ha messo il sistema nervoso come se avessi un elettroshock costante, non riesco piu a dormire, a mangiare, a parlare, non so, non so davvero cosa fare...

Se volete aiutarmi voi ve ne sarei grato credetemi, è un piccolo gesto che per me sarebbe tanto. Mi basta anche una sola parola di conforto, per non sentirmi così solo e abbandonato a me stesso.

Un abbraccio di cuore per tutti quanti voi, con sincerità e amicizia!
Simonetta64
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Re: presentazione e racconto

Messaggio da Simonetta64 »

Ciao Vuoto, mi dispiace molto per il brutto momento che stai passando e capisco che questa brutta bestia colpisce non solo il corpo ma anche la psiche, il cuore, la mente e dover condividere tutto da solo deve essere davvero tremendo. Per quanto riguarda i medici purtroppo più delle volte siamo solo numeri, dei casi, delle volte interessanti, altre meno...
Però devi farti forza, devi cercare di trovare il coraggio di ritirare l'esito della tac e portarla al medico, così una volta che saprai che tutto é a posto potrai tirare un sospiro di sollievo ed andare avanti, piano piano, giorno dopo giorno, affrontare tutto con calma senza far accavallare i pensieri, cerca di affrontarli uno per volta, quando ti si presentano, per esperienza personale...comunque quando hai bisogno di una parola, di un po di conforto io sono qui, e sono sicura che come me tanti altri ti saranno vicini, vedrai ce la farai, cd la faremo insieme, non sei solo...
Ti aspetto e ti abbraccio
vuoto
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Re: presentazione e racconto

Messaggio da vuoto »

Simonetta, ti ringrazio per avermi dato il benvenuto e per le tue parole che ho letto attentamente e sulle quali sono d'accordo con te. E'vero, per i medici oramai mi sto rassegnando all'idea che noi siamo solo dei numeri più che delle persone, e soprattutto esseri viventi che non hanno una dignità. Sopportare da solo tutto questo è veramente massacrante credimi, è uno stillicidio che non finisce mai. Forse potrò sembrare banale, ma trovarsi ad affrontare dei controlli medici nel periodo delle festività è quanto di peggio possa capitare perchè proprio in questi giorni senti ancora di più il mondo che ti circonda come un qualcosa di stridente che scava a fondo un abisso nel tuo cuore. Mi è rimasto impresso nella mente il volto indifferente dell'addetta all'accettazione che, prima di consegnarmi il foglio per il ritiro del referto, ha detto a un tecnico esecutore "questo quando lo mettiamo, per il 27 va bene ?" e una volta fatta la tac, essere uscito fuori quasi circondato da una barriera invisibile che mi isolava da tutto ciò che avevo intorno. Beninteso, è chiaro che un cancro non conosce vacanza e quindi se ci sono dei controlli da fare essi devono essere fatti, ma il rovescio della medaglia è questo senso di solitudine che si amplifica a dismisura, che ti azzera i pensieri o meglio te li focalizza solo su una cosa, è come avere un muro davanti che ti impedisce la visuale di quello che c'è dopo, e come tu ti muovi questo muro si muove insieme a te e ti si piazza davanti agli occhi. Sono stanco, stanco veramente di tutto, stanco di vedere il tempo volare misurato tra una tac e l'altra, stanco di sobbalzare al minimo dolore, stanco di essere considerato pazzo, stanco di essere guardato con compassione mista a falsità dalle persone che incontro, stanco di essermi sentito dire dagli psicologi che la soluzione la conosco solo io e devo trovarla dentro di me, stanco di alzarmi ogni mattina con le lacrime agli occhi, stanco di dover fingere di stare bene. A livello di affetti, di ricordi, non ho più nulla, cerco di vivere le mie giornate provando a prendere meno urti possibili, di sentire quanto meno possibile le urla e le grida di mio padre che oramai rasentano la follia, sono stanco di non dormire più la notte, sono stanco di non voler più mangiare. Si parla tanto della figura del "caregiver" ebbene, io lo sono di me stesso. Quello che vorrei è almeno un giorno, una giornata da poter trascorrere libero da questi pensieri, anche poche ore senza incappare in questa morsa. E'come quando un computer viene preso da un virus, solo che lo puoi riparare, il cervello no. E ultimo non ultimo, il referto della tac è lì che mi aspetta. Se non vado a prenderlo io non ci sarà nessuno che lo farà per me. Non riesco più a gioire se viene fuori negativo, o come quella volta che mi documentò il ritorno del tumore, uscii dal locale dove avevo fatto la tac sorridendo ironicamente. Vivere d'accordo, mi si potrà dire che sono vivo, e ne devo essere felice, e che forse mi sto lamentando ingiustamente, ma io rispondo d'accordo, vivere ma a quale prezzo ? quello di diventare un fantasma, un'ombra...

Chiedo scusa ancora per l'irruenza con il quale potrebbe sembrare abbia scritto. Ma credetemi che è la forza della disperazione.

PS: se mi è consentito, un aneddoto che vorrei raccontare e che non è mai uscito fuori e risale ai tempi della prima chemioterapia, durante gli ultimi giorni dell'ultimo ciclo, una cosa vissuta in prima persona : durante l'ultimissima infusione, non reggevo più l'attesa di vedere le gocce del farmaco chemioterapico scendere in vena, non sopportavo più l'ago, non sopportavo più di stare fermo sulla poltrona, allora cosa faccio, prendo la piantana, mi alzo in piedi e provo a passeggiare, sia pure con mille giramenti di testa e conati di vomito trattenuti (ma senza dire nulla per non infastidire le infermiere che avevano a che fare con pazienti che le chiamavano ogni mezzo minuto). Esco dalla sala infusioni ed inizio a passeggiare per il corridoio quando un violento capogiro mi costringe a fermarmi e ad appoggiarmi un istante vicino la statua della Madonna che è presente un pò in tutti i reparti di ogni ospedale. Ed ecco avvicinarsi un'oncologa dell'equipe, giovane e anche abbastanza carina che procedeva in senso contrario con un'ampia falcata facendo risuonare i tacchi, che vedendomi lì mi dice "ma signor .... , cosa fa qua lei dovrebbe stare in sala infusione" io le dico "guardi cara dottoressa non ce la faccio più, se dovete iniettarmi questo veleno in corpo lasciate almeno che io mi possa alzare un pò, fatemi camminare, non sto facendo male a nessuno" e la risposta è stata: "eh ma sa, qui ci sono i parenti, se la vedono con l'ago potrebbero spaventarsi, e poi per protocollo lei dovrebbe stare seduto, suvvia, torni al suo posto che ha quasi finito"... una delle tante perle che mi sono capitate, oltre alle infermiere che agli ultimi giorni di chemio non volevano più bucarmi perchè mosse a compassione, e sono stato io a doverle dire di inserirmi l'ago, si rasenta l'assurdo... "un leone, un leone, mai visto un paziente così" sì, ma se avessero visto un attimo ciò che mi portavo dentro si sarebbero ricredute...
Simonetta64
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Re: presentazione e racconto

Messaggio da Simonetta64 »

Purtroppo la chemioterapia è devastante lo sappiamo, ma sappiamo anche che è l 'unica cosa che può aiutare e dare speranza...infatti mi sembra di aver capito che a te ha funzionato...
Devi solo cercare di avere un pochino di positività, lo so è difficile, la mattina quando ti svegli dopo una notte insonne, piena di brutti pensieri, è difficile trovare le forze per affrontare ancora una giornata fatta di tristezza e solitudine, ma devi trovare la forza di farlo, prova a pensare a chi sta male e nonostante tutto ha una forza estrema di combattere e di andare avanti, sperando ogni giorno...
Devi farti forza, qui hai tanti amici pronti ad ascoltarti, lo so magari non è molto, ma aiuta credimi...
vuoto
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Re: presentazione e racconto

Messaggio da vuoto »

Pare di sì, almeno da come hanno detto dovrebbe almeno nel mio caso e per il momento aver funzionato. So che c'è tanta gente che sta peggio di me, e quasi mi vergogno a dover parlare di questi miei problemi che sono in effetti poca cosa rispetto a chi si trova invischiato in una lotta molto più ardua da affrontare. Ho visto anche personalmente tanta gente nella sala infusioni soffrire e stare male, così come ho visto persone uscire dalla stanza degli oncologi come pietrificati evidentemente dopo aver ricevuto la famigerata "sentenza di condanna"... lo so, io per questa gente ho il massimo rispetto e ripeto magari queste cose che sto scrivendo sono nulla, e molto spesso mi ritrovo a pensare che appunto tante e tante persone che stanno peggio di me continuano imperterrite la loro battaglia contro il cancro perchè animati dalla volontà di vivere e di andare avanti. Ma ripeto ancora, un cancro, per quanto possa essere definito più o meno aggressivo o pericoloso, conserva sempre la sua natura di malattia che il più delle volte spegne le vite di molte persone. E come tale, lascia delle cicatrici nella mente che, se non si ha la forza di guarire, possono rivelarsi più dannose della malattia stessa. E qui, consentimi di dire, a volte capita di essere abbandonati al proprio destino. Voglio dire, almeno nel mio caso, da parte degli oncologi il concetto che mi hanno trasmesso è stato "ti abbiamo allungato la vita con la chemio, abbiamo esaurito il nostro compito, ora arrangiati"... e allora, una volta che esci fuori dalla sala chemio, senza nessuno accanto, come affronti la vita che hai intorno ? come ti reintegri nel meccanismo della quotidianità ? come fai a sopravvivere, dato che vivere come prima, una volta che hai oltrepassato il fiume diciamo così, è impossibile? Se avessi avuto qualcuno alle mie spalle che mi avesse infuso forza morale sarebbe stato più facile, ma quando la malattia a livello psicologico manda fuori fase anche le persone che hai più care (vedi mio padre che molto spesso mi dice frasi senza senso del tipo che io non sono piu suo figlio, o mia madre che piange ogni qualvolta che mi vede a terra) cosa si fa ? E inoltre, come si combatte contro il muro di gomma dei medici che etichettano come psicosomatico qualsiasi dolore che effettivamente ha una causa reale e anche in caso di analisi alterate continuano a dire che "va tutto bene" ? Personalmente il mio approccio alla malattia è stato dei peggiori, con un primario di urologia che, senza guardare in faccia direttamente me, comunicò ai medici della sua equipe che "questo (riferito a me) sta morendo che lo operiamo a fare" e poi tante tante urla anche da parte del personale medico stesso, infermieri indifferenti, medici che ti fanno sentire il peso del camice, le attese infinite trascorse in solitudine a rimuginare, ecco forse questo fa male quanto la malattia tumorale in sè. Però devo dare atto di una cosa, questa iscrizione che ho voluto fare al forum mi ha fatto del bene. Se non altro perchè so che da voi posso avere un conforto morale, che è quello che realmente mi serve, e già questo basta per farmi sentire meno solo. Naturalmente, sono anche io a vostra disposizione se posso aiutarvi, la cosa non è unilaterale. Un abbraccio.
Simonetta64
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Re: presentazione e racconto

Messaggio da Simonetta64 »

Non volevo minimizzare il tuo problema, ci mancherebbe, chiunque ha a che fare con il cancro, in qualsiasi modo, sia direttamente che indirettamente, resta segnato come a fuoco, le cicatrici restano evidenti per sempre,perché sono cose che non si possono dimenticare...
Il cancro mi ha portato via mio marito all'età di 52 anni dopo due anni di sofferenza il 12 luglio scorso...e ti assicuro che non dimenticherò mai niente di questi due anni, dalla chemioterapia che ho seguito con lui ogni volta, le tac, le visite degli oncoligi, la sua disperazione quando risultati erano peggiorati, il mio dover far finta che non soffrivo per dargli speranza per dargli la forza di combattere, io ho seguito ogni esame, ero sempre io che leggevo i risultati, lui non voleva mai vedere niente, mi diceva "mi fido di te"...
Quindi posso capirti caro amico e stai tranquillo sfogati quanto vuoi...
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Re: presentazione e racconto

Messaggio da vuoto »

Non preoccuparti Simonetta, lo so che non volevi assolutamente minimizzare il mio problema, ci mancherebbe altro, anzi ti ringrazio del tempo che stai trascorrendo a voler cercare di rincuorarmi, cosa in cui stai perfettamente riuscendo. Sapere che il cancro ha portato via tuo marito la scorsa estate, credimi te lo dico col cuore in mano e non per retorica, mi fa stare male. Perchè non trovo giusto che questa malattia chiamata in mille modi entri nelle vite delle persone per scombinarle a suo piacimento e poi dare il colpo di grazia. E ripeto ancora, dico questo non per "belle parole" ma lo dico con tutta la sincerità e la vicinanza immaginabili e possibili. Lasciami aggiungere che forse il vero male che il cancro procura, e questo accade anche appunto alle persone care che sono vicine, è che ti costringe ad interminabili attese. E in quelle attese inizi a logorarti, inizi a bloccarti, inizi a non tenere più a bada la tua testa. Ecco perchè io sostengo che un cancro, in qualunque posto del corpo si presenti, e che possa avere un indice di mortalità più o meno elevato secondo le statistiche, è uguale all'altro. E'questo secondo me il vero morire. Di colpo non esiste più niente e ogni cosa si svuota del suo significato che noi uomini abbiamo attribuito, vedi adesso che siamo nel periodo delle festività natalizie che improvvisamente scompaiono e ti rendi conto che sono giorni come tutti gli altri, vedi nel volersi alleare col silenzio perchè qualsiasi voce ti fa male alla testa, vedi nel desiderio (questo non di tutti ovviamente) di imbottirsi di sonniferi per dormire tutto il giorno. Io ti posso dire una cosa personale, vivo in prima persona questa brutta realtà, e molto spesso tocca a me caricarmi le responsabilità e i doveri di ciò che accade in casa. Tocca a me accudire mia madre che non può camminare, tocca a me ascoltare le delucubrazioni mentali di mio padre, tocca a me sbrigare tante cose per le quali non trovo più la forza di muovermi. Così come in sala chemio, io ero quello che trovava una parola di conforto per tutti anche quando negli ultimi giorni dalla bocca non mi usciva più una parola. E in questo oceano in tempesta, credimi, è difficile restare a galla. Sono stato io, da solo, tramite un gruppo di amici di un'altra comunità internet della quale ovviamente non faccio il nome per questioni di correttezza, a scoprire quali sarebbero stati e quali sono gli effetti della chemioterapia alla quale mi sono sottoposto. Ho parlato con loro durante le infusioni la sera quando tornavo a casa. Eravamo uniti, ma una volta finita la chemio non ho più avuto loro notizie. E di nuovo solo.

PS: So che questo mio modo di scrivere forse può apparire infervorato e arrabbiato, ma ti e vi prego di credermi che non è così. Sto scrivendo con le lacrime agli occhi in preda a una disperazione incontrollabile.
Simonetta64
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Re: presentazione e racconto

Messaggio da Simonetta64 »

Cerca di stare calmo, se ti può far capire che non sei solo, ti dico che è da stamattina che piango, queste feste mi demoliscono, i ricordi di giorni felici ed i ricordi delle feste dello scorso anno, quando già le cose andavano male e lui era triste non aveva voglia di niente, tutto gli dava fastidio...e poi vedere tutti intorno felici, luci, colori ed io invece sono sola, con niente da festeggiare...
Ma devo andare avanti, lo devo fare per lui, per la sua voglia di vivere, per quanto ha combattuto...
E anche tu devi farlo, se non trovi altro motivo fallo per me, per farmi compagnia.
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Re: presentazione e racconto

Messaggio da vuoto »

Simonetta, amica mia (posso permettermi di chiamarti così ?) io comprendo in pieno ciò che provi e come ti senti. Sono sincero, per me che non ho mai avuto nessuno nella mia vita, ed ero solo salvo amicizie sporadiche già prima che la malattia mi colpisse, il natale è sempre stato il periodo più brutto dell'anno. Era il più bello fino all'adolescenza ma poi ovviamente crescendo ha iniziato a cambiare connotazione. Non ho avuto e non ho niente da festeggiare neanche io, e detto in tutta onestà quando arriva questo periodo non posso fare altro che aspettare pazientemente che passi e che vada via. Quelle luci colorate appunto che dici tu, a me personalmente suonano come aculei impiantati nel cuore che fanno tanto male, e la felicità ostentata (che è sempre da verificare se di vera felicità si tratta, nel mondo "là fuori" come lo chiamo io) soprattutto in questi periodi ci fa sentire ancora più soli. Io ho trascorso come negli ultimi anni il natale in solitudine, chiuso nel buio di una casa fredda e isolata, ad aspettare pazientemente che passasse e cercando di trattenere le mie lacrime per quanto possibile. Quest'anno è stato peggio, per via della tac che il destino ha voluto io facessi proprio all'inizio del girone infernale che poi è l'antivigilia di natale. Come te, queste feste demoliscono anche me. Io posso prometterti che cerco di resistere per come posso e di mantenermi calmo dato che me lo hai chiesto espressamente, però vorrei tanto che anche tu non piangessi e che cercassi di non farti prendere dallo sconforto. Non è facile, lo so, ma proviamoci insieme. Se posso esserti utile in qualsiasi modo fammi sapere.

PS: io mi chiamo franco, è il mio vero nome...
Simonetta64
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Re: presentazione e racconto

Messaggio da Simonetta64 »

Caro Franco, certo che puoi chiamarmi amica, lo sono, ed anche io ti prometto che cerco di non farmi prendere dallo sconforto. Tu devi prendere il coraggio ed andare a ritirare l'esito della tac ed io sarò con te, vedrai andrà tutto bene, poi torni qui e mi fai sapere, io sarò qui ad aspettare tue notizie e quando sarai là saprai che non sei solo, io sarò con te.
 


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