Storia di mio padre

In questa stanza è possibile dare parola a ciò che si vive come paziente, familiare, amico, condividendo la propria esperienza ed esprimendo le proprie emozioni in un clima di accoglienza, fiducia e rispetto.
William1979
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Storia di mio padre

Messaggio da William1979 »

Ciao a tutti, non scrivo di una persona malata, in cura o che ha scoperto di essere malata, scrivo di mio padre morto in meno di tre settimane nel letto di un ospedale di Torino.
Scrivo per me alla fine, per trovare forse risposte boh
Tutto iniziò verso febbraio, mio padre inizia ad accusare dei forti mal di testa dopo i pasti, si sospetta una forte sinusite fa una tac maxillo facciale ma non risulta nulla, inizia a prendere antidolorifici e a fare altri controlli ma non risulta
Nulla fino a quando di punto in bianco i mal di testa passano , passano anche i giorni ed arriviamo a maggio e inizia un mal di schiena forte che non tende a passare con nulla, dopo questo arriva il dolore alla spalla, mio padre un uomo di un metro e 90 per 95 kg inizia ad avere meno appetito e inizia a dimagrire nel giro di una settimana, dieci giorni cambia anche la sua fisionomia, in una settimana che non lo vedevo me lo sono visto arrivare al compleanno di mia figlia in un modo che non scorderò mai penso che quello sia stato il giorno in cui ho realizzato che mio padre stesse morendo non so spiegarvi questa sensazione ma ho sentito che tutto sarebbe andato male, i miei occhi da quel giorno si sono velati di tristezza e quella che doveva essere la festa di mia figlia la ricorderò per sempre come uno dei giorni più duri della mia vita.
Tornato a casa ero tormentato da questo brutto pensiero e il giorno seguente io e mia madre l’abbiamo portato di peso al pronto soccorso, esami del sangue sballati per i valori relativi al fegato, eco epatica e risultato tremendo lesioni secondarie multiple di cui la più grande di circa 6 cm.
Ricovero.
Aspettiamo qualche giorno ed eseguono una tac, tumore al polmone con metastasi al cervello, cervelletto, fegato, ossa.... ovunque.
Mio padre è sempre stato un fumatore non so quante volte gli abbiamo detto di smettere, a 63 anni me lo ritrovo su un letto di ospedale con una condanna a morte, a detta della dottoressa gli rimanevano dalle 2 settimane a 2 mesi.
Mi crolla il mondo addosso, di li a pochi giorni sarei diventato padre di nuovo e lui di nuovo nonno.
Rimane in ospedale dove gli fanno una biopsia e dove
Ci dicono che dobbiamo aspettare un posto in in hospice dove sanno cosa fare meglio di loro.
Morale della favola non ci arriverà mai all hospice
In quasi tre settimane inizia a spegnersi piano piano, sempre più assente sempre
Più magro sempre più confuso e io sempre più a pezzi.
Avevo tanto da dirgli tutto quello che non gli avevo mai detto tutto quello che forse per il fatto che non fosse stato il padre migliore del mondo non ero riuscito a dirgli.
Fatto sta che un giorno la vita mi sputa in faccia il dolore più duro che può esserci perdere un genitore e
Perderlo nel peggiore dei modi nessun figlio dovrebbe vedere il proprio padre ridotto come l’ho visto ridotto io neanche un padre di 100 anni si dovrebbe vedere così.
Gli ho detto che gli volevo bene, un bene dell’anima e che anche se non era il padre migliore del mondo non lo avrei cambiato con nessuno gli ho detto tutto questo piangendo come un bambino, singhiozzando, mentre lui era ormai sedato pesantemente perché non c’era altra alternativa.
Se ne è andato lo stesso giorno che per la
Prima volta forse gli avevo detto quello che avrei dovuto dirgli prima molto tempo prima.
Una settimana dopo che lui è mancato è nata la sua seconda nipote.
In una settimana ho vissuto un dolore che mai avrei immaginato così forte e una gioia indescrivibile.
Ora sono qui a scrivere Forse cerco risposte forse
Cerco conforto forse mi chiedo ma alla
Fine è tutto qui? Alla fine finisce tutto così?


W.
amy3
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Re: Storia di mio padre

Messaggio da amy3 »

William, mi dispiace molto per tutto questo dolore. Avvicinandomi ahimè a questi problemi anche io mi rendo conto che i rapporti meno idilliachi tra genitori e figli in circostanze come la tua, la mia e tante altre rendono le cose ancora più dolorose, ci sono mille sensi di colpa misti a dolore atroce. Quello che dal di fuori ti posso dire e che mi sento dire è che ci sono cose che sono al di là della nostra portata e sensi di colpa che sono solo distruttivi. Purtroppo la perdita va elaborata e ci vuole tempo. Tu però non hai colpe, la malattia se lo è portato via non tu. Sono sicura che tuo padre la tua vicinanza l'ha sentita e la sentiva nel momento in cui è iniziato tutto il calvario. Non sono le parole che contano ma i fatti, le parole magari servivano più a te che a lui e quindi direi che sfogarsi qui e altrove non può che farti bene. Ti abbraccio forte
Anna92
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Re: Storia di mio padre

Messaggio da Anna92 »

William nelle tue parole rivedo la nostra storia . Tumore al polmone con metastasi ovunque , ossa fegato , cervello... Nel giro di un mese è 15 giorni lo abbiamo visto trasformarsi , peggiirare giorno dopo giorno. Non riusciva a camminare da solo , non riusciva a mangiare e a stare seduto per i forti giramenti di testa. Io ero e sono col cuore spezzato in due e pienissima di rimorsi e sensi di colpa. Il giorno prima che se andasse gli ho detto che è sempre stato migliore di quello che lui pensava, e anche io oggi penso che sarebbe stato giusto dirglielo prima. Penso sempre, tanto, forse troppo, spero che quello che ti scrivo ti faccia sentire meno solo e meno in colpa. Pensa che almeno il tuo papà a differenza di molti è morto sedato , il mio tra le urla e la mancanza di respiro .. una scena straziante. Goditi il tuo angelo , io ho una nipotina di 4 anni ed il suo sorriso riesce ad aiutarmi più dei miei amici. Spero che il nostro dolore diventi presto più sopportabile.. nient'altro posso dirti se non che ti sono vicina e ti comprendo! Un abbraccio!
Ultima modifica di Anna92 il mer 22 ago 2018, 14:28, modificato 1 volta in totale.
Anna92
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Re: Storia di mio padre

Messaggio da Anna92 »

Altra cosa che mi viene da pensare spesso è che il mio papà, come penso anche il tuo , ha vissuto con la consapevolezza di avere un tumore per breve tempo . Noi figli e parenti sicuramente non abbiamo neanche avuto il tempo di realizzare il tutto, di imparare a capire come è meglio comportarsi in questi casi, ma per loro almeno la sofferenza psicologica e fisica non è durata mesi e mesi o anni , come spesso accade. Ciò non toglie che sia tutto ingiusto, straziante e talvolta sembra essere oltre le capacità di sopportazione umane passare da dove siamo passati noi. Ma ce l'hanno fatta in tanti, e in un modo o nell'altro ce la faremo anche noi!
William1979
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Re: Storia di mio padre

Messaggio da William1979 »

amy3 ha scritto: mer 22 ago 2018, 10:13 William, mi dispiace molto per tutto questo dolore. Avvicinandomi ahimè a questi problemi anche io mi rendo conto che i rapporti meno idilliachi tra genitori e figli in circostanze come la tua, la mia e tante altre rendono le cose ancora più dolorose, ci sono mille sensi di colpa misti a dolore atroce. Quello che dal di fuori ti posso dire e che mi sento dire è che ci sono cose che sono al di là della nostra portata e sensi di colpa che sono solo distruttivi. Purtroppo la perdita va elaborata e ci vuole tempo. Tu però non hai colpe, la malattia se lo è portato via non tu. Sono sicura che tuo padre la tua vicinanza l'ha sentita e la sentiva nel momento in cui è iniziato tutto il calvario. Non sono le parole che contano ma i fatti, le parole magari servivano più a te che a lui e quindi direi che sfogarsi qui e altrove non può che farti bene. Ti abbraccio forte
Grazie per le tue parole purtroppo ora sto vivendo in un limbo, una dottoressa dell’ospedale ci ha detto che purtroppo questa malattia maledetta oltre al malato fa stare peggio i famigliari come se si ammalassero anche loro, purtroppo sono parole azzeccate!
al momento non riesco ad elaborare tutto quello che è capitato non riesco a voltare pagina, ci vorrà tempo proprio come hai detto tu, tutto passa e il tempo cura quasi tutto.
Grazie ancora
William1979
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Re: Storia di mio padre

Messaggio da William1979 »

Anna92 ha scritto: mer 22 ago 2018, 10:33 William nelle tue parole rivedo la nostra storia . Tumore al polmone con metastasi ovunque , ossa fegato , cervello... Nel giro di un mese è 15 giorni lo abbiamo visto trasformarsi , peggiirare giorno dopo giorno. Non riusciva a camminare da solo , non riusciva a mangiare e a stare seduto per i forti giramenti di testa. Io ero e sono col cuore spezzato in due e pienissima di rimorsi e sensi di colpa. Il giorno prima che se andasse gli ho detto che è sempre stato migliore di quello che lui pensava, e anche io oggi penso che sarebbe stato giusto dirglielo prima. Penso sempre, tanto, forse troppo, spero che quello che ti scrivo ti faccia sentire meno solo e meno in colpa. Pensa che almeno il tuo papà a differenza di molti è morto sedato , il mio tra le urla e la mancanza di respiro .. una scena straziante. Goditi il tuo angelo , io ho una nipotina di 4 anni ed il suo sorriso riesce ad aiutarmi più dei miei amici. Spero che il nostro dolore diventi presto più sopportabile.. nient'altro posso dirti se non che ti sono vicina e ti comprendo! Un abbraccio!
Sai è proprio così anche io penso troppo ho il cervello sempre a lavoro, mi faccio mille domande mi chiedo se magari ce ne fossimo accorti prima cosa sarebbe successo magari non sarebbe finita così
La cosa che più mi devasta è il fatto che io mio padre me lo ricordo solo nella sofferenza, non riesco a ricordare i momenti belli ma solo come la malattia l’ha ridotto
Pensa che ho dovuto cercare dei video sul cellulare per Risentire la sua voce perché me la ricordo solo come era nelle ultime tre settimane, stridula perché il tumore al
Polmone regala anche questo.

Grazie per le tue parole, grazie mille.
amy3
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Re: Storia di mio padre

Messaggio da amy3 »

Oh William, è troppo presto per essere in pace tu, è vero che la malattia distrugge tutto e tutti coloro che sono vicini al malato. Crea stress, sofferenza, ansia, sfinimento anche odio alle volte. Uscirne non è immediato ma poi ad un certo punto si ricomincia, si smette di piangere, di soffrire per le presunte colpe e si va avanti. Ci si ricorda con dolcezza, la rabbia sfuma, rimangono le cose condivise, la vita condivisa, bello non bello secondo me il ricordo si colora dolcemente e prende poi un posto sicuro custodito da noi gelosamente.
William1979
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Re: Storia di mio padre

Messaggio da William1979 »

amy3 ha scritto: gio 23 ago 2018, 0:53 Oh William, è troppo presto per essere in pace tu, è vero che la malattia distrugge tutto e tutti coloro che sono vicini al malato. Crea stress, sofferenza, ansia, sfinimento anche odio alle volte. Uscirne non è immediato ma poi ad un certo punto si ricomincia, si smette di piangere, di soffrire per le presunte colpe e si va avanti. Ci si ricorda con dolcezza, la rabbia sfuma, rimangono le cose condivise, la vita condivisa, bello non bello secondo me il ricordo si colora dolcemente e prende poi un posto sicuro custodito da noi gelosamente.
Già hai ragione è troppo presto è successo tutto neanche un mese fa e per ora io mi sto solo tormentando con mille domande mille se, poi oltretutto a casa ho una bambina di 4 anni e una di 19 giorni non posso farmi vedere a pezzi da loro e cerco di tenere ma è dura quando hai solo voglia di non pensare a nulla e startene solo a riordinare le idee
Anna92
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Re: Storia di mio padre

Messaggio da Anna92 »

William la stessa identica cosa faccio io dopo 23 giorni. Ieri sono andata a rivedere i video e mi sono recata al fiume dove era solito andare a pescare, fino ad ora non ne avevo avuto il coraggio e finalmente mi sono fatta un bel pianto , cosa che difficilmente mi riesce fare. Altra cosa che ho fatto è stata andarmi a rivedere le cartelle cliniche per vedere cosa abbiamo/non abbiamo fatto. Odio quando qualcuno a tutti
i costi vuole farmi ridere o uscire, li capisco, vogliono aiutarmi e non sanno che però ho bisogno dei miei tempi. Mia nipote passa quasi tutti i giorni tre ore con me e mia mamma, non sono la madre ma quando sono giù giù mi sento in colpa perché so che ha bisogno di giocare e vedermi serena ma non
sempre riesco a farlo, in più la madre è spesso assente in tutti i sensi ed ho sempre sentito molta responsabilitá nei suoi confronti. mi è stato consigliato, e credo sia giusto, di parlarle e dirle apertamente che se a volte sono giu o non riesco a giocare non e per colpa sua ma perche mi manca il nonno e sicuramente piano piano passerá, l ho fatto e sono sicura di non aver sbagliato. Meglio questo che mandarli in confusione o cercare di proteggerli da tutto a tutti i costi. Da settembre dovrò tornare a lavoro e ogni giorno vorrei prendere il telefono per chiamare e dire che non andrò , ma purtroppo (o magari per fortuna) non si può .
Per quanto riguarda la mancanza, le immagini orribili non si può fare nulla se non aspettare che facciano posto anche ai ricordi più piacevoli e che , come ho detto prima , diventi tutto più sopportabile. Per i sensi di colpa e rimorsi anche se ci viene difficile razionalizzare piano piano dobbiamo capire che è una cosa che accomuna quasi tutti coloro che sono passati da queste esperienze. Si può sempre amare meglio , agire meglio di come si fa , ma siamo fatti di carne, forze e anche debolezze. Non siamo dei Buddha in perfetto equilibrio con il mondo, non possiamo prevedere il futuro e forse quello che abbiamo fatto era l'unica cosa possibile da fare in quel momento. Il rapporto con i genitori non lo costruiamo solo noi ma dipende in buona parte anche da come loro si sono approcciati a noi. Non accettiamo la loro scomparsa e allora cerchiamo un colpevole e un se e un ma. Io da atea quale sono mi è capitato di andare a cercare su internet esperienze e segni dall'aldilà per convincermi che in un modo o nell'altro lui ci sia ancora. Ora nella sofferenza mi sembra di avere un po' di lucidità e anche se so che tra 5/10 min forse non penserò allo stesso modo voglio sperare che un minimo queste parole leniscano il tuo dolore e ti diano un pizzico di sollievo perché so cosa si prova. Ricordandoci sempre che ce la faremo in qualche modo a ricordarli con tristezza, dolcezza e meno disperazione nel cuore. Ne sono certa ! Abbraccio te e i tuoi angeli. Scrivi quando vuoi, anche in privato se ti va.
Valentina&Sofia
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Re: Storia di mio padre

Messaggio da Valentina&Sofia »

Ciao William, la tua storia mi ha fatto commuovere...ho perso la mia adorata mamma il 16/8...adenocarcinoma polmonare IV stadio con metastasi cerebrali, al surrene, alle ossa. Mi manca il respiro, non ci credo, mi sembra tutto così surreale...l’estate scorsa aveva fatto gli esami di routine ed il calvario è iniziato per là positività del valore CEA (24). Gli stessi medici dicevano di non preoccuparsi perché quel valore non era solo espressione di un tumore ma poteva trattarsi di un’infezione. Mia mamma non demorde e continua a chiedere esami ulteriori. Tra novembre e dicembre vengono trovate prima le lesioni alla testa e da lì si comincia la ricerca del tumore primario, nel frattempo i valori erano arrivati a 100. Effettuano esami su esami, risonanza, pet, broncoscopia...a gennaio la diagnosi struggente! Cominciamo a lottare e a dare speranza a mia mamma. Si parte con la radioterapia per colpire le lesioni cerebrali, il primo ciclo di chemioterapia lo farà solo il 28 febbraio (io ho partorito il 2/3)... a maggio ulteriore pet, purtroppo le cure non hanno dato i risultati sperati. Cadiamo nel panico, nello sconforto più totale. La portiamo a Fano per iniziare la fitoterapia, andiamo a Milano per un ulteriore parere. La risposta è sempre la stessa, la condanna è agghiacciante e più si va avanti e più i mesi di vita rimanenti diminuiscono. A giugno riprendono la chemio ma solo dopo una somministrazione, mia mamma sta malissimo e siamo costretti a portarla in ospedale dove è rimasta per due mesi...non mangiava più, non camminava più, ma voleva vivere, ha sperato fino all’ultimo, ha lottato fino all’ultimo...il 14/8 è stata a spingere per la dimissione, voleva tornare a casa sua a tutti i costi. Quella mattina ho provato per ben 3 volte a chiamarla senza mai ricevere risposta. Non voleva parlarmi perché sapeva che avrei provato a convincerla a rimanere. È stata la prima cosa che mi ha detto una volta a casa. A casa il declino, tutto in meno di 48 ore...riconosceva le persone ma non era totalmente lucida, aveva dolore, le era salita la febbre altissima, era in ansia, non riusciva a stare ferma. Continuava a chiamare mio papà...quell’ultima notte per fortuna la ho passata con lei, le ho tenuto la mano fino alle 3, poi mi ha mandato di la e ha voluto mio padre. La mattina alle 7 era viva, dormiva, russava persino. Alle 7.38 non c’era più...era passata dal sonno alla morte! Continuo a pensare cosa avrei potuto fare, cosa ho fatto di sbagliato, dove magari avrei potuto portarla, se ho usato bene il tempo con lei, se le ho detto tutto quello che avrei voluto dirle...la risposta è no! Mi faccio una colpa su tutto...amo mia figlia ma non riesco a farmene una ragione, non la vedrà crescere...odio le persone che fanno le frasi fatte e della gran morale...ho bisogno di tempo, solo tempo. Mia mamma era tutto per me, le confidavo tutto, le chiedevo consiglio, la prima e l’ultima chiamata del giorno erano le sue. Mi sento sospesa, vuota. Ti sono vicina in ogni tuo pensiero, in ogni tuo stato d’animi. Un abbraccio
 


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