Il male (in)curabile.
Il male (in)curabile.
Aveva un male incurabile.
Lo dicono sempre dopo, a cose avvenute.
Lo scrivono i giornalisti per edulcorare una terminologia medica che sui giornali non funziona.
Dopo anni di sofferenze un male incurabile se l'è portato via.
Dove?
E quindi in quegli anni di sofferenze non l'hanno curato?
O l'hanno curato troppo? O inutilmente?
Se il male è incurabile allora perchè curarlo?
Perchè spendere tempo, denaro, energie per qualcosa che non si cura?
Perchè la cura non cura?
Non esistono i mali incurabili.
Esistono fottute malattie che ti devastano e efficaci protocolli terapeutici che talvolta ti ammazzano.
A volte salvi la pelle, a volte il male era incurabile.
Tra la vita, la diagnosi e la morte c'è una terribile terra di nessuno che andrebbe riempita non solo di chemioterapie, radiazioni, endoscopie e stregonerie varie.
Quella terra di nessuno è una fertile torba dove seminare altri modelli di cura, dove sperimentare altre vie di somministrazione umana, dove le parole della medicina lasciano lo spazio alle parole semplici, all'ascolto, alla speranza.
Aveva un male curabile.
Patrizia aveva metastasi in ogni dove e non ci vedeva quasi più.
Eppure a solo 38 anni ha fatto il giro di tutti i santuari dell'Europa per pregare i suoi santi.
Nello zaino cortisone, morfina, e il solito bellissimo sorriso.
Non l'hanno forse curata tutti coloro che l'hanno accompagnata nei suoi viaggi?
Felice aveva 99 anni e una gamba da amputare se voleva arrivare a 100.
Mentre la gangrena avanzava lui parlava con il suo merlo indiano e fumava tabacco.
Non l'ha forse curato quella figlia, anziana anch'essa, che ha deciso di tenerselo a casa con due gambe?
Mi piace pensare che tutti abbiano diritto a un male curabile.
Dove la cura è il rispetto, la dolcezza, l'attesa.
E non necessariamente un farmaco iniettato endovena.
Lo dicono sempre dopo, a cose avvenute.
Lo scrivono i giornalisti per edulcorare una terminologia medica che sui giornali non funziona.
Dopo anni di sofferenze un male incurabile se l'è portato via.
Dove?
E quindi in quegli anni di sofferenze non l'hanno curato?
O l'hanno curato troppo? O inutilmente?
Se il male è incurabile allora perchè curarlo?
Perchè spendere tempo, denaro, energie per qualcosa che non si cura?
Perchè la cura non cura?
Non esistono i mali incurabili.
Esistono fottute malattie che ti devastano e efficaci protocolli terapeutici che talvolta ti ammazzano.
A volte salvi la pelle, a volte il male era incurabile.
Tra la vita, la diagnosi e la morte c'è una terribile terra di nessuno che andrebbe riempita non solo di chemioterapie, radiazioni, endoscopie e stregonerie varie.
Quella terra di nessuno è una fertile torba dove seminare altri modelli di cura, dove sperimentare altre vie di somministrazione umana, dove le parole della medicina lasciano lo spazio alle parole semplici, all'ascolto, alla speranza.
Aveva un male curabile.
Patrizia aveva metastasi in ogni dove e non ci vedeva quasi più.
Eppure a solo 38 anni ha fatto il giro di tutti i santuari dell'Europa per pregare i suoi santi.
Nello zaino cortisone, morfina, e il solito bellissimo sorriso.
Non l'hanno forse curata tutti coloro che l'hanno accompagnata nei suoi viaggi?
Felice aveva 99 anni e una gamba da amputare se voleva arrivare a 100.
Mentre la gangrena avanzava lui parlava con il suo merlo indiano e fumava tabacco.
Non l'ha forse curato quella figlia, anziana anch'essa, che ha deciso di tenerselo a casa con due gambe?
Mi piace pensare che tutti abbiano diritto a un male curabile.
Dove la cura è il rispetto, la dolcezza, l'attesa.
E non necessariamente un farmaco iniettato endovena.
“Non è tanto quello che facciamo, ma quanto amore mettiamo nel farlo. Non è tanto quello che diamo, ma quanto amore mettiamo nel dare.”
Re: Il male (in)curabile.
Franco.....come sempre...sei un mito!
Re: Il male (in)curabile.
Franco io ti adoro
Sei speciale davvero
Ci racconti come si diventa volontari..che corsi hai fatto...quale è il tempo minimo che si può dedicare...
A me interessa e magari ad altri
Grazie
Sei speciale davvero
Ci racconti come si diventa volontari..che corsi hai fatto...quale è il tempo minimo che si può dedicare...
A me interessa e magari ad altri
Grazie
Vivi ogni giorno come se fosse ogni giorno
Ne' il primo ne' l'ultimo
L'unico
Ne' il primo ne' l'ultimo
L'unico
Re: Il male (in)curabile.
Cara Elegra e cara mioni1
grazie delle vostre parole ma non ho veramente nulla di speciale
In realtà non ho nulla da insegnare a nessuno. Cerco piuttosto di apprendere dagli altri informazioni, metodi, stati d'animo per portare avanti il mio impegno nel volontariato
La descrizione della mia pagina facebook rispecchia pienamente come mi sento:
"Sono un semplice volontario nei reparti oncologici di due ospedali del Milanese e cerco, se riesco, di donare un semplice sorriso a chi soffre"
Di corsi ne ho fatti parecchi e su diversi argomenti legati direttamente al volontariato e all'assistenza alle persone malate. Ma se non hai "dentro" il desiderio di donarti agli altri. di trasmettere agli ammalati un messaggio di fiducia e di speranza , i corsi contano ben poco.
Certo, mi piacerebbe che molte altre persone si dedicassero al volontariato. I malati che hanno bisogno di un aiuto, di un sostegno morale, sono molti.Purtroppo, però, pochissimi volontari chiedono di essere destinati nei reparti di oncologia, Non è facile e dopo un certo periodo di servizio molti chiedono delle pause perchè i riflessi a livello psicologico , a volte, pesano non poco.Ecco perchè, prima di essere assegnati nei reparti di oncologia, solitamente, i volontari devono seguire un corso specifico con la psicologa della struttura ospedaliera.
Faccio il volontario con passione giorno dopo giorno ma "non sono per nulla una persona speciale". Cerco di dare un po' d'amore seguendo il mio motto principale:
“Non è tanto quello che facciamo, ma quanto amore mettiamo nel farlo. Non è tanto quello che diamo, ma quanto amore mettiamo nel dare.”
Un abbraccio
Franco
grazie delle vostre parole ma non ho veramente nulla di speciale
In realtà non ho nulla da insegnare a nessuno. Cerco piuttosto di apprendere dagli altri informazioni, metodi, stati d'animo per portare avanti il mio impegno nel volontariato
La descrizione della mia pagina facebook rispecchia pienamente come mi sento:
"Sono un semplice volontario nei reparti oncologici di due ospedali del Milanese e cerco, se riesco, di donare un semplice sorriso a chi soffre"
Di corsi ne ho fatti parecchi e su diversi argomenti legati direttamente al volontariato e all'assistenza alle persone malate. Ma se non hai "dentro" il desiderio di donarti agli altri. di trasmettere agli ammalati un messaggio di fiducia e di speranza , i corsi contano ben poco.
Certo, mi piacerebbe che molte altre persone si dedicassero al volontariato. I malati che hanno bisogno di un aiuto, di un sostegno morale, sono molti.Purtroppo, però, pochissimi volontari chiedono di essere destinati nei reparti di oncologia, Non è facile e dopo un certo periodo di servizio molti chiedono delle pause perchè i riflessi a livello psicologico , a volte, pesano non poco.Ecco perchè, prima di essere assegnati nei reparti di oncologia, solitamente, i volontari devono seguire un corso specifico con la psicologa della struttura ospedaliera.
Faccio il volontario con passione giorno dopo giorno ma "non sono per nulla una persona speciale". Cerco di dare un po' d'amore seguendo il mio motto principale:
“Non è tanto quello che facciamo, ma quanto amore mettiamo nel farlo. Non è tanto quello che diamo, ma quanto amore mettiamo nel dare.”
Un abbraccio
Franco
“Non è tanto quello che facciamo, ma quanto amore mettiamo nel farlo. Non è tanto quello che diamo, ma quanto amore mettiamo nel dare.”
Re: Il male (in)curabile.
grazie Franco per questa lettura, è tratta dal libro Panda rei di cui sono l'autrice.Franco953 ha scritto: ↑mar 31 lug 2018, 22:59 Aveva un male incurabile.
Lo dicono sempre dopo, a cose avvenute.
Lo scrivono i giornalisti per edulcorare una terminologia medica che sui giornali non funziona.
Dopo anni di sofferenze un male incurabile se l'è portato via.
Dove?
E quindi in quegli anni di sofferenze non l'hanno curato?
O l'hanno curato troppo? O inutilmente?
Se il male è incurabile allora perchè curarlo?
Perchè spendere tempo, denaro, energie per qualcosa che non si cura?
Perchè la cura non cura?
Non esistono i mali incurabili.
Esistono fottute malattie che ti devastano e efficaci protocolli terapeutici che talvolta ti ammazzano.
A volte salvi la pelle, a volte il male era incurabile.
Tra la vita, la diagnosi e la morte c'è una terribile terra di nessuno che andrebbe riempita non solo di chemioterapie, radiazioni, endoscopie e stregonerie varie.
Quella terra di nessuno è una fertile torba dove seminare altri modelli di cura, dove sperimentare altre vie di somministrazione umana, dove le parole della medicina lasciano lo spazio alle parole semplici, all'ascolto, alla speranza.
Aveva un male curabile.
Patrizia aveva metastasi in ogni dove e non ci vedeva quasi più.
Eppure a solo 38 anni ha fatto il giro di tutti i santuari dell'Europa per pregare i suoi santi.
Nello zaino cortisone, morfina, e il solito bellissimo sorriso.
Non l'hanno forse curata tutti coloro che l'hanno accompagnata nei suoi viaggi?
Felice aveva 99 anni e una gamba da amputare se voleva arrivare a 100.
Mentre la gangrena avanzava lui parlava con il suo merlo indiano e fumava tabacco.
Non l'ha forse curato quella figlia, anziana anch'essa, che ha deciso di tenerselo a casa con due gambe?
Mi piace pensare che tutti abbiano diritto a un male curabile.
Dove la cura è il rispetto, la dolcezza, l'attesa.
E non necessariamente un farmaco iniettato endovena.
Laura Binello
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- Iscritto il: mer 6 giu 2018, 14:49
Re: Il male (in)curabile.
Bellissime parole! Grazie Franco.
Re: Il male (in)curabile.
Pandarei .Grazie a te per questi magnifici racconti
Franco
Franco
“Non è tanto quello che facciamo, ma quanto amore mettiamo nel farlo. Non è tanto quello che diamo, ma quanto amore mettiamo nel dare.”
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