Oltre il baratro c'è il sole

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Franco953
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Oltre il baratro c'è il sole

Messaggio da Franco953 »

Un racconto vero e toccante al quale dedicare una lettura appassionata e attenta . uno sfogo personale che evidenzia passione, dolore ma anche tanto amore e una instancabile Speranza
Franco

Oltre il baratro c'è il sole

Il cancro con un calcio ha spalancato la porta della mia anima e il gelo ha pervaso ogni fibra del mio corpo, è penetrato dentro le ossa, il vento ha mescolato tutte le mie emozioni che sono implose dentro, senza far rumore. Il caos dei primi giorni è stato sostituito dalla corsa contro il tempo, che vola inesorabile. Il nemico mi ha strappato le carni, mi ha tolto il sorriso, ma ora è fuori di me, finalmente… sono stanca, è stata una battaglia dura, si è arreso. Si perché contro il cancro non si vince, è lui che si arrende, si addormenta, aspetta…



Un’estate come le altre, il mare, le gite fuori porta, i tuffi in piscina, le grigliate in giardino con gli amici, tutto come sempre, tranne un particolare, qualcosa che mai avevo preso in considerazione, stavo bene, anzi benissimo, ottima forma, super abbronzata e mai al mondo avrei pensato che un tale stato di grazia fisica potesse racchiudere in se l’inferno.

Un giorno al mare mentre cerco di risistemare il reggiseno del costume, con l’indice sento una pallina che timidamente sporge dalla mammella destra, approfondisco una volta tornata a casa, sotto la doccia e la pallina è ancora lì, c’è è reale. Mi infilo l’accappatoio e mi sdraio sul letto, in quel momento io già so cos’è, perdo le forze per un attimo, non so spiegare il perché, ma so… Quando riesco a riprendere contatto con la realtà scendo al piano di sotto e ne parlo con mio marito, alle 18:00 del giorno seguente sono già sul lettino in attesa di fare l’ecografia.

Dopo un’attenta osservazione delle immagini salvate sul computer, il medico che ha eseguito l’esame mi rassicura, mi dice di star tranquilla, secondo lui non è nulla, si tratta di una ciste innocua e possiamo rivederci per un controllo tra un anno… La stessa determinazione che mi ha spinta a fare l’ecografia prima di subito, mi porta, dopo qualche giorno a Roma, in un noto ospedale dove il reparto di senologia è all’avanguardia, non è una ciste e io lo so.

Il senologo mi riceve con un sorriso, ci conosciamo, ci siamo visti altre volte per controlli di routine; spiego lui la situazione, gli mostro l’ecografia fatta qualche giorno prima e dopo aver dato un’occhiata al referto mi dice che dalle immagini inviategli dal collega non emerge nulla di preoccupante, ma decide di ripeterla personalmente dopo la visita e dopo aver valutato la consistenza della lesione. Il suo atteggiamento rilassato e gioviale cambia immediatamente non appena sul monitor appare l’immagine del nodulo che io ho indicato, si incupisce, diventa serio, mi chiede se veramente ho chiesto al medico di approfondire quella formazione sospetta e io confermo tutto, sono a Roma perché non ho creduto ad una sola delle sue parole tranquillizzanti.

Da questo momento tutto ciò che sospettavo diviene realtà, il senologo mi pratica l’agoaspirato e manda ad analizzare quel po’ di materiale che è riuscito ad ottenere da quel nodulo piccolissimo, misura solo 8 millimetri, mi rivesto tenendo il ghiaccio sulla mammella dolorante e poco prima di salutarmi mi dice che mi chiamerà non appena avrà i risultati dell’esame istologico, ma può già confermare i miei sospetti, non è una ciste… si congratula con me, dice che ho fatto la prevenzione della prevenzione, mi dà la mano ed esco, lentamente, quasi stordita dallo studio, vado incontro a mio marito che iniziava a preoccuparsi di tanto fermento, quella porta si era aperta troppe volte prima che ne uscissi io, molti camici avevano varcato la soglia e ne erano usciti con qualcosa in mano. Passa qualche giorno e ricevo la telefonata, è carcinoma e va rimosso al più presto… Da questo momento perdo il contatto con la realtà, inizio a vivere in un mondo di mezzo, le emozioni sono congelate, non riesco a fare le solite cose, ma i giorni passano, arriva il 30 Ottobre, giorno dell’intervento, alle 17:00 vengo informata che il mio intervento slitta al giorno dopo per problemi in sala operatoria…

Anestesia, intervento, medicazioni, terapia ormonale, radioterapia e controlli post radioterapia scandiscono i due mesi successivi; ciò che ricordo con affetto sono i ripetuti viaggi in macchina con mio marito, ogni giorno duecento chilometri, in silenzio ma sempre insieme, lui sarà la mia ancora, il mio gancio nel cielo, il mio tramite con il mondo, lui si occuperà di tutto, di casa, di Carlotta e soprattutto della mia anima disperata…

Ed ora si riparte, lentamente, un passo alla volta, le ferite sono rimarginate, le ustioni sono in via di guarigione e tutti che mi dicono “Però! Stai bene!” Si, mi lavo i capelli, mi trucco, sorrido sempre e faccio tutto ciò che facevo prima, anche se ora quando mi guardo allo specchio vedo tre cicatrici che prima non c’erano, al mattino, quando mi alzo, sono più stanca di quando sono andata a dormire. Percepisco ogni osso del mio scheletro perché tutti mi fanno male, tutte le sere prendo una pasticca ed ogni tre mesi faccio un’iniezione, perché a quarantaquattro anni, io, della donna che ero prima non ho più niente, si chiama menopausa indotta. Poi mi fermo a riflettere su quello che è stato e su come sarebbe potuta andare e mi dico “Era cancro e lo hanno estirpato, hai fatto radioterapia, tanta, ma lì hai incontrato anche bimbi piccoli che silenziosamente accettavano le cure. Hai ancora i tuoi capelli lunghi, le ciglia al loro posto; i globuli bianchi sono bassi, ma si risolleveranno, piano, lentamente proprio come te… E allora non ascoltare l’anima che ancora grida, ha paura, è paralizzata, lasciala stare, il gelo si scioglierà, anche quello lentamente, senza fretta e allora sì che arriverà la tua primavera, il momento della rinascita e questa nuova te, forse un pochino ti piacerà, le cicatrici non le vedrai più, ai dolori ti sarai abituata e sorridendo riprenderai il cammino verso il tuo destino.”



GinaV.
“Non è tanto quello che facciamo, ma quanto amore mettiamo nel farlo. Non è tanto quello che diamo, ma quanto amore mettiamo nel dare.”
Valentina&Sofia
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Re: Oltre il baratro c'è il sole

Messaggio da Valentina&Sofia »

Grazie Franco! Leggendola ho rivissuto il primo incontro della mia mamma con la bestia, solo che c’era freddo, era il 25 dicembre del 97...quel freddo agghiacciante ci è rimasto dentro per tutta la vita, la sua che si è spenta il 16 agosto...
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