Poesia di Birago Diop
Con infinito ritardo vi invio una parte della poesia che vi avevo menzionato tempo fa e che ho tradotto. Al di là delle credenze di ognuno e di un'analisi antropologica del contesto in cui è stata scritta, mi piaceva e la condivido.
Un caro saluto a tutti.
Ascolta più spesso le cose
che gli esseri.
La voce del Fuoco si ode,
ascolta la voce dell’Acqua.
ascolta nel vento
il cespuglio in singhiozzi:
è il soffio degli Antenati.
Quelli che sono morti non sono mai partiti:
sono nell’ombra che si dirada
s nell’ombra che si inspessisce.
I morti non sono sotto la terra:
sono nell’albero che freme,
sono nel legno che geme,
sono nell’acqua che scorre,
sono nell’acqua che dorme,
sono nella capanna, sono in mezzo alla folla:
i morti non sono morti.
Ascolta più spesso le cose
che gli esseri.
La voce del Fuoco si ode,
ascolta la voce dell’Acqua.
ascolta nel vento
il cespuglio in singhiozzi:
É il soffio degli Antenati morti,
che non sono partiti
che non sono sotto la terra
che non sono morti.
Coloro che sono morti non sono mai partiti:
sono nel seno della donna,
sono nel bambino che piange
e nel tizzone che divampa.
I morti non sono sotto terra:
sono nel fuoco che si spegne,
sono nelle erbe che piangono,
sono nella roccia che geme,
sono nella foresta, sono nella dimora,
i morti non sono morti. (…)
Un caro saluto a tutti.
Ascolta più spesso le cose
che gli esseri.
La voce del Fuoco si ode,
ascolta la voce dell’Acqua.
ascolta nel vento
il cespuglio in singhiozzi:
è il soffio degli Antenati.
Quelli che sono morti non sono mai partiti:
sono nell’ombra che si dirada
s nell’ombra che si inspessisce.
I morti non sono sotto la terra:
sono nell’albero che freme,
sono nel legno che geme,
sono nell’acqua che scorre,
sono nell’acqua che dorme,
sono nella capanna, sono in mezzo alla folla:
i morti non sono morti.
Ascolta più spesso le cose
che gli esseri.
La voce del Fuoco si ode,
ascolta la voce dell’Acqua.
ascolta nel vento
il cespuglio in singhiozzi:
É il soffio degli Antenati morti,
che non sono partiti
che non sono sotto la terra
che non sono morti.
Coloro che sono morti non sono mai partiti:
sono nel seno della donna,
sono nel bambino che piange
e nel tizzone che divampa.
I morti non sono sotto terra:
sono nel fuoco che si spegne,
sono nelle erbe che piangono,
sono nella roccia che geme,
sono nella foresta, sono nella dimora,
i morti non sono morti. (…)
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- Iscritto il: lun 18 ott 2010, 16:08
Ciao Paola, è un canto splendido. Sono stata recentemente in Africa ... e questa poesia mi ha sollevato le immagini delle emozioni provate in questa terra meravigliosa ... in cui ho provato delle gioie incredibili nella semplicità delle emozioni che spesso la nostra società occidentale schiaccia .... Grazie
Cara Paola85,
ho letto con particolare interesse i versi di Birago Diop: una visione di insieme della morte e dei morti in un pensiero africano.
I primi versi" Ascolta più spesso le cose più che le persone", mi inducono a riflettere.
Gradirei leggere il tuo pensiero su questa poesia.
Grazie per averla riportata nel tuo post.
Un caro saluto
Giuseppe
ho letto con particolare interesse i versi di Birago Diop: una visione di insieme della morte e dei morti in un pensiero africano.
I primi versi" Ascolta più spesso le cose più che le persone", mi inducono a riflettere.
Gradirei leggere il tuo pensiero su questa poesia.
Grazie per averla riportata nel tuo post.
Un caro saluto
Giuseppe