sono una ragazza di 31 anni, vivo in provincia di Brescia, sono qua per capire come posso aiutare le persone affette da ogni tipo di male, so cosa sognifica averlo e cosa significa combattere, sono una ragazza che è stata vicino al proprio padre fino alla fine, lui purtroppo mi ha lasciata un anno e mezzo ormai, ma sapete cosa è la cosa più bella che ricordo? Il suo sorriso, i suoi occhi, il suo profumo, i suoi abbracci e i nostri viaggi, mio padre era un uomo molto saggio infatti in famiglia lo chiamavamo il vecchio saggio ci faceva capire le cose attraverso parole filosofiche, non ti risolveva i problemi ma ti faceva capire come tu potevi risolverli. Lui era un riferimento per tutti soprattutto per me. Lui aveva un tumore al pancreas, abbiamo chiamato questo male Raul e ci ridevamo sempre quando lo chiamavamo così, noi eravamo una cosa sola (mia madre riusciva a stali vicino a modo suo come anche mia sorella) ma io e lui con uno sguardo potevamo capirci e fare tutto quello che volevamo. Ma la cosa più brutta è stata all’inizio quando dopo mesi di sofferenze notturne dov’è lo portavo in ospedale e non si riusciva a capire cosa avesse, un giorno fatta la Tac ci viene detto che mio padre ha un tumore al Pancreas è da lì come tutti voi affrontare chemio è tutto quello che ne consegue. Ricordo il giorno che mio padre disse: io farò di tutto per eliminare questo Raul ma dobbiamo stare insieme perché ho bisogno della forza di tutti. Così è stato, operazione fatta ma senza risultati e senza rimozione era troppo grande. Mio padre ha sempre voluto lavorare, camminare, viaggiare, leggere, stare assieme. Ma io all’eta Di 29/30 anni ho fatto fatica ad accettare tutto questo, mi sono allontanata e lui se n’è accorto, ne abbiamo parlato un giorno intero e mi disse: capisco e rispetto il tuo dolore, ma ho bisogno di te come mia complice in tutto come sempre e ti prometto che finché posso voglio solo tenerti la mano, guardarti, sorridere assieme a te, lavorare con te. Beh così è stato, io lavoravo giorno e sera appena finivo le riunioni la sera prendevo la macchina e lo raggiungevo ovunque fosse, anche semplicemente per prenderli la mano mentre dormiva, andarmene dall’ospedale alle 6 del mattino per arrivare al lavoro in tempo e sapere che il lavoro mi avrebbe fatto dimenticare per un po’ questa vita mi faceva del bene. Mia madre prese l’aspettativa, io non potevo dovevo lavorare.
Sapete guardo le sue foto, guardo i nostri viaggi. Le case che abbiamo sono tutte piene di ricordi e spesso mi racchiudo in me per ricordare i nostri momenti. Mi fa ancora male, mi manca, sono cambiata tanto dal punto di vista emotivo, dissi un giorno a mio padre che se non ci fosse più stato il mio cuore si sarebbe spezzato in due è così è stato, ero una persona solare, vivevo alla vita al massimo, facevo musical, sport tantissimi, poi smisi tutto perché ogni volta che passavo a trovare mia madre capii che era tutto diverso, arrivare a casa e non vedere la persona che hai sempre amato da quando sei stata adottata, si perché io e mio padre abbiamo avuto un amore a prima vista. Mi manca, dicono che è normale, ne sono consapevole. Ma vorrei dire a chi sta affrontando ancora oggi la vita con il male di un parente e di se stesso posso solo dire di cercare di sorridere perché io facevo così con mio padre e credetemi quando lui ha smesso di viviere mi disse che la cosa più bella di quel momento è stato sempre sorridere.
Vorrei incontrare persone giovani e meno giovani con problemi, vorrei farli sorridere ma non in un ospedale fuori bevendo una tazza di infuso o davanti al parco seduti semplicemente su una panchina. Chi vorrà leggere e sapere altro sono a completa disposizione.
Un sorriso

Alluzmitica