Affrontare un lutto imminente

In questa stanza è possibile dare parola a ciò che si vive come paziente, familiare, amico, condividendo la propria esperienza ed esprimendo le proprie emozioni in un clima di accoglienza, fiducia e rispetto.
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Duccio
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Iscritto il: mar 21 mag 2019, 1:38

Affrontare un lutto imminente

Messaggio da Duccio »

Mi rendo conto di poter lasciar perplessi molti di voi; mia mamma ancora non è morta. Ma forse tra qualche settimana o mese, lo sarà.
Ha un tumore al cervello, preso tardi.
Di tanto in tanto (quasi sempre in realtà), le notti si allungano e mi ritrovo alle 2:00 a battere le dita su una tastiera anziché pensare alle consegne del lavoro: sono un designer e con il computer ci vivo praticamente. Ma come riuscire a lavorare e a vivere una vita "normale" quando capitano queste cose? In realtà mi sento un privilegiato in quanto lei è ancora qui ma tutto è cambiato...
Mamma non è più mamma, è sempre più confusa, meno lucida...le terapie la stanno massacrando per non parlare di tutti i medicinali che le hanno prescritto.
Come avete vissuto la fase della malattia?
E..il lutto?
Mi rendo conto che è una domanda che probabilmente non può esser fatta, ma ritrovandomi così spesso avvolto nei pensieri notturni non riesco a fare a meno di vagare per forum, informarmi e parlare con persone che stanno vivendo la mia stessa situazione.
Ha 59 anni, è relativamente giovane. Ho la sensazione che tutto finirà quando non sarà più qui. Non riesco a pensare a cosa cazzo possa capitare dopo.
Lei è il mio punto cardine, sono cresciuto con lei ed è la prima persona alla quale mi rivolgo quando succede qualcosa di bello, brutto o anche NIENTE. Il solito saluto della mamma, la sbuffata perché magari ti chiamava 3 volte al giorno quando eri più giovane/piccolo (ho 26 anni).
Mi mancano già quei momenti; non mi chiama più perché non ha la lucidità. Ha la memoria molto breve, per cui la chiamo io e come faceva lei:
due, tre, quattro volte al giorno.
Amatela, amatela, amate la vostra mamma, vostro padre, vostro fratello.
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Franco953
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Re: Affrontare un lutto imminente

Messaggio da Franco953 »

La morte di un genitore è simile ad un crollo: è il proprio mondo a crollare, quel bisogno di abbracci che resterà insoddisfatto, quei consigli che fingevamo di non sentire, ma che poi mettevamo in pratica forse anche inconsciamente, quella voce che non sentiremo più.
Così accadde quando morì mio padre
Mia moglie, una mattina, vedendomi nuovamente , trascorso più di un mese, con le lacrime agli occhi ,mi disse : “Stai piangendo per te stesso lo sai vero? Non è per il tuo papà che piangi, ma per il tuo dolore, per quella che sarà la tua vita senza di lui, perché non ti potrà più aiutare, non correrà da te al primo tuo cenno, perché sai che non lo rivedrai mai più. ”Le parole di mia moglie , allora, mi tolsero il fiato e mi fecero capire che …“La morte va accettata e il pianto è necessario, ma non dobbiamo trattenere l' anima di papà o di mamma, con le nostre lacrime.”È vero, il tuo papà non c’è più, ma tu puoi rendere la sua vita eterna nei ricordi, puoi mantenere viva la sua voce ricordando i momenti in cui ti parlava. Non aver timore, non la dimenticherai.Ti basterà chiudere gli occhi, cercare il silenzio e ti sembrerà di sentirlo parlare al tuo fianco.Non possiamo morire insieme a chi ha dovuto lasciarci, è nostro dovere vivere per mantenere in vita la sua anima qui, nei nostri cuori.Bisogna vivere per continuare il suo lavoro, mettere a frutto i suoi insegnamenti, devi vivere affinché sia orgoglioso del suo ruolo di padre, devi sorridere a te stesso e alla vita, perché è quello che avrebbe voluto per te e che continuerà a volere, solo da un’altra dimensione.Perché la morte non è una fine, è una trasformazione, un nuovo inizio altrove, una rinascita.Non piangere per il tuo papà, accettare la sua assenza significa comprendere il ciclo della vita e crescere emotivamente.Stai piangendo solo per te stesso e non devi contenere il dolore, lascialo uscire, ma non forzarlo. Non legarlo a te, ai tuoi bisogni e non legarlo al tuo papà. La vita è solo un continuo cambiamento, un perdersi, per ritrovarsi altrove.”Ho compreso allora che tutti coloro che avevo visto piangere, ma poi riprendere a vivere la propria quotidianità con forza e coraggio, non stavano affrontando la morte con superficialità. Anzi.L’avevano compresa e continuavano a portare la vita nel cuore: la propria e quella di chi non c’era più.
“Non è tanto quello che facciamo, ma quanto amore mettiamo nel farlo. Non è tanto quello che diamo, ma quanto amore mettiamo nel dare.”
fraio
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Re: Affrontare un lutto imminente

Messaggio da fraio »

Franco953 ha scritto: mar 21 mag 2019, 9:22 La morte di un genitore è simile ad un crollo: è il proprio mondo a crollare, quel bisogno di abbracci che resterà insoddisfatto, quei consigli che fingevamo di non sentire, ma che poi mettevamo in pratica forse anche inconsciamente, quella voce che non sentiremo più.
Così accadde quando morì mio padre
Mia moglie, una mattina, vedendomi nuovamente , trascorso più di un mese, con le lacrime agli occhi ,mi disse : “Stai piangendo per te stesso lo sai vero? Non è per il tuo papà che piangi, ma per il tuo dolore, per quella che sarà la tua vita senza di lui, perché non ti potrà più aiutare, non correrà da te al primo tuo cenno, perché sai che non lo rivedrai mai più. ”Le parole di mia moglie , allora, mi tolsero il fiato e mi fecero capire che …“La morte va accettata e il pianto è necessario, ma non dobbiamo trattenere l' anima di papà o di mamma, con le nostre lacrime.”È vero, il tuo papà non c’è più, ma tu puoi rendere la sua vita eterna nei ricordi, puoi mantenere viva la sua voce ricordando i momenti in cui ti parlava. Non aver timore, non la dimenticherai.Ti basterà chiudere gli occhi, cercare il silenzio e ti sembrerà di sentirlo parlare al tuo fianco.Non possiamo morire insieme a chi ha dovuto lasciarci, è nostro dovere vivere per mantenere in vita la sua anima qui, nei nostri cuori.Bisogna vivere per continuare il suo lavoro, mettere a frutto i suoi insegnamenti, devi vivere affinché sia orgoglioso del suo ruolo di padre, devi sorridere a te stesso e alla vita, perché è quello che avrebbe voluto per te e che continuerà a volere, solo da un’altra dimensione.Perché la morte non è una fine, è una trasformazione, un nuovo inizio altrove, una rinascita.Non piangere per il tuo papà, accettare la sua assenza significa comprendere il ciclo della vita e crescere emotivamente.Stai piangendo solo per te stesso e non devi contenere il dolore, lascialo uscire, ma non forzarlo. Non legarlo a te, ai tuoi bisogni e non legarlo al tuo papà. La vita è solo un continuo cambiamento, un perdersi, per ritrovarsi altrove.”Ho compreso allora che tutti coloro che avevo visto piangere, ma poi riprendere a vivere la propria quotidianità con forza e coraggio, non stavano affrontando la morte con superficialità. Anzi.L’avevano compresa e continuavano a portare la vita nel cuore: la propria e quella di chi non c’era più.
Grazie di cuore Franco per quello che hai scritto, davvero
Annfawn
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Iscritto il: lun 8 apr 2019, 22:00

Re: Affrontare un lutto imminente

Messaggio da Annfawn »

Come ti capisco. Sto affrontando la stessa tua situazione.
girina69
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Iscritto il: gio 25 apr 2019, 10:05

Re: Affrontare un lutto imminente

Messaggio da girina69 »

Che bellissime parole Franco ! Io ho perso mio marito un mese fa e per me era la persona più importante della mia vita. Molto più dei miei genitori che seppur vivi sono sicura che quando se ne andranno non mi procureranno così tanto dolore . E ' vero noi piangiamo spt per noi stessi un abbraccio a tutti quelli che stanno attraversando un dolore così atroce
thegoodguy
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Iscritto il: lun 22 apr 2019, 19:27

Re: Affrontare un lutto imminente

Messaggio da thegoodguy »

Io per quanto cerchi di affrontate la vita di tutti i giorni, non ritorneró mai più quello che ero prima che mi lasciasse la mia Mamma.
Mamma ti amo, ti sento sempre vicina a me.
Arianna1521
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Iscritto il: mer 15 mag 2019, 2:42

Re: Affrontare un lutto imminente

Messaggio da Arianna1521 »

Non sai come ti capisco! Ho 25 anni e ho una sorella di 19. Quando abbiamo scoperto il male di mio padre (26 marzo scorso) ci hanno detto che non c’era già più niente da fare. Prima di allora non aveva nessun sintomo se non un po’ di tosse. Esattamente un mese dopo (26 aprile scorso) ha avuto la prima crisi respiratoria. Da lì in poi sono trascorsi 20 giorni, così pochi, così pochi, seppure ognuno di quelli mi è sembrato durasse un eternità. In quei giorni mi sono fatta migliaia di domande, sono arrivata a cercare su internet di tutto, facevo le ricerche più strane, più disparate, ad un occhio esterno sarei potuta risultare strana, pazza, cercavo cose come “come capire che una persona sta morendo” , “sintomi della morte”, “allungare la vita a un malato terminale”. Ho passato giorni e notti alla ricerca disperata di risposte a domande assurde, ho cercato di stargli vicino il più possibile, l’ho lavato, l’ho imboccato, gli ho dormito vicino, l’ho accarezzato, gli ho parlato, gli ho sorriso, l’ho coccolato, cercavo di far finta di nulla ma mentre ogni giorno la sensazione snervante di impotenza mi distruggeva. Mi chiedevo anch’io cosa succederà dopo? A cosa vado in contro ? Cosa vedrò ? Cosa ci aspetta? Domande su domande. Il 15 maggio scorso mio padre è stato strano tutto il giorno, aveva lo sguardo fisso nel vuoto, non rispondeva se non con cenni del capo. Quella è stata una giornata terribile, piena di paure e dolore. Nella notte tra mercoledì e giovedì scorso mio padre ci ha lasciati. Non è stata una morte violenta, se n’è andato in silenzio, in pace, nel sonno. Ho passato due giorni senza dormire, la mia casa si è riempita di gente, notte e giorni, ho visto arrivare gente da ogni paese circostante al mio. Venerdì c’è stato il funerale. Da lì in poi il vuoto. La casa mi sembra così vuota che mi pare di avvertire l’eco della mia voce per le stanze. Io so che un giorno probabilmente mi abituerò a questo dolore, che in certo senso somatizzerò quanto accaduto, forse col tempo farà meno male, forse dopo smetterà di mancarmi l’aria, forse smetterò di svegliarmi 4,5 volte a notte in lacrime, forse col tempo io starò meglio. Ma lui, lui non tornerà mai più, non potrà accompagnarmi all’altare, non potrà conoscere i suoi nipoti, lui non ha potuto nemmeno lottare...
monix
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Iscritto il: ven 19 apr 2019, 9:19

Re: Affrontare un lutto imminente

Messaggio da monix »

ciao... è proprio come dice Franco...UN CROLLO , una parte di te muore con il genitore venuto a mancare.: io ho perso mia madre a inizio maggio , alcuni giorni mi sembra di stare meglio ... e mi sento in colpa pure di questo, altri giorni ritorna l'angoscia, il ricordo delle sue ultime ore... della sua sofferrenza ..e ritornano i tormenti , avrò fatto tutto il necessario per tentare di allungarle almeno di qualche mese la vita? perchè non mi sono messa in aspettattiva dal lavoro per starle accanto quando ancora stava "bene" e potevamo fare una passeggiata? , perchè non l'h accarezzata di più nelle ultime ore di vita quando era spossata nel letto?...perchè non le ho detto quanto le volevo bene....
ecco la cosa che più mi affligge oltre a sentire la sua mancanza è il Senso di colpa.. .che credo provino tutti i caregiver...
Se puoi ti consiglio di fare e dirle tutte quelle cose ..anche banali che poi ti mancheranno tanto e abbracciala forte più che puoi...
Ladyfra93
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Iscritto il: mer 27 mar 2019, 12:14

Re: Affrontare un lutto imminente

Messaggio da Ladyfra93 »

Io ho 25 anni e ho perso mia mamma il 15 Aprile, aveva 53 anni. Tredici anni di malattia e lotte ma quando le metastasi si sono propagate al peritoneo non c'è stato più nulla da fare, ha resistito due anni e poi a metà marzo di quest'anno è cominciata la discesa verso l'inferno, praticamente il fegato pieno di lesioni ha compromesso tutto e non ce l'ha fatta. Ti posso dire che mia mamma era una persona straordinaria, sempre col sorriso, sempre a lavoro nonostante tutto, non si è mai fermata e ha avuto una forza incredibile; io le sono stata vicino le ultime due settimane, nonostante la sofferenza fisica e psicologica ti devasti, ti devasta raccontare bugie quando sai che a breve la loro vita finirà, ti devasta vedere le loro crisi psicologiche vedendo che ogni giorno stanno peggio ma io ti consiglio di starle vicino perché la farai davvero felice, mia mamma quando vedeva me o mio fratello aveva gli occhi che brillavano. Durante i giorni del funerale sarai come in una bolla perché vedrai gente di continuo, poi arriva il peggio. Mano a mano che passa il tempo io sento il vuoto che si allarga e più mi rendo conto che lei davvero non c'è più mi sento male. L'angoscia e il dolore praticamente sono all'ordine del giorno e nonostante io abbia ripreso l'università quasi subito mi sembra di vivere una vita che non è la mia. Ti salirà anche un senso di ingiustizia per una morte così senza senso (io sono arrabbiata col mondo perché lei non ha avuto possibilità di invecchiare ed è morta pure soffrendo) e anche l'invidia per le famiglie perfette che vedi per strada.
Quando mia mamma è morta una parte di me è morta con lei e con il nostro bellissimo rapporto e qualcosa si è spezzato dentro di me, qualcosa che non si aggiusterà più purtroppo; ed è vero, io piango all'idea di affrontare una vita senza di lei e mi chiedo se ne sarò capace. Inoltre i ricordi mi fanno male, anzi malissimo perché io vorrei tornare a qualche mese fa, che lei era ancora con me, alle telefonate che mi faceva ogni sera e alla felicità quando tornavo a casa ogni tot settimane.
Per i figli è una cosa estremamente devastante e alla nostra età non dovremmo passare certe cose, in qualche modo dobbiamo tirarcene fuori,anche con un aiuto esterno.
cinzietta84
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Iscritto il: mar 19 giu 2018, 22:36

Re: Affrontare un lutto imminente

Messaggio da cinzietta84 »

Il tuo post Duccio mi ha tanto toccata...la prima volta che torno su questo forum da quando mio padre non c'è più...ricordo che quando scoprii l'esistenza di questo sito avrei voluto fare la tua stessa identica domanda Duccio...e ora che papà non c'è più, vedo che le mie risposte sono in parte simili a quelle di Arianna1521, Thegoodguy, Ladyfra93 e Franco.
Mi sento di dirti che ognuno vive il lutto a modo proprio, chi con i vari step "normali", chi riesce a "uscirne" prima e chi dopo. C'è anche chi invece non lo elabora e sviluppa depressioni o altre problematiche debilitanti.
Dal cuore mi sento di darti un consiglio, che è personalissimo: cerca di non avere sensi di colpa. Il lutto lo può portare.
Io ho cercato di fare di tutto per mio padre, proprio per non potermi dire "avrei potuto fare di più" eppure i sensi di colpa mi mangiano da dentro ogni giorno.
Ricordo che chiesi consiglio alla mia migliore amica se "abbracciare o no" mio padre...dato che entrambi eravamo molto timidi, abbracciarlo mi sembrava come sottolineare la gravità della sua situazione medica...e per questo l'ho abbracciato poco anche se dentro di me avrei voluto farlo in ogni momento...ricordo che passavo più tempo a fare "la dura" dicendo con (fintissima) noncuranza che se la sarebbe cavata, ho cercato dottori, ho guardato mille siti medici tutte le notti, cucinavo prodotti bio e ricette "anticancro", ho lasciato anche il lavoro per dedicarmi totalmente a lui...facevo di tutto per cercare di allungare la sua vita e nel frattempo non stavo passando gli ultimi giorni con lui...
E' un maledetto paradosso che mi uccide dentro. Ora ho tante immagini di me che correvo come una trottola per lui, ma NON stavo con lui.
Questo posso consigliarti di cuore: stai con mamma. Parlale. Abbracciala. Portala a cena fuori. Ridete. Non lasciare questioni in sospeso. Cerca di non avere sensi di colpa quando penserai a lei.
Chi è malato terminale probabilmente non ce la farà, quindi è meglio puntare sulla qualità della vita piuttosto che cercare di perdere il poco tempo rimasto cercando di fare Dio.
Mi sarebbe piaciuto che qualcuno mi avesse detto queste parole a suo tempo.
Un grande abbraccio a tutti...
 


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