Ogni giorno.....
Per fortuna da qualche tempo non è più "ogni giorno".. Giuseppe.. rispondo pure io: vorrei tanto lasciarmi alle spalle il DOLORE dei giorni di malattia che ho sempre pesantemente e costantemente vissuto in famiglia, MA non posso dimenticare. Credo sia impossibile. Ma ti posso dire che si può "accantonare".
Io l'ho fatto nascondendo il mio dolore dentro al mio cuore, per questo dico sempre che è diventato un sasso. Ma la mente è fervida di conoscenza perciò ho capito che si può regalare volentieri a chi vacilla nel buio, la speranza e la forza di combattere! Semplicemente anche solo a parole.
Dici: "superare il trauma psichico della diagnosi, delle cure chemioradio/terapiche, delle incertezze diagnostiche"..in effetti non è per niente facile; MA si può superare tutto questo con un grande lavoro interiore. Per la mia vita mi sono data questo traguardo e perciò da ragazzina mi sono data alla lettura, stimolando così la mia curiosità sui vari "perché" della vita. Poi è arrivato il cancro. Ho dovuto e voluto documentarmi per me soprattutto(psicologicamente) e per Vittorio (come stimolo e supporto morale e fisico).
Poi è toccato a me. Non ho cercato nulla al riguardo, non mi son documentata perché so che la vita ha il suo corso. Mi sono affidata ai medici. Ho eseguito tutto ciò che mi veniva proposto e prescritto come un' automa.. E nel mentre sono capitata qui nel forum.. Ottima medicina e stimolante crescita.
Come dicevo alla psicologa, non mi piace parlare di ciò che mi è capitato, perché
"sono solo un piccolo granello di sabbia in un'immensa spiaggia"
Buona giornata a tutti. Monik
Io l'ho fatto nascondendo il mio dolore dentro al mio cuore, per questo dico sempre che è diventato un sasso. Ma la mente è fervida di conoscenza perciò ho capito che si può regalare volentieri a chi vacilla nel buio, la speranza e la forza di combattere! Semplicemente anche solo a parole.
Dici: "superare il trauma psichico della diagnosi, delle cure chemioradio/terapiche, delle incertezze diagnostiche"..in effetti non è per niente facile; MA si può superare tutto questo con un grande lavoro interiore. Per la mia vita mi sono data questo traguardo e perciò da ragazzina mi sono data alla lettura, stimolando così la mia curiosità sui vari "perché" della vita. Poi è arrivato il cancro. Ho dovuto e voluto documentarmi per me soprattutto(psicologicamente) e per Vittorio (come stimolo e supporto morale e fisico).
Poi è toccato a me. Non ho cercato nulla al riguardo, non mi son documentata perché so che la vita ha il suo corso. Mi sono affidata ai medici. Ho eseguito tutto ciò che mi veniva proposto e prescritto come un' automa.. E nel mentre sono capitata qui nel forum.. Ottima medicina e stimolante crescita.
Come dicevo alla psicologa, non mi piace parlare di ciò che mi è capitato, perché
"sono solo un piccolo granello di sabbia in un'immensa spiaggia"
Buona giornata a tutti. Monik
Monik
Buonasera Monik,
apprezzo le tue parole.
Al riguardo trascrivo le seguenti considerazioni tratte da un "Manuale di psico-oncologia":
La guarigione
Un punto sul quale si è notevolmente discusso in questi anni è rappresentato dalle sempre più frequenti situazioni in cui il paziente, grazie all'efficacia delle terapie, guarisce, trovandosi anche a molti anni di distanza"libero"clinicamente dalla malattia..E' la condizione di quei pazineti indicati dagli autori di lingua inglese con il termine di long-survivors. Può risultare scontato che il guarire assuma il significato di un ritorno alla norma, di ripresa completa del proprio percorso esistenziale in tutte le dimensioniche lo hanno caratterizzatoe di graduale oblio di tutto quanto aveva rappresentato angoscia, terrore,e pericolo.
In realtà le dimensioni dell'evento sono state tali per cui elementi che mantengono vivo o risvegliano il ricordo sono sempre presenti. Gli esiti degli interventi chirurgici, l'assunzione di terapie(anche per lungo tempo), le visite di controllo(seppure a cadenza meno ravvicinata), le modifiche degli stili di vita, sono segnali quotidiani di qualcosa che è stato, che potrebbe tornare (il noto fenomeno della spada di Damocle) e che influenza il senso di identità, la percezione di sè, il livello di autostima e la proiezione verso il futuro. Certamente le modalità con cui le persone vivono e reagiscono a questa fase di "ritorno alla vita" sono diverse e influenzate dallo stile di coping di ciascunoLa letteratura e la pratica clinica dimostrano infatti che assai diverse sono le conseguenze psicologiche per le persone che hanno attraversato l'esperienza del cancro e diverse quindi le situazioni riscontrabili.
In alcuni casi può prevalere infatti una modalità di evitamento di quanto è accaduto(E' come se fosse stato un incubo da cui per fortuna mi sono svegliato,E' solo un brutto ricordo al quale non voglio più pensare, Per me è un capitolo chiuso). In altri casi, l'evento della malattia e delle conseguenze che questa ha avuto determinano profondi cambiamenti interni che esitano in una percezione dicrescita personale importante che permette di affrontare l'esistenza sotto una luce completamente diversa (Non sono più lo stesso, Grazie alla malattia ho scoperto i valori più veri e importanti della vita,Oggi ho capito qual è la differenza tra vivere alla giornata e vivere la giornata).
In altri casi ancora, la persona può mantenere un atteggiamento di preoccupazione continua che non si risolve: i sentimenti di incertezza, le preoccupazioni per la salute, il senso di perdita per come si era e per come non si è più, ilsenso della mancanza di controllo, le difficoltà di adattamento lavorativo, i disturbi della sfera relazionale possono permanere(Tutto è passato, ma la vita non mi è tornata a sorridere, Ogni volta che entro in un ospedale o ascolto un programma televisivo o leggo il giornale sono bombardata da notizie sul cancro e mi sento tremare dentro. Dovrei vivere sotto una campana di vetro).....
Un caro saluto a tutti.
Giuseppe
apprezzo le tue parole.
Al riguardo trascrivo le seguenti considerazioni tratte da un "Manuale di psico-oncologia":
La guarigione
Un punto sul quale si è notevolmente discusso in questi anni è rappresentato dalle sempre più frequenti situazioni in cui il paziente, grazie all'efficacia delle terapie, guarisce, trovandosi anche a molti anni di distanza"libero"clinicamente dalla malattia..E' la condizione di quei pazineti indicati dagli autori di lingua inglese con il termine di long-survivors. Può risultare scontato che il guarire assuma il significato di un ritorno alla norma, di ripresa completa del proprio percorso esistenziale in tutte le dimensioniche lo hanno caratterizzatoe di graduale oblio di tutto quanto aveva rappresentato angoscia, terrore,e pericolo.
In realtà le dimensioni dell'evento sono state tali per cui elementi che mantengono vivo o risvegliano il ricordo sono sempre presenti. Gli esiti degli interventi chirurgici, l'assunzione di terapie(anche per lungo tempo), le visite di controllo(seppure a cadenza meno ravvicinata), le modifiche degli stili di vita, sono segnali quotidiani di qualcosa che è stato, che potrebbe tornare (il noto fenomeno della spada di Damocle) e che influenza il senso di identità, la percezione di sè, il livello di autostima e la proiezione verso il futuro. Certamente le modalità con cui le persone vivono e reagiscono a questa fase di "ritorno alla vita" sono diverse e influenzate dallo stile di coping di ciascunoLa letteratura e la pratica clinica dimostrano infatti che assai diverse sono le conseguenze psicologiche per le persone che hanno attraversato l'esperienza del cancro e diverse quindi le situazioni riscontrabili.
In alcuni casi può prevalere infatti una modalità di evitamento di quanto è accaduto(E' come se fosse stato un incubo da cui per fortuna mi sono svegliato,E' solo un brutto ricordo al quale non voglio più pensare, Per me è un capitolo chiuso). In altri casi, l'evento della malattia e delle conseguenze che questa ha avuto determinano profondi cambiamenti interni che esitano in una percezione dicrescita personale importante che permette di affrontare l'esistenza sotto una luce completamente diversa (Non sono più lo stesso, Grazie alla malattia ho scoperto i valori più veri e importanti della vita,Oggi ho capito qual è la differenza tra vivere alla giornata e vivere la giornata).
In altri casi ancora, la persona può mantenere un atteggiamento di preoccupazione continua che non si risolve: i sentimenti di incertezza, le preoccupazioni per la salute, il senso di perdita per come si era e per come non si è più, ilsenso della mancanza di controllo, le difficoltà di adattamento lavorativo, i disturbi della sfera relazionale possono permanere(Tutto è passato, ma la vita non mi è tornata a sorridere, Ogni volta che entro in un ospedale o ascolto un programma televisivo o leggo il giornale sono bombardata da notizie sul cancro e mi sento tremare dentro. Dovrei vivere sotto una campana di vetro).....
Un caro saluto a tutti.
Giuseppe
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- Iscritto il: lun 18 ott 2010, 16:08
Vi auguro una buona notte e nel contempo vi regalo il seguente pensiero sulla gentilezza tratto da un libro di Piero Ferrucci:
"In un antico scritto buddhista si elencano i benefici della gentilezza.
Se sei gentile,
1)Dormirai con facilità.
2)Ti sveglierai con facilità.
3)Avrai sogni piacevoli.
4)La gente ti vorrà bene.
5)I Deva(esseri celesti)e gli animali ti vorranno bene.
6)I Deva ti proteggeranno.
7)I pericoli esterni(veleni, armi e fuoco)non ti arrecheranno alcun danno.
8)Il tuo volto sarà radioso.
9)La tua mente sarà serena.
..................
Ciao!
Giuseppe
"In un antico scritto buddhista si elencano i benefici della gentilezza.
Se sei gentile,
1)Dormirai con facilità.
2)Ti sveglierai con facilità.
3)Avrai sogni piacevoli.
4)La gente ti vorrà bene.
5)I Deva(esseri celesti)e gli animali ti vorranno bene.
6)I Deva ti proteggeranno.
7)I pericoli esterni(veleni, armi e fuoco)non ti arrecheranno alcun danno.
8)Il tuo volto sarà radioso.
9)La tua mente sarà serena.
..................
Ciao!
Giuseppe
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