Se sei un familiare o un amico........

In questa stanza è possibile dare parola a ciò che si vive come paziente, familiare, amico, condividendo la propria esperienza ed esprimendo le proprie emozioni in un clima di accoglienza, fiducia e rispetto.
linetta
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Messaggi: 1892
Iscritto il: mar 15 mag 2012, 23:41

Messaggio da linetta »

Ciao Mariasole, grazie anche da parte mia per aver suggerito la lettura del libro da te trovato. Mi piace pensare che la morte sia in realtà una condizione di continua trasformazione.. Volevo solo salutarti chiedendoti Come stai.. Ti abbraccio
Ciao Giuseppe, grazie, scrivi sempre il mio nome, mi fa piacere essere nei tuoi pensieri
Un abbraccio a tutti e tutte, in particolare a chi legge in silenzio ed e' comunque qui con noi, come se fossimo tutti assieme attorno al tavolo di casa

Linetta

GIUSEPPE
Membro
Messaggi: 734
Iscritto il: gio 14 ott 2010, 20:26

Messaggio da GIUSEPPE »

Auguro a tutti, non manco di nominare Linetta, Mariasole, Me, Saretta, Monny,Ariale, unitamente a quanti mi leggeranno, una buona giornata. Aggiungo il seguente pensiero di Mike George dal titolo "Far pace con il mondo intorno":

L'idea di pace può essere mistica quanto vogliamo che sia. A un certo livello la pace è semplicemente l'eliminazione di aggressioni e minacce, sia interne sia esterne all'individuo. Ad un livello più profondo è una dichiarazione totale del cuore, un'accettazione della diversità degli altri, il placarsi di tutte le proteste interiori: la nostra modesta benedizione a un mondo imperfetto.
Ciao a tutti!

Giuseppe

linetta
Membro
Messaggi: 1892
Iscritto il: mar 15 mag 2012, 23:41

Messaggio da linetta »

Grazie Giuseppe buona giornata a te

me
Membro
Messaggi: 43
Iscritto il: gio 24 mag 2012, 20:04

Messaggio da me »

ciao a tutti voi
sai Giuseppe riflettevo prima di tutto su di me, su come reagisco alle affermazioni degli "altri". spesso mi innervosisco e magari rispondo in maniere non molto cordiale e giustifico il mio comportamento con la situazione in cui mi trovo. Poi ho riflettuo sull'episodio che ho raccontato con i commenti di mio marito sul fatto che se fosse successo a sua mamma "sarebbe stato peggio" a causa della situazione della sorella. io mi sono arrabbiata ma forse lui è arrivato a quella conclusione cercando di immedesimarsi nel mio dolore ed è comunque giunto ad una conclusione che alla fine non è così sbagliata. Nel senso che quando leggo le storie di molti di noi per esempio Mariasole e Linetta io razionalmente dico che loro hanno più "diritto" di me di soffrire i loro compagni erano giovani, non doveva andare così, loro dovevano vivere e fare tanto nella loro vita ma gli è stato concesso.

però in questo periodo il dolore per la mia mamma è così forte che tira fuori anche tanta rabbia e forse è quella che mi impedisce di vedere le cose con maggiore chiarezza, e in un certo senso in questo periodo sono più egoista. non voglio essere così. però penso di poter affrontare una cosa alla volta...
spero di essere stata chiara, non sono brava a scrivere !
buona giornata a tutti

luglio 64
Membro
Messaggi: 43
Iscritto il: gio 21 giu 2012, 1:54

Messaggio da luglio 64 »

Tante volte mi sono sforzata di trovare conforto leggendo o cercando più specificatamente di "girare le situazioni" in modo da vederle sotto un aspetto diverso. Non ci riesco vorrei poterlo fare per trovare una benchè minima pace interiore, ma ancora dentro di me c'è troppa rabbia. C'è tanto dolore per aver perso troppo presto il mio compagno, per avere la consapevolezza di non poter mai più condividere con lui la mia vita e soprattutto tutte le tappe della vita delle mie figlie che non potranno mai condividere e vivere con il loro papà. Per noi come per tanti altri di questo forum la sorte è stata meschina ed ingiusta e questa cosa ancora non riesco ad elaborarla. Forse se le cose fossero andate in modo diverso, se la malattia ci avesse dato una possibilità di poter almeno convivere con il cancro il mio pensiero sarebbe stato diverso. Mi spiace Giuseppe stravolgere tutto quello che tu pazientemente e per il nostro bene ci suggerisci. Tante volte ho cercato di riflettere sulle tue parole ma forse è troppo presto affinchè io possa farle mie. Un caro saluto a tutti.

rosvita84
Membro
Messaggi: 3
Iscritto il: ven 31 ago 2012, 18:12

Messaggio da rosvita84 »

Salve a tutti, è la prima volta che scrivo in questo forum. Ho sempre letto le vostre testimonianze e ora mi sento di chiedervi aiuto.

Mio padre è da un anno che sta affrontando le chemio e il percorso è lungo e complicato! noi come famiglia gli siamo stati sempre vicino, in ogni momento! solo che lui ha sviluppato una rabbia incredibile! ha sempre avuto un carattere difficile ma ora è impossibile stargli vicino. Stiamo rischiando un esaurimento nervoso. Non fa che offenderci, urlare, odia tutto e tutti! rifiuta l'aiuto di un neurologo, dice che sta bene ed è normale che sia un pò nervoso. Noi continuiamo a stargli vicino ma davvero non ce la facciamo più! io mi sarei aspettata un comportamento diverso da un uomo che sta affrontando una malattia: dovrebbe avvicinarsi a noi, invece sta facendo il vuoto intorno a lui e di questo da la colpa agli altri e no a se stesso.

Non so se qualcuno di voi ha avuto esperienze simili, vorrei solo capire come affrontare la situazione perché sono davvero disperata. Non ho più la forza neccessaria per aiutarlo in questo percorso.

Grazie Anna

saretta271079
Membro
Messaggi: 103
Iscritto il: gio 5 mag 2011, 2:55

Messaggio da saretta271079 »

Alcune persone reagiscono così...

una cosa che Giuseppe ha scritto ed è vera è mettersi dall'altra parte...

Tu come reagiresti ???

Credo che tuo padre abbia una rabbia incredibile dentro , per se stesso perchè ti svegli ogni giorno chiedendoti cosa succede oggi ?? domani ci sarò ancora ??

è una malattia così imprevedibile che fa veramente paura...

non è facile ammettere di stare male e di avere bisogno di aiuto..

Io che ho perso mia madre ma anche quando era ancora viva ero così, sempre incazzata e non volevo nessun aiuto .. e non avevo il cancro...e sono così ancora adesso...figurati loro..mia madre anche era sempre nervosa...

Chi sta vicino a chi si ammala nn ha un compito semplice , è vero ma tu pensa a quello che può passare per la testa a tuo papà..

La voglia che tutto sia finito , di non fare più la chemio , di nn stare più male..

sfido chiunque abbia un pò di carattere a non essere intrattabile..

Lo capirà da solo che sta esagerando...voi potete solo dargli tutto l'amore che merita..

per l'esaurimento c'è tempo...

Prova a parlargli cercando di usare la dolcezza...non aggredirlo...si sente già abbastanza in colpa anche verso di voi che lui sta male e voi vi preoccupate...

Ha delle emozioni e dei sentimenti anche lui...

Ti abbraccio

paola85
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Iscritto il: dom 18 mar 2012, 11:53

Messaggio da paola85 »

Cara Anna,

ti capisco. Avrei potuto scrivere delle frasi simili a proposito di mio papà, qualche anno fa. Saretta ha ragione, è importante provare a pensare cosa significhi vivere l'esperienza dell'altro, noi che stiamo loro accanto possiamo solo immaginarlo; e la rabbia è probabimente legata alla paura. Noi stessi ci sfoghiamo con le persone a noi più vicine. Ciò nonostante so bene che il vostro compito è stancante, soprattutto se la malattia si protrae a lungo. Si fa molto spesso 'da materasso'. Ma si vivono anche i momenti più intimi e belli!:)

Ieri sera Mariasole in un altro post citava i libri di E.Kubler-Ross; questa psichiatra ha formulato una teoria sulle fasi dell'elaborazione del dolore, forse la conosci già. Tra le varie fasi menziona quella della rabbia, della quale dice per esempio: "dopo la negazione {che sarebbe la prima fase} iniziano a manifestarsi emozioni forti quali rabbia e paura, che esplodono in tutte le direzioni. Rappresenta un momento critico che può essere sia il momento di massima richiesta di aiuto, ma anche il momento del rifiuto, della chiusura e del ritiro in sé". Accettare la realtà è difficile. Forse tuo papà attira l'attenzione in questo modo, oppure cerca di mantenere il suo ruolo nell'ambito familiare o sociale (lavora ancora?). Per esempio, mio papà era ormai così indebolito nel fisico, che manteneva la sua autorità con la personalità e con la voce, perché ormai non gli rimaneva più altro (soprattutto nei confronti di noi figli), il suo corpo robusto che ci aveva sempre fatto sentire protetti si era disintegrato... era un modo di mostrare che ancora aveva potere... aveva bisogno di aiuto in tutto, ma gli rimaneva l'autorità parentale e il potere di decidere... è importante lasciarglieli. Portate pazienza! È una fase che potrebbe cambiare. Forse non riesce a dare voce alle sue emozioni in un altro modo, fatica a comunicare. Non mollate e stategli vicino, altrimenti sarà ancora più spaventato e questa dinamica non potrà che peggiorare. Tenete duro.

Il mio compagno malato da un anno e mezzo invece non ha mai reagito così, credo che il fatto che sia cresciuto nella miseria del Kenya l'abbia reso molto più fatalista.

Un caro saluto.

GIUSEPPE
Membro
Messaggi: 734
Iscritto il: gio 14 ott 2010, 20:26

Messaggio da GIUSEPPE »

Carissime "ME" e "Luglio64", in apertura vi ringrazio per le manifestazioni di apprezzamento rivolte a quello che scrivo. Grazie di cuore!

Me: a volte ripensare i nostri modi di essere figlio, padre, moglie, marito, amico, ecc., può farci vivere nuovi salutari percorsi relazionali. Apprezzo molto le tue considerazioni.
Luglio64, mi sono commosso leggendoti. Mi sento vivamente partecipe del tuo dolore, della tua rabbia entrambi da te manifestati con grande dignità espositiva.Ti sono vicino, questo certamente è un modo virtuale di comunicare, per converso riusciamo a raccontarci spontaneamente; facciamo parlare il nostro cuore!

Ciao cara Luglio 64, ti porgo un grande abbraccio di incoraggiamento.

Giuseppe

GIUSEPPE
Membro
Messaggi: 734
Iscritto il: gio 14 ott 2010, 20:26

Messaggio da GIUSEPPE »

Anna, la mia condivisione relativamente a quanto ti scrivono Saretta che ringrazio per avermi citato e Paola per avere introdotto un importante argomento(elaborazione del dolore) su cui in seguito vorrei dire il mio pensiero.

Qui vorrei aggiungere un altro importamte aspetto.

La chemioterapia spesso logora i nervi, accresce l'irritabilità, alimenta la rabbia, fa venire meno la capacità di risolvere i problemi persino quelli semplici ecc.

Oggi io sono rientrato in me, mi sono riappropriato della mia calma, ho riacquisito il mio status di condottiero in famiglia precedentemente perso, ho lavorato parecchio per riavere tutto ciò di cui il cancro e le cure mi avevano privato . Mi fermo qui per gli aspetti personali.

Vi è da dire che un tempo chi si ammalava di cancro stava male , diventava sempre più debole, era costretto a letto e moriva. Oggi, oggi di cancro si guarisce o ci si cura, anche se purtroppo non sempre è così e ciò mi addolora. Ne deriva in questi ultimi anni la continua attenzione della fatigue nel malato oncologico.

Ho di recente partecipato rendendo la mia testimonianza, nella mia qualità di lungo vivente, allo studio di nuove metologie curative che tendono ad introdurre una cura globale personalizzata sin dalla diagnosi con gruppi comprendenti psicologi, nutrizionisti, genecologi, sessuologi, cardiologi, genetisti, neurologi, oculisti, assistenti sociali.

In buona sintesi, io penso che "vivere il cancro in una visione di insieme" è una esigenza sociale!

Anna, spero che le mie parole possano aiutarti a vedere tuo padre negli aspetti prima non valutati: un anno di chemioterapia è pesante, il doppio di quella che ho fatto io, è proprio pesante, è un capovolgimento fisico-psichico per il tuo caro papà!

Ti porgo un caro saluto.
In chiusura volgo un affettuoso saluto, a Linetta, Mariasole, Monny, Ariale, Saretta, Paola, a chi ho dimenticato e a quanti mi leggeranno.

Giuseppe

 


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