Salve, vi scrivo per chiedere un consiglio a chi ha vissuto il momento difficile della scelta della terapia del dolore.
Mio padre ha un tumore al polmone (IV stadio) e metastasi al fegato (interessato al 70%), all'anca e al cervello. 5 giorni dopo una chemio palliativa ha iniziato a stare molto male, con dolori diffusi e un livello di globuli bianchi quintuplicato.
Secondo l'anestesista, addetto alla terapia del dolore, bisognava iniziare la terapia del dolore con una serie di farmaci endovena (flebo), tra cui antidolorifico e antispastico, mentre l'oramorph via orale. Inoltre, ci ha consigliato dei prodotti omeopatici (coenzima e lycopodium) da somministrare endovena e il Galium heel via orale.
La domanda banale che mi pongo io è, premesso che sono consapevole che la malattia non è più curabile, è: se il fegato è l'organo che deve smaltire,l'assunzione di tutti questi farmaci, compresi quelli omeopatici, non provoca ancora maggior dolore al paziente? Per un malato in queste condizioni, prendere 9 farmaci, di cui 4 endovena non dovrebbe fargli sentire ancora più dolore?
Infine, questi prodotti omeopatici possono essere di un qualche sollievo?
Grazie a chi potrà rispodermi.
terapia del dolore
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