Bella domanda.
Mia moglie è in cura nel milanese, direi che tutta la struttura è ottima. Le persone hanno quella umanità che serve in queste circostanze, mia moglie si fida di loro, e questo ora come ora è sufficiente.
Tutte queste non sono piccole cose, ma aiutano enormemente, anche se di certo non ti tolgono dalla melma, ma quantomeno sai di non essere da solo.
La TAC, come scrissi sopra, è andata bene, regressione del linfonodo, questo è un traguardo importante. Ma la malattia resta, è un qualcosa che 20 anni fa era ignota, e si chiama BRAF V600E. Forse era meglio non sapere della sua esistenza perché sta rovinando questa fase, in specie dopo un colloqui che abbiamo avuto una decina di giorni fa all'Istituto Tumori.
No, no, non si fa così come è avvenuto. Il medico sarà un buon medico sotto l'aspetto professionale, ma o una cosa la dici e spieghi il concetto sino in fondo, o te la tieni per te. Per fortuna non siamo inesperti e abbiamo avuto modo di metabolizzare delle affermazioni molto forti, che andrebbero dette con uno stile umano, non come se fossimo alunni ad ascoltare.
Istituto Nazionale Tumori di Milano, il medico oncologo deve avere una preparazione tale da non esporre una lezione di medicina, indicare numeri su sopravvivenza che non sono del paziente, il quale è già abbastanza teso durante la seduta.
Nel frattempo, ho trovato un oncologo che viene a domicilio, parla con mia moglie, lei si sente a suo agio, a casa, in un ambiente familiare, e questo davvero non è poco. Per altro il costo delle sedute è irrisorio per quello che mette a disposizione: umanità, professionalità, attenzione.
Ora mia moglie ha terminato il 6° ciclo, tra una settimana farà il 7° ciclo, questo potrebbe essere l'ultimo prima di una terapia di mantenimento, o non so, non si può prevedere il seguito.
Grazie dell'attenzione.