FrancescaDirm ha scritto: ↑ven 4 set 2020, 13:14
Dopo cinque mesi di lotta e di profonde sofferenze, lo scorso 28 luglio il mio papà ci ha lasciati per un tumore al polmone, quarto stadio inoperabile e con metastasi al cervello.
L'ultimo ricordo felice che ho insieme a lui risale allo scorso Natale: mio padre che sta bene, ha solo una leggera tosse. Poi a marzo la diagnosi, i cicli di radio e di chemio, un'operazione per un versamento pleurico, i farmaci, l'ossigeno, il deambulatore, il peso e la massa muscolare che giorno dopo giorno vanno via.
Mio padre che a 58 anni non cammina più, non riesce più a lavarsi o ad andare in bagno da solo, lui che ha sempre avuto una forza straordinaria, lui che ha lavorato tutta la vita.
Mio padre che non ragiona più, lui che per anni ha usato il suo meraviglioso cervello per fare cose incredibili. Mio padre che non parla, lui che passava ore a discutere, a raccontare, a darci consigli. Mio padre che se ne va, in un quarto d'ora, per una crisi respiratoria.
Poi la chiamata di mia madre alle 4 del mattino, papà se n'è andato. Papà sul letto, che sembra dormire. Poi la camera ardente, le visite, i funerali. Mia madre e mia sorella che piangono in una chiesa con 40 gradi.
Un mese dopo la sua morte, posso dire che la rabbia è passata. La rabbia nei confronti del tumore che ce l'ha portato via, la disperazione nei confronti del destino, l'ansia e la frenesia dovute alle faccende burocratiche da risolvere, è tutto finito.
Provo solo un'immensa commozione nel sentirlo intorno a me, lo sento vegliare su ogni cosa che mi accade, vive e mi parla dall'interno del mio cuore.
Non riesco a parlarne con nessuno, nemmeno con le persone a me vicine. So che solo voi potete capire.