Tumore alla prostata

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poldo59
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Iscritto il: lun 6 gen 2014, 6:01

Messaggio da poldo59 »

Nel mio caso, un taglio di 20 cm e una degenza di 10 gg (la ferita ha faticato a rimarginare), ho fatto 2 medicazioni al gg per un'altra settimana grazie alla moglie infermiera altrimenti dovevo fare la spola al reparto. Certo è meglio avere qualcuno appresso che anche un po'ti vizia, ma visto il codice di esenzione 048 ... è quasi un diritto, no? Potendo naturalmente.

Certo mi sentivo più in forze due ore dopo l'intervento che il giorno di dimissione!

Confezione di pannolini a portata di mano.

Nel mio caso: panciera, tante garze sterili, disinfettante e fisiologica, cerotti grandi, guanti monouso. Tachipirina 1000.

Tuttavia: perché privare i tuoi figli di questa esperienza? Gli servirà senz'altro. Almeno sapere che c'è un "fattore genetico"!

Tanti auguri

Apis
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Iscritto il: sab 7 dic 2013, 22:26

Messaggio da Apis »

Ciao Poldo,

grazie per avermi raccontato la tua esperienza e per i consigli preziosi... spero che poi il tutto si sia risolto positivamente per te. Grazie per gli auguri....

Un abbraccio

libeccio
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Iscritto il: ven 20 gen 2012, 22:58

Messaggio da libeccio »

Caro Apis, la tua scelta (spero non definitiva) di affrontare in solitudine il post intervento può essere valida salvo complicazioni che non puoi escludere del tutto. La mia esperienza è stata questa:

1. Due giorni soltanto in ospedale (operato con tecnica Da Vinci)ed il sostegno e la

faccia serena di mia moglie e di mio figlio al risveglio non la dimenticherò mai;

2. Dimesso con il catetere portato a casa per 7 giorni (impossibile guidare da soli);

3. Durante la convalescenza affrontati forti dolori addominali (indispensabile la

presenza di qualcuno a casa quantomeno che vada in farmacia o che telefoni in

ospedale);

4. Riaccompagnato in ospedale per la rimozione del catetere;

5. Affrontato a casa una settimana di dolori fortissimi a causa della sopraggiunta

cistite:

Ebbene tutto ciò dirai tu lo avrei potuto affrontare da solo (come dice Ernestus taxi etc..) ... ma con il senno di poi certamente... durante il periodo la presenza della famiglia ha assunto un ruolo direi determinante per il recupero psicofisico. Senza di loro ...boh.
Io ho un figlio di 30 anni e con lui ho condiviso sin dal primo momento la gravità di quanto avveniva. Ricordo le parole dell'urologo che con la mano sulla spalla gli ha raccomandatao di fare l'esame del PSA dai 40 anni e non aspettare i 50. Non puoi sottrarre tale elemento di prevenzione ai tuoi congiunti. Per colpa del maledetto eventuale fattore di ereditarietà.
Comunque se dovessi vivere in Toscana e d in particolare vicino a Pisa io ti potrei dare una mano se vuoi.

Apis
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Iscritto il: sab 7 dic 2013, 22:26

Messaggio da Apis »

Caro Libeccio, grazie per esserti speso nel raccontarmi la tua esperienza. Ti ringrazio anche per la tua disponibilità. Non abito in Toscana, ma se dovessi capitare dalle parti di Pisa,un caffè lo prenderei volentieri con te. Anche io ho un figlio; ha 35 anni e non ci sono dubbi che sarà informato dettagliatamente, anche per il fattore "ereditario".

Tutti i messaggi pubblicati in mio aiuto, sono risultati preziosi e mi serviranno per prendere una decisione. Appena la prenderò mi farà piacere condividerla con voi. Intanto grazie grazie grazie amici, perchè così vi percepisco; AMICI.

mmauri51
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Iscritto il: mar 20 nov 2012, 23:23

Messaggio da mmauri51 »

Un altro elemento di cui tenere conto: per diverse settimane non dovrai reggere pesi superiori a un sacchett-ino della spesa. Quindi il bagaglio che ti porterai appresso per il ricovero sia il più leggero possibile, se decidi che sarai da solo all'uscita...
Ma al di là delle necessità contingenti, non pensi che i figli potrebbero non perdonarti l'aver loro negato la possibilità di starti vicino?

Apis
Membro
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Iscritto il: sab 7 dic 2013, 22:26

Messaggio da Apis »

Grazie mmauri51, ecco un altro elemento importante da tenere in conto.

Buona giornata.

sveva
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Iscritto il: sab 4 gen 2014, 5:42

Messaggio da sveva »

In questi giorni sto provando ad acquisire informazioni circa pro e contro della sorveglianza attiva in presenza di tumori definiti poco aggressivi. Ho letto che in tal senso l'Italia ha aderito ad un prtocollo internazionale. Ci sono già dati ufficiali? Voi che idea vi siete fatti in proposito? E' una scelta troppo rischiosa?

Buon inizio settimana a tutti!

Angiolini 59
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Iscritto il: gio 17 gen 2013, 1:11

Messaggio da Angiolini 59 »

MI INSERISCO NELLA DISCUSSIONE PER RIPORTARE LA MIA ESPERIENZA-OPERATO IN GENNAIO 2013 A FRONTE DI UN REFERTO BIOPTICO CHE RECITAVA:1 FUSTOLO POSITIVO SU 16 PRELEVATI PER GLEASON 3+3 -IL MEDICO DISSE CHE C'ERANO VARIE SOLUZIONI:CHIRURGICA,RADIOTERAPICA O BRACHITERAPIA VISTO IL GLEASON A BASSO RISCHIO.HO OPTATO PER LA CHIRURGIA DATA LA MIA ETA'(53 ANNI).DOPO L'OPERAZIONE, IL RISULTATO SUL PEZZO OPERATORIO E' RISULTATO DIVERSO DA QUELLO DELLA BIOPSIA PASSANDO IN GLEASON 4+3-E' OVVIO CHE IN QUEL CASO LA SORVEGLIANZA ATTIVA SAREBBE STATA LA SCELTA MENO APPROPRIATA.ALLA MIA RICHIESTA DI DELUCIDAZIONI,IL MEDICO MI DISSE CHE CAPITA DIVERSE VOLTE CHE IL GLEASON CAMBIA PERCHE' L'AGO DELLA BIOPSIA NON PUO' ARRIVARE IN TUTTI I PUNTI DELLA PROSTATA MA PRELEVA A CASO.AUGURI A TUTTI I PARTECIPANTI DEL FORUM.

Bo2014
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Iscritto il: lun 30 dic 2013, 2:20

Messaggio da Bo2014 »

Qualcuno l'ha usato?

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ernestus
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Iscritto il: gio 20 set 2012, 16:07

Messaggio da ernestus »

piove

 


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