IL LUTTO DOPO LA MALATTIA
IL LUTTO DOPO LA MALATTIA
Buongiorno,
vorrei raccontare la mia esperienza, nella speranza di trovare supporto e qualche consiglio utile.
Esattamente un anno fa a mio padre è stato diagnosticato un adenocarcinoma alla testa del pancreas. Impossibile trasmettere l'angoscia e il senso di impotenza di fronte a questa tremenda notizia.
Purtroppo, nonostante sia stato fatto tutto il possibile per aiutarlo, la malattia non gli ha lasciato scampo e a marzo 2025 è volato in cielo.
Durante la sua malattia ho cercato di essergli di supporto, di aiutarlo in tutti i modi, e mi sentivo paradossalmente forte. Ero consapevole che purtroppo le cose stavano andando male ma non mi rendevo conto fino in fondo.
Da quando lui se ne è andato ho iniziato a soffrire parecchio d'ansia, attacchi di panico. Ammetto che tanta ansia deriva anche da tutte le questioni burocratiche che inevitabilmente restano da risolvere, spesso non si parla di questo aspetto ma per me sta diventando una cosa insopportabile. Vorrei solo non dovermi occupare di nulla per poter stare nel mio dolore in pace.
Il medico di base mi ha prescritto un ansiolitico (benzodiazepina) che prendo al bisogno, però ho paura di diventarne dipendente.
Ogni consiglio è ben accetto, alle volte mi sembra di impazzire e ancora non ci credo che lui non sia più con noi.
Grazie a chi risponderà, un abbraccio.
vorrei raccontare la mia esperienza, nella speranza di trovare supporto e qualche consiglio utile.
Esattamente un anno fa a mio padre è stato diagnosticato un adenocarcinoma alla testa del pancreas. Impossibile trasmettere l'angoscia e il senso di impotenza di fronte a questa tremenda notizia.
Purtroppo, nonostante sia stato fatto tutto il possibile per aiutarlo, la malattia non gli ha lasciato scampo e a marzo 2025 è volato in cielo.
Durante la sua malattia ho cercato di essergli di supporto, di aiutarlo in tutti i modi, e mi sentivo paradossalmente forte. Ero consapevole che purtroppo le cose stavano andando male ma non mi rendevo conto fino in fondo.
Da quando lui se ne è andato ho iniziato a soffrire parecchio d'ansia, attacchi di panico. Ammetto che tanta ansia deriva anche da tutte le questioni burocratiche che inevitabilmente restano da risolvere, spesso non si parla di questo aspetto ma per me sta diventando una cosa insopportabile. Vorrei solo non dovermi occupare di nulla per poter stare nel mio dolore in pace.
Il medico di base mi ha prescritto un ansiolitico (benzodiazepina) che prendo al bisogno, però ho paura di diventarne dipendente.
Ogni consiglio è ben accetto, alle volte mi sembra di impazzire e ancora non ci credo che lui non sia più con noi.
Grazie a chi risponderà, un abbraccio.
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- Iscritto il: sab 28 giu 2025, 8:30
Re: IL LUTTO DOPO LA MALATTIA
Cara Titti. Io sto vivendo quei giorni in cui mi chiedo come reagirò dopo. E ho già iniziato con qualche aiutino, che il mio organismo conosceva oggi. Non aver timore di assumerli ma fallo sotto guida medica altrimenti rischi di fare disastri. Ma sopratutto da soli non bastano. Anche io ho reagito come te dalla diagnosi. Crollo totale iniziale. Poi ho tirato fuori una lucidità che a tratti mi faceva piuttosto schifo. Alla notizia che non c’era più nulla da fare ho avuto di nuovo un crollo ma prendermi cura di papà (abbiamo fatto la scelta di stare a casa) mi ha tirato fuori di nuovo razionalità. Da una settimana papà è in sedazione profonda: mi sento sospesa, vuota. Lavoro. Con lucidità. Quando mi fermo a tratti mi sembra di impazzire. Non so dirti come reagirò dopo. Anche se è come se ogni giorno stessi vivendo un micro lutto. Ma sono certa di consigliarti un supporto psicoterapeutico. Da sole le benzodiazepine non ti bastano. Rischi solo un bisogno crescente. Fatti aiutare. Da un professionista capace di ascoltare e tirare fuori il tuo dolore. Ti abbraccio
Re: IL LUTTO DOPO LA MALATTIA
Ciao Emanuela84,
ti ringrazio molto per avermi risposto.
Le parole che hai scritto potrei averle pensate io, ti capisco in pieno. Ora è come vivere in una bolla, ci si rende conto ma non del tutto.
Se posso in qualche modo aiutarti ben volentieri, noi avevamo scelto di tenerlo a casa ma poi è stato inevitabile dover andare in Hospice, non era più possibile.
Ti abbraccio forte forte!
Sono seguita da una psicoterapeuta, già da prima, solo ho parecchi problemi con l'ansia questo periodo. Chiederò magari supporto ulteriore per non rischiare di fare pasticci.
ti ringrazio molto per avermi risposto.
Le parole che hai scritto potrei averle pensate io, ti capisco in pieno. Ora è come vivere in una bolla, ci si rende conto ma non del tutto.
Se posso in qualche modo aiutarti ben volentieri, noi avevamo scelto di tenerlo a casa ma poi è stato inevitabile dover andare in Hospice, non era più possibile.
Ti abbraccio forte forte!
Sono seguita da una psicoterapeuta, già da prima, solo ho parecchi problemi con l'ansia questo periodo. Chiederò magari supporto ulteriore per non rischiare di fare pasticci.
Re: IL LUTTO DOPO LA MALATTIA
Carissima, quello che descrivi è normale. Finchè dobbiamo lottare tiriamo fuori forze misteriose, poi scatta il baratro. Poichè sono piuttosto esperto in materia, mi sento di spiegarti due nozioni di base troppo spesso ignorate.
I farmaci in casi come il tuo sono molto utili, ma di una classe completamente diversa dallee benzodiazepine. Quelle hanno effetto sedativo immediato, ma nel tempo creano fenomeni di dipendenza e tolleranza, perchè il cervello si abitua a una risposta immediata post assunzione.
Gli psichiatri (che sono i medici cui OCCORRE rivlrgersi quando si sta male) usano altre armi. La prima linea, è la classe degli Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, che sono farmaci sicurissimi, che non danno dipendenze nè tolleranza, che non interferiscono con altre terapie, e che non fanno altro, nel tempo, che aumentare i livelli di serotonina nel neurotrasmettitori. Per funzionare, però, necessitano di un tempo lungo, di 3-4 settimane almeno. Ma poi aiutano davvero, curano la malattia, non il sintomo. Io li assumo da tre anni e sono rinato: niente più pensieri ossessivi, niente più ansia ingiustificata, i problemi restano, ovvio, me li vedi in modo meno angosciante. Non tolgono le emozioni come spesso sento dire, non fanno ingrassare (non tutti quantomeno), non cambiano assolutamente la personalità. Ovviamente sono consigli derivanti da esperienze personali, ma se fossi in te smetterei di curarmi con le benzodiazepine senza accompagnare la terapia con un vero farmaco che cura. Altrimenti è come curare una polmonite batterica con la tachipirina. Scusa per la prolissità. Un caro saluto.
I farmaci in casi come il tuo sono molto utili, ma di una classe completamente diversa dallee benzodiazepine. Quelle hanno effetto sedativo immediato, ma nel tempo creano fenomeni di dipendenza e tolleranza, perchè il cervello si abitua a una risposta immediata post assunzione.
Gli psichiatri (che sono i medici cui OCCORRE rivlrgersi quando si sta male) usano altre armi. La prima linea, è la classe degli Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, che sono farmaci sicurissimi, che non danno dipendenze nè tolleranza, che non interferiscono con altre terapie, e che non fanno altro, nel tempo, che aumentare i livelli di serotonina nel neurotrasmettitori. Per funzionare, però, necessitano di un tempo lungo, di 3-4 settimane almeno. Ma poi aiutano davvero, curano la malattia, non il sintomo. Io li assumo da tre anni e sono rinato: niente più pensieri ossessivi, niente più ansia ingiustificata, i problemi restano, ovvio, me li vedi in modo meno angosciante. Non tolgono le emozioni come spesso sento dire, non fanno ingrassare (non tutti quantomeno), non cambiano assolutamente la personalità. Ovviamente sono consigli derivanti da esperienze personali, ma se fossi in te smetterei di curarmi con le benzodiazepine senza accompagnare la terapia con un vero farmaco che cura. Altrimenti è come curare una polmonite batterica con la tachipirina. Scusa per la prolissità. Un caro saluto.
Re: IL LUTTO DOPO LA MALATTIA
Grazie di cuore Ludwig78! E' esattamente questo il punto, la mia paura è proprio quella. Infatti ho deciso di prendere appuntamento con una psichiatra, credo sia la cosa più giusta.
So bene che la fase del lutto che sto affrontando dovrà fare il suo corso, però come giustamente dici tu è necessario aiutarsi per i pensieri ossessivi, che sicuramente non aiutano. Continuo a fare pensieri catastrofici, senza senso e questo non fa altro che peggiorare il tutto. Anche la cosa più banale mi sembra un casino impossibile.
Grazie davvero per i preziosi consigli!!
So bene che la fase del lutto che sto affrontando dovrà fare il suo corso, però come giustamente dici tu è necessario aiutarsi per i pensieri ossessivi, che sicuramente non aiutano. Continuo a fare pensieri catastrofici, senza senso e questo non fa altro che peggiorare il tutto. Anche la cosa più banale mi sembra un casino impossibile.
Grazie davvero per i preziosi consigli!!
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