Inviato: gio 8 ago 2013, 13:07
Ambra mi ha suggerito di scrivere perché le mie parole sarebbero state d'aiuto a chi pensa di non farcela, a chi si sente schiacciato dall'angoscia e dalla paura, a chi sente che le forze vengono meno e a chi combatte contro un vuoto che non si riempie.
Dani diceva: "Chi ha un perché per vivere può sopportare anche tutti i come".
E lui aveva il suo perché e di come ne ha dovuti sopportare parecchi.
Un intervento demolitivo che lo ha compromesso nel fisico, chemioterapie aggressive, due interventi di nefrostomie e ancora chemioterapie.
L'impossibilità di camminare, i dolori lancinanti che lo tenevano sveglio di notte.
Quanti tremendi come ha sopportato in funzione del suo perché.
Dani aveva combattuto tutta la sua vita, venendo dal sud e trasferitosi qui in Emilia, aveva dormito in un garage perché non poteva permettersi un affitto. Aveva fatto qualsiasi lavoro, aveva studiato tanto e conosceva tanto.
In soli 10 anni è stato in grado di cambiare la sua vita ritrovandosi con una propria attività, una famiglia, una casa...
La malattia gli aveva fatto capire quanto le persone fossero importanti e quanto le cose semplici fossero speciali.
Se lui che ha dovuto patire tutto questo ha trovato il suo perché, a maggior ragione dobbiamo farlo noi. La vita va oltre a tutto, in nome della vita per la quale chi ci ha lasciato ha combattuto fino all'ultimo respiro, dobbiamo trovare e coltivare il nostro perché. E di perché non ne esiste uno solo, il perché è la vita stessa. Il perché può essere un figlio, un fratello, un progetto, un sogno.
Sta a noi trovare il nostro senza arrendersi mai, sta a noi difenderlo con tutti noi stessi e un domani, quando non avremo più le forze e saremo vecchi bacucchi, allora passeremo il testimone del nostro perché a chi ci sta più a cuore perché continui a crescerlo.
Vi voglio bene amici del cerchio e oggi che è un giorno triste per Sergio e la dolce Sara, auguro a tutti voi e a me stessa di trovare il nostro perché.
Un bacio
Erika
Dani diceva: "Chi ha un perché per vivere può sopportare anche tutti i come".
E lui aveva il suo perché e di come ne ha dovuti sopportare parecchi.
Un intervento demolitivo che lo ha compromesso nel fisico, chemioterapie aggressive, due interventi di nefrostomie e ancora chemioterapie.
L'impossibilità di camminare, i dolori lancinanti che lo tenevano sveglio di notte.
Quanti tremendi come ha sopportato in funzione del suo perché.
Dani aveva combattuto tutta la sua vita, venendo dal sud e trasferitosi qui in Emilia, aveva dormito in un garage perché non poteva permettersi un affitto. Aveva fatto qualsiasi lavoro, aveva studiato tanto e conosceva tanto.
In soli 10 anni è stato in grado di cambiare la sua vita ritrovandosi con una propria attività, una famiglia, una casa...
La malattia gli aveva fatto capire quanto le persone fossero importanti e quanto le cose semplici fossero speciali.
Se lui che ha dovuto patire tutto questo ha trovato il suo perché, a maggior ragione dobbiamo farlo noi. La vita va oltre a tutto, in nome della vita per la quale chi ci ha lasciato ha combattuto fino all'ultimo respiro, dobbiamo trovare e coltivare il nostro perché. E di perché non ne esiste uno solo, il perché è la vita stessa. Il perché può essere un figlio, un fratello, un progetto, un sogno.
Sta a noi trovare il nostro senza arrendersi mai, sta a noi difenderlo con tutti noi stessi e un domani, quando non avremo più le forze e saremo vecchi bacucchi, allora passeremo il testimone del nostro perché a chi ci sta più a cuore perché continui a crescerlo.
Vi voglio bene amici del cerchio e oggi che è un giorno triste per Sergio e la dolce Sara, auguro a tutti voi e a me stessa di trovare il nostro perché.
Un bacio
Erika