Inviato: ven 11 ott 2013, 17:19
Leggo da giorni le vostre parole e mi sono di conforto.
La mia storia inizia il 16 aprile. Mamma ha un ictus, dal quale fortunatamente esce senza problemi dopo un periodo in ospedale.
Trascorriamo i mesi successivi con molta ansia, ma cerchiamo di tornare alla nostra normalità.
Il 1 ottobre mia mamma viene ricoverata nuovamente in ospedale. Stavolta per una banale diverticolite.
Fanno un po' di esami e saltano fuori 4 masse ad entrambi i reni. Sospettano un tumore alle ossa. Fanno tac, scintigrafia...per fortuna non ci sono metastasi.
Le masse sono lì, ferme, capsulate e sembrano non muoversi.
I medici le dicono che deve togliere entrambi i reni.
Il 1 novembre le faranno un intervento e solo allora sapranno come procedere.
Non riesco a pronunciare la parola tumore. Mi si stringe lo stomaco e mi scendono le lacrime.
Gli sguardi si incrociano e anche se le labbra non emettono un suono, gli occhi parlano e lasciano trasparire la disperazione.
Ho tanta rabbia dentro e paura. Rabbia perchè mi domando il motivo per cui succedono queste cose. Paura perchè non so come affrontare la situazione.
Mamma piange e si dispera. Io mi arrabbio con lei perchè voglio che reagisca. Non può arrendersi. Non può farlo per lei, per papà, per mio fratello.
Non può farlo per me. Tra un mese nascerà il nipotino e tutti noi progettavamo di avere a che fare solo con pappette e cambi di pannolini, invece ora
non ci importa nulla. La mattina mi sveglio e come un robot vado a lavoro, la sera mi occupo della casa, cerco di tenere le redini della famiglia ben salda.
Papà è sempre stato molto silenzioso e taciturno. In questi giorni il suo sguardo è assente. A nulla valgono i tentativi di distrarlo.
Mio fratello è medico e pur essendo abituato a rapportarsi con la sofferenza delle persone, noto che stavolta anche lui è disarmato.
I parenti serpenti sono scomparsi. Gli amici non sanno cosa fare.
So che la paura terrorizza. So anche che le frasi di circostanza non servono a nulla, ma a volte servono.
Servono per alleviare anche solo di un minuto la sofferenza. Servono per sentirsi meno soli.
So che sarà un percorso lungo e doloroso, ma spero possa andare bene.
Io ci spero. So che è da stupidi. Ma mi resta solo la speranza.
Prego ogni sera che Il Signore mi dia la forza per affrontare tutto.
La mia storia inizia il 16 aprile. Mamma ha un ictus, dal quale fortunatamente esce senza problemi dopo un periodo in ospedale.
Trascorriamo i mesi successivi con molta ansia, ma cerchiamo di tornare alla nostra normalità.
Il 1 ottobre mia mamma viene ricoverata nuovamente in ospedale. Stavolta per una banale diverticolite.
Fanno un po' di esami e saltano fuori 4 masse ad entrambi i reni. Sospettano un tumore alle ossa. Fanno tac, scintigrafia...per fortuna non ci sono metastasi.
Le masse sono lì, ferme, capsulate e sembrano non muoversi.
I medici le dicono che deve togliere entrambi i reni.
Il 1 novembre le faranno un intervento e solo allora sapranno come procedere.
Non riesco a pronunciare la parola tumore. Mi si stringe lo stomaco e mi scendono le lacrime.
Gli sguardi si incrociano e anche se le labbra non emettono un suono, gli occhi parlano e lasciano trasparire la disperazione.
Ho tanta rabbia dentro e paura. Rabbia perchè mi domando il motivo per cui succedono queste cose. Paura perchè non so come affrontare la situazione.
Mamma piange e si dispera. Io mi arrabbio con lei perchè voglio che reagisca. Non può arrendersi. Non può farlo per lei, per papà, per mio fratello.
Non può farlo per me. Tra un mese nascerà il nipotino e tutti noi progettavamo di avere a che fare solo con pappette e cambi di pannolini, invece ora
non ci importa nulla. La mattina mi sveglio e come un robot vado a lavoro, la sera mi occupo della casa, cerco di tenere le redini della famiglia ben salda.
Papà è sempre stato molto silenzioso e taciturno. In questi giorni il suo sguardo è assente. A nulla valgono i tentativi di distrarlo.
Mio fratello è medico e pur essendo abituato a rapportarsi con la sofferenza delle persone, noto che stavolta anche lui è disarmato.
I parenti serpenti sono scomparsi. Gli amici non sanno cosa fare.
So che la paura terrorizza. So anche che le frasi di circostanza non servono a nulla, ma a volte servono.
Servono per alleviare anche solo di un minuto la sofferenza. Servono per sentirsi meno soli.
So che sarà un percorso lungo e doloroso, ma spero possa andare bene.
Io ci spero. So che è da stupidi. Ma mi resta solo la speranza.
Prego ogni sera che Il Signore mi dia la forza per affrontare tutto.