Inviato: lun 10 mar 2014, 22:00
Inutile... ci ho provato tutto il giorno a resistere. Ma non scrivere qui ricordando questa triste ricorrenza mensile era quasi farti un torto. Lo so, è strano, ci si sente in colpa anche tentando di sfumare il ricordo, sembra quasi di toglierti l'importanza che meriti, ma io e te Dani sappiamo che non è così.
Tu mi avevi scritto una lettera ormai due anni fa, in cui dicevi che nonostante la paura, la stanchezza, mai ti eri sentito sconfitto e in effetti non lo sei. Il modo in cui ti ricordo, le immagini che restano di te, pur facendo male, trasmettono del tuo io solo quell'immenso coraggio davanti al dolore prima e alla morte poi.
Ho provato a immaginarmi al tuo posto, immedesimandomi in quelli che avrebbero potuto essere i tuoi pensieri. Ho passato lunghe ore su quel divano fissando quello che tu fissavi e provando a immergermi in te, nelle tue sensazioni, nelle paure che non confessavi per non farmi piangere. Sono arrivata alla conclusione che ciascuno di noi due, ha vissuto il percorso in modo indipendente per trovare il coraggio di andare avanti insieme. Io non ti ho mai detto quanta paura avessi, tu non mi hai mai detto quanta paura avessi e il fatto di non confessarcelo, ci permetteva di tenerci la mano, guardarci negli occhi in cerca di speranza, l'ennesima speranza. Oggi, passati otto mesi, mi sembra di averti incrociato lungo la mia vita per un attimo. Mi sembra che tutto ciò che ho di te si sia fissato in quegli ultimi pochi maledetti minuti. Maledetti per me, benedetti per te, che finalmente potevi dormire senza che i dolori lancinanti ti svegliassero, senza la paura di cadere a ogni passo, senza quei farmaci che ti stavano letteralmente distruggendo, quasi più di quanto aveva fatto la malattia. Quel giorno mi è sembrato di vederti volare, ho visto in quel tuo ultimo sorriso il desiderio di una libertà troppo a lunga negata. Non avevi paura di perdere nulla, perché in realtà la malattia ti aveva portato via già tutto, dignità, indipendenza e l'essere padre e marito, cose ormai impossibili. E allora, oggi t'immagino meravigliosamente bello, avvolto da una luce indescrivibile, troppo forte per i miei occhi, ma bellissima per i tuoi. T'immagino solare, con una camicia bianca e un paio di jeans e un sorriso che si nutre dei miei sogni, della serenità che cerco ogni giorno di regalarmi, dell'impegno che dedico ai progetti iniziati insieme, dell'amore per il nostro bambino e della nuova vita che mi sta travolgendo.
Continua a sorridere Dani, io sto bene, so che vorresti questo per me e io voglio continuare a vederti sorridere.
Un bacio grande
Errie
Tu mi avevi scritto una lettera ormai due anni fa, in cui dicevi che nonostante la paura, la stanchezza, mai ti eri sentito sconfitto e in effetti non lo sei. Il modo in cui ti ricordo, le immagini che restano di te, pur facendo male, trasmettono del tuo io solo quell'immenso coraggio davanti al dolore prima e alla morte poi.
Ho provato a immaginarmi al tuo posto, immedesimandomi in quelli che avrebbero potuto essere i tuoi pensieri. Ho passato lunghe ore su quel divano fissando quello che tu fissavi e provando a immergermi in te, nelle tue sensazioni, nelle paure che non confessavi per non farmi piangere. Sono arrivata alla conclusione che ciascuno di noi due, ha vissuto il percorso in modo indipendente per trovare il coraggio di andare avanti insieme. Io non ti ho mai detto quanta paura avessi, tu non mi hai mai detto quanta paura avessi e il fatto di non confessarcelo, ci permetteva di tenerci la mano, guardarci negli occhi in cerca di speranza, l'ennesima speranza. Oggi, passati otto mesi, mi sembra di averti incrociato lungo la mia vita per un attimo. Mi sembra che tutto ciò che ho di te si sia fissato in quegli ultimi pochi maledetti minuti. Maledetti per me, benedetti per te, che finalmente potevi dormire senza che i dolori lancinanti ti svegliassero, senza la paura di cadere a ogni passo, senza quei farmaci che ti stavano letteralmente distruggendo, quasi più di quanto aveva fatto la malattia. Quel giorno mi è sembrato di vederti volare, ho visto in quel tuo ultimo sorriso il desiderio di una libertà troppo a lunga negata. Non avevi paura di perdere nulla, perché in realtà la malattia ti aveva portato via già tutto, dignità, indipendenza e l'essere padre e marito, cose ormai impossibili. E allora, oggi t'immagino meravigliosamente bello, avvolto da una luce indescrivibile, troppo forte per i miei occhi, ma bellissima per i tuoi. T'immagino solare, con una camicia bianca e un paio di jeans e un sorriso che si nutre dei miei sogni, della serenità che cerco ogni giorno di regalarmi, dell'impegno che dedico ai progetti iniziati insieme, dell'amore per il nostro bambino e della nuova vita che mi sta travolgendo.
Continua a sorridere Dani, io sto bene, so che vorresti questo per me e io voglio continuare a vederti sorridere.
Un bacio grande
Errie