LA PRESA DI COSCIENZA

In questa stanza è possibile dare parola a ciò che si vive come paziente, familiare, amico, condividendo la propria esperienza ed esprimendo le proprie emozioni in un clima di accoglienza, fiducia e rispetto.
Erika76
Membro
Messaggi: 1209
Iscritto il: mar 9 lug 2013, 23:45

LA PRESA DI COSCIENZA

Messaggio da Erika76 »

Ciao cerchietti,
ogni tanto faccio capolino, mi rammarico di non essere più presente come un tempo, ma alcune cose sono cambiate. Il lavoro è diventato più pesante perché ho dovuto farmi carico di molte più responsabilità e quindi i "rari" momenti di pausa diventano sempre meno e il tempo di scrivere è pochissimo.
La lotta continua per molti, per altri inizia un percorso nel dopo e per pochi inizia la vita libera dal cancro.
Siamo sempre tutti qui, ognuno con i suoi pensieri, con le sue incombenze, ma sempre col cuore qui, in attesa di tac, esiti, PET, colloqui.
Non ho mai creduto al caso, credo di averlo ripetuto mille volte. Non ci credevo prima, figuratevi adesso.
Ciascuno di voi mi ha donato qualcosa che ho fatto mio, che ho portato con me in quello zaino che ho messo sulle spalle il 10 luglio del 2013, quando improvvisamente la vita sembrava essersi svuotata. E se oggi sono qui, è soprattutto grazie a voi, che mi avete seguito in questo mio percorso, che mi avete dato la forza quando non ne avevo, che mi avete compreso quando intorno nessuno sembrava capire.
Domenica scorsa, non so in che modo e non so perché sono stata illuminata dalla consapevolezza. Chiamiamola presa di coscienza, ma in qualsiasi modo si possa definire, per un istante che è sembrato durare una vita ho sentito con forza Dani in me, parlarmi e dirmi: NON AVERE PAURA. Perché quello che mi ha bloccato maggiormente in questo lungo anno senza di lui era la paura. Paura di restare sola, paura di non essere abbastanza forte, paura di non saper dividermi tra il ruolo di mamma e d'imprenditrice, paura di amare ancora, paura del futuro, paura del cancro.
La paura ci avvolge e come un muro di gomma respinge qualunque cosa o persona venga a contatto con noi. La paura è ansia, rabbia, vuoto. La paura è assenza di energia positiva, di vita.
Ho desiderato ferirmi, ferire, fare male e farmi male, guidata dalla paura del domani. Amare? No, che senso avrebbe avuto se poi il cancro avesse fatto la sua ricomparsa? Per soffrire di nuovo? E Dani, lui che la vita l'amava ne sarebbe stato felice?
Tante domande, tanti dubbi e l'unica certezza era quella maledetta paura che influenzava ogni mia scelta, inficiava ogni attimo di serenità, ma poi... ma poi è arrivato Dani. E NON AVERE PAURA... ha significato tanto per me. Ha significato stabilire con lui una connessione che va oltre il ricordo del passato, che è presente e che sarà futuro. Oggi so che mi accompagna, mi lascia sbagliare, mi lascia anche soffrire perché sa che tutto ha un senso, tutto ha uno scopo. La sofferenza fa capire quanto sia bello non soffrire. La paura fa capire quanto sia meraviglioso aprirsi al mondo e agli altri senza riserve. Ho provato tutto questo, ma lui era lì al mio fianco, in attesa che diventassi consapevole, senza forzare le cose, senza correre perché io avevo bisogno di tempo. Ha atteso pazientemente che quella rabbia si trasformasse in desiderio di vita. E' un po' come se seduto su una sedia, mi avesse osservato sorridendo e pensando: "Tanto lo so che prima o poi capirai". E ho capito. Ho capito che ho avuto la sfortuna di perderlo, ma prima ho avuto la fortuna d'incontrarlo. Ho capito che nessuno sa quando sarà il suo momento e quindi la vita bisogna viverla e basta e farlo nel migliore dei modi. Ho capito che nella vita non serve fare cose eccezionali perché quello che importa davvero è il messaggio che sapremo trasmettere e sarà quello che di noi resterà a chi ci avrà amato. Ho capito che essere madre significa anche saper sacrificare il sacrosanto desiderio di passare il tempo con tuo figlio per garantirgli un futuro e ho capito che la stanchezza la sera va via se inizi a fare la lotta con tuo figlio sul divano, se mangi una pizza con lui guardando un film che lo fa ridere e sentendolo dire "SONO FELICE".
Ho compreso che bisogna guardare avanti perché chi ci è sfuggito dalle mani in realtà non ci ha mai lasciato, continua a parlarci se solo ci soffermiamo ad ascoltare e continua a guardarci anche se non lo vediamo.
So che mi succederà ancora di stare male, ma so anche che quando succederà, lui sarà lì, seduto sulla sedia, col sorriso sulle labbra, ad aspettare che passi perché ora so che non voglio più avere paura.
Un abbraccio cerchietti, senza paura
Errie
Franco zhu
Membro
Messaggi: 83
Iscritto il: mer 26 dic 2012, 19:48

Re: LA PRESA DI COSCIENZA

Messaggio da Franco zhu »

Cara Erika, sei una donna forte e lo vorrei che lo fosse anche mia mamma come te .. Sono passati 13 mesi e io scrivo poco su questo forum ma leggo spesso.. Io cerco di andare avanti e sinceramente non penso di aver preso ancora coscienza.. Piango piango e piango sopratutto nei momenti in cui sono triste mi viene in mente il mio caro papà e come se per autolesionarmi vado a pescare vecchie foto, vecchi messaggi vocali di papà per piangere ancora di più.. E mi sembra fate più male adesso di 13 mesi fa :-(
chiarotta
Membro
Messaggi: 303
Iscritto il: gio 7 nov 2013, 21:41

Re: LA PRESA DI COSCIENZA

Messaggio da chiarotta »

Faccio anche io come te. Rileggo i messaggi del mio babbo salvati sul telefono.in casa ho sue foto dappertutto. Non ho mess vocali purtroppo. Ho il terrore di scordarne la voce. Non so perché lo facciamo..sono quasi due anni.sto bene e a tratti mi sento felice...ma non ho mai pensieri liberi dal ricordo..e forse non voglio averne. È dura.
Erika76
Membro
Messaggi: 1209
Iscritto il: mar 9 lug 2013, 23:45

Re: LA PRESA DI COSCIENZA

Messaggio da Erika76 »

Ali, Chiarotta. Prendere coscienza non significa dimenticare, né smettere di soffrire. Come voi sento il bisogno di guardare le foto, specie quelle del matrimonio, quelle di quando è nato Lollo e un solo messaggio vocale su Whatsapp e credo di averlo ascoltato fino a star male. Sono appena 6 parole e vi giuro che niente mi fa così male come ascoltare la sua voce. La paura è un'altra cosa. La paura blocca la vita, mentre il dolore è normale e in un certo senso è una forma di comunicazione che instauriamo con chi amiamo, è il nostro "mi manchi".
Kora
Membro
Messaggi: 37
Iscritto il: gio 15 mag 2014, 15:44

Re: LA PRESA DI COSCIENZA

Messaggio da Kora »

Erika sapessi la forza che hai dato tu a noi... leggere queste tue parole mi rasserena, immagino che non sia stato facile e non lo sarà soprattutto quando un progetto di vita come il vostro viene interrotto troppo presto e in maniera cruenta (no che un infarto sarebbe stato meno doloroso).

Sai che io non riesco a capire in che fase sono? Non riesco a capire qual è e se sto avendo una reazione?

Oggi sono due settimane che lo zio non c'è più, eppure io non realizzo, per me è come se fosse in un suo viaggio di lavoro e a momenti chiama. Guardo la foto che ho sul comodino e gli sorrido ma non con tristezza... io lo sento ancora qui. Eppure la notte non dormo bene, sogno della sua malattia, durante la giornata mi accorgo di essere apatica e sovrapensiero, non sento l esigenza di parlare di lui ( tranne qua ovviamente) però non riesco a credere che lui non c'è e che non lo rivedrò più, che non sentirò la sua voce etc etc
Erika76
Membro
Messaggi: 1209
Iscritto il: mar 9 lug 2013, 23:45

Re: LA PRESA DI COSCIENZA

Messaggio da Erika76 »

Kora, sei nella fase iniziale, la famosa bolla di cui dicevo. Non che io voglia fare di tutta l'erba un fascio. Reazioni ed emozioni sono diverse e anche i tempi differiscono, ma dopo oltre un anno qui, credo di aver percepito un susseguirsi di fasi che grossomodo sono le stesse per tutti, almeno quelle iniziali. A due settimane e ti direi a 1 mese o mesi, ci troviamo ancora in una fase di non consapevolezza. La malattia può essere durata mesi o anni, ma la morte è avvenuta rapidamente e ci ha lasciato sgomenti perché, sebbene possa sembrare impossibile, non ce l'aspettavamo. Nessuno è mai pronto, semplicemente perché per quanto chi amiamo possa star male, è vivo e lo è fino a che muore. Quel passaggio che avviene dalla vita (che vita non era, ma loro erano fisicamente e concretamente con noi) alla morte è immediato, istantaneo e chiede che noi si faccia la stessa transizione, ma non è così.
All'inizio si ha l'impressione di vivere in un incubo, nel vuoto e la sensazione che prevale è l'apatia animata da un'attesa di qualcosa. Che lui torni?
I sogni riflettono questa sensazione e inizialmente sogniamo chi amiamo ancora vivo, ma malato e sofferente perché ancora mente e cuore non accettano la morte.
Solo dopo, trascorso qualche tempo, prendiamo coscienza che non torneranno e faremo un passo in più quando ci renderemo conto che ora stanno bene, che prima non vivevano affatto, che li abbiamo trattenuti sì, con determinazione e coraggio, dove forse non avrebbero voluto stare perché chiamare vita quell'immobilità, quel dolore e quell'assenza di dignità cui vincola il cancro è davvero una bestemmia. Poi trascorrerà altro tempo e riusciremo gradualmente a stabilire una connessione, li sentiremo in noi e con noi e riusciremo a sentirli più vicini di quanto non fossero da vivi. Questo che ti descrivo non è un percorso lineare e non è nemmeno scandito da tempi fissi. La consapevolezza genera altro dolore, ma quel senso di vuoto pian piano si esaurisce. Il dolore prende il posto dell'apatia fino a quando piano piano si trasforma in malinconia e non arriva più a ferire come prima. Io credo che il tempo da una parte e ciò in cui crediamo, il messaggio che ci hanno lasciato ci possano aiutare a trasformare l'idea della morte in quella di una nuova vita senza dolore, senza sofferenza, senza malattia, una vita degna.
chiarotta
Membro
Messaggi: 303
Iscritto il: gio 7 nov 2013, 21:41

Re: LA PRESA DI COSCIENZA

Messaggio da chiarotta »

Come sempre Erika dice giusto. Esattamente così..niente da aggiungere.
Erika76
Membro
Messaggi: 1209
Iscritto il: mar 9 lug 2013, 23:45

Re: LA PRESA DI COSCIENZA

Messaggio da Erika76 »

Grazie Chiarotta, e aggiungo come hai detto tu, che difficilmente i pensieri si svincolano dal ricordo e questo accade proprio perché a distanza di tempo quella che si viene a creare è una sorta d'invisibile connessione. A me succede di sentire Dani e riconosco che il pensiero non è mio o, perlomeno, non del tutto, perché è come se lo sentissi a un diverso livello del cervello. E' difficile da spiegare. Quando esagero, quando sento il malsano desiderio di ferirmi, sento un ORA BASTA! imperioso, che non è mio, non viene da me perché io non so pormi un limite quando soffro, non riesco a ragionare in modo razionale e lucido, ma io ti posso dire, anche sulla base di diverse letture che ho fatto e che tutt'ora sto facendo, che esiste una connessione che s'instaura nel momento in cui siamo pronti ad accoglierla. Non so dirti come, non so dirti in che modo, non so nemmeno se il tutto avvenga a livello di cuore o cervello, ma quello che posso dirti è che io adesso lo sento davvero con me, non mi manca più come qualche mese fa perché lo sento vicino e sento che mi sta dando più di quanto avrebbe mai potuto darmi se fosse ancora qui.
Io ho vissuto la sua malattia nell'arco di 3 anni infiniti. Man mano che la malattia avanzava, io lo perdevo. Perdevo il suo appoggio, il suo sostegno, la sua attenzione, le sue parole e i suoi sguardi, non il suo amore che tentava di darmi nella misura in cui potevo. Io davo tutto, ma non ricevevo che sofferenza, disillusione, paura. Adesso io ho smesso di dare perché lui non ha più bisogno del mio aiuto, ma lui sa che ho bisogno del suo e mi sta dando energia, forza, vita, coraggio, mi stando tutto, davvero tutto quello che mi serve per poter ricominciare a vivere. Sono pazza? Io non credo. Se posso spingermi oltre, e lo faccio perché ormai mi conoscete e sapete che non faccio giri di parole, sento Dani vicino con un miglior amico, un fratello maggiore che si compiace dei miei successi, di dispiace delle mie cadute. Dani non può più amarmi come quando era qui, e io non posso più amarlo come quando era qui, ma siamo entrambi vivi, in due dimensioni diverse e vicine e sento tutto il suo affetto arrivare, come un qualcosa di assoluto, sereno, pacifico. Ora mi farete rinchiudere!
Anto58
Membro
Messaggi: 50
Iscritto il: lun 7 lug 2014, 14:15

Re: LA PRESA DI COSCIENZA

Messaggio da Anto58 »

Così abbiamo elaborato il
dolore immenso per la perdita terrena di
papà!!! Quoto ogni tua parola e ogni tua sensazione!!!
Erika76
Membro
Messaggi: 1209
Iscritto il: mar 9 lug 2013, 23:45

Re: LA PRESA DI COSCIENZA

Messaggio da Erika76 »

Grazie Anto, e se accade a tanti di noi, allora deve esistere davvero qualcosa che va oltre la nostra coscienza, qualcosa che non si può nemmeno descrivere con il linguaggio, perché il linguaggio umano si limite a ciò che conosciamo, alla concretezza e alla fisicità. Io non so dirvi la ragione per la quale in alcuni momenti lo sento parlare, suggerirmi e supportarmi, e in altri dirmi che ho fatto una cavolata. Ma se questo avviene e badate che io non ho mai frequentato chiese, né tanto meno sono mai stata attratta da medium o cose simili, evidentemente una dimensione non così distante esiste dove continua a esserci vita e dove la connessione continua sotto forma d'energia. Non è un'auto-convinzione consolatoria, avrei finito con l'accettare comunque ciò che è stato per il semplice fatto che non avevo scelta. Lui non sarebbe tornato e io sarei andata avanti facendo tesoro di quanto avevo avuto e dei suoi insegnamenti. Spero che altri possano testimoniare di questo stesso legame che va oltre la vita.
Rispondi

Torna a “Raccontiamoci”