Siamo ancora qui. Papà ha un grande cuore
Oggi è una giornata strana, stranissima. Non chiedetemi perchè, non so nemmeno io se sono malata di mente o cosa, ma oggi ho uno sguardo ironico sul mondo che è impressionante. Mi suona strano. Forse è autoconservazione, forse è ironia patologica, cosa volete che vi dica....
So solo che ci siamo io e mia mamma da un lato. La badante dall'altro. Dove io e mia mamma consoliamo la badante. La badante che piange, che va in panico, che mi fa anche un po' arrabbiare. Ieri ad un certo punto dal nulla mi dice: 'sai, dopo, quando tutto sarà finito, tua mamma crollerà, si ammalerà e morirà'. Mi sono fermata un istante, un istante solo, indecisa se buttarla giù dalla finestra del terzo piano o bombarla di benzodiazepine. L'ho ovviamente bombata di benzodiazepine. Alla sera arriva mia mamma e mi chiede: 'ma... hai drogato la badante?' E le ho raccontato la scena. Al che mia mamma è scoppiata a ridere come una matta e mi ha detto di continuare a drogarla.
Stamattina sono dovuta scendere un attimo alla reception della casa di cura, perchè avevo una parte di contratto ancora da firmare. Nemmeno il tempo di sedermi al tavolo che la badante mi telefona e mi dice: 'corri, corri!'. Non vi dico. Chiama ascensore, vai su al terzo piano, mi vengono incontro le due infermiere che mi dicono: 'nulla, non ha nulla di nuovo, non è successo nulla. Satura 96, battito regolare, non sta soffrendo, non sta succedendo nulla. Vieni che ti offriamo un caffè'. Meglio delle arance in prigione che mi avrebbero dovuto portare se solo mi fossi avvicinata alla badante.
Si aspetta. Non è facile, ma il vedere che non soffre aiuta sapete? Adesso ho fatto un salto a casa perchè devo fare qualche lavatrice, altrimenti io e mia mamma da stasera rischiamo di andare là vestite da matrimonio...
Vi lascio con un pensiero che ho scritto stamattina ad un mio amico medico, pensiero di cui sono estremamente convinta. Scusate per questo papiro
La buona medicina.
La buona medicina è quella che ha consentito a mio papà di convivere con un tumore per 8 anni. Con due operazioni e innumerevoli cicli di chemioterapia. 8 anni in cui mio papà è sempre andato allo stadio a vedere la sua squadra del cuore (tranne una volta in cui ci hanno piazzato un battesimo in quel di Padova e ha dovuto rinunciarci, ma solo per quello!), in cui si è sempre fatto le sue passeggiatine in montagna, anche 2/3 a settimana, in cui usciva a cena con gli amici, andava a cantare nel coro del suo gruppo di montagna. La buona medicina sono gli oncologi, che insieme ai pazienti fanno di tutto e di più per debellare, contrastare, cronicizzare questa dannata malattia, preservando la qualità di vita della persona malata. La buona medicina la vedi negli occhi degli stessi oncologi, quando ti dicono che non c'è più spazio per terapie, perchè se si fanno ulteriori chemio, la qualità di vita ne risentirebbe senza nessun prolungamento della vita stessa. La buona medicina è lo sconforto e l'impotenza che io ho visto negli occhi degli oncologi, che si affezionano ai pazienti, e come potrebbe essere diversamente? È l'oncologo che ti dice 'mi creda, abbiamo vagliato tutte le opzioni possibili, se solo ci fosse la possibilità di allungargli la vita anche di soli 6 mesi tenteremmo di tutto'. La buona medicina è anche quella che sto vivendo in queste ore, in cui sono accanto a mio papà, andato in blocco renale, ed è quella medicina che mi assicura che papà non soffre e non è cosciente di quanto sta per accadere. La buona medicina è un giovane medico geriatra, che lavora nella casa di cura dove attualmente si trova mio papà, che ci tiene ai suoi pazienti, che non vuole che soffrano, che mi assicura che le dosi di morfina e di sedativo sono aumentabili e che papà non soffrirà. La buona medicina è sempre questo giovane medico, che davanti ad una figlia addolorata ed impaurita, ha compreso appieno la situazione e di punto un bianco mi ha chiesto 'ma lei, vuole essere presente nel momento?' alla mia codarda risposta 'no, non voglio esserci' mi ha detto: 'lei vada un po' a casa, e non si senta in colpa. Ha fatto e sta facendo molto di più di quanto fa la media delle persone'.
La buona medicina non allevia il dolore della perdita, l'impotenza di fronte alla morte. Ma è come una piccola coperta di Linus, è rassicurante. Papà ha vissuto gli ultimi 8 anni tutto sommato bene. Papà ora, nelle ultime ore, non sta soffrendo. Ecco cosa è per me la medicina. La definisco buona, ma alla fin fine è 'solo' la medicina. Dici niente.