La solitudine del malato
La solitudine del malato
C'è un aspetto che non mi capita quasi mai di leggere nei vari forum sul cancro. L'aspetto è quello della grande solitudine del malato oncologico ricoverato in ospedale. L'ordinarietà giornaliera di chi è ricoverato in ospedale, in reparti oncologici, è di profonda solitudine.
La giornata inizia presto. All'alba avviene il cambio degli infermieri, poi arriva qualche prete, il quale, dopo avergli chiesto: reverendo, perchè il buon Dio ascolta le preghiere di alcuni uomini ed è sordo a quelle di tanti altri?, non ti saluta quasi nemmeno più!
Poi è il turno de i medici ed è tutto un susseguirsi di terapie, visite ecc ecc,. Ad una certa ora arriva qualche parente, generalmente moglie e/o figli per chi li ha. Raramente un conoscente. Amici, o quelli che ritenevi tali, raramente.
Il malato cerca di non pensare al suo stato di salute, cerca di ridere, scherzare, ma è SOLO.
Ad una certa ora il mondo si divide in due. Da una parte i parenti o gli "amici" che sono eventualmente venuti a trovarti in ospedale, dall'altra tu, il malato. Alle ore 20;00 di ogni giorno va in scena questa rappresentazione.
Alle ore 20:00 Il malato resta sempre solo.
Solo con i suoi pensieri, solo con i suoi guai fisici e mentali. Solo, con altri malati come lui, specchio di un' umanità dolente, prigioniero di porte di ferro che vengono chiuse per la notte in ospedale e, inesorabilmente, ti rammentano che in quel preciso istante i sani sono fuori ed i malati rinchiusi.
Flebo permettendo, fai due passi in corridoio e pensi a quello che ti hanno raccontato i figli, la moglie. In alcune stanze hanno già la luce spenta. Qualcuno singhiozza sotto le coperte pensando alla mala sorte capitatagli. Qualcuno legge o parla con i compagni di stanza.
Il cambio degli infermieri avviene tra risate e battute che si fanno tra colleghi e tu, malato, ascolti in silenzio e rammenti che è un anno che manchi dal lavoro e che a breve ti licenzieranno.
Un'altra lunga notte ti aspetta!
Notti invincibili in cui non riesci a dormire, in cui ti assalgono dubbi, in cui pensi che non devi e non puoi rassegnarti e morire. Non te lo puoi permettere di morire: hai due figli ancora da sistemare e che non puoi lasciare in questo mondo vorace e spietato, terribile per chi è perdente!
La morte, in fondo, sarebbe un lusso per te, anche se ti rendi conto che lo stesso non può essere per chi ti vuole bene. Tutti i giorni che passano ti convinci che la signora in nero è dolce e gentile e se viene metterà fine a tutte le tue sofferenze, a tutti i problemi che causi alla tua famiglia, che da quando è iniziato il calvario è smembrata, sfiduciata, quasi rassegnata, ma non te lo dà mai a vedere. Anzi, i familiari ti sorridono sempre e ti fanno forza, ma tu ti rendi conto, avverti nell'aria la loro sofferenza e sai che non puoi fare nulla. Questa consapevolezza ti dilania, il non poter reagire ti strazia.Ma tu sai tutto ciò e non lo esterni, te lo tieni per te e poi lo materializzi, tormentandoti, nell'invincibile notte, in cui sei solo con te stesso, con la tua malattia. Questo senso di solitudine ti pesa e ti condiziona, mette a nudo le tue debolezze ed il tuo carattere.
E poi ti dai forza e pensi che un'altra alba ti attende!
La giornata inizia presto. All'alba avviene il cambio degli infermieri, poi arriva qualche prete, il quale, dopo avergli chiesto: reverendo, perchè il buon Dio ascolta le preghiere di alcuni uomini ed è sordo a quelle di tanti altri?, non ti saluta quasi nemmeno più!
Poi è il turno de i medici ed è tutto un susseguirsi di terapie, visite ecc ecc,. Ad una certa ora arriva qualche parente, generalmente moglie e/o figli per chi li ha. Raramente un conoscente. Amici, o quelli che ritenevi tali, raramente.
Il malato cerca di non pensare al suo stato di salute, cerca di ridere, scherzare, ma è SOLO.
Ad una certa ora il mondo si divide in due. Da una parte i parenti o gli "amici" che sono eventualmente venuti a trovarti in ospedale, dall'altra tu, il malato. Alle ore 20;00 di ogni giorno va in scena questa rappresentazione.
Alle ore 20:00 Il malato resta sempre solo.
Solo con i suoi pensieri, solo con i suoi guai fisici e mentali. Solo, con altri malati come lui, specchio di un' umanità dolente, prigioniero di porte di ferro che vengono chiuse per la notte in ospedale e, inesorabilmente, ti rammentano che in quel preciso istante i sani sono fuori ed i malati rinchiusi.
Flebo permettendo, fai due passi in corridoio e pensi a quello che ti hanno raccontato i figli, la moglie. In alcune stanze hanno già la luce spenta. Qualcuno singhiozza sotto le coperte pensando alla mala sorte capitatagli. Qualcuno legge o parla con i compagni di stanza.
Il cambio degli infermieri avviene tra risate e battute che si fanno tra colleghi e tu, malato, ascolti in silenzio e rammenti che è un anno che manchi dal lavoro e che a breve ti licenzieranno.
Un'altra lunga notte ti aspetta!
Notti invincibili in cui non riesci a dormire, in cui ti assalgono dubbi, in cui pensi che non devi e non puoi rassegnarti e morire. Non te lo puoi permettere di morire: hai due figli ancora da sistemare e che non puoi lasciare in questo mondo vorace e spietato, terribile per chi è perdente!
La morte, in fondo, sarebbe un lusso per te, anche se ti rendi conto che lo stesso non può essere per chi ti vuole bene. Tutti i giorni che passano ti convinci che la signora in nero è dolce e gentile e se viene metterà fine a tutte le tue sofferenze, a tutti i problemi che causi alla tua famiglia, che da quando è iniziato il calvario è smembrata, sfiduciata, quasi rassegnata, ma non te lo dà mai a vedere. Anzi, i familiari ti sorridono sempre e ti fanno forza, ma tu ti rendi conto, avverti nell'aria la loro sofferenza e sai che non puoi fare nulla. Questa consapevolezza ti dilania, il non poter reagire ti strazia.Ma tu sai tutto ciò e non lo esterni, te lo tieni per te e poi lo materializzi, tormentandoti, nell'invincibile notte, in cui sei solo con te stesso, con la tua malattia. Questo senso di solitudine ti pesa e ti condiziona, mette a nudo le tue debolezze ed il tuo carattere.
E poi ti dai forza e pensi che un'altra alba ti attende!
Re: La solitudine del malato
E' tutto profondamente vero ciò che hai scritto
Lo dico perchè da volontario presso un reparto oncologico di un ospedale, vivo direttamente la solitudine, i problemi, le crisi, la disperazione dei malati
Ciò che tentiamo di fare noi volontari è cercare di spezzare anche solo per un'ora, la catena della tristezza e della solitudine che in alcun malati è permanente.
Allora, si legge un libro, il giornale, si scrive una lettera oppure si parla di mille cose e alcuni si lasciano andare come se fossero dei fiumi in piena.
La famiglia, i parenti, i figli, il lavoro, la vita eanche ...... la fine dei giorni
A volte tanta tristezza ed altre volte , un piccolo sorrisoe una breve sensazione di gioia.
Cerchiamo di dare, laddove è possibile, un po' di conforto ai malati e ai parenti
Molta tristezza! Eppure infondo agli occhi brilla sempre una fievole fiammella che si chiama speranza.
Speranza in coloro che vanno a casa finito il trattamento o la cura e speranza in coloro che restano, sognando, giorni migliori
E poi ....... le frasi che ti danno conforto e ti donano tanto amore: "Stringimi la mano e stammi vicino", " Mi daresti un bacio?", "Se mi stai vicino mi sento meglio", "Mi dai tanta serenità".
Ma poi arriva la sera e la certezza che domani , senz'altro, qualcuno mancherà.
Un abbraccio
Franco
Lo dico perchè da volontario presso un reparto oncologico di un ospedale, vivo direttamente la solitudine, i problemi, le crisi, la disperazione dei malati
Ciò che tentiamo di fare noi volontari è cercare di spezzare anche solo per un'ora, la catena della tristezza e della solitudine che in alcun malati è permanente.
Allora, si legge un libro, il giornale, si scrive una lettera oppure si parla di mille cose e alcuni si lasciano andare come se fossero dei fiumi in piena.
La famiglia, i parenti, i figli, il lavoro, la vita eanche ...... la fine dei giorni
A volte tanta tristezza ed altre volte , un piccolo sorrisoe una breve sensazione di gioia.
Cerchiamo di dare, laddove è possibile, un po' di conforto ai malati e ai parenti
Molta tristezza! Eppure infondo agli occhi brilla sempre una fievole fiammella che si chiama speranza.
Speranza in coloro che vanno a casa finito il trattamento o la cura e speranza in coloro che restano, sognando, giorni migliori
E poi ....... le frasi che ti danno conforto e ti donano tanto amore: "Stringimi la mano e stammi vicino", " Mi daresti un bacio?", "Se mi stai vicino mi sento meglio", "Mi dai tanta serenità".
Ma poi arriva la sera e la certezza che domani , senz'altro, qualcuno mancherà.
Un abbraccio
Franco
Ultima modifica di Franco953 il mar 25 ott 2016, 21:04, modificato 1 volta in totale.
“Non è tanto quello che facciamo, ma quanto amore mettiamo nel farlo. Non è tanto quello che diamo, ma quanto amore mettiamo nel dare.”
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Re: La solitudine del malato
grazie a entrambi per i vostri post.
avrei tanto voluto avere una madre combattente come te, elcritico, ed invece la sto vedendo morire nella sua ostinazione di non essersi voluta curare, gettandoci nella disperazione. Combatti, non mollare, la tua famiglia ha bisogno di vedere questo in te!
Franco, come stai? un forte abbraccio!
avrei tanto voluto avere una madre combattente come te, elcritico, ed invece la sto vedendo morire nella sua ostinazione di non essersi voluta curare, gettandoci nella disperazione. Combatti, non mollare, la tua famiglia ha bisogno di vedere questo in te!
Franco, come stai? un forte abbraccio!
Re: La solitudine del malato
Ciao Butterfly
piano, piano mi sto riprendendo.
Sono ancora abbastanza debole ma la mia positività vince anche i momenti di difficoltà
Franco
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Franco
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Re: La solitudine del malato
sei un grande! avanti così!
Re: La solitudine del malato
w Franco, è bello leggere che sei tornato. Rimettiti presto qui abbiamo tutti bisogno delle tue parole, del tuo ottimismo. un grande abbraccio
La sofferenza imbarazza coloro che hanno la fortuna di non conoscerla e condiziona la vita di chi deve affrontarla
Re: La solitudine del malato
Quanta verità Elcritico..
io spesso non so come comportarmi..
io spesso non so come comportarmi..
Re: La solitudine del malato
Buongiorno Franco ,
che piacere leggerti di nuovo. Ottimo l'intervento in diretta raccontato da Elcritico e da te Franco confermato. Compagni di stanza....... , distanti.
Che bello che ci sei,
non affaticarti.
Un abbraccio
Maddalena
che piacere leggerti di nuovo. Ottimo l'intervento in diretta raccontato da Elcritico e da te Franco confermato. Compagni di stanza....... , distanti.
Che bello che ci sei,
non affaticarti.
Un abbraccio
Maddalena
Re: La solitudine del malato
bravi ad entrambi, parole sante....(purtoppo). però sono felice! si perché Franco sei tornato!!! ti aspettavo! un abbraccio
Re: La solitudine del malato
Elcritico ti ringrazio per aver condiviso con noi la tua.. la vostra solitudine.. se ti fa piacere continua a scrivere io.. noi.. siamo qui per leggerti/ ascoltarti.. ogni testimonianza qui ha un valore immenso!! A presto e ancora grazie ❤
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