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Inviato: gio 3 mag 2012, 4:37
da asia
Che tristezza ritrovarmi qui...non avrei mai pensato che la vita sarebbe stata cosi' crudele...ho perso anch'io mio padre di un tumore polmonare all'eta' di 57 anni e quello che ancora oggi faccio fatica a rielaborare e' il tragitto di grande sofferenza della malattia,un uomo cosi forte e robusto mangiato dal tumore,pelle e ossa...2 anni di grande dolore sia fisico che mentale,senza poter far nulla x aiutarlo,solo guardare,quell'impotenza nei suoi confronti,quella tristezza nei suoi occhi per la conspevolezza che ci avrebbe lasciati...quando ci penso e' come una pugnalata al cuore...mi manca da morire ogni giorno,il vuoto che ha lasciato e' devastante e fatico a parlarne con le persone a me care,poi sono figlia unica e oltre alla mia mamma,con la quale mi faccio vedere forte per la paura di darle altro dolore non ho nessuno con cui mi sento di aprirmi x la prima volta leggendo le vostre esperienza mi apro un pochino....sono tanto vicina a tutti...


Inviato: gio 3 mag 2012, 15:11
da tessa
buio
C’è un limite al dolore
in quel limite un caro conforto
un’improvvisa rinunzia al dolore.
Il pianista cerca un fiore nel buio
e lo trova, un fiore che non si vede
e ne canta la certezza.
Il gioco è questo: cercare nel buio
qualcosa che non c’è, e trovarlo.
Ennio Flaiano


Inviato: gio 3 mag 2012, 22:08
da valentina06
Asia ciao, non so se hai letto gli altri post, comunque io sono Giovanna e la mia mamma se ne andata il 9 aprile di quest’anno, proprio il giorno di Pasquetta.

Tanto per farti un breve riassunto ti racconto che lei era stata operata di un tumore al seno a febbraio del 2010, dopodiché ha vissuto 2 anni benissimo, senza il minimo disturbo. A gennaio di quest’anno, dopo avere fatto i controlli di routine che andavano bene, ha cominciato ad accusare disturbi dell’equilibrio.

Da lì è cominciato tutto: abbiamo ricevuto la prima “bastonata” quando ci hanno detto che purtroppo c’erano metastasi cerebrali e che la situazione era grave tanto che non avremmo comunque potuto fare niente. La seconda “bastonata” è arrivata 1 settimana dopo, quando, una volta fatta la Tac, hanno scoperto che il tumore era diffuso praticamente ovunque. Ed era ASINTOMATICO. Pazzesco davvero. Insomma, l’oncologa che l’aveva in cura non ci aveva dato speranze sin dall’inizio, ma ci aveva detto che la speranza al malato non si toglie MAI e che quindi avremmo fatto comunque delle chemioterapie, perché non si poteva stare a guardare che il tumore la divorasse e perché comunque lei nei miracoli ci credeva ancora e voleva tentare. In ogni caso lei sentiva il dovere etico e morale di accompagnarla con la dignità che meritava alla sua fine, se così doveva essere.

E così è stato. La mia mamma è stata con noi per altri 3 mesi, in cui ci sono stati alti e bassi e in cui indubbiamente ci sono stati dei momenti belli e altri brutti, questo non lo si può negare, però ha avuto ragione lei. L’abbiamo accompagnata con una grandissima dignità.

Il fatto che la malattia si sia in un certo modo “annunciata” e che noi (io, mio papà e mia sorella) sapessimo che si trattava di mesi, ci ha dato il tempo per abituarci all’idea (se mai ci si può abituare, ovvio). Siamo stati fortunati però; io ho sempre pregato tanto perché, se la situazione doveva precipitare, che l’avesse fatto in fretta (scusate la consecutio temporum ….) senza tante sofferenze e così è stato. Lei se ne è andata nel suo letto, nella sua casa e circondata dall’affetto e dell’attenzione dei suoi famigliare e dei suoi amici.

Asia, la cosa importante è che tu dentro di te sappia di avere fatto tutto quello che era possibile fare e di essergli stata vicina sempre. E lui questo l’ha sentito, fidati.

La sofferenza credo sia la cosa più difficile da accettare, perché è assolutamente ingiusta, sempre. La morte fa parte della vita, sembra assurdo ma è così, anche quando si porta via una persona ancora in giovane età come il tuo papà o la mia mamma che di anni ne aveva qualcuno in più, ma che comunque era ancora giovane. La sofferenze invece ti porta via tutto, ti consuma e ti spegne.

Ora però lui non sta soffrendo più, è questo che devi pensare e non credere che questa sia una frase fatta che ti dico per farti stare meglio. È quello che penso davvero. Loro ci guardano, SERENI, e ci guidano, in ogni momento.

Credo poi che ogni persona che si avvicina alla morte ne abbia la piena consapevolezza, ma questo non deve essere visto necessariamente come un male o un dolore. Ci si distacca da questo mondo, è vero, ma se leggi un post di Camaluda (non mi ricordo dov’è) vedrai una bellissima poesia che rende benissimo l’idea di come la morte porti via solo la fisicità delle persone, non tutto il resto. E la cosa importante, a mio parere è proprio questa. Manca la voce, manca la persona, questo è naturale, però la portiamo dentro più forti di prima.

Fatti forza con tua mamma, è giusto, anche io lo faccio con mio papà (la parte più difficile resta sicuramente a loro che rimangono da soli), tengo i momenti di sconforto (e ci sono, cavolo se ci sono), per quando sto da sola, però sfogati con gli altri, se hai trovato una valvola qui, fallo, noi ci siamo perché sappiamo quello che senti.

Però nel frattempo VIVI come meglio puoi, lui vorrebbe questo, sembra scontato dirlo ma è così. La vita è brevissima, troppo breve, vivila al meglio.

Un bacio e un abbraccio forte
p.s. Tessa, questa poesia è meravigliosa ....


Inviato: ven 4 mag 2012, 1:26
da camaluda
Ciao a tutte/i, sono passati sei mesi da quando il mio migliore amico, mio marito, è passato nella "stanza accanto". Ogni giorno apro la pagine del forum e cercandovi vi leggo...i miei sentimenti sono sempre gli stessi, uguali ai vostri, in voi riconosco tutto quello che ho vissuto, provato-vivo e provo. Regalo nuovamente a tutti la bellissima poesia di Henry Scott Holland.
La morte non è niente

 

La morte non è niente. Sono solamente passato dall’altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme. Prega, sorridi, pensami! Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza. La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza. Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista? Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo. Rassicurati, va tutto bene. Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata. Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace.


Inviato: ven 4 mag 2012, 3:33
da asia
Ciao a tutti,spesso mi ripeto quello che tra le righe avete tentato di trasmettermi e vi ringrazio...prima che la vita mi sottopenesse a questa grande prova ero una persona molto spirituale e ho sempre pensato che nulla accadesse a caso nella nostra vita...ma ora tutto quello in cui credevo si e' come frantumato,mi sono allontanata dalla fede e stimo che chi come me abbia vissuto un esperienza simile non l'abbia persa e che in essa abbia trovato la forza,il conforto e la speranza...ma per me ora e' difficile...come e' stato diffile lasciare andare il mio papa'...ho la consapevolezza che ora non soffre piu' e talmente l'ho amato durante lo stadio terminale della malattia,quando vedevo la sofferenza crescere e che l'uomo forte,amante della vita,della famiglia,degli amici che conoscevo non c'era piu'e nonostante e suoi sforzi per nasconderlo,ma era evidente sia fisicamente che mentalmente ho pregato che la sua sofferenza finisse con la consapevolezza che l'alternativa era la morte...ma quando ci penso oltre al dolore mi viene una rabbia...anche il mio papa' e' morto a casa circondato dalle persone che amava,dall'inizio alla fine non ha mai lasciato casa sua,x le cure andava in day-ospital,ricordo che quando le gambe hanno iniziato a cedergli e per forza abbiamo dovuto prendere la carrozzalla e i medici consigliavano il trasporto in ambulanza lui non ha mai mollato,ha sempre voluto che lo portassi io con mamma con la sua macchina,che forza,fino alla fine mi ha dimostrato di che stoffa era fatto... e io?avete ragione quando dite che devo essere serena perche' questo e' quello che lui avrebbe voluto ma quando lo penso non riesco a non piangere a non stare male,le lacrime arrivano incontrollate...scusate ma si vede che tutto quello che fino ad ora ho tenuto dentro ha una gran voglia di venire a galla...forse trovare un senso a tutto cio' mi potrebbe aiutare,ma piu' ci penso e piu' penso che questa vita un senso non c'e' l'ha...un forte abbraccio a tutti e grazie...


Inviato: ven 4 mag 2012, 19:29
da tessa
oggi sono trecentosessantacinque giorni


Inviato: mer 16 mag 2012, 0:34
da linetta
Il mio tesoro e' andato via la settimana scorsa a soli 28 anni. Un dolore enorme ed inaccettabile.


Inviato: mer 16 mag 2012, 4:51
da linetta
Voglio scrivere qualcosa x ricordarlo anche se sembra impossibile doverlo fare. Era una creatura bellissima, innocente e dolce. Fino alla fine ha chiesto scusa perché faticava a parlare quando ero li' con lui. Fino alla fine ha fatto di tutto per non capire quanto stava velocemente accadendo, sopportando un dolore impossibile ed un tentativo di chemio che lo ha portato via in pochi giorni. Anche in questa sua ostinazione ha fatto un'immensa tenerezza. Ora lo sento molto lontano, non so, come risucchiato da qualcosa difficile da capire o forse solo da accettare. Vorrei sapere che sta bene ed e' finalmente senza dolore e paura.


Inviato: mer 16 mag 2012, 15:25
da giulia1978
La paura... ecco uno degli aspetti dicui non parliamo mai. Forse proprio perché abbiamo tutti paura della morte. La mia mamma era impaurita.Un giorno me lo disse sottovoce come ad ammetterlo fosse stato peggio. Dirlo sottovoce, sussurrarlo sperando di non essere sentiti perché la paura ci rende più fragili. Meglio non farlo sapere. Linetta, ora lui non ha più paura. Ti sono vicina, tanto.


Inviato: mer 16 mag 2012, 18:10
da linetta
ti ringrazio molto, spero davvero sia così. Ora riesce molto difficile crederci, dopo tutta quella sofferenza. Pochi giorni prima di morire mi aveva detto che, dopo aver provato tutto quel dolore, era impensabile tollerare il pensiero che un'altra persona potesse provarlo. Era un ragazzo molto buono e tenero. Grazie ancora, davvero. Magari arriverà un momento in cui lo penserò finalmente libero.