Mio marito di 43 anni è morto il 20 ottobre
Inviato: mer 1 nov 2017, 10:26
Salve a tutti,
questo mi sembra il luogo giusto dove dare sfogo al mio dolore per la perdita del mio amatissimo marito.
Il 15 febbraio è cominciato il nostro calvario, concluso il 20 di ottobre. Abbiamo due bimbe di quasi tre anni e quasi unidici anni.
Ciò che mi impedisce di elaborare la realtà non è tanto che lui sia morto per un tumore pancreatico - uno dei peggiori che si possano avere- ma che non gli sia stata risparmiata nessuna sofferenza fin dal momento che si è sentito male la prima volta.
Faccio un esempio: in camera con lui, a Prato, durante l'ultima delle sue diverse degenze, c'era un uomo di 46 anni alle prese con una recidiva di un carcinoma al pancreas, per cui era stato già operato un anno prima con successo. Parlandoci del suo percorso clinico io non potevo che invidiare il fatto che molte cose per lui erano andate bene, al di là che ora, purtroppo ,gli fosse tornato il tutto. Ma mio marito è stato un mese e mezzo all'ospedale della nostra città, digiuno, finendo in rianimazione per un'improvvisa emorragia, subendo tre ERCP (spero si scriva così)con tanto di rimozione della cistifellea, anestesie, prelievi quotidiani, l'impianto di uno stent biliare solo il 28 marzo con relativa biopsia tardiva su quello strano tessuto fibroso che l'endoscopista gli aveva trovato già da prima, ma a cui non aveva dato importanza; ha sempre sofferto per qualche motivo anche dopo la dimissione, ha tentato un intervento a Pisa da un luminare pagato oro, che ha però aperto e chiuso, trovando noduli al fegato; ha affrontato la chemio tutta l'estate con mille problemi, colangiti, nuovo ricovero in ospedale; poi la TAc di agosto andata male, nonostante le belle speranze che a Prato ci facevano coltivare. Dolori di shiena lancinanti, l'impianto di uno stent duodenale, vomito a non finire, un dimagrimento impressionante...il tutto davanti agli occhi innocenti di due bambine. Una cosa semplicemente orribile. Un accanimento, sia nei tempi che nei modi, assurdo. Non facevo che dire "Ma che si è fatto di male! Ma chi è che ci prega!" Non abbiamo avuto un giorno di pace, alla fine credevo che sarei impazzita; lo stress era tale che mi volevo suicidare, anche perchè lui si era incattivito dall'ansia e dalla paura; comunicava poco, aveva preso le distanze anche dalle figlie. MI sono sentita tanto sola e disperata e anche adesso continuo a dire" Va bene la malattia, ma perchè così?! Perchè si doveva sentire male anche la mattina della Comunione di nostra figlia, che si ricorderà per sempre di quel giorno come di un giorno orrendo dopo due anni che si preparava? Perchè è dovuto suddecere a noi tutto questo?".
Scrivo qui perchè essendo un forum popolato da persone tutte accomunate dal solito problema, magari potete farmi capire che non è toccato a noi, ma a molti altri, che quello che io ho vissuto come una sorta di persecuzione/ maledizione in realtà è il normale svolgersi di queste terribili malattie.
Vi prego, aiutatemi.
GRazie.
questo mi sembra il luogo giusto dove dare sfogo al mio dolore per la perdita del mio amatissimo marito.
Il 15 febbraio è cominciato il nostro calvario, concluso il 20 di ottobre. Abbiamo due bimbe di quasi tre anni e quasi unidici anni.
Ciò che mi impedisce di elaborare la realtà non è tanto che lui sia morto per un tumore pancreatico - uno dei peggiori che si possano avere- ma che non gli sia stata risparmiata nessuna sofferenza fin dal momento che si è sentito male la prima volta.
Faccio un esempio: in camera con lui, a Prato, durante l'ultima delle sue diverse degenze, c'era un uomo di 46 anni alle prese con una recidiva di un carcinoma al pancreas, per cui era stato già operato un anno prima con successo. Parlandoci del suo percorso clinico io non potevo che invidiare il fatto che molte cose per lui erano andate bene, al di là che ora, purtroppo ,gli fosse tornato il tutto. Ma mio marito è stato un mese e mezzo all'ospedale della nostra città, digiuno, finendo in rianimazione per un'improvvisa emorragia, subendo tre ERCP (spero si scriva così)con tanto di rimozione della cistifellea, anestesie, prelievi quotidiani, l'impianto di uno stent biliare solo il 28 marzo con relativa biopsia tardiva su quello strano tessuto fibroso che l'endoscopista gli aveva trovato già da prima, ma a cui non aveva dato importanza; ha sempre sofferto per qualche motivo anche dopo la dimissione, ha tentato un intervento a Pisa da un luminare pagato oro, che ha però aperto e chiuso, trovando noduli al fegato; ha affrontato la chemio tutta l'estate con mille problemi, colangiti, nuovo ricovero in ospedale; poi la TAc di agosto andata male, nonostante le belle speranze che a Prato ci facevano coltivare. Dolori di shiena lancinanti, l'impianto di uno stent duodenale, vomito a non finire, un dimagrimento impressionante...il tutto davanti agli occhi innocenti di due bambine. Una cosa semplicemente orribile. Un accanimento, sia nei tempi che nei modi, assurdo. Non facevo che dire "Ma che si è fatto di male! Ma chi è che ci prega!" Non abbiamo avuto un giorno di pace, alla fine credevo che sarei impazzita; lo stress era tale che mi volevo suicidare, anche perchè lui si era incattivito dall'ansia e dalla paura; comunicava poco, aveva preso le distanze anche dalle figlie. MI sono sentita tanto sola e disperata e anche adesso continuo a dire" Va bene la malattia, ma perchè così?! Perchè si doveva sentire male anche la mattina della Comunione di nostra figlia, che si ricorderà per sempre di quel giorno come di un giorno orrendo dopo due anni che si preparava? Perchè è dovuto suddecere a noi tutto questo?".
Scrivo qui perchè essendo un forum popolato da persone tutte accomunate dal solito problema, magari potete farmi capire che non è toccato a noi, ma a molti altri, che quello che io ho vissuto come una sorta di persecuzione/ maledizione in realtà è il normale svolgersi di queste terribili malattie.
Vi prego, aiutatemi.
GRazie.