Hospice senza reparto di terapia intensiva e team multidisciplinare
Inviato: dom 25 feb 2018, 22:16
Mia madre è ricoverata in Hospice, e alla mia richiesta se ci fosse un reparto di terapia intensiva è stato risposo di no...neanche un defribrillatore.
In sostanza mi è stato spiegato che non è prevista la terapia intensiva nei malati oncologici, quindi, se il malato dovesse soffrire di una crisi respiratoria, viene semplicemente sedato e lasciato morire. E' possibile che tutta l'assistenza si concentri solamente sui sintomi, e non tenga conto della qualità della vita, che superando una crisi respiratoria con un adeguato intervento, potrebbe ancora esserci?
Altro fattore, mia madre soffre di un'eruzione cutanea probabilmente innescata dall'uso di farmaci. Ho chiesto la visita di uno specialista ma mi è stato risposto che loro non curano le cause, ma solo i sintomi. Quindi, se ho ben capito, se di seguito ad un intervento mirato per curare l'eritema, che ora compromette la sua qualità della vita, dovesse migliorare, questo gli viene negato?
Gli ultimi momenti della nostra vita accompagnati dai propri cari, non dovrebbe essere in una dimensione centrata sui bisogni (leggi sulle complicazioni secondarie, più che sulla malattia stessa) e sulla priorità di garantire che la vita si concluda nel modo più sereno possibile?
In sostanza mi è stato spiegato che non è prevista la terapia intensiva nei malati oncologici, quindi, se il malato dovesse soffrire di una crisi respiratoria, viene semplicemente sedato e lasciato morire. E' possibile che tutta l'assistenza si concentri solamente sui sintomi, e non tenga conto della qualità della vita, che superando una crisi respiratoria con un adeguato intervento, potrebbe ancora esserci?
Altro fattore, mia madre soffre di un'eruzione cutanea probabilmente innescata dall'uso di farmaci. Ho chiesto la visita di uno specialista ma mi è stato risposto che loro non curano le cause, ma solo i sintomi. Quindi, se ho ben capito, se di seguito ad un intervento mirato per curare l'eritema, che ora compromette la sua qualità della vita, dovesse migliorare, questo gli viene negato?
Gli ultimi momenti della nostra vita accompagnati dai propri cari, non dovrebbe essere in una dimensione centrata sui bisogni (leggi sulle complicazioni secondarie, più che sulla malattia stessa) e sulla priorità di garantire che la vita si concluda nel modo più sereno possibile?