La mia giovane cognata è terminale.
Inviato: lun 14 mag 2018, 11:04
Ciao a tutti,
Vi scrivo perché credo di riuscire a trovare qualche risposta in questo forum.
Mi cognata ha 32 anni, un anno fa le è stato diagnosticato un tumore all'utero al IV stadio.
Inizialmente non è stata operata, le hanno fatto un ciclo di chemio, uno di radio e poi da dicembre 2017 è andata avanti con la chemio in pastiglie.
Verso inizio gennaio in lombardia le dissero che la malattia era praticamente scomparsa, con grande gioia di tutti noi.
Lei viveva e lavorava a Milano ma è originaria di un'altra regione, qualche giorno dopo, infatti, è tornata nella sua terra e, per scrupolo, ha voluto sentire anche il parere di un altro medico. Ci è crollato il mondo addosso, il medico le ha detto che con la chemio la massa si sarebbe dovuta ridurre almeno del 50% e invece era ancora tutta lì. Il medico propone di operare, dicendo però che l'operazione doveva essere stata la prima cosa da fare appena scoperta la malattia. Mia cognata ha paura e torna a Milano chiedendo di essere operata lì, ma lì le dicono che il tumore è inoperabile e che loro non si prendono la responsabilità di toccarla.
Lei si convince, torna nella sua regione e decide di farsi operare. L'intervento in laparoscopia dura 14 ore. Dicono di avere rimosso il 95% del tumore, arrivando fino al diaframma. L'altro 5% è una metastasi che si trova dietro il fegato ed è difficile e pericolosa da raggiungere. Durante l'intervento le ricostruiscono parte dell'intestino e parte della vescica. Circa una settimana dopo l'intervento le saltano i punti del retto. La riportano in sala e le viene praticata una stomia. Qualche giorno dopo saltano anche i punti della vescica che vengono prontamente ricuciti.
Due settimane fa il medico decide di metterle anche il sacchetto per le urine oltre a quello per le feci, ma una volta in sala operatoria non ha potuto fare altro che metterle un drenaggio per i liquidi accumulati nell'addome. Il medico ha detto che "è piena, non c'è un centimetro di intestino sano".
Decidiamo di non dirle la verità, ma di darle speranza.
In questi giorni la situazione è questa: è magrissima ma con la pancia molto gonfia, ha la stomia per le feci, ma l'intestino è completamente occluso. Ha un drenaggio per i liquidi che si raccolgono nell'addome, tra cui la pipì che fuoriesce dalla vescica che non tiene più. A volte fa la pipì dall'ano. Ha anche il catetere per la pipì.
Ha la nutrizione parenterale, albumina, non mangia praticamente più nulla e da qualche giorno è sotto morfina costantemente a causa dei fortissimi dolori dovuti all'intestino pieno d'aria e di feci. Spesso ha la nausea ma i medici dicono che se dovesse vomitare saranno costretti a metterle il sondino naso gastrico (perché?). Da due giorni è anche attaccata dell'ossigeno e spesso ha la febbre alta e suda molto. Credo che non si stia più alzando dal letto da 3 o 4 giorni.
Io purtroppo vivo lontana, il fratello, cioè il mio compagno è tornato nella sua regione d'origine per stare vicino alla madre e alla sorella mentre io faccio la pendolare. Non essendo lì tutti i giorni ho l'impressione che le notizie mi arrivino un po' filtrate. In una situazione del genere, cosa mi devo aspettare? Quanto ancora potrà andare avanti questa povera creatura? Mi sembra di essere un mostro, ma vorrei che se ne andasse in fretta e senza soffrire, non sopporto di vederla così e di stare in un limbo ad aspettare che accada il peggio. Vorrei riuscire a capire quanto ancora dovrà soffrire..
Grazie a tutti voi.
Vi scrivo perché credo di riuscire a trovare qualche risposta in questo forum.
Mi cognata ha 32 anni, un anno fa le è stato diagnosticato un tumore all'utero al IV stadio.
Inizialmente non è stata operata, le hanno fatto un ciclo di chemio, uno di radio e poi da dicembre 2017 è andata avanti con la chemio in pastiglie.
Verso inizio gennaio in lombardia le dissero che la malattia era praticamente scomparsa, con grande gioia di tutti noi.
Lei viveva e lavorava a Milano ma è originaria di un'altra regione, qualche giorno dopo, infatti, è tornata nella sua terra e, per scrupolo, ha voluto sentire anche il parere di un altro medico. Ci è crollato il mondo addosso, il medico le ha detto che con la chemio la massa si sarebbe dovuta ridurre almeno del 50% e invece era ancora tutta lì. Il medico propone di operare, dicendo però che l'operazione doveva essere stata la prima cosa da fare appena scoperta la malattia. Mia cognata ha paura e torna a Milano chiedendo di essere operata lì, ma lì le dicono che il tumore è inoperabile e che loro non si prendono la responsabilità di toccarla.
Lei si convince, torna nella sua regione e decide di farsi operare. L'intervento in laparoscopia dura 14 ore. Dicono di avere rimosso il 95% del tumore, arrivando fino al diaframma. L'altro 5% è una metastasi che si trova dietro il fegato ed è difficile e pericolosa da raggiungere. Durante l'intervento le ricostruiscono parte dell'intestino e parte della vescica. Circa una settimana dopo l'intervento le saltano i punti del retto. La riportano in sala e le viene praticata una stomia. Qualche giorno dopo saltano anche i punti della vescica che vengono prontamente ricuciti.
Due settimane fa il medico decide di metterle anche il sacchetto per le urine oltre a quello per le feci, ma una volta in sala operatoria non ha potuto fare altro che metterle un drenaggio per i liquidi accumulati nell'addome. Il medico ha detto che "è piena, non c'è un centimetro di intestino sano".
Decidiamo di non dirle la verità, ma di darle speranza.
In questi giorni la situazione è questa: è magrissima ma con la pancia molto gonfia, ha la stomia per le feci, ma l'intestino è completamente occluso. Ha un drenaggio per i liquidi che si raccolgono nell'addome, tra cui la pipì che fuoriesce dalla vescica che non tiene più. A volte fa la pipì dall'ano. Ha anche il catetere per la pipì.
Ha la nutrizione parenterale, albumina, non mangia praticamente più nulla e da qualche giorno è sotto morfina costantemente a causa dei fortissimi dolori dovuti all'intestino pieno d'aria e di feci. Spesso ha la nausea ma i medici dicono che se dovesse vomitare saranno costretti a metterle il sondino naso gastrico (perché?). Da due giorni è anche attaccata dell'ossigeno e spesso ha la febbre alta e suda molto. Credo che non si stia più alzando dal letto da 3 o 4 giorni.
Io purtroppo vivo lontana, il fratello, cioè il mio compagno è tornato nella sua regione d'origine per stare vicino alla madre e alla sorella mentre io faccio la pendolare. Non essendo lì tutti i giorni ho l'impressione che le notizie mi arrivino un po' filtrate. In una situazione del genere, cosa mi devo aspettare? Quanto ancora potrà andare avanti questa povera creatura? Mi sembra di essere un mostro, ma vorrei che se ne andasse in fretta e senza soffrire, non sopporto di vederla così e di stare in un limbo ad aspettare che accada il peggio. Vorrei riuscire a capire quanto ancora dovrà soffrire..
Grazie a tutti voi.