Ho paura.
Inviato: mer 5 dic 2018, 20:37
E' la prima volta che trovo il coraggio di parlarne " a voce alta" con qualcuno che non sia mia madre.
Tutto è inziato a marzo di quest'anno, con mio padre che ha iniziato ad avere i primi collassi e con i suoi costanti rifiuti di andare in ospedale a farsi visitare seriamente.
Lui ha sempre avuto un rapporto di odio profondo nei confronti dei dottori e degli ospedali e fortunatamente fino ad oggi non ha mai avuto la necessità di frequentarli per alcun motivo.
Purtroppo quando la situazione si è fatta insostenibile (non riusciva più a mangiare nè ad andare in bagno) ho preso la situazione di petto e l'ho portato forzatamente al pronto soccorso dove è stato ricoverato con codice rosso.
Prognosi : polipo di diametro molto esteso al tratto intestinale con piccole metastasi al fegato e ai polmoni.
Questi mesi sono stati per noi un vero e proprio calvario.
Ha subito poco dopo una colostomia temporanea per poter agevolare le varie operazioni (ben 4) e da meno di un mese sta eseguendo il primo ciclo di chemioterapia.
Ho paura condita con profonda rabbia nei suoi confronti perche in tutti questi anni ha sempre evitato i controlli del caso e adesso sento la mia vita sgretolarmi tra le dita.
Il prossimo anno mi sposerò e ho il terrore di non averlo al mio fianco quel giorno ( premetto che lui ha insistito che non lo rimandassi per nessuna ragione).
detta così la situazione sembra disastrosa, ma tutti gli interventi sono andati bene.
l?ultima tac purtroppo ha rilevato presente di un ulteriore nodulo nel polmone non operato e piccole macchie sul fegato.
E un trombo sull'ilo del fegato. insomma una situazione ancora preoccupante da prendere con le pinze.
Lui in tutto questo continua a fumare ( 3 sigarette come minimo al giorno) e caratterialmente è diventato esasperante.
IO e mia madre cerchiamo di essergli vicino in tutti i modi, ma il suo modo di fare arrogante e persecutorio causa ad entrambe profondi attacchi di panico e di ansia.
Non so se il mio sia un caso isolato, ma non sappiamo com fargli capire che per lui ci siamo.
Appena manchiamo un secondo veniamo etichettate come ingrate e menefreghiste e io personalmente sento di aver esaurito le batterie.
Sento che non capisce il dolore che mi ha causato (ovviamente non soffrirò mai come lui in prima persona) , sento che non capisce che sto attraversando due percorsi completamente diversi (matrimonio e sua chemioterapia) nello stesso momento e quindi non riesco ad essere felice e reputo lui responsabile per non prendersi cura di se a sufficienza.
ditemi che non sono pazza, temo a volte di essere solo egoista.
Tutto è inziato a marzo di quest'anno, con mio padre che ha iniziato ad avere i primi collassi e con i suoi costanti rifiuti di andare in ospedale a farsi visitare seriamente.
Lui ha sempre avuto un rapporto di odio profondo nei confronti dei dottori e degli ospedali e fortunatamente fino ad oggi non ha mai avuto la necessità di frequentarli per alcun motivo.
Purtroppo quando la situazione si è fatta insostenibile (non riusciva più a mangiare nè ad andare in bagno) ho preso la situazione di petto e l'ho portato forzatamente al pronto soccorso dove è stato ricoverato con codice rosso.
Prognosi : polipo di diametro molto esteso al tratto intestinale con piccole metastasi al fegato e ai polmoni.
Questi mesi sono stati per noi un vero e proprio calvario.
Ha subito poco dopo una colostomia temporanea per poter agevolare le varie operazioni (ben 4) e da meno di un mese sta eseguendo il primo ciclo di chemioterapia.
Ho paura condita con profonda rabbia nei suoi confronti perche in tutti questi anni ha sempre evitato i controlli del caso e adesso sento la mia vita sgretolarmi tra le dita.
Il prossimo anno mi sposerò e ho il terrore di non averlo al mio fianco quel giorno ( premetto che lui ha insistito che non lo rimandassi per nessuna ragione).
detta così la situazione sembra disastrosa, ma tutti gli interventi sono andati bene.
l?ultima tac purtroppo ha rilevato presente di un ulteriore nodulo nel polmone non operato e piccole macchie sul fegato.
E un trombo sull'ilo del fegato. insomma una situazione ancora preoccupante da prendere con le pinze.
Lui in tutto questo continua a fumare ( 3 sigarette come minimo al giorno) e caratterialmente è diventato esasperante.
IO e mia madre cerchiamo di essergli vicino in tutti i modi, ma il suo modo di fare arrogante e persecutorio causa ad entrambe profondi attacchi di panico e di ansia.
Non so se il mio sia un caso isolato, ma non sappiamo com fargli capire che per lui ci siamo.
Appena manchiamo un secondo veniamo etichettate come ingrate e menefreghiste e io personalmente sento di aver esaurito le batterie.
Sento che non capisce il dolore che mi ha causato (ovviamente non soffrirò mai come lui in prima persona) , sento che non capisce che sto attraversando due percorsi completamente diversi (matrimonio e sua chemioterapia) nello stesso momento e quindi non riesco ad essere felice e reputo lui responsabile per non prendersi cura di se a sufficienza.
ditemi che non sono pazza, temo a volte di essere solo egoista.