Inviato: ven 26 ott 2012, 0:30
"Una famiglia di cancrogeni", questa era la definizione che mia zia malata di tumore al pancreas dava della nostra famiglia. Effettivamente non aveva tutti i torti. Mia madre nel 1982 venne operata al seno per un tumore, le asportarono il seno sinistro. Avevo sei anni e non capivo come mai mia madre da tre mesi non stesse a casa con me. Solo in seguito capii che cosa fosse il tumore al seno. Trent'anni fa il tumore al seno era difficile da sconfiggere, mia madre racconta che della sua stanza solo lei era sopravvissuta. 56 applicazioni di radioterapia al cobalto, con relative conseguenze che adesso sono ancora più evidenti le decalcificazioni interne. Passano gli anni, mio zio inizia a tossire, ecco il sangue.. ed ecco apparire un tumore in fase avanzata. Morirà nel 97 in sala operatoria mentre lottava con tutte le sue forze contro la morte. Tumore alla trachea. Siamo nel 2000. Mio padre finalmente in pensione riceve un "regalo particolare": un tumore alla mascella. La prima operazione fallisce, il secondo intervento è "una vittoria" le viene tagliata un pezzo di lingua per ricostruire il muscolo nella mascella( non conosco i termini tecnici). Dopo la radioterapia il verme, il bastardo o chiamatelo come vi pare non c'è più. Quest'anno maledetto, il 2012, la figlia di mio zio morto per il tumore alla trachea scopre di avere un tumore al seno. E' giovane e ha due bambini piccoli. A maggio viene operata e inizia i cicli di chemio.Mia madre la incoraggia, c'è già passata negli anni 80, sa che cosa significa lottare perchè vuoi vivere, perchè vuoi vedere i bambini crescere, perchè non è giusto che tutto questo accada. Inizia il calvario, ma poi la chemio non serve più le analisi sono apposto,del tumore non ci sono più tracce. Mentre mia cugina è in via di chemio- guarigione ( lo spero con tutto il cuore) mia madre ha la tosse, inizia a perdere peso e a mancarle il respiro. Siamo alla fine di luglio, dopo quasi due mesi da incubo tra ospedale ( ci annunciano che mia madre ha un tumore alla trachea metastasi al fegato e al seno destro), visite ( non ha più la metastasi al seno destro e forse neanche al fegato), tac e broncoscopia ( fallita, non si individuava il tumore anzi il pneumologo diche che non c'è nessun tumore nella trachea)nuovo ospedale, chirurgo toracico, nuova broncoscopia ( il tumore c'è ma il campione è insufficente per la tipicizzazione) consulto con l'oncologo e nuova broncoscopia finalmente scopriamo chi è la bestia. Adenocarcinoma al IV stadio non operabile con possibili secondarietà al fegato. Un tumore primitivo, non un secondario, non una recidiva del tumore al seno. "Uno nuovo" Che fare? La chemio è l'unica soluzione, ma lei ha un'insufficienza renale e problemi cardiaci quindi viene scartata l'opzione carbonplatino e cisplatino. Inizio a fissarmi... c'è la mutazione genetica! L'iressa! Ma mia madre non ha un'origine asiatica e non è così facile per la razza caucasica avere una mutazione dei geni. L'unica soluzione è la vinorelbina. Ma non può fare la chemio, ha l'emoglobina a 8, troppo bassa, fa alcune flebo di ferro, ma l'emoglobina è sempre bassa si passa alle trasfusioni. Finalmente le analisi le consentono la chemio. Ogni settimana andiamo al centro oncologico a fare le analisi del sangue. Ormai in quell'andito ci conosciamo tutti, non per nome ma per la bestia. Normalmente accade che la persona di fronte a noi ci sorrida poi si parla del più e del meno e poi si chiede : Dov'è ? C'è chi risponde alla lingua chi al fegato chi al colon, poi si chiede fa la chemio in flebo o in pastiglie? E poi si condividono le sofferenze. Questo mercoledi ho visto un signore che piangeva. Era logorato dai dolori. Tutti i pazienti e i famigliari lo guardavamo, ognuno di noi piangeva con lui perchè i pazienti sapevano quello che provava e i familiari sapevano il senso di impotenza che si prova davanti a una tale sofferenza. Non c'era pietà ma affetto. Ho guardato mia madre che sa cosa significa questa sofferenza ormai da troppo tempo, e ho capito che la mia famiglia di cancrogeni faceva parte di una famiglia ancora più grande quella dei sofferenti che incontro ogni mercoledi nell'andito del reparto di oncologia. Questa è una storia comune a tutti quelli che leggeranno. Spero di ricevere una risposta fors di consigli o di critiche. Posso sembrare fredda nella descrizione dei fatti ma la bestia non cambia solo il malato cambia anche i famigliari. Vedere mia madre tossire per ore, mancarle il respiro e le forze, mi ha strappato l'anima.