Sono distrutta
Inviato: lun 4 mar 2019, 18:29
Ciao a tutti,
Ho scoperto questo forum e ho deciso di condividere con voi tutto quello che mi sta succedendo. Ho solo 29 anni e odio già la vita. Mi sembra come se il destino si stia accanendo contro la mia famiglia, ed è così da sempre. Ho conosciuto la sofferenza ancora prima di nascere. Quando mia mamma era incinta di me, ha avuto un incidente d’auto nel quale mio fratello che allora aveva appena 15 mesi e mia nonna persero la vita. (Mia nonna sul colpo, Alessio dopo due settimane di lunga agonia). Mia madre non lo ha nemmeno potuto salutare perché costretta a letto a causa di un principio di distacco di placenta. Sono nata prematura, in una casa afflitta da un dolore inenarrabile, ma mia madre si è sempre fatta forza per me, per mio padre e per il suo. Non mi ha fatto mancare nulla, si è impegnata per fare in modo che avessi un’infanzia felice con tanti bei ricordi e ad oggi non ho idea di come abbia fatto. È sempre stata una forza della natura. Dopo quattro anni mi ha regalato una sorellina, Flavia che è la mia ancora di salvezza, la mia migliore amica. In molti hanno pensato che i miei genitori avessero deciso di avere un altro figlio per rimpiazzare Alessio, dando dell incosciente a mia madre perché, secondo loro, avrebbe condannato mia sorella a una vita infelice sentendosi un mero rimpiazzo. Non è mai stato così, mia sorella è stata amata per quello che era, un dono, che la mia mamma e il mio papà avrebbero desiderato comunque. Nostra madre, figlia unica, aveva sempre desiderato una famiglia numerosa. Siamo stati felici per molto tempo, superando ogni cosa insieme, anche il divorzio doloroso dei nostri genitori, che non ha avuto conseguenze troppo drammatiche per me e Flavia. Io avevo 14 anni e lei era ancora una bambina di 10, ma i miei genitori sono stati bravissimi a gestire il tutto, nostro padre è sempre stato presente nelle nostre vite, esattamente come prima.
Tre anni fa Flavia è rimasta incinta, di un ragazzo terribile, che faceva uso di droghe, che la trattava malissimo, ma che lei continuava a frequentare, forse più per ribellione nei confronti di mia madre, che non ha mai accettato quella relazione e che aveva sempre cercato in tutti i modi di convincerla a lasciarlo, prima con le cattive, quando Flavia aveva diciassette anni, con punizioni, divieti, che lei ignorava sempre, poi con le buone. Quando Flavia ci disse di essere incinta e di non avere nessuna intenzione di abortire, mia madre si infuriò e il litigio che ne seguì causò una crepa nel loro rapporto. Mia sorella andò via di casa, andando a vivere da nostro padre, che la accolse controvoglia perché non accettava nemmeno lui quella situazione ma non sapeva che altro fare. Flavia lasciò gli studi e iniziò a lavorare come commessa nel negozio della zia del ragazzo. Io intanto cercavo in tutti i modi di farla riconciliare con mia madre, che era distrutta e di farla ragionare sulla realtà della situazione, cercando di allontanarla da quello che poi si è dimostrato essere un mostro. Lei sembrava completamente ipnotizzata da lui, come se fosse sotto il suo potere, fino a quando le mollò il primo schiaffo in faccia, talmente violento da farla cadere rischiando di farle perdere il bambino. Quello schiaffo la risvegliò e dopo quattro mesi di lontananza, tornò a casa in lacrime, disperata, chiedendo perdono in ginocchio a mamma, che ovviamente la accolse a braccia aperte, consolandola e supportandola in tutto, persino nella sua decisione di non denunciarlo. Nonostante la forte reazione di nostra madre alla gravidanza di Flavia, la nascita di Eleonora, la mia splendida nipotina che oggi ha quasi tre anni, ha reso mamma la persona più felice del mondo. È una nonna amorevole e anche Ele stravede per lei.
Eravamo tutti all’apice della felicità, stava andando tutto meravigliosamente, Flavia ha da poco ripreso gli studi e io ho appena comprato casa, non ci sembrava vero che tutto stesse andando così bene per tutti ed ecco la batosta. Dopo qualche settimana di dolori atroci, due mesi fa mamma viene ricoverata con una diagnosi atroce: cancro IV stadio alla coda del pancreas, con piccole metastasi al fegato e alle vie biliari. Inoperabile, i medici non ci hanno dato speranze. Le hanno proposto la chemio, per provare ad allungarle la vita di qualche mese, ma mia madre ha deciso di rifiutare le cure perché non vuole soffrire inutilmente per vivere male per qualche mese in più. Noi figlie vorremmo averla con noi il più possibile ma capiamo la sua decisione, la accettiamo perché non vogliamo vederla soffrire per niente. Dentro di me però penso che magari la chemio potrebbe avere effetti insperati e potrebbe fare di Più di quanto hanno prospettato i medici, magari non salvarla ma permetterle di vivere qualche anno, non solo mesi. So che mamma è spaventata dagli effetti collaterali, una sua amica è morta di cancro dopo atroci sofferenze, non tollerava la chemio che ha avuto effetti devastanti su di lei. So che mamma non vuole passare quell’inferno, nemmeno io lo vorrei, però è la mia mamma e non posso pensare che, non curandosi, non potrebbe nemmeno vedere la mia casetta, che sto facendo ristrutturare piano piano, un passo alla volta per rientrare dei soldi.
Ora vedo tutto nero. Ho perso fiducia nel mondo, nella vita, in tutto. Non sarò mai più felice, non dopo questa botta, arrivata proprio quando mi sentivo davvero felice. Come farò ad esserlo di nuovo? Sono giorni che non riesco ad uscire di casa, mi sono messa in malattia, i miei colleghi e datori di lavoro sanno e sono comprensivi, a tal punto da farmi commuovere. Non ho le forze per fare nulla e tutto sta ricadendo sulle spalle di Flavia, che è cento volte più forte di me e che si sta facendo carico di tutte le cose pratiche, nonostante abbia una figlia di nemmeno 3 anni da crescere, gli studi appena ripreso dopo molte fatiche e il suo lavoro. Non so come fa, io mi sento completamente distrutta e non nascondo che mi ritrovo a pensare al peggio. La settimana scorsa ho iniziato ad andare da una psicoterapeuta, spinta dalla mia mamma e ammetto di esserci andata solo per farla felice, ma sono molto scettica, anche se ho molto rispetto per il lavoro degli psicoterapeuti. Penso però che in queste situazioni non so come potrebbero aiutare. In fondo quello che stiamo vivendo non è giusto, abbiamo già sofferto abbastanza, mia madre ha patito abbastanza, non capisco nemmeno come faccia a credere ancora in Dio, dopo aver sepolto un figlio di nemmeno un anno e mezzo e la madre nell arco di settimane, trovando non solo la forza di vivere ma anche di ridere, per il mio bene e quello di mia sorella. Come si fa a credere a un Dio e soprattutto ad amarlo se è stato così crudele da infliggere tutte queste sofferenze a una persona per bene?
Non so nemmeno perché vi ho scritto questo papiro, probabilmente perché sento il bisogno di scrivere, mettere nero su bianco, tutte queste cose... dicono che aiuti. Io non lo so. Ci spero.
Ho scoperto questo forum e ho deciso di condividere con voi tutto quello che mi sta succedendo. Ho solo 29 anni e odio già la vita. Mi sembra come se il destino si stia accanendo contro la mia famiglia, ed è così da sempre. Ho conosciuto la sofferenza ancora prima di nascere. Quando mia mamma era incinta di me, ha avuto un incidente d’auto nel quale mio fratello che allora aveva appena 15 mesi e mia nonna persero la vita. (Mia nonna sul colpo, Alessio dopo due settimane di lunga agonia). Mia madre non lo ha nemmeno potuto salutare perché costretta a letto a causa di un principio di distacco di placenta. Sono nata prematura, in una casa afflitta da un dolore inenarrabile, ma mia madre si è sempre fatta forza per me, per mio padre e per il suo. Non mi ha fatto mancare nulla, si è impegnata per fare in modo che avessi un’infanzia felice con tanti bei ricordi e ad oggi non ho idea di come abbia fatto. È sempre stata una forza della natura. Dopo quattro anni mi ha regalato una sorellina, Flavia che è la mia ancora di salvezza, la mia migliore amica. In molti hanno pensato che i miei genitori avessero deciso di avere un altro figlio per rimpiazzare Alessio, dando dell incosciente a mia madre perché, secondo loro, avrebbe condannato mia sorella a una vita infelice sentendosi un mero rimpiazzo. Non è mai stato così, mia sorella è stata amata per quello che era, un dono, che la mia mamma e il mio papà avrebbero desiderato comunque. Nostra madre, figlia unica, aveva sempre desiderato una famiglia numerosa. Siamo stati felici per molto tempo, superando ogni cosa insieme, anche il divorzio doloroso dei nostri genitori, che non ha avuto conseguenze troppo drammatiche per me e Flavia. Io avevo 14 anni e lei era ancora una bambina di 10, ma i miei genitori sono stati bravissimi a gestire il tutto, nostro padre è sempre stato presente nelle nostre vite, esattamente come prima.
Tre anni fa Flavia è rimasta incinta, di un ragazzo terribile, che faceva uso di droghe, che la trattava malissimo, ma che lei continuava a frequentare, forse più per ribellione nei confronti di mia madre, che non ha mai accettato quella relazione e che aveva sempre cercato in tutti i modi di convincerla a lasciarlo, prima con le cattive, quando Flavia aveva diciassette anni, con punizioni, divieti, che lei ignorava sempre, poi con le buone. Quando Flavia ci disse di essere incinta e di non avere nessuna intenzione di abortire, mia madre si infuriò e il litigio che ne seguì causò una crepa nel loro rapporto. Mia sorella andò via di casa, andando a vivere da nostro padre, che la accolse controvoglia perché non accettava nemmeno lui quella situazione ma non sapeva che altro fare. Flavia lasciò gli studi e iniziò a lavorare come commessa nel negozio della zia del ragazzo. Io intanto cercavo in tutti i modi di farla riconciliare con mia madre, che era distrutta e di farla ragionare sulla realtà della situazione, cercando di allontanarla da quello che poi si è dimostrato essere un mostro. Lei sembrava completamente ipnotizzata da lui, come se fosse sotto il suo potere, fino a quando le mollò il primo schiaffo in faccia, talmente violento da farla cadere rischiando di farle perdere il bambino. Quello schiaffo la risvegliò e dopo quattro mesi di lontananza, tornò a casa in lacrime, disperata, chiedendo perdono in ginocchio a mamma, che ovviamente la accolse a braccia aperte, consolandola e supportandola in tutto, persino nella sua decisione di non denunciarlo. Nonostante la forte reazione di nostra madre alla gravidanza di Flavia, la nascita di Eleonora, la mia splendida nipotina che oggi ha quasi tre anni, ha reso mamma la persona più felice del mondo. È una nonna amorevole e anche Ele stravede per lei.
Eravamo tutti all’apice della felicità, stava andando tutto meravigliosamente, Flavia ha da poco ripreso gli studi e io ho appena comprato casa, non ci sembrava vero che tutto stesse andando così bene per tutti ed ecco la batosta. Dopo qualche settimana di dolori atroci, due mesi fa mamma viene ricoverata con una diagnosi atroce: cancro IV stadio alla coda del pancreas, con piccole metastasi al fegato e alle vie biliari. Inoperabile, i medici non ci hanno dato speranze. Le hanno proposto la chemio, per provare ad allungarle la vita di qualche mese, ma mia madre ha deciso di rifiutare le cure perché non vuole soffrire inutilmente per vivere male per qualche mese in più. Noi figlie vorremmo averla con noi il più possibile ma capiamo la sua decisione, la accettiamo perché non vogliamo vederla soffrire per niente. Dentro di me però penso che magari la chemio potrebbe avere effetti insperati e potrebbe fare di Più di quanto hanno prospettato i medici, magari non salvarla ma permetterle di vivere qualche anno, non solo mesi. So che mamma è spaventata dagli effetti collaterali, una sua amica è morta di cancro dopo atroci sofferenze, non tollerava la chemio che ha avuto effetti devastanti su di lei. So che mamma non vuole passare quell’inferno, nemmeno io lo vorrei, però è la mia mamma e non posso pensare che, non curandosi, non potrebbe nemmeno vedere la mia casetta, che sto facendo ristrutturare piano piano, un passo alla volta per rientrare dei soldi.
Ora vedo tutto nero. Ho perso fiducia nel mondo, nella vita, in tutto. Non sarò mai più felice, non dopo questa botta, arrivata proprio quando mi sentivo davvero felice. Come farò ad esserlo di nuovo? Sono giorni che non riesco ad uscire di casa, mi sono messa in malattia, i miei colleghi e datori di lavoro sanno e sono comprensivi, a tal punto da farmi commuovere. Non ho le forze per fare nulla e tutto sta ricadendo sulle spalle di Flavia, che è cento volte più forte di me e che si sta facendo carico di tutte le cose pratiche, nonostante abbia una figlia di nemmeno 3 anni da crescere, gli studi appena ripreso dopo molte fatiche e il suo lavoro. Non so come fa, io mi sento completamente distrutta e non nascondo che mi ritrovo a pensare al peggio. La settimana scorsa ho iniziato ad andare da una psicoterapeuta, spinta dalla mia mamma e ammetto di esserci andata solo per farla felice, ma sono molto scettica, anche se ho molto rispetto per il lavoro degli psicoterapeuti. Penso però che in queste situazioni non so come potrebbero aiutare. In fondo quello che stiamo vivendo non è giusto, abbiamo già sofferto abbastanza, mia madre ha patito abbastanza, non capisco nemmeno come faccia a credere ancora in Dio, dopo aver sepolto un figlio di nemmeno un anno e mezzo e la madre nell arco di settimane, trovando non solo la forza di vivere ma anche di ridere, per il mio bene e quello di mia sorella. Come si fa a credere a un Dio e soprattutto ad amarlo se è stato così crudele da infliggere tutte queste sofferenze a una persona per bene?
Non so nemmeno perché vi ho scritto questo papiro, probabilmente perché sento il bisogno di scrivere, mettere nero su bianco, tutte queste cose... dicono che aiuti. Io non lo so. Ci spero.