Futuro e incertezza
Inviato: lun 6 mag 2019, 10:50
Ciao a tutti
Mi chiamo Stefano, ho 27 anni appena compiuti, sono un infermiere. Sono figlio unico, mio padre ha 71 anni, mia madre 59, tra pochi giorni raggiungerà' i 60 anni. Mi sembra una cosa cosi bella, ma allo stesso tempo cosi' triste. Mamma lotta con un tumore al seno metastatico dal settembre 2016, che non le ha lasciato tanta tregua. Quando studiavo all'università' ero spesso lontano da casa, purtroppo scopri' tardi che mia madre non andava mai agli screening previsti per il tumore al seno. Lo scopri' quando decisi di portarla nel pronto soccorso dove lavoravo per un dolore all anca sinistra, di li' a breve risalire alla pietosa condizione in cui stava fu una cosa rapida. Siamo nel 2019, dopo la prima chemioterapia che sembrava aver dato ottimi risultati, ad agosto 2017 inizio' l'ormonoterapia con Letrozolo, ero molto tranquillo riguardo questa terapia, sentivo pareri confortanti nell' ordine di anni. Dopo aver dedicato anima e corpo alla mia amata mamma, e anche a mio padre che purtroppo a sua volta non gode di grande autonomia. Ho scoperto mio malgrado che essere figli unici a 26 anni, con i genitori che necessitano continuamente di amore e cure, e' un peso non indifferente da portare. Nonostante questo non mi hanno mai fatto pesare eccessivamente la loro condizione, mi hanno sempre spronato a vivere la mia vita. Fu cosi' che nell'aprile 2018 iniziai a lavorare nelle navi da crociera come infermiere. Ho degli ottimi amici che hanno accompagnato mia madre ai controlli mensili, lei godeva di ottima autonomia e anche di discreta salute. A parte le metastasi osse e il tumore primitivo, gli organi erano puliti e lei viveva la sua vita relativamente tranquilla. Le cose peggiorano repentinamente a Settembre 2018, quando io torno a casa, e noto un rigonfiamento di linfonodi nel suo collo. Alla TAC successiva, il responso, ripresa di malattia con metastasi epatiche subcentimetriche. Mi crolla il mondo addosso, dopo un anno esatto il letrozolo aveva smesso di funzionare. Inizia la "rivoluzionaria " terapia con Faslodex e Palbociclib, un altro farmaco dalle promesse enormi, dal costo mostruoso. Richiese credo 10 anni, per essere commercializzato in italia. 10 anni. Per farlabreve, mia madre subi' una termoablazione e una crioablazione rispettivamente del tumore primitivo, e delle 3 metastasi epatiche. Mi sentivo bene, anche mia madre sembrava piu serena senza quello schifo dentro di lei. Andammo in pellegrinaggio da Padre Pio, recuperando in maniera molto forte la nostra dimensione spirituale, nonche' la nostra unione come piccola famiglia. Decisi di ripartire a Gennaio di quest'anno, per un periodo di 4 mesi e mezzo. A giorni infatti tornero' in Italia. Ma, quando mia madre a Febbraio a ripetuto la TAC, l'ennesima doccia fredda, nuove metastasi epatiche, parziale coinvolgimento polmonare. Solo le sue suppliche mi hanno impedito di mollare il mio lavoro (Giappone) e tornare a casa correndo. Ho deciso quindi di aspettare i 3 mesi rimanenti prima del mio rientro. Psicologimente sono devastato, ho costantemente degli incubi, mi sento solo, abbandonato, se mia madre non dovesse farcela, dovro' prendermi cura di papa', sono solo, figlio unico, gli amici possono dare una mano, certo, ma non ho altri parenti, mamma e' la nostra forza e il nostro cervello familiare. Ora sta facendo la capecitabina, una chemio in pastiglie, che la madre di un caro amico prese come ultima terapia prima della sua fine. E sento che questa fine e' tremendamente vicina. Sento che la fine di tutto e' vicina, della mia piccola famiglia, della mia carriera lontano da casa. E ora, anche di un altro fatto. Vorrei davvero condividere con voi questa assillante paura che non mi da tregua. A bordo ho conosciuto una stupenda ragazza russa. Si chiama Tatiana, ci siamo innamorati l'uno dell'altro in maniera viscerale, ho dopo anni riprovato il gusto sincero della serenita'. Lei condivide con me questo dolore, mi supporta, e' disposta a venire nella mia Sardegna e stare con me un periodo, per quanto e' concesso dalle leggi Italiane. Vorremmo portare avanti questa storia, ma, e vengo al dunque, ho paura del futuro prossimo, ho paura di perderla, so che dovro' stare con la mamma, voglio stare con lei quando le cose inizieranno a complicarsi ulteriormente. Staro' con mamma, e dopo, dovro' sicuramente stare a vista con papa'. Ma ho paura, paura di perdere la donna che amo, la distanza, il lavoro, le mille difficolta' e gli imprevisti. Tutto si somma in una voragine di paure e incertezze. Non so cosa sara' la mia vita di qui a un anno. Ho paura di perdere tutto, il mio presente e il mio futuro. Mi scuso per il romanzo ma concentrare tre anni di emozioni ed esperienze in poche righe e' cosa davvero difficile. Spero qualcuno di Voi mi risponda e mi aiuti ad organizzare i miei pensieri.Vi ringrazio
Stefano
Mi chiamo Stefano, ho 27 anni appena compiuti, sono un infermiere. Sono figlio unico, mio padre ha 71 anni, mia madre 59, tra pochi giorni raggiungerà' i 60 anni. Mi sembra una cosa cosi bella, ma allo stesso tempo cosi' triste. Mamma lotta con un tumore al seno metastatico dal settembre 2016, che non le ha lasciato tanta tregua. Quando studiavo all'università' ero spesso lontano da casa, purtroppo scopri' tardi che mia madre non andava mai agli screening previsti per il tumore al seno. Lo scopri' quando decisi di portarla nel pronto soccorso dove lavoravo per un dolore all anca sinistra, di li' a breve risalire alla pietosa condizione in cui stava fu una cosa rapida. Siamo nel 2019, dopo la prima chemioterapia che sembrava aver dato ottimi risultati, ad agosto 2017 inizio' l'ormonoterapia con Letrozolo, ero molto tranquillo riguardo questa terapia, sentivo pareri confortanti nell' ordine di anni. Dopo aver dedicato anima e corpo alla mia amata mamma, e anche a mio padre che purtroppo a sua volta non gode di grande autonomia. Ho scoperto mio malgrado che essere figli unici a 26 anni, con i genitori che necessitano continuamente di amore e cure, e' un peso non indifferente da portare. Nonostante questo non mi hanno mai fatto pesare eccessivamente la loro condizione, mi hanno sempre spronato a vivere la mia vita. Fu cosi' che nell'aprile 2018 iniziai a lavorare nelle navi da crociera come infermiere. Ho degli ottimi amici che hanno accompagnato mia madre ai controlli mensili, lei godeva di ottima autonomia e anche di discreta salute. A parte le metastasi osse e il tumore primitivo, gli organi erano puliti e lei viveva la sua vita relativamente tranquilla. Le cose peggiorano repentinamente a Settembre 2018, quando io torno a casa, e noto un rigonfiamento di linfonodi nel suo collo. Alla TAC successiva, il responso, ripresa di malattia con metastasi epatiche subcentimetriche. Mi crolla il mondo addosso, dopo un anno esatto il letrozolo aveva smesso di funzionare. Inizia la "rivoluzionaria " terapia con Faslodex e Palbociclib, un altro farmaco dalle promesse enormi, dal costo mostruoso. Richiese credo 10 anni, per essere commercializzato in italia. 10 anni. Per farlabreve, mia madre subi' una termoablazione e una crioablazione rispettivamente del tumore primitivo, e delle 3 metastasi epatiche. Mi sentivo bene, anche mia madre sembrava piu serena senza quello schifo dentro di lei. Andammo in pellegrinaggio da Padre Pio, recuperando in maniera molto forte la nostra dimensione spirituale, nonche' la nostra unione come piccola famiglia. Decisi di ripartire a Gennaio di quest'anno, per un periodo di 4 mesi e mezzo. A giorni infatti tornero' in Italia. Ma, quando mia madre a Febbraio a ripetuto la TAC, l'ennesima doccia fredda, nuove metastasi epatiche, parziale coinvolgimento polmonare. Solo le sue suppliche mi hanno impedito di mollare il mio lavoro (Giappone) e tornare a casa correndo. Ho deciso quindi di aspettare i 3 mesi rimanenti prima del mio rientro. Psicologimente sono devastato, ho costantemente degli incubi, mi sento solo, abbandonato, se mia madre non dovesse farcela, dovro' prendermi cura di papa', sono solo, figlio unico, gli amici possono dare una mano, certo, ma non ho altri parenti, mamma e' la nostra forza e il nostro cervello familiare. Ora sta facendo la capecitabina, una chemio in pastiglie, che la madre di un caro amico prese come ultima terapia prima della sua fine. E sento che questa fine e' tremendamente vicina. Sento che la fine di tutto e' vicina, della mia piccola famiglia, della mia carriera lontano da casa. E ora, anche di un altro fatto. Vorrei davvero condividere con voi questa assillante paura che non mi da tregua. A bordo ho conosciuto una stupenda ragazza russa. Si chiama Tatiana, ci siamo innamorati l'uno dell'altro in maniera viscerale, ho dopo anni riprovato il gusto sincero della serenita'. Lei condivide con me questo dolore, mi supporta, e' disposta a venire nella mia Sardegna e stare con me un periodo, per quanto e' concesso dalle leggi Italiane. Vorremmo portare avanti questa storia, ma, e vengo al dunque, ho paura del futuro prossimo, ho paura di perderla, so che dovro' stare con la mamma, voglio stare con lei quando le cose inizieranno a complicarsi ulteriormente. Staro' con mamma, e dopo, dovro' sicuramente stare a vista con papa'. Ma ho paura, paura di perdere la donna che amo, la distanza, il lavoro, le mille difficolta' e gli imprevisti. Tutto si somma in una voragine di paure e incertezze. Non so cosa sara' la mia vita di qui a un anno. Ho paura di perdere tutto, il mio presente e il mio futuro. Mi scuso per il romanzo ma concentrare tre anni di emozioni ed esperienze in poche righe e' cosa davvero difficile. Spero qualcuno di Voi mi risponda e mi aiuti ad organizzare i miei pensieri.Vi ringrazio
Stefano