14 giorni dopo di te
Re: 14 giorni dopo di te
quante volte ho detto questa frase...
mi hai lasciato solo,in questo mondo di merda..
sono passati a malapena 16 mesi dalla sua morte..pero' sembrano passati secoli dai tempi felici..
mi hai lasciato solo,in questo mondo di merda..
sono passati a malapena 16 mesi dalla sua morte..pero' sembrano passati secoli dai tempi felici..
Re: 14 giorni dopo di te
Ciao a tutti, quando scrivete mi rivedo in voi. Siamo legati da questo destino o come preferite chiamarlo.
La vita va avanti e le persone parlano con me sempre meno di mio marito forse perché spesso salgono le lacrime e non vogliono vedermi triste. Qualche giorno fa una mia collega mi ha detto che ha notato che ho ripreso a sorridere..è vero ma non tornerò mai più la persona solare che ero perché è come se una parte di me fosse stata amputata quindi capisco benissimo il vostro malessere.
Alessandro condoglianze per la tua mamma
Un abbraccio a tutti
La vita va avanti e le persone parlano con me sempre meno di mio marito forse perché spesso salgono le lacrime e non vogliono vedermi triste. Qualche giorno fa una mia collega mi ha detto che ha notato che ho ripreso a sorridere..è vero ma non tornerò mai più la persona solare che ero perché è come se una parte di me fosse stata amputata quindi capisco benissimo il vostro malessere.
Alessandro condoglianze per la tua mamma
Un abbraccio a tutti
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Re: 14 giorni dopo di te
Ciao Mimetta, sai mi identifico con le tue parole ma a me non restano che i ricordi di una bella persona che mi amava e poi ......tutto è progressivamente precipitato. L'ansia crescente, non trovare risposte adeguate dai medici, il vagabondare in attesa di qualcosa che non sarebbe mai arrivato ma ogni giorno alimentando la speranza che quello sarebbe stato l'ultimo passo nella sofferenza e da domani si sarebbe potuti star meglio.
Anche io ho blindato molte cose sue e non voglio disfarmene anche se alcuni suoi abiti me li immagino ancora con lei ad indossarli. E' triste rivedere tutte queste cose in un lampo che purtroppo non finisce mai e si ripete si ripete come in una vecchia proiezione senza fine. Non voglio vedere i titoli di coda di questa storia mi sembra ancora vivida e vera. Io non so come riesci a portarti appresso il tuo amore io non riesco e me ne rammarico, penso non abbia più pensioeri per me anche se l'ho amata moltissimo, più di me stesso infatti ora sono una metà di qualcosa che non ha più valore. E' brutto dirlo ma se penso a quando ci siamo conosciuti avevo la forza di un leone indomito e nulla temevo, perchè come tu hai specificato benissimo anche lei portava dentro un dolore che ho capito poi era un malessere di vita che si portava appresso e che non riusciva a comunicare se non con me. Quanti momenti felici che abbiamo condiviso insieme per tanti anni e sapendo chi era non so se avrebbe voluto vivere in questi tempi tragici dove la sensibilità umana è solo qualcosa di vecchio da collezionare e l'empatia per gli altri un lusso che non ci può più permettere. La cosa assurda che tutti i suoi parenti si sono ormai trasformati e sono la macchietta di ciò che ho conosciuto quando ho incontrato lei, adeguatisi alla realtà e alla modernità. Margherita putroppo ha preferito spezzarsi e non piegarsi, e il suo male di vivere - che poi era in realtà la sua vera malattia - ha determinata la sua lenta uscita di scena. Quando ho capito che il declino ormai era inevitabile ho scelto di condividere il suo dolore, anche a prezzo della mia salute mentale, cosa che sto pagando tanto ora. Ma non voglio pensare a me, vorrei che mi tornasse a parlare in sogno a dirmi le cose che in tutti questi anni assieme ci siamo detti e che a un certo punto non ci siamo più detti.
Mi manchi molto Margherita, come alle tue figlie.
Sei stata un esempio per tutti noi e la tua famiglia non ti dimenticherà mai, il tuo sorriso ci rimarrà impresso per sempre.
Ciao.
Anche io ho blindato molte cose sue e non voglio disfarmene anche se alcuni suoi abiti me li immagino ancora con lei ad indossarli. E' triste rivedere tutte queste cose in un lampo che purtroppo non finisce mai e si ripete si ripete come in una vecchia proiezione senza fine. Non voglio vedere i titoli di coda di questa storia mi sembra ancora vivida e vera. Io non so come riesci a portarti appresso il tuo amore io non riesco e me ne rammarico, penso non abbia più pensioeri per me anche se l'ho amata moltissimo, più di me stesso infatti ora sono una metà di qualcosa che non ha più valore. E' brutto dirlo ma se penso a quando ci siamo conosciuti avevo la forza di un leone indomito e nulla temevo, perchè come tu hai specificato benissimo anche lei portava dentro un dolore che ho capito poi era un malessere di vita che si portava appresso e che non riusciva a comunicare se non con me. Quanti momenti felici che abbiamo condiviso insieme per tanti anni e sapendo chi era non so se avrebbe voluto vivere in questi tempi tragici dove la sensibilità umana è solo qualcosa di vecchio da collezionare e l'empatia per gli altri un lusso che non ci può più permettere. La cosa assurda che tutti i suoi parenti si sono ormai trasformati e sono la macchietta di ciò che ho conosciuto quando ho incontrato lei, adeguatisi alla realtà e alla modernità. Margherita putroppo ha preferito spezzarsi e non piegarsi, e il suo male di vivere - che poi era in realtà la sua vera malattia - ha determinata la sua lenta uscita di scena. Quando ho capito che il declino ormai era inevitabile ho scelto di condividere il suo dolore, anche a prezzo della mia salute mentale, cosa che sto pagando tanto ora. Ma non voglio pensare a me, vorrei che mi tornasse a parlare in sogno a dirmi le cose che in tutti questi anni assieme ci siamo detti e che a un certo punto non ci siamo più detti.
Mi manchi molto Margherita, come alle tue figlie.
Sei stata un esempio per tutti noi e la tua famiglia non ti dimenticherà mai, il tuo sorriso ci rimarrà impresso per sempre.
Ciao.
Re: 14 giorni dopo di te
ciao Alessandro, sei sicuramente una persona profonda, e questo ti rende decisamente sensibile alle sfumature delle cose. aspetti che per molti non hanno alcuna valenza. sei pieno d'amore, un amore che non verrà mai meno, perché è vivo come il primo momento. e questo è anche l'aspetto bello di tutta questa situazione drammatica, ma ovviamente anche il più doloroso.
io Gaetano me lo porto dentro, perché è l'unico modo che ho trovato per non impazzire di dolore. a volte guardo le cose con i suoi occhi, mi rispondo come lui mi risponderebbe. ieri mattina ho visto la scena finale del film "la vita è meravigliosa" che era uno dei suoi film preferiti, che a me non faceva particolarmente pensare perché lo vedevo con i miei occhi e pensavo fosse un'americanata. ieri invece l'ho rivista per caso, e l'ho vista con i suoi occhi.. lo riguardavamo tutti i gli anni a natale, ed ho capito alcune cose che non avevo mai visto. la differenza tra l'esistere, con tutti i guai e gli impicci della vita di tutti i gg, ed il non essere mai nato. Meglio essere nato, anche se questo vuol dire soffrire per le mancanze, le perdite, il dolore. Gaetano amava la vita, profondamente, con tutte le sfaccettature, le cose belle e quelle difficili da digerire, e decisamente non voleva morire, se non a 70 anni.
ieri ho capitato cose che non avevo mai compreso, perché non le avevo viste con i suoi occhi, con i suoi dolori. alla fine mi sono asciugata le lacrime ed ho pensato che lui volesse dirmi che cmq io sono fortunata ad essere ancora qui, con tutto il dolore che ho passato e che sto vivendo. questo intendo dire quando dico che me lo porto dentro. cerco di mantenere in me i suoi pensieri, i suoi modi di pensare.
ci conoscevamo profondamente, anche nelle cose che non ci dicevamo, bastava uno sguardo. e qui tutti a dirmi che ero e sono matta, che ho le traveggole... ma non m'importa. e questo è anche il modo in cui lui mi ha chiesto di tenerlo con me: "io morirò, e tu andrai avanti per la tua vita, ma non mi dimenticare... ti starò sempre attaccato alle caviglie"...
questa è stata una frase che mi ha dato tanto da pensare, dopo che se ne è andato. non sapevo come interpretarla.. poi a forza di ri-elabolarla con la psi, ho capito che lui mi lasciava in realtà libera di tentare di vivere senza di lui, di non portarmi appresso troppo dolore, o colpe. lui si stava preparando ad andarsene, con il dolore di non poter più vivere, e di non poter più vivere con me, con le nostre piccole cose.
questo intendo, Alessandro. e questa cosa è profondamente dolorosa, ma allo stesso tempo mi fa compagnia. d'altronde il livello di empatia che c'era tra noi non potrei ritrovarlo in nessun altro. ci sono cose che non racconto a nessuno, perché vorrei dirle solo a lui. ed i pensieri mi si incistano dentro.
io non lo sogno più da tanto tempo: lo sognavo sempre impaurito, arrabbiato.. poi me lo sono sognato bello, in salute, pieno di vita.. e da allora non lo sogno più..
un abbraccio, Mi
stamattina ora legale. che cosa ho pensato io ? un'ora di più da vivere senza Gaetano.
io Gaetano me lo porto dentro, perché è l'unico modo che ho trovato per non impazzire di dolore. a volte guardo le cose con i suoi occhi, mi rispondo come lui mi risponderebbe. ieri mattina ho visto la scena finale del film "la vita è meravigliosa" che era uno dei suoi film preferiti, che a me non faceva particolarmente pensare perché lo vedevo con i miei occhi e pensavo fosse un'americanata. ieri invece l'ho rivista per caso, e l'ho vista con i suoi occhi.. lo riguardavamo tutti i gli anni a natale, ed ho capito alcune cose che non avevo mai visto. la differenza tra l'esistere, con tutti i guai e gli impicci della vita di tutti i gg, ed il non essere mai nato. Meglio essere nato, anche se questo vuol dire soffrire per le mancanze, le perdite, il dolore. Gaetano amava la vita, profondamente, con tutte le sfaccettature, le cose belle e quelle difficili da digerire, e decisamente non voleva morire, se non a 70 anni.
ieri ho capitato cose che non avevo mai compreso, perché non le avevo viste con i suoi occhi, con i suoi dolori. alla fine mi sono asciugata le lacrime ed ho pensato che lui volesse dirmi che cmq io sono fortunata ad essere ancora qui, con tutto il dolore che ho passato e che sto vivendo. questo intendo dire quando dico che me lo porto dentro. cerco di mantenere in me i suoi pensieri, i suoi modi di pensare.
ci conoscevamo profondamente, anche nelle cose che non ci dicevamo, bastava uno sguardo. e qui tutti a dirmi che ero e sono matta, che ho le traveggole... ma non m'importa. e questo è anche il modo in cui lui mi ha chiesto di tenerlo con me: "io morirò, e tu andrai avanti per la tua vita, ma non mi dimenticare... ti starò sempre attaccato alle caviglie"...
questa è stata una frase che mi ha dato tanto da pensare, dopo che se ne è andato. non sapevo come interpretarla.. poi a forza di ri-elabolarla con la psi, ho capito che lui mi lasciava in realtà libera di tentare di vivere senza di lui, di non portarmi appresso troppo dolore, o colpe. lui si stava preparando ad andarsene, con il dolore di non poter più vivere, e di non poter più vivere con me, con le nostre piccole cose.
questo intendo, Alessandro. e questa cosa è profondamente dolorosa, ma allo stesso tempo mi fa compagnia. d'altronde il livello di empatia che c'era tra noi non potrei ritrovarlo in nessun altro. ci sono cose che non racconto a nessuno, perché vorrei dirle solo a lui. ed i pensieri mi si incistano dentro.
io non lo sogno più da tanto tempo: lo sognavo sempre impaurito, arrabbiato.. poi me lo sono sognato bello, in salute, pieno di vita.. e da allora non lo sogno più..
un abbraccio, Mi
stamattina ora legale. che cosa ho pensato io ? un'ora di più da vivere senza Gaetano.
Re: 14 giorni dopo di te
...che dolore ad un certo punto,accorgersi che ci si sta' abituando a non fare piu' nulla..
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Re: 14 giorni dopo di te
Ciao, Mimetta, ho letto solo ora le tue bellissime parole e mi identifico totalmente. Anche io la porto nel cuore e parlavo sempre con lei con sguardi e intese dato che per lei era più facile comunicare con gesti che con parole. So che sto sembrando pazzo ma la mia intesa con lei - come anche per te - era totale. A volte i figli creavano conflitti ma il suo senso di madre per me era toccante e alla fine mi accorgevo che il suo punto di vista era più includente del mio. Io sono cresciuto nel rispetto di regole scritte e non scritte e vedere in lei quell'etica spontanea che ti portava a vedere un bene superiore rispetto al tuo ego, la sua dolcezza nell'affrontare i problemi e a pensare sempre in positivo mi ha fatto innamorare appena l'ho incontrata.
La cosa che mi destabilizza e che a un certo punto tutto questo capirsi non stava più funzionando e le sue ansie stavano aumentando. Mi sono illuso di guarirla non immaginando a cosa si stava andando incontro ma lei, che era intelligente e acuta più di me, penso abbia voluto proteggere me e le nostre figlie dal declino che stava inglobandola per sempre. Ho dato tutto me stesso per cercare una soluzione per la quale non esisteva un esito positivo e tante volte le ho mentito cercando di incoraggiarla. Ma Margherita già da giovane scriveva sul suo diario (che ho scoperto molto tempo dopo) che aveva un grande problema fin dalla nascita (un tumore benigno) che pero per anni è stato dormiente, tanto che per tanti anni ha avuto una vita assolutamente normale e io ero fiducioso di questo tanto che lei stessa mi aveva messo in guardia fin da subito sulla sua ipoacusia. E io questo l'ho sempre accettato con speranza e fiducia nel suo futuro, ben sapendo la caratura della persona e della sua levatura. Ho auto egoisticamente molti anni felici e ora non poter più fare quelle belle cose con lei (sogni, avventure, crescere i figli, vedere magari i futuri nipoti insomma una vita assolutamente normale senza picchi estremi ma solo fatta di cose semplici e comuni) mi sembra una grandissima ipoteca sulla nostra vita. So che devo vivere anche per lei, perché io sono vivo e non sfortunato come lei che neanche ha potuto godersi il meritato riposo dopo oltre trent'anni di insegnamento ad alto livello ma so che quella era la sua vita e l'ho accettato, anche se ho dovuto rinunciare a tanto con visto come si sono evoluti gli eventi. Per lei ho trascurato tanto della mia vita ma mi sono accorto che vivere per la persona che amavo/amo tuttora era incredibilmente bello. So che tu capisci che quando incontri la tua anima gemella tutto il resto non conta più e ho vissuto con lei il più possibile per godere della sua bellezza e profondità. Mi sembrava di essere onorato e fortunato di averla incontrata, ringraziando colui che sta lassù di avermela fatta incontrare nel periodo della sua massima espressione. Troppo bella mi appariva la vita, poi quando sono nate e le nostre figlie mi sentivo in paradiso. Poi la scoperta negli ultimi anni della malattia neurologica, che l'ha abbruttita dentro facendole cambiare la sua bella personalità mi ha allontanato da Dio. Che senso ha avuto farci incontrare per poi separarci improvvisamente in questo modo tragico e assurdo.
Non ho più parole ne lacrime per piangere, tutta la mia esistenza è stata dedicata a proteggerla e a darle una speranza di vita, ora tutto questo l'ho perso e mi sento smarrito perché non ho più il mio baricentro.
Sto vagando senza meta in un deserto e questo non riesco a capirlo e forse non lo capirò mai.
A volte vado al cimitero con un libro che le piaceva o che le sarebbe piaciuto sperando di avere un contatto con lei, ma tutto è così vacuo e senza un senso apparente.
Mi sento in colpa perché sono vivo e lei no, e questo non risponde alle mie domande.
Come è possibile che una persona che si alimenta in modo corretto, non fuma, non beve, non fa cose rischiose all'improvviso perda il senso di sé alla morte improvvisa dei suoi genitori ?
Solo domande senza risposta e sto molto male.
Ieri l'incontro con la psicologa mi depresso ancora di più raccontando i miei ultimi anni devastanti senza possibilità non di riscatto ma di attenuazione del dolore immenso provato in questi anni.
So che parlare di queste cose forse aiuta e forse no ma non voglio ridurmi ad essere un robot senza sentimento come la vita di tutti i giorni ci sta portando a essere/fare.
A presto e ancora grazie per la tua condivisione.
La cosa che mi destabilizza e che a un certo punto tutto questo capirsi non stava più funzionando e le sue ansie stavano aumentando. Mi sono illuso di guarirla non immaginando a cosa si stava andando incontro ma lei, che era intelligente e acuta più di me, penso abbia voluto proteggere me e le nostre figlie dal declino che stava inglobandola per sempre. Ho dato tutto me stesso per cercare una soluzione per la quale non esisteva un esito positivo e tante volte le ho mentito cercando di incoraggiarla. Ma Margherita già da giovane scriveva sul suo diario (che ho scoperto molto tempo dopo) che aveva un grande problema fin dalla nascita (un tumore benigno) che pero per anni è stato dormiente, tanto che per tanti anni ha avuto una vita assolutamente normale e io ero fiducioso di questo tanto che lei stessa mi aveva messo in guardia fin da subito sulla sua ipoacusia. E io questo l'ho sempre accettato con speranza e fiducia nel suo futuro, ben sapendo la caratura della persona e della sua levatura. Ho auto egoisticamente molti anni felici e ora non poter più fare quelle belle cose con lei (sogni, avventure, crescere i figli, vedere magari i futuri nipoti insomma una vita assolutamente normale senza picchi estremi ma solo fatta di cose semplici e comuni) mi sembra una grandissima ipoteca sulla nostra vita. So che devo vivere anche per lei, perché io sono vivo e non sfortunato come lei che neanche ha potuto godersi il meritato riposo dopo oltre trent'anni di insegnamento ad alto livello ma so che quella era la sua vita e l'ho accettato, anche se ho dovuto rinunciare a tanto con visto come si sono evoluti gli eventi. Per lei ho trascurato tanto della mia vita ma mi sono accorto che vivere per la persona che amavo/amo tuttora era incredibilmente bello. So che tu capisci che quando incontri la tua anima gemella tutto il resto non conta più e ho vissuto con lei il più possibile per godere della sua bellezza e profondità. Mi sembrava di essere onorato e fortunato di averla incontrata, ringraziando colui che sta lassù di avermela fatta incontrare nel periodo della sua massima espressione. Troppo bella mi appariva la vita, poi quando sono nate e le nostre figlie mi sentivo in paradiso. Poi la scoperta negli ultimi anni della malattia neurologica, che l'ha abbruttita dentro facendole cambiare la sua bella personalità mi ha allontanato da Dio. Che senso ha avuto farci incontrare per poi separarci improvvisamente in questo modo tragico e assurdo.
Non ho più parole ne lacrime per piangere, tutta la mia esistenza è stata dedicata a proteggerla e a darle una speranza di vita, ora tutto questo l'ho perso e mi sento smarrito perché non ho più il mio baricentro.
Sto vagando senza meta in un deserto e questo non riesco a capirlo e forse non lo capirò mai.
A volte vado al cimitero con un libro che le piaceva o che le sarebbe piaciuto sperando di avere un contatto con lei, ma tutto è così vacuo e senza un senso apparente.
Mi sento in colpa perché sono vivo e lei no, e questo non risponde alle mie domande.
Come è possibile che una persona che si alimenta in modo corretto, non fuma, non beve, non fa cose rischiose all'improvviso perda il senso di sé alla morte improvvisa dei suoi genitori ?
Solo domande senza risposta e sto molto male.
Ieri l'incontro con la psicologa mi depresso ancora di più raccontando i miei ultimi anni devastanti senza possibilità non di riscatto ma di attenuazione del dolore immenso provato in questi anni.
So che parlare di queste cose forse aiuta e forse no ma non voglio ridurmi ad essere un robot senza sentimento come la vita di tutti i giorni ci sta portando a essere/fare.
A presto e ancora grazie per la tua condivisione.
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Re: 14 giorni dopo di te
Ho perso mia zia, non so nemmeno dirvi come è successo, o meglio lo so ma non ho ancora realizzato nonostante siano passati 9 mesi. Aveva un brutto dolore cervicale che non la faceva dormire, credendo fosse un ernia ha fatto una visita, in 1 secondo è cambiata la sua vita e anche la nostra. Nessun sintomo, nessun allarme prima di quel dolore cervicale che potesse far pensare a un corpo pieno di metastasi. 2 mesi, in 2 mesi quel mostro se l’è portata via. Non riesco ancora a farmene una ragione, non mi perdonerò mai di aver pensato di avere tutto il tempo del mondo per vivere tante così insieme, per dirle tante cose, troppo tardi…
Spero un giorno di poterla riabbracciare e dirle che mai, nemmeno un giorno ho smesso di volerle bene
Spero un giorno di poterla riabbracciare e dirle che mai, nemmeno un giorno ho smesso di volerle bene
Re: 14 giorni dopo di te
Ciao mi dispiace tanto per tua ziaposso chiederti l origine del tumore?
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