Una sola parola che vale vite intere.
Inviato: gio 21 nov 2019, 1:30
Senza iniziare agli albori della mia nascita, parto da quando mi sono iscritto in ingegneria. Mi trasferisco in una città del Sud. Durante questo periodo, faccio un Erasmus ed i miei genitori mi dicono che si sono separati. Torno in Italia, i soldi scarseggiano quindi devo vivere a casa di uno dei due genitori ma la situazione e' tesa ed accumulo ritardo nei miei studi Universitari.
Mi laureo con due anni di ritardo. Sfiduciato e rammaricato perché per le aziende sono un ritardatario, dico: devo continuare con la specialistica. Vado a Milano. Lascio casa e dopo essermi laureato senza ritardi ho oramai 28 anni.
Inizio il primo stage in azienda. Non mi sembra vero: a qualcuno interesso davvero. I miei sacrifici si stanno tramutando in qualcosa di bello. Ma dopo qualche mese mi arriva la notizia. Un tumore.
Lascio tutto. E' un stage quindi non avevo "diritti". Devo curarmi e vado in depressione. Non ho nessuno accanto. I miei amici mi abbandonano perché sono sparito, la famiglia non sa come gestire la situazione. Eravamo solo io e la mia rabbia che combattevamo assieme e non sapevamo se far vincere la vita o la morte.
E' l'inizio del 2018. Rimango a casa per 8 mesi e con l'aiuto farmacologico inizio a riprendermi iniziando a fare qualche colloquio ma è sempre la stessa storia: hai 30 anni; sei vecchio; non hai esperienza; non c'e' budget.
Tutte porte in faccia. Ma fortunatamente, qualcosa sembra avverarsi. Mentre mi riprendo, un'azienda mi offre un contratto all'estero. Penso di prenderlo al volo ma mentre sto preparando la valigia, ecco l'inaspettato. Mia madre va a ritirare le analisi, ha i globuli bianchi e l'emoglobina molto bassa. Si correre in ospedale e la notizia non tarda ad arrivare. Leucemia.
Mia madre e' separata e non ha nessuno. In azienda chiedo se posso rimandare l'inizio del contratto o se posso tornare a casa i fine settimana per assisterla. "Certo" mi dicono, "non c'e' problema". Ma il giorno prima d'iniziare, mi chiamano dicendo che hanno commesso un errore e non devo più iniziare. Licenziato prima ancora d'iniziare.
Mia madre continua la sua terapia. Una signora di 70 anni a cui bisogna ricordare di prendere le medicine e fargli fare attenzione a tutto. Continuo a fare i colloqui ma oramai nessuno ha più interesse per uno "sfaticato" come me senza esperienza.
La storia non finisce. Cambiamo città da un giorno all'altro e cerco qualche associazione con cui parlare, condividere momenti, trovare supporto, aiuto. Contatto l'associazione nazionale. Penso che saranno loro le persone giuste a cui trovare risposta alle mie domande e bisogni. La loro risposta è stata molto semplice: Hai scelto un ospedale cattolico, cercati qualche associazione li. Noi rispondiamo solo agli ospedali in cui siamo presenti.
Ed anche questa porta, non va. Inutile dire che nell'ospedale non ci sono associazioni.
La mia rabbia verso il mondo, il non riuscire più ad uscire, il non riuscire ad avere una vita sociale, una persona con cui sfogare, nessuno, nessuna situazione lavorativa mi fa finire per sfogare tutta la mia frustrazione ed angoscia su mia madre.
Tutto si complica. A mio padre hanno trovato una macchia ad un rx toracico. E' iniziata nuovamente la trafila dei controlli. TC toracico. Un linfonodo con dei noduli. Un incubo che non ti abbandona.
Penso al mio futuro e mi resta solo l'incognita che tutti i miei sogni non potranno più avvalersi. Non ha più senso vivere e del mio futuro, come potrò vivere? A supplicare per un lavoro a 300 euro al mese per cui non riuscirò neanche a comprare del cibo? Ho fatto una vita di sacrifici e l'unica cosa che mi ritrovo e' solo peggio. Solitudine e sconforto sono la mia unica compagnia. Cerco compagnia in una chat a caso, ma mi resta sempre più vuoto dentro di me. Che cosa succederà? che sarà di me? che sarà di loro?
Mi laureo con due anni di ritardo. Sfiduciato e rammaricato perché per le aziende sono un ritardatario, dico: devo continuare con la specialistica. Vado a Milano. Lascio casa e dopo essermi laureato senza ritardi ho oramai 28 anni.
Inizio il primo stage in azienda. Non mi sembra vero: a qualcuno interesso davvero. I miei sacrifici si stanno tramutando in qualcosa di bello. Ma dopo qualche mese mi arriva la notizia. Un tumore.
Lascio tutto. E' un stage quindi non avevo "diritti". Devo curarmi e vado in depressione. Non ho nessuno accanto. I miei amici mi abbandonano perché sono sparito, la famiglia non sa come gestire la situazione. Eravamo solo io e la mia rabbia che combattevamo assieme e non sapevamo se far vincere la vita o la morte.
E' l'inizio del 2018. Rimango a casa per 8 mesi e con l'aiuto farmacologico inizio a riprendermi iniziando a fare qualche colloquio ma è sempre la stessa storia: hai 30 anni; sei vecchio; non hai esperienza; non c'e' budget.
Tutte porte in faccia. Ma fortunatamente, qualcosa sembra avverarsi. Mentre mi riprendo, un'azienda mi offre un contratto all'estero. Penso di prenderlo al volo ma mentre sto preparando la valigia, ecco l'inaspettato. Mia madre va a ritirare le analisi, ha i globuli bianchi e l'emoglobina molto bassa. Si correre in ospedale e la notizia non tarda ad arrivare. Leucemia.
Mia madre e' separata e non ha nessuno. In azienda chiedo se posso rimandare l'inizio del contratto o se posso tornare a casa i fine settimana per assisterla. "Certo" mi dicono, "non c'e' problema". Ma il giorno prima d'iniziare, mi chiamano dicendo che hanno commesso un errore e non devo più iniziare. Licenziato prima ancora d'iniziare.
Mia madre continua la sua terapia. Una signora di 70 anni a cui bisogna ricordare di prendere le medicine e fargli fare attenzione a tutto. Continuo a fare i colloqui ma oramai nessuno ha più interesse per uno "sfaticato" come me senza esperienza.
La storia non finisce. Cambiamo città da un giorno all'altro e cerco qualche associazione con cui parlare, condividere momenti, trovare supporto, aiuto. Contatto l'associazione nazionale. Penso che saranno loro le persone giuste a cui trovare risposta alle mie domande e bisogni. La loro risposta è stata molto semplice: Hai scelto un ospedale cattolico, cercati qualche associazione li. Noi rispondiamo solo agli ospedali in cui siamo presenti.
Ed anche questa porta, non va. Inutile dire che nell'ospedale non ci sono associazioni.
La mia rabbia verso il mondo, il non riuscire più ad uscire, il non riuscire ad avere una vita sociale, una persona con cui sfogare, nessuno, nessuna situazione lavorativa mi fa finire per sfogare tutta la mia frustrazione ed angoscia su mia madre.
Tutto si complica. A mio padre hanno trovato una macchia ad un rx toracico. E' iniziata nuovamente la trafila dei controlli. TC toracico. Un linfonodo con dei noduli. Un incubo che non ti abbandona.
Penso al mio futuro e mi resta solo l'incognita che tutti i miei sogni non potranno più avvalersi. Non ha più senso vivere e del mio futuro, come potrò vivere? A supplicare per un lavoro a 300 euro al mese per cui non riuscirò neanche a comprare del cibo? Ho fatto una vita di sacrifici e l'unica cosa che mi ritrovo e' solo peggio. Solitudine e sconforto sono la mia unica compagnia. Cerco compagnia in una chat a caso, ma mi resta sempre più vuoto dentro di me. Che cosa succederà? che sarà di me? che sarà di loro?