Come ce la si fa senza?
Re: Come ce la si fa senza?
Solidea
S dice che Buster Keaton sia morto di un tumore ai polmoni e che sia stato praticamente asintomatico cosicché la moglie ha preferito non dirgli niente e farlo vivere il più spensieratamente possibile. Sono d'accordo. Perché turbare una persona che non ha nulla, fortuna sua? Ma mio marito era vittima di un quadro sintomatico agitato e imprevedibile. Avere una diagnosi avrebbe rappresentato un punto fisso. Almeno quello. I medici non rispettano la loro professione se giocano con l'emotività del paziente, per quella ci sono altre figure, come gli psicoterapeuti, ad esempio, o un prete, se uno è molto religioso. Il medico ha il dovere di mettere il paziente davanti ad una diagnosi, punto e basta. La reazione del paziente deve essere gestita da altre persone, che dovrebbero affiancare il malato dalla diagnosi in poi e affiancare anche i familiari che devono assisterlo perché in un caso drammatico come la malattia di un giovane uomo sposato e con figli piccoli il contraccolpo lo riceve molto duramente anche il contesto famiglia e così il paziente si trova ad essere privato anche di quel supporto.
Altri casi, altre persone, altre età sono altre condizioni che vanno viste nel caso singolo. Io parlo per quella che è stata la nostra esperienza. L'incompetenza di certi medici era da denuncia
S dice che Buster Keaton sia morto di un tumore ai polmoni e che sia stato praticamente asintomatico cosicché la moglie ha preferito non dirgli niente e farlo vivere il più spensieratamente possibile. Sono d'accordo. Perché turbare una persona che non ha nulla, fortuna sua? Ma mio marito era vittima di un quadro sintomatico agitato e imprevedibile. Avere una diagnosi avrebbe rappresentato un punto fisso. Almeno quello. I medici non rispettano la loro professione se giocano con l'emotività del paziente, per quella ci sono altre figure, come gli psicoterapeuti, ad esempio, o un prete, se uno è molto religioso. Il medico ha il dovere di mettere il paziente davanti ad una diagnosi, punto e basta. La reazione del paziente deve essere gestita da altre persone, che dovrebbero affiancare il malato dalla diagnosi in poi e affiancare anche i familiari che devono assisterlo perché in un caso drammatico come la malattia di un giovane uomo sposato e con figli piccoli il contraccolpo lo riceve molto duramente anche il contesto famiglia e così il paziente si trova ad essere privato anche di quel supporto.
Altri casi, altre persone, altre età sono altre condizioni che vanno viste nel caso singolo. Io parlo per quella che è stata la nostra esperienza. L'incompetenza di certi medici era da denuncia
Re: Come ce la si fa senza?
Celeste, anche mio padre é stato "curato" a prato... E pensa io ho avuto il problema contrario... L oncologa nonostante la pregassi di non farlo.. Volle dire tutta la verità... Aveva senso? Un uomo di 80 anni.. Contro un cancro inguaribile... Cosa gli costava continuare con la nostra menzogna... Gli avevamo detto che avrebbe fatto delle chemio preventive... E poi lui non. Chiedeva e questo vuol dire che non. Voleva sapere!! Chi era lei per decidere diversamente?
Re: Come ce la si fa senza?
Che io sappia, nemmeno il tumore ai polmoni è una passeggiata di salute. Asintomatico? Chissà. Si dice, appunto.celeste09 ha scritto: ↑mer 26 lug 2023, 11:08 Solidea
S dice che Buster Keaton sia morto di un tumore ai polmoni e che sia stato praticamente asintomatico cosicché la moglie ha preferito non dirgli niente e farlo vivere il più spensieratamente possibile. Sono d'accordo. Perché turbare una persona che non ha nulla, fortuna sua? Ma mio marito era vittima di un quadro sintomatico agitato e imprevedibile. Avere una diagnosi avrebbe rappresentato un punto fisso. Almeno quello. I medici non rispettano la loro professione se giocano con l'emotività del paziente, per quella ci sono altre figure, come gli psicoterapeuti, ad esempio, o un prete, se uno è molto religioso. Il medico ha il dovere di mettere il paziente davanti ad una diagnosi, punto e basta. La reazione del paziente deve essere gestita da altre persone, che dovrebbero affiancare il malato dalla diagnosi in poi e affiancare anche i familiari che devono assisterlo perché in un caso drammatico come la malattia di un giovane uomo sposato e con figli piccoli il contraccolpo lo riceve molto duramente anche il contesto famiglia e così il paziente si trova ad essere privato anche di quel supporto.
Altri casi, altre persone, altre età sono altre condizioni che vanno viste nel caso singolo. Io parlo per quella che è stata la nostra esperienza. L'incompetenza di certi medici era da denuncia
Comunque il medico mette al corrente il paziente, soprattutto in casi gravi e impietosi come il tuo, solo se questi lo richiede espressamente. Perlomeno dovrebbe, visto che ce ne sono alcuni che lo dicono senza nessun riguardo e nessuna umanità.
Scusa se te lo dico, ma io credo non spettasse a te decidere per lui.
Probabilmente avrebbero dovuto essere più chiari con te ma non credere che questo avrebbe cambiato le cose...a meno che tu non ti riferisca alle questioni burocratiche che, in mancanza di indicazioni precise, ci ritroviamo a sbrigare tutti "dopo" e che se fossero state fatte prima sicuramente ci avrebbero reso tutto più facile, ma non si poteva comunque pretenderlo dai pazienti...che secondo me, soprattutto con una diagnosi così infausta, devono fare solo i pazienti e non spetta a loro filtrare nulla, quello è un compito, arduo senz'altro, che spetta a noi familiari.
Probabilmente tu sei molto arrabbiata con la sorte che con voi è stata davvero meschina. Anche io provo molta rabbia per tutta la situazione che mi sono trovata ad affrontare, anche a casa mia era un'emergenza continua, ci sono state settimane in cui ho dovuto chiamare il 118 anche più volte al giorno. E intorno a me, perlomeno la realtà che conosco io, si godeva le vacanze estive. E poi il Natale, che per noi è stato qualcosa di orrendo. A tutt'oggi sono l'unica tra le mie amiche che non ha più la mamma e che per di più l'ha persa in condizioni indescrivibili, perché la malattia l'aveva resa irriconoscibile, violenta verbalmente e fisicamente. Ma fuori dalla mia realtà, anche leggendo questo stesso forum...quante tragedie simili o peggio della mia. Purtroppo è la vita, succede...sta a noi farcene una ragione.
(Cit.) Lei ti sente ed è sempre al tuo fianco, oltre ad essere nel tuo cuore
Re: Come ce la si fa senza?
Quanto è vero che nel dolore ti scopri, capisci realmente chi sei.
Tu sei responsabile delle tue scelte.
Sei tu che devi rispondere a te stessa, alle tue emozioni e ai sentimenti che provi.
Possiamo sicuramente imparare ad attirare alcune cose nella vita, ma altri eventi dolorosi o le sofferenze del nostro passato sono imprevedibili, oppure fuori dal nostro controllo.
È essenziale quindi imparare ad essere "felici nonostante"
Tu sei responsabile delle tue scelte.
Sei tu che devi rispondere a te stessa, alle tue emozioni e ai sentimenti che provi.
Possiamo sicuramente imparare ad attirare alcune cose nella vita, ma altri eventi dolorosi o le sofferenze del nostro passato sono imprevedibili, oppure fuori dal nostro controllo.
È essenziale quindi imparare ad essere "felici nonostante"
Non possiamo tornare indietro ed aggiustare la nostra storia...ma andare avanti e viverla
Re: Come ce la si fa senza?
Penso che al quadro delineato da Solidea non ci sia nulla di aggiungere. Ha descritto situazioni e stati d'animo precisi con una lucidità veramente invidiabile. Certo ci sono medici che comunicano diagnosi terminali con la massima disinvoltura ma questo è dovuto in parte anche all'effetto del sistema perverso in cui si stà muovendo la sanità in generale. Dopo avere visitato 120 pazienti al giorno, con orari di lavoro inimmaginabili magari con uno stipendio del tutto irrisorio e probabilmente con un rapporto con l'ospedale a partita Iva, a volte viene compromesso anche il ,,,, così detto ,,,, "savuafer". Certo questo non giustifica affatto un atteggiamento irriverente ma per fortuna , secondo la mia esperienza, il medico insensibile e a volte perfino maleducato è una caso isolato e naturalmente da segnalare a chi di dovere. Dall'altra parte ho visto medici che partecipavano moralmente, alla situazione del paziente e dei familiari , che comunicavano la diagnosi con "la voce rotta dall'emozione", Poi, Solidea ha pienamente ragione,,,,,,, medico insensibile oppure sensibile........ resta quello che hai e con quello devi fare i conti affrontando giorno dopo giorno
Ultima modifica di Franco953 il sab 27 gen 2024, 19:38, modificato 2 volte in totale.
“Non è tanto quello che facciamo, ma quanto amore mettiamo nel farlo. Non è tanto quello che diamo, ma quanto amore mettiamo nel dare.”
Re: Come ce la si fa senza?
Grazie mille, Franco.
(Cit.) Lei ti sente ed è sempre al tuo fianco, oltre ad essere nel tuo cuore
Re: Come ce la si fa senza?
Mi sono appena registrata.
1 abbraccio forte a tutti quelli che stanno vivendo una guerra contro questo infame che non riesco nemmeno a nominare.
Mio papà, 77 anni e super attivo, ad agosto comincia con 1 dolore all'anca( negli ultimi 2 anni è stato in ospedale x varie cose ,diabetico,insufficienza renale....) ...si è trascurato per assistere mia madre che ora sta meglio e quando è andato dall'ortopedico è stata subito proposta protesi ....prericovero....ci chiamano x fare 1 tac .Sorpresa : il dolore all'anca è dovuto ad 1 metastasi partita da 1 massa al polmone di 6 cm.
Mercoledì andremo all'istituto tumori di Milano dove ora è in cura per fare biopsia e capire come agire.
Io sono completamente terrorizzata e lui ha appena cominciato la terapia del dolore ma x ora non passa ...ha chiesto ai medici se potrà ancora camminare mentre io mi chiedo continuamente per quanto tempo il Signore ce lo lascerà ancora vicino.
È sempre stato 1 combattente,vedere un papà così indifeso spacca il cuore,non posso e non riesco ad accettare questo, 1 uomo buono e generoso ,pronto ad aiutare chiunque....perché???
Continuo a pregare che riescano a lasciarcelo ancora ma sento e temo non sarà così.
Io e mia mamma moriremmo con lui .
1 abbraccio forte a tutti quelli che stanno vivendo una guerra contro questo infame che non riesco nemmeno a nominare.
Mio papà, 77 anni e super attivo, ad agosto comincia con 1 dolore all'anca( negli ultimi 2 anni è stato in ospedale x varie cose ,diabetico,insufficienza renale....) ...si è trascurato per assistere mia madre che ora sta meglio e quando è andato dall'ortopedico è stata subito proposta protesi ....prericovero....ci chiamano x fare 1 tac .Sorpresa : il dolore all'anca è dovuto ad 1 metastasi partita da 1 massa al polmone di 6 cm.
Mercoledì andremo all'istituto tumori di Milano dove ora è in cura per fare biopsia e capire come agire.
Io sono completamente terrorizzata e lui ha appena cominciato la terapia del dolore ma x ora non passa ...ha chiesto ai medici se potrà ancora camminare mentre io mi chiedo continuamente per quanto tempo il Signore ce lo lascerà ancora vicino.
È sempre stato 1 combattente,vedere un papà così indifeso spacca il cuore,non posso e non riesco ad accettare questo, 1 uomo buono e generoso ,pronto ad aiutare chiunque....perché???
Continuo a pregare che riescano a lasciarcelo ancora ma sento e temo non sarà così.
Io e mia mamma moriremmo con lui .
Re: Come ce la si fa senza?
Forza Clara Ti ho già risposto in un altro post del forum
“Non è tanto quello che facciamo, ma quanto amore mettiamo nel farlo. Non è tanto quello che diamo, ma quanto amore mettiamo nel dare.”
Come ce la si fa senza?
Due frecce ci possono colpire e infliggere ferite dolorose. La prima freccia che ci colpisce è il dolore inflitto dalla vita, quel dolore che arriva all'improvviso e che nessuno di noi può scegliere; la seconda freccia viene scoccata da noi stessi ed è la nostra reazione al dolore. É quel dolore acido che lascia dentro di noi la ribellione, il rifiuto verso ciò che di terribile ci accade e che impedisce alla nostra ferita di rimarginarsi.
Accadono molte cose che riteniamo ingiuste e quando arriva un dolore forte e spietato, quel dolore che non puoi evitare, che la vita offre senza sconti né mediazioni, il nostro modo di reagire fa la differenza. Lì, in quel dolore, puoi scegliere se farti sopraffare oppure, senza pretese né ribellione, accogliere ogni sfaccettatura del diamante vita. Solo così è possibile non farsi colpire dalla seconda freccia, vivendo, anche nella sofferenza, uno stato di pace.
Accadono molte cose che riteniamo ingiuste e quando arriva un dolore forte e spietato, quel dolore che non puoi evitare, che la vita offre senza sconti né mediazioni, il nostro modo di reagire fa la differenza. Lì, in quel dolore, puoi scegliere se farti sopraffare oppure, senza pretese né ribellione, accogliere ogni sfaccettatura del diamante vita. Solo così è possibile non farsi colpire dalla seconda freccia, vivendo, anche nella sofferenza, uno stato di pace.
Non possiamo tornare indietro ed aggiustare la nostra storia...ma andare avanti e viverla
Re: Come ce la si fa senza?
Bava Michela. Le frecce sono un'ottima rappresentazione della tua teoria . Concordo pienamente
“Non è tanto quello che facciamo, ma quanto amore mettiamo nel farlo. Non è tanto quello che diamo, ma quanto amore mettiamo nel dare.”
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