La speranza di guarire....
Inviato: mar 20 ott 2015, 17:53
Ciao a tutti… entro in questo forum perché anche nella mia famiglia il cancro è venuto a farci visita e trovo solo ora, a distanza di due settimane, la forza di scrivere.
A mia mamma di 72anni in seguito a perdite di sangue nelle feci è stato diagnosticato un polipo maligno di 6 cm al retto.
La dottoressa che le praticò la colonoscopia fu schietta con me e mio fratello (forse un po’ troppo perché avrebbe dovuto anche informarci di come è possibile curare e perché no anche guarire).
Ci disse: “è maligno” .. io ebbi la forza di chiederle come facesse a dire che era maligno e lei mi rispose che la sua esperienza ventennale le dava certezza che non si trattasse di nulla di buono e che inoltre ci era passata da poco con il padre. A quel punto non ebbi il coraggio di chiederle come fosse andata a finire con il padre.
Uscimmo sconvolti dall’ospedale, volevamo piangere ma non potevamo perché mia madre non aveva capito la gravità della sua situazione e ad oggi posso dire che nemmeno noi avevamo capito nulla e quella dottoressa ci aveva mandato in confusione …
Passammo il sabato più brutto della nostra vita… il giorno dopo, la domenica, uno dei miei due fratelli decise che forse era opportuno andare a parlare con il chirurgo che fino a quel momento aveva seguito mia madre. Così facemmo, ci recammo in ospedale dove il chirurgo era di turno quel giorno. Ci accolse con gentilezza nonostante non ci eravamo presentati durante l’orario delle visite.
Con calma ci spiegò tutto. Ci disse che mia mamma aveva questo polipo e che ragionevolmente dalle dimensioni si prospettava maligno, che doveva essere asportato chirurgicamente, che temporaneamente (all’incirca una ventina di giorni) in seguito all’intervento avrebbe portato una sacca per raccogliere le feci, che avrebbe dovuto fare prima dell’intervento un ciclo di chemio con pillole che non avrebbe alterato il suo aspetto e contemporaneamente avrebbe fatto radioterapia. Solo dopo 8 settimane dal termine di questa terapia avrebbe fatto l’intervento.
Continuò dicendo che avrebbe dovuto fare, prima di iniziare tutta la terapia, una TAC per verificare se le metastasi avevano raggiunto altri organi. Ma ci disse anche che tutte le analisi fatte a mia mamma il giorno in cui fu ricoverata in ospedale per le perdite di sangue, avevano degli ottimi valori e che presumeva “vista la sua ventennale esperienza” che c’erano buone probabilità che fosse tutto a posto.
Ci rincuorò, ci chiese di non abbatterci e di sperare perché vi erano i presupposti per farlo e ci mandò a casa chiedendoci di portare il giorno seguente mia mamma a parlare con lui perché non aveva intenzione di mentirle e che ogni cosa doveva essere fatta solo con il suo consenso.
I giorni che ci separarono dalla tac sembrarono interminabili, l’ansia a mille e la paura non ci davano tregua. Per fortuna la tac non ha indicato metastasi agli oltri organi. Mia mamma è pulita..questo è il termine che usarono in ospedale per spiegarci in sintesi la tac.
Il chirurgo è fiducioso, dice che mia mamma ha una buona partenza e che può guarire.
Anche io, i miei fratelli, mio padre e ovviamente mia madre vogliamo crederci.
Ci hanno spiegato che se tutto va bene ci vorranno mesi prima che mia madre ritorni in forma, ma non ci interessa il tempo che ci vorrà …ma speriamo che la mia mamma vinca la battaglia.
Caratterialmente è una donna molto ansiosa e spesso dice: “non ce la faccio”.
Io le ripeto: “mamma dimmi che hai paura anche tutti i giorni, ma non mi dire che non ce la fai..tu ce la devi fare!!”
Non so se sbaglio il mio approccio con lei, ma quando il cancro ti viene a far visita ti coglie impreparato ed è un po’ come essere genitori…non sai mai se stai facendo la cosa giusta…
Ringrazio chi ha avuto la pazienza di leggere fino alla fine ciò che ho scritto e se qualcuno vorrà raccontarmi le sue testimonianze in caso di cancro dello stesso tipo sarò felice di leggerle.
Grazie di cuore a tutti…..
A mia mamma di 72anni in seguito a perdite di sangue nelle feci è stato diagnosticato un polipo maligno di 6 cm al retto.
La dottoressa che le praticò la colonoscopia fu schietta con me e mio fratello (forse un po’ troppo perché avrebbe dovuto anche informarci di come è possibile curare e perché no anche guarire).
Ci disse: “è maligno” .. io ebbi la forza di chiederle come facesse a dire che era maligno e lei mi rispose che la sua esperienza ventennale le dava certezza che non si trattasse di nulla di buono e che inoltre ci era passata da poco con il padre. A quel punto non ebbi il coraggio di chiederle come fosse andata a finire con il padre.
Uscimmo sconvolti dall’ospedale, volevamo piangere ma non potevamo perché mia madre non aveva capito la gravità della sua situazione e ad oggi posso dire che nemmeno noi avevamo capito nulla e quella dottoressa ci aveva mandato in confusione …
Passammo il sabato più brutto della nostra vita… il giorno dopo, la domenica, uno dei miei due fratelli decise che forse era opportuno andare a parlare con il chirurgo che fino a quel momento aveva seguito mia madre. Così facemmo, ci recammo in ospedale dove il chirurgo era di turno quel giorno. Ci accolse con gentilezza nonostante non ci eravamo presentati durante l’orario delle visite.
Con calma ci spiegò tutto. Ci disse che mia mamma aveva questo polipo e che ragionevolmente dalle dimensioni si prospettava maligno, che doveva essere asportato chirurgicamente, che temporaneamente (all’incirca una ventina di giorni) in seguito all’intervento avrebbe portato una sacca per raccogliere le feci, che avrebbe dovuto fare prima dell’intervento un ciclo di chemio con pillole che non avrebbe alterato il suo aspetto e contemporaneamente avrebbe fatto radioterapia. Solo dopo 8 settimane dal termine di questa terapia avrebbe fatto l’intervento.
Continuò dicendo che avrebbe dovuto fare, prima di iniziare tutta la terapia, una TAC per verificare se le metastasi avevano raggiunto altri organi. Ma ci disse anche che tutte le analisi fatte a mia mamma il giorno in cui fu ricoverata in ospedale per le perdite di sangue, avevano degli ottimi valori e che presumeva “vista la sua ventennale esperienza” che c’erano buone probabilità che fosse tutto a posto.
Ci rincuorò, ci chiese di non abbatterci e di sperare perché vi erano i presupposti per farlo e ci mandò a casa chiedendoci di portare il giorno seguente mia mamma a parlare con lui perché non aveva intenzione di mentirle e che ogni cosa doveva essere fatta solo con il suo consenso.
I giorni che ci separarono dalla tac sembrarono interminabili, l’ansia a mille e la paura non ci davano tregua. Per fortuna la tac non ha indicato metastasi agli oltri organi. Mia mamma è pulita..questo è il termine che usarono in ospedale per spiegarci in sintesi la tac.
Il chirurgo è fiducioso, dice che mia mamma ha una buona partenza e che può guarire.
Anche io, i miei fratelli, mio padre e ovviamente mia madre vogliamo crederci.
Ci hanno spiegato che se tutto va bene ci vorranno mesi prima che mia madre ritorni in forma, ma non ci interessa il tempo che ci vorrà …ma speriamo che la mia mamma vinca la battaglia.
Caratterialmente è una donna molto ansiosa e spesso dice: “non ce la faccio”.
Io le ripeto: “mamma dimmi che hai paura anche tutti i giorni, ma non mi dire che non ce la fai..tu ce la devi fare!!”
Non so se sbaglio il mio approccio con lei, ma quando il cancro ti viene a far visita ti coglie impreparato ed è un po’ come essere genitori…non sai mai se stai facendo la cosa giusta…
Ringrazio chi ha avuto la pazienza di leggere fino alla fine ciò che ho scritto e se qualcuno vorrà raccontarmi le sue testimonianze in caso di cancro dello stesso tipo sarò felice di leggerle.
Grazie di cuore a tutti…..