Aimac - Forum sul tumore

Quando il signor Cappa è entrato nelle nostre vite, nessuno lo aveva invitato. E nessuno lo voleva. Notoriamente è un ospite che porta rogne, lo si sente spesso nominare, ama fare visite, ma ci si augura sempre che non scelga noi. A volte la visita è breve e se ne va lasciando costernazione, altre volte si ferma più a lungo, diventando infine parte della quotidianità familiare. E allora seppur facendolo pagare a caro prezzo, un dono lo lascia: la gratitudine. Ci sono tante piccole cose che hanno un'importanza enorme e che erroneamente banalizziamo: un bacio, un abbraccio, un pranzo insieme, una parola complice, una serata davanti alla tv. Ecco, il signor Cappa, pur nel suo immenso e insensato sadismo, quando si ferma a lungo insegna che i momenti vanno vissuti tutti con attenzione e intensità, assaporando ogni giorno nella propria unicità. Non corriamo più, non siamo più sbadati o assenti perché adesso conosciamo davvero il valore del tempo.

No, non sarò mai grata al cancro per averci sconvolto la vita. Non serviva che entrasse nelle nostre vite e nelle nostre case per farci apprezzare maggiormente ciò che avevamo, perché ogni famiglia ha già i suoi problemi, spesso altrettanto gravi, ci mancava soltanto il cancro a far precipitare tutto. Si sapeva già che la vita è un soffio, non serviva che il cancro ce lo ricordasse.
Avrei preferito non conoscerlo mai, i veri privilegiati sono coloro che non lo conosceranno. Non noi.

Io non sono grata al cancro, ma ai miei genitori ed è ben diverso. E questa spada di Damocle che pesa sulla testa della nostra famiglia mi ha insegnato che ogni piccolo momento che possiamo ancora passare insieme è unico, prezioso e IRRIPETIBILE e SO dargli un valore che prima non avrei dato perché per me le cene, gli abbracci, i litigi, le passeggiate erano tutte cose scontate nonostante l'amore che indiscusso che mi lega ai miei genitori.
Che non passi il messaggio sbagliato.

Ciao Nashira
Noi eravamo una bella famiglia
Eravamo perché adesso siamo rimasti io e mio fratello. Apprezzavamo ogni attimo di vita e ogni secondo. ..capisco quello che vuoi dire ma neppure nel nostro caso serviva una visita di k
Non parliamo di due ...
Diciamo che non ho smesso di essere quello che sono sempre stata. Anche se il k ci ha provato seriamente a mettermi alla prova.

Sì, ma tu parli per te e per il tuo punto di vista, parli da figlia sana che non sa quando morirà, il tuo genitore ammalato invece sa che comunque ha una data di scadenza. Soltanto ad immaginarlo è terribile, figurati per chi lo vive davvero sulle sue spalle.
Trovo troppo facile parlare di momenti goduti appieno quando non siamo noi a vivere questa schifezza di malattia. Sono i malati che sopportano il carico maggiore e se potessero parlare in tutta sincerità (e a volte già lo fanno), senza frasi fatte o censure per non farci precipitare in un abisso ancora più profondo di quanto ci troviamo già, penso che non sarebbero grati di un emerito cazzo e probabilmente avrebbero preferito continuare a dare per scontate tutte le cose che hai citato.

Sì, hai ragione, è solo il punto di vista di una figlia che non prova su di se la devastazione del cancro.
Ci tengo a ripeterlo, nessuno è grato al cancro, è un abominio il solo pensarlo. D'altronde accade. E nel fango in cui cerchiamo di non affondare da mesi, ho imparato questo.

Anche io ho imparato questo e pur nella schifezza di tutto quanto è successo e sta succedendo, provo ad apprezzare le pochissime cose che restano, probabilmente da egoista, ma è anche il mio pensiero.