Ciao Federica, purtroppo ti ci dovrai un po' abituare a queste domande che spesso si rivelano fuori luogo e fastidiose. Purtroppo (o per fortuna) chi non vive in prima persona un periodo tragico, come quello che stiamo vivendo noi nelle nostre famiglie, non può comprendere realmente cosa significhi l'angoscia di una diagnosi del genere, il senso di disperazione, frustrazione e impotenza che genera (almeno x me è stato così).Federica9393 ha scritto: ↑sab 21 ago 2021, 18:59 Cerchiamo di essere positivi. Già sentire le vostre esperienze mi aiuta a sentirmi meno sola. Nonostante sia circondata da tante persone, credo che nessuno sappia come mi sento davvero in questo momento. E inizio anche a non sopportare tutta una serie di domande del tipo “come sta mamma? Ci sono novità?”
Se vi posso dare un consiglio da parte di chi è già quasi al "capolinea", fate bene ad essere positivi e fare tutto ciò che è possibile per i vostri cari, sia scientificamente che umanamente (anche pregando tanto, se siete credenti come mio marito e me).
Cercate, però, piano piano, di iniziare a "digerire" il fatto che una malattia del genere è un mostro e che le nostre armi sono troppo deboli per una vittoria "piena".
Io credo che "nascondersi dietro a un dito" non serva a nulla se non a rimandare il dolore.
Mio marito doveva "sopravvivere" 6 mesi e siamo già a 9, con tanti deficit ma dolore controllato. Già questo secondo me è un piccolo miracolo.
Se non vi dovesse arrivare quello più grande, ossia la guarigione completa dei vostri cari, non colpevolizzatevi e date loro tutto il vostro amore e le vostre attenzioni. Spesso fanno di più delle medicine.. Un abbraccio e buonanotte.