Il mostro si è portato via l’amore della mia vita

[Dennylenia79]

Buonasera, mi chiamo Ilenia e 26 giorni fa un adenocarcinoma del cardias al IV stadio si è portato via mio marito, lui aveva solo 44 anni, adesso sono rimasta da sola con i miei due figli adolescenti che mi danno la forza di alzarmi ogni mattina. Lo abbiamo accompagnato fino al suo ultimo respiro, lui era a casa con noi, e’ morto nell’amore della sua famiglia eravamo tutti con lui.
Manca ogni giorno di più ed è difficile andare avanti, io ancora sono in balia delle emozioni, troppe cose da fare e da sistemare, so già che appena mi fermerò un attimo crollerò. Mi chiedo e vi chiedo come si fa ad andare avanti?

[giu67]

Cara Dennylenia79,
Anche io sto vivendo la tua stessa situazione. Sono passate tre settimane da quando mio marito se n'è andato e anch'io ho un figlio ventenne.
Alle volte mi sembra impossibile, ma è ancora tutto troppo recente e siamo travolte da tutte le cose da sistemare e dal forzato ritorno alla quotidianità. Fa male però, tanto male........
Un grandissimo abbraccio

[moni1]

Vi abbraccio entrambe....

[Mimetta]

mi spiace leggere ogni volta il dolore altrui, eppure torno sempre qui a distanza di 4 anni e poco più. mio marito è morto di colangiocarcinoma alle vie biliari, senza scampo. come si fa ad andare avanti senza la persona che ami, e dopo averla vista soffrire così tanto? non c'è un modo comune. io ho cercato conforto qui, ho scritto tutto quello che mi passava per la testa, mi sono fatta dei compagni di dolore, incontrati virtualmente qui, e poi nella vita reale. con 2 di loro domani ci vediamo per una cena, per ricordarci che siamo ancora vivi, che il dolore ci ha trapassato il cuore, e noi ancora respiriamo, ancora mangiamo, dormiamo, male.
io ho passato un anno sul divano, non sapevo se fosse giorno o notte. andavo a lavorare e piangevo costantemente. niente e nessuno riusciva a placare il mio dolore. io dico sempre che chi non ci è passato non può capire. fare gruppo con persone nella tua stessa situazione mi ha aiuta. puoi semplicemente essere te stesso/a, per noi che farsi una doccia o un caffè sembra una cosa difficilissima. i miei figli sono grandi, la solitudine l'ho sentita tanto, ma allo stesso tempo mi ha permesso di disperarmi fino allo sfinimento. sono andata in terapia da subito, e questo mi ha aiutata molto. e poi pochissimi amici, con i quali svuotare il sacco del dolore. molti scappano, e la maggior parte non capisce.
qui ho conosciuto la mia futura vicina di Tomba: il destino ha fatto sì che mio marito e suo marito fossero attaccati, non vicini di tomba, proprio attaccati. e noi su questa cosa abbiamo pianto e riso.

che cerco di dire? che ognuno cerca la sua strada, ma non la vedi subito, perché il mondo per noi si è chiuso dietro quella parete di marmo fredda, e nel buio del dolore. ci vuole tempo, tanto tempo, pazienza e amore per se stessi. noi sopravvissuti che ci sentiamo in colpa. però noi 3 siamo andati avanti, ognuno a modo suo, compreso lo stare fermi.

io ho cambiato la disposizione dei mobili di casa, ho preso delle cose colorate e tolto di mezzo tutto quello che mi faceva soffrire.
vi abbraccio forte a tutti quanti. Mi

[moni1]

Mimetta rileggerti è sempre un piacere....

[Mimetta]

Mimetta rileggerti è sempre un piacere....

grazie moni...

giusto per la cronaca: noi 3 ieri sera eravamo i più chiassosi del Ristorante, gli unici che non avevano in mano il cellulare, da fuori sembravano amici da sempre e pieni di gioia di vivere. la gioia di vivere ci è tornata, senza un vero motivo, una sorta di rispetto per la vita, per quelli che l'hanno persa prematuramente, per tutti quelli che stanno male. poter mettere i piedi in terra da soli tutte le mattine è un privilegio, ce lo dovremmo ricordare.
noi 3 invece abbiamo pianto tanto insieme, ci sentivamo di notte, di giorno, nei lunghissimi mesi di dolore che non passavano mai.
io mi chiedevo: per quanto tempo dovrò soffrire così tanto, tanto che la vita proprio non riesco a vederla?

il mio pensiero di oggi per tutti è che il dolore è immenso, infinito, talmente forte che ti toglie il respiro. ma ad un certo punto ricominci a respirare, dimentichi tutto il male cui hai assistito, butti tutte le cartelle cliniche, le medicine.. e fai un piccolo passo nella vita normale. smetti di andare continuativamente al Cimitero, smetti i vestiti neri, le calze nere, le scarpe nere, la borsa nera. magari vai di grigio, ma smetti di sentirti la vedova di...io sono Mimetta, e lui vorrebbe che fossi felice, serena va. vorrebbe che lo ricordassi bello, in forze, in piedi e pieno di gioia di vivere, e non come l'ho visto nell'ultimo periodo.. dopo il fatidico..."signora non c'è più nulla da fare".

un abbraccio circolare, Mi