Inviato: mar 11 feb 2014, 5:11
Cara Maria Grazia,
la tua storia è la nostra storia, la mia storia. Il tumore è comparso anche nella mia vita, un melanoma, e l'ha condizionata. I primi sono momenti frenetici, disorientanti, durante i quali è come se bisognasse svegliarsi brutalmente da un incubo, per poi scoprire che la realtà è cambiata all'improvviso e con essa le priorità delle proprie vite. Io personalmente voglio sempre parlare direttamente con i medici e conoscere la realtà dei fatti poi si affiancano i miei familiari, qualunque essa sia. Penso che il malato, se non vi siano rischi per la psiche, abbia il diritto di sapere, e forse può fare in modo di evitare situazioni traumatiche equivoche come quella che è capitata a tuo marito. Non dire la verità non significa essere più umano. Poi il rapporto con il personale medico. Ognuno di noi ha avuto le esperienze più diverse e al di là dei medici maleducati che non voglio neanche computarli perché non meritano anche se esistono, penso che quando siamo più fragili il medico è la figura che ci da notizie che non vorremmo mai sentire e quindi un suo atteggiamento più rigido per noi è deleterio. Poi il tema dell'umanità negli ospedali è un discorso che va oltre.
Per quanto riguarda altri consulti nei centri specializzati, io l'ho fatto e mi seguono tuttora, allo IEO. Posso solo consigliare a te Maria Grazia, come a chiunque, che se ti senti di dover chiedere un altro consulto fallo, magari rendendo consapevole anche tuo marito. Rivolgiti anche se ti dicono che le cure sono le medesime, sarà il centro specializzato a ribadirlo. Una differenza c'è sempre, nella specializzazione del personale, nelle strumentazioni, nelle procedure,... Tanti in bocca al lupo a tuo marito e a te. Coraggio coraggio e ancora coraggio. Avanti insieme!
la tua storia è la nostra storia, la mia storia. Il tumore è comparso anche nella mia vita, un melanoma, e l'ha condizionata. I primi sono momenti frenetici, disorientanti, durante i quali è come se bisognasse svegliarsi brutalmente da un incubo, per poi scoprire che la realtà è cambiata all'improvviso e con essa le priorità delle proprie vite. Io personalmente voglio sempre parlare direttamente con i medici e conoscere la realtà dei fatti poi si affiancano i miei familiari, qualunque essa sia. Penso che il malato, se non vi siano rischi per la psiche, abbia il diritto di sapere, e forse può fare in modo di evitare situazioni traumatiche equivoche come quella che è capitata a tuo marito. Non dire la verità non significa essere più umano. Poi il rapporto con il personale medico. Ognuno di noi ha avuto le esperienze più diverse e al di là dei medici maleducati che non voglio neanche computarli perché non meritano anche se esistono, penso che quando siamo più fragili il medico è la figura che ci da notizie che non vorremmo mai sentire e quindi un suo atteggiamento più rigido per noi è deleterio. Poi il tema dell'umanità negli ospedali è un discorso che va oltre.
Per quanto riguarda altri consulti nei centri specializzati, io l'ho fatto e mi seguono tuttora, allo IEO. Posso solo consigliare a te Maria Grazia, come a chiunque, che se ti senti di dover chiedere un altro consulto fallo, magari rendendo consapevole anche tuo marito. Rivolgiti anche se ti dicono che le cure sono le medesime, sarà il centro specializzato a ribadirlo. Una differenza c'è sempre, nella specializzazione del personale, nelle strumentazioni, nelle procedure,... Tanti in bocca al lupo a tuo marito e a te. Coraggio coraggio e ancora coraggio. Avanti insieme!