Re: Ho ancora paura.
Inviato: gio 7 mag 2015, 21:55
Cara Amianto,
Scusa se ti rispondo solo ora. Perdere un genitore è difficile alla mia età come alla tua. Anche se io, avendo 14 anni, non capivo molto.. tu hai invece compreso appieno ciò che stava accadendo. Una "fortuna" o l'ennesima beffa? Non lo so. A volte dico grazie di non aver capito, perché vedo gli strascichi della malattia di mia madre su mio padre. Lui riceveva le sentenze per lei, lui tentava di convincerla che stava andando bene, lui prendeva ogni pet, tac o esame istologico. Altre volte mi maledico perché avrei voluto fare altro..ma poi cosa? Nulla poteva salvarla.
Ho letto che sei stata tanto vicina a tuo papà, quasi in simbiosi mi è sembrato di capire. Ecco, non potrai avere rimpianti o rimorsi. Hai fatto tutto, standogli vicino anche nel momento del trapasso.
La frase che ha detto tuo papà e che anche tu scrivi mi mette i brividi, mi sembra quella di un guerriero, me lo immagino così.
A prescindere dalla nostra età, la vita ci ha mostrato il suo lato peggiore, e chissà quante altre volte ancora lo farà. Posso dirti che ad anni di distanza, oltre la sofferenza che, come immaginerai, non va più via.. c'è anche la solitudine di una famiglia che ci ha lasciati soli e allo sbaraglio.
La vita in 22 anni di vita mi ha dato tante sofferenze, le stesse sofferenze che vedo in mio padre, un uomo che è rimasto vedovo a 41 anni con due figli piccoli. Di fronte a questo come si può cercare il lato positivo? Come vedi, oggi non lo trovo neanche io. Oggi è tutto buio anche per me. Gli anni non cancellano la ferita, a volte ti fanno abituare a sentire un dolore insopportabile, ti fanno abituare al punto che non senti più. Io a volte piango senza sosta senza capire il perché, altre volte mi siedo dove si sedeva lei quando aveva mai di schiena per le metastasi alle ossa, altre volte la immagino ai piedi del mio letto, a farmi ripetere la geografia o a sgridarmi perché provava, a tutti costi, a farmi capire che dovevo farmi rispettare. Ha fatto il suo "mestiere" di mamma fino all'ultimo, proteggendomi. Ma da questo dolore, dalla sua morte, mia mamma non poteva ne può proteggermi. Devo scontrarmi con la paura. Un giorno, forse presto o forse tardi arriverà il mio momento, lì troverò le mie risposte.
Amjanto, se hai bisogno di me, contattami, se posso darti una mano con le mie parole lo faccio con piacere.
Valeria, grazie per avermi risposto. Sì, finalmente non mi preoccupo più per il suo stato fisico, adesso se non altro sarà libera da ogni dolore.
Un abbraccio ad entrambe
Scusa se ti rispondo solo ora. Perdere un genitore è difficile alla mia età come alla tua. Anche se io, avendo 14 anni, non capivo molto.. tu hai invece compreso appieno ciò che stava accadendo. Una "fortuna" o l'ennesima beffa? Non lo so. A volte dico grazie di non aver capito, perché vedo gli strascichi della malattia di mia madre su mio padre. Lui riceveva le sentenze per lei, lui tentava di convincerla che stava andando bene, lui prendeva ogni pet, tac o esame istologico. Altre volte mi maledico perché avrei voluto fare altro..ma poi cosa? Nulla poteva salvarla.
Ho letto che sei stata tanto vicina a tuo papà, quasi in simbiosi mi è sembrato di capire. Ecco, non potrai avere rimpianti o rimorsi. Hai fatto tutto, standogli vicino anche nel momento del trapasso.
La frase che ha detto tuo papà e che anche tu scrivi mi mette i brividi, mi sembra quella di un guerriero, me lo immagino così.
A prescindere dalla nostra età, la vita ci ha mostrato il suo lato peggiore, e chissà quante altre volte ancora lo farà. Posso dirti che ad anni di distanza, oltre la sofferenza che, come immaginerai, non va più via.. c'è anche la solitudine di una famiglia che ci ha lasciati soli e allo sbaraglio.
La vita in 22 anni di vita mi ha dato tante sofferenze, le stesse sofferenze che vedo in mio padre, un uomo che è rimasto vedovo a 41 anni con due figli piccoli. Di fronte a questo come si può cercare il lato positivo? Come vedi, oggi non lo trovo neanche io. Oggi è tutto buio anche per me. Gli anni non cancellano la ferita, a volte ti fanno abituare a sentire un dolore insopportabile, ti fanno abituare al punto che non senti più. Io a volte piango senza sosta senza capire il perché, altre volte mi siedo dove si sedeva lei quando aveva mai di schiena per le metastasi alle ossa, altre volte la immagino ai piedi del mio letto, a farmi ripetere la geografia o a sgridarmi perché provava, a tutti costi, a farmi capire che dovevo farmi rispettare. Ha fatto il suo "mestiere" di mamma fino all'ultimo, proteggendomi. Ma da questo dolore, dalla sua morte, mia mamma non poteva ne può proteggermi. Devo scontrarmi con la paura. Un giorno, forse presto o forse tardi arriverà il mio momento, lì troverò le mie risposte.
Amjanto, se hai bisogno di me, contattami, se posso darti una mano con le mie parole lo faccio con piacere.
Valeria, grazie per avermi risposto. Sì, finalmente non mi preoccupo più per il suo stato fisico, adesso se non altro sarà libera da ogni dolore.
Un abbraccio ad entrambe